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18 gennaio 2025, Juventus vs Milan 2-0




dal sito www.milannews.it

PROBABILE FORMAZIONE - I CAMBI OBBLIGATI RISPOLVERANO IL 4-2-3-1: BENNACER CON FOFANA E MUSAH ESTERNO
Il Milan si prepara ad affrontare una delle partite più importanti della sua stagione fino a questo momento. Domani, sabato 18 gennaio, all'Allianz Stadium di Torino, alle ore 18, i rossoneri affronteranno la Juventus in occasione del 21° turno del campionato di Serie A. Si tratta di una partita cruciale per la rincorsa al posto Champions League, con il Diavolo che - con una partita in meno - ha un ritardo di tre punti dai bianconeri che al momento occupano la quinta posizione.
Sergio Conceicao arriva alla sfida in emergenza. Rispetto alla trasferta di Como si prevedono quattro cambi, di cui ben tre sono obbligati. Al centro dell'attacco, infatti, non ci sarà Morata squalificato: al suo posto troverà posto Tammy Abraham. Vista l'assenza di Pulisic, che sta meglio ma che non vuole essere rischiato, ma anche le indisponibilità di Chukwueze e Okafor, il tecnico portoghese potrebbe rispolverare il 4-2-3-1. Dietro l'inglese agirà Musah sull'esterno, Reijnders sulla trequarti e Leao a sinistra. Dietro di loro la coppia di centrocampo Bennacer-Fofana: Conceicao ha confermato la titolarità dei due centrocampisti in conferenza stampa.
Un'altra assenza si registra in difesa dove, davanti a Maignan, non troverà posto Malick Thiaw, uscito per infortunio dal Sinigaglia. Così tornerà titolare Matteo Gabbia dopo quattro panchine consecutive e al suo fianco sarà confermato Tomori. Sugli esterni non si cambia con Royal a destra e Theo Hernandez a sinistra.

PROBABILE FORMAZIONE MILAN (4-3-3):
16 Maignan
22 Royal 23 Tomori 46 Gabbia 19 Theo Hernandez
4 Bennacer 29 Fofana
80 Musah 14 Reijnders 10 R.Leao
90 Abraham
All. Conceiçao
A disp.: 57 Sportiello, 96 Torriani, 2 Calabria, 31 Pavlovic, 33 Bartesaghi, 42 Terracciano, 20 Jimenez, 18 Zeroli, 73 Camarda, 77 Omoregbe
Indisponibili: Pulisic, Thiaw, Chukwueze, Loftus-Cheek, Okafor e Florenzi
Diffidati: Fofana
Squalificati: Morata





dal sito www.gazzetta.it

JUVE, DUE SCHIAFFI AL MILAN CON VISTA CHAMPIONS. CONCEIÇAO, CHE BRUTTA LA PRIMA SCONFITTA
Mbangula e Weah spingono i bianconeri al quarto posto (provvisorio). Il Diavolo cade malamente e perde ulteriore contatto con la zona europea
Nel vecchio dilemma dei neonati – somiglia di più al papà o alla mamma? – per Milan e Juve non ci sono dubbi: somigliano all’allenatore. La Juve vince lo scontro diretto Champions con una partita di possesso e gestione del ritmo che fa molto Thiago Motta: 2-0, gol di Mbangula e Timothy Weah. Come fanno molto Thiago Motta la panchina prolungata di Vlahovic, fuori fino all’83’, e il gol di Mbangula, più di tutti una creazione dell’uomo venuto da Bologna. Il Milan invece è già clamorosamente una squadra di Conceiçao. A Riad si era visto il buono: cinismo, resilienza, grinta. Qui tutti i limiti: lunghe fasi di attesa con una squadra chiusa davanti a Maignan e attaccanti quasi mai interpellati. E pensare che qualcosa, soprattutto Leao, avrebbero da dire. Classifica: la Juve va a 37, scavalca (per ora) la Lazio ed è quarta. Il Milan ora è ottavo e prende il binocolo: Thiago Motta è a 6 punti, lontano.
I GOL: MBANGULA-WEAH — La partita si decide tra il 14’ e il 19’ del secondo tempo, quando la Juve segna due volte. Grande premessa: se il calcio a volte è casuale, qui è scientifico. La Juve dominava dall’ultima parte del primo tempo. Il vantaggio nasce da una combinazione a difesa schierata. Una delle tante, se non fosse che, quando Nico Gonzalez allarga verso sinistra per Mbangula, Emerson Royal è molto stretto, vicino ai centrali. Così stretto che, quando Mbangula calcia a giro da dentro l’area, non contrasta ma semplicemente devia verso la porta, ingannando Maignan già disteso. Il raddoppio nasce da una palla persa da Fofana: Thuram è bravo a mandare nello spazio Weah per l’uno contro uno con Tomori. Tim figlio di George punta, dribbla e calcia: perfetto. A margine, domande. Il Milan, se non avesse difeso così basso, avrebbe preso il primo gol? E perché la difesa, alla palla persa di Fofana, era così scoperta?
CHE PARTITA È STATA? — La partita è stata una lontana cugina dell’andata. Thiago Motta a San Siro si era messo dietro, “che siamo contati e pieni di infortunati”. E il Milan, che per far capire l’andazzo aveva preferito Musah a Chukwueze, non aveva saputo far meglio che livellarsi. Qui no, Thiago dà battaglia, va ad aggredire alto, piazza McKennie terzino destro inedito e assedia. Il Milan un po’ è sorpreso, un po’ è squadra di Conceiçao, quindi attenta soprattutto dietro. E allora si abbassa, a tratti come una piccola, e prova a sorprendere con una giocata. Il primo tempo è molto bianconero nel gioco – 68% di possesso palla – ma equilibrato nelle occasioni. Leao nei primi 11 minuti ha due palle-gol, una nata da un filtrante di Reijnders (e Rafa, esteta nell’anima, invece di cercare la porta ci mette il tacco), un’altra sull’asse Reijnders-Musah: tiro deviato da un vecchio amico, Pierre Kalulu. La Juve invece fa gioco, calcia a giro con Mbangula (minuto 8) e ha una speranza quando un passaggio sciagurato di Musah costringe Maignan alla spaccata evita-rischi (minuto 16). Il Milan però, com’è come non è, in questa fase è pericoloso. Uno schema d’angolo da applausi al minuto 19 libera Reijnders in area: il tiro è buono, ma il rimpallo tra Locatelli e Tomori favorisce la Juve. Poi, al minuto 27, una primizia: la doppia occasione sprecata. Di Gregorio è super su Leao, Gatti salva su Theo e genera un contropiedone con Yildiz che libera Nico Gonzalez, pessimo per come si fa prima rimontare da Tomori, poi contrastare il tiro.
IL MOMENTO CHIAVE — E’ il segnale, perché qui la partita cambia. La Juve accelera e al 36’ ha un’altra occasione XL: c’è una ripartenza e Cambiaso in diagonale non trova Nico Gonzalez ma pesca Yildiz. Sulla carta, è la situazione migliore possibile per la Juve, con il suo giocatore migliore davanti a Maignan. In realtà diventa l’ennesimo spreco, perché Kenan incrocia malamente col destro. Il primo tempo tramonta - c’è ancora il tempo di vedere Leao che libera Theo per un insolito colpo di testa in area, respinto da Gatti –, Yildiz esce per un fastidio a un adduttore ma la traccia è scritta. Entra Weah e il figlio di George dopo 8 minuti ha la prima grande occasione del secondo tempo: arrivato in area da destra, calcia forte su Maignan. Finita? No. Theo gestisce malissimo il pallone sul rimbalzo e regala un’occasione a Koopmeiners, bravo a trovare la strada per la porta: sul suo sinistro, Maignan mette in angolo di… gluteo. Il gol è nell’aria e infatti ne arrivano due in cinque minuti, con in mezzo l’unico cambio possibile del Milan, annunciato: Jimenez per Bennacer. La partita, sul 2-0, cambia per forza perché il Milan si butta avanti. Conceiçao fa entrare prima Camarda, poi addirittura Jovic per Abraham, con il tentativo di scongelamento del centravanti invisibile da mesi. Che cosa cambia? Niente. Di Gregorio rischia al massimo con una punizione di Theo calciata forte ma fuori, poi è freddo e lunga attesa del fischio finale.
JUVE IN GRANDE CRESCITA — E allora, primi rapidi bilanci. La Juve ha confermato i messaggi di Bergamo - sul pianeta bianconero, c’è vita – e ha messo in mostra un’ottima condizione. Ha vinto in casa in A, e non succedeva dal 9 novembre, soprattutto ha dato una spinta alla classifica e preparato al meglio la simpatica settimana con Bruges e Napoli, che dirà parecchio sulle ambizioni di primavera in Europa e in Italia. Bene Thuram e Locatelli in mezzo, bene Mbangula, bravo Weah dalla panchina: la squadra c’è. Resta la questione Vlahovic ma Kolo Muani, burocrazia permettendo, darà una mano.
MILAN MOLTO BRUTTO — Il Milan invece torna a Milano con l’idea netta che da oggi, definitivamente, non è e non sarà più la squadra di Fonseca. Fonseca aveva il mantra del possesso, il Milan di Conceiçao ha lasciato palla e, quando ha potuto, ha guardato in alto a sinistra, per il lancione da contropiede di Leao. Altri principi, altra vita. Come va la transizione? Male. Con Leao-Theo-Reijnders, un modo per essere pericolosi prima o poi lo si trova ma questo Milan, oltre che anti-storico, non ha nulla della squadra che può rimontare per un posto Champions. Crea poco, non ha idee, è al massimo compatto. Nel primo tempo ha avuto occasioni ma, quando la partita si è decisa, non ha avuto nulla da dire. Singoli: Bennacer non è lui e davanti, senza Morata, Abraham è stato poco più di zero. Il mercato darà una mano ma, a guardare ora, sembra che sia tutto da sistemare. Bel rebus.
Luca Bianchin


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - ABRAHAM È UN DISASTRO. EMERSON NON NE BECCA MEZZA. UN TRACOLLO CON TANTI COLPEVOLI
MAIGNAN 6.5: tre parate in avvio di secondo tempo a tenere in piedi una baracca che, successivamente, crolla. Incolpevole sia sul gol di Mbangula sia su quello di Weah. Cerca, da leader, di tenere alta la concentrazione dei suoi compagni, senza grossi risultati. Nel primo tempo para due volte, in maniera seria, su Yildiz.
EMERSON ROYAL 5: cercare di vedere da lui un qualcosa di utile in fase offensiva è una chimera. In fase difensiva è letteralmente scherzato da Mbangula, che su quella fascia fa quello che vuole. Sul gol del vantaggio bianconero, oltre alla deviazione che mette fuori causa Maignan, è lontano dal suo uomo e l’accorcio arriva con tempi sbagliati. (dal 73’ CAMARDA SV)
GABBIA 6: è senza ombra di dubbio il Migliore del reparto difensivo e uno dei pochissimi a salvare la faccia dentro una prestazione ampiamente preoccupante da parte della squadra.
TOMORI 5.5: tiene in gioco Weah sul gol del 2-0 e si fa bruciare in velocità dal figlio di George. Con la palla tra i piedi, onestamente, non dà mai la sensazione di sapere cosa fare e va in tilt sulla pressione feroce della Juventus.
THEO HERNANDEZ 5.5: un primo tempo dove, insieme a Leao, si fanno vedere come le armi primarie (per non dire le uniche) a disposizione di Conceiçao. Non riesce a incidere nemmeno sui calci piazzati.
FOFANA 5.5: è in bombola a livello fisico, perché le ha giocate tutte e qualcuno in dirigenza dovrebbe capirlo che c’è bisogno di un centrocampista che lo possa far rifiatare. Tanti piccoli errori che non sarebbero da Fofana, se fosse lucido.
BENNACER 5: fa una fatica tremenda in mezzo al campo. Si vede che non ha grande ritmo, sia nelle gambe sia nella testa, e viene mangiato dalla ferocia di Thuram e non solo. (dal 63’ JIMENEZ 5.5: prova a dare un po’ di verve alla squadra, ma la sua scossa dura dalla linea laterale all’ingresso in campo).
MUSAH 5: non ci siamo. Tecnicamente non ha i piedi per poter fare l’esterno, a livello di copertura degli spazi si perde nel secondo tempo, ma anche nel primo ha fatto fatica.
REIJNDERS 5: ha la palla del potenziale 0-1 su schema d’angolo: Theo lo trova solo soletto dentro la zona rossa dell’area bianconera, ma lui ciabatta la conclusione. Poi, col passare dei minuti, si spegne ed esce anche corrucciato. Ma anche lui sembra non averne più a livello fisico. (dal 79’ TERRACCIANO SV).
LEAO 6: è l’unico, di tutto il dipartimento offensive del Milan, a creare qualcosa in entrambi i tempi, specialmente nel primo tempo dove si applica anche a livello difensivo. Non può fare sempre tutto da solo.
ABRAHAM 4: semplicemente, può essere una terza punta, non la prima alternativa a Morata. Non ne becca mezza, viene totalmente inglobato dalla difesa bianconera. In dirigenza dovrebbero pensare a tirar fuori una bella cifra per prendere una Punta Vera, con la P e la V maiuscola. (dall’80’ JOVIC SV).
ALL. CONCEICAO 5: il tracollo del secondo tempo della squadra è qualcosa di preoccupante e forse è la fotografia di una rosa che ha poco carattere a livello globale, oltre ad esser corta sia a livello numerico sia a livello qualitativo nei reparti cruciali come il centrocampo e l’attacco. Lui si incazza di brutto, ma dopo la Supercoppa sono uscite fuori tutte le magagne di una squadra costruita male e sulla quale dovrà poter avere il tempo di lavorare. Ultimo dei colpevoli.