dal sito www.gazzetta.it
LOCATELLI LANCIA LA JUVE. IL GOL DELL'EX AFFONDA UN MILAN IN 10, ALLEGRI A -2 DALL'INTER
Ai bianconeri basta un destro deviato del centrocampista per strappare i tre punti. Rossoneri con un uomo in meno per 50': espulso Thiaw per un fallo su Kean
Meno spettacolare, ma altrettanto efficace. Manuel Locatelli, con un destro dalla distanza, combina al Milan ciò che aveva combinato alla Juve sette anni fa e consegna a Madama tre punti che somigliano tanto a lingotti d’oro: bianconeri terzi in classifica, a meno due dall’Inter e a meno da un Milan che si è visto centrifugare il match al minuto numero 40 del primo tempo con l’espulsione di Thiaw. Il messaggio della Juve alle milanesi, considerata l’importanza della partita e il valore dell’avversario di stasera, è assolutamente forte e chiaro: per lo scudetto aggiungete pure un posto a tavola, ci siamo anche noi. Era una partita in cui, in caso di sconfitta, entrambe avevano molto da perdere. Il Milan, oltre ad assistere alla vittoria di tutte le dirette concorrenti per l’Europa, ha smarrito la testa della classifica e pure un’abbondante razione di energie: andare mercoledì nella tana del Psg dopo aver giocato oltre un tempo in dieci non è il massimo della vita. La Juve invece vivrà un’altra settimana sgombra da altri impegni ed è facile immaginare che il botta e risposta sulla favorita per lo scudetto tra Pioli – compleanno amaro, il suo - e Allegri andrà ancora avanti.
LE SCELTE — Per Pioli tra squalifiche (Maignan, Hernandez), infortuni (Loftus-Cheek, Chukwueze, Sportiello) e rientri dagli infortuni (Kalulu, Krunic), non è stato facile arrivare a mettere insieme l’undici più indicato. Nessun problema davanti, con i titolarissimi – Pulisic, Giroud, Leao - e regia affidata nuovamente ad Adli, mentre dietro Florenzi ha virato a sinistra (dove ha dato forfait anche Bartesaghi) e in porta è andato Mirante: ultima da titolare due anni e mezzo fa, maggio del 2021). Non che Allegri abbia portato casse di champagne a Milano, vista l’assenza di Danilo e Alex Sandro (oltre al solito De Sciglio), ma quanto meno con il conforto di aver rimesso quanto meno fra i convocati Chiesa e Vlahovic. Il grande dubbio della vigilia in attacco si è quindi risolto così: accanto a Milik si è messo Kean (terza da titolare di fila), con i titolari della cattedra pronti all’uso. A sinistra Kostic preferito a Cambiaso, confermata la difesa a tre. Anche se sarebbe più corretto parlare di una linea a cinque, dal momento che la Juve si è comportata come da attese: nessuna sorpresa, nessuna pressione alta, ma paziente guardia al proprio fortino, con linee strettissime, in attesa di qualche varco invitante per ripartire. Osservato da sponda rossonera: scenario decisamente poco gradevole, considerata l’ormai annosa, scarsa efficacia del Diavolo nello scardinare gli avversari chiusi.
OSSIGENO — Juve guardinga, Milan con la palla fra i piedi, ma una palla che non sempre è girata alla velocità giusta e quindi sono state spesso letture abbastanza facili per i meccanismi difensivi bianconeri. A centrocampo le forze si sono più o meno equivalse: meglio Rabiot di Musah, meglio Reijnders di McKennie, con l’olandese incaricato di togliere ossigeno ai ragionamenti di Locatelli. La pressione il Milan l’ha concretizzata soprattutto sulla sua fascia sinistra con Leao, che ha piazzato tre-quattro sgasate indigeste per Gatti e per un Weah poco incisivo e cattivo. Emozioni nel primo tempo? Pochine. Ai punti meglio il Milan, sì, più efficace e fluido nella manovra rispetto a quella bianconera zavorrata da troppi errori gratuiti in uscita, però sul taccuino rossonero nei primi 45 è rimasto un solo appunto: Leao che serve Giroud in area e Giroud che si gira – specialità della casa – liberandosi di Rugani e conclude nell’angolino lontano: Szczesny si allunga e compie il miracolo. Cose super, entrambe.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - THIAW, ERRORE IN VERSIONE DERBY. KRUNIC TORNA MALISSIMO. BENE MIRANTE
Mirante 6.5 il tiro di Locatelli era alla sua portata, peccato per la deviazione decisiva di Krunic che condanna il Milan alla sconfitta. Lui si guadagna la pagnotta e la palma di migliore del Milan con tre parate, due delle quali su Vlahovic e dimostrandosi comunque all’altezza della situazione.
Calabria 6: salva la pelle a Thiaw con una diagonale lunga nel primo tempo. Meglio in fase di copertura che in quella offensiva. (dal 78’ Kjaer sv)
Thiaw 4.5: vanifica un’ottima prova facendosi uccellare da Kean a campo aperto. Sulla prima occasione è Calabria a salvargli la pelle, sulla seconda invece viene giustamente espulso poiché colpevole di Dogso, ovvero di aver interrotto una chiara occasione da gol.
Tomori 6: Milik non tocca un pallone con lui in marcatura. Anche quando Allegri cambia la coppia offensiva, si difende con le unghia e con i denti.
Florenzi 5.5: fa fatica, troppa fatica. Prova a giocare di posizione e d’esperienza, ma non basta. Si sente la sua assenza in sovrapposizione a Leao per cercare di allargare le maglie bianconere.
Musah 6: da tutto, ma davvero tutto quello che ha fino al triplice fischio finale di Mariani. Se tutta la squadra avesse avuto il suo atteggiamento, forse il secondo tempo sarebbe stato di un’altra pasta.
Adli 5: se si tolgono due giocate estemporanee, non dà mai quel ritmo che il regista del centrocampo a tre dovrebbe dare, specie contro le squadre chiuse. Si è rivisto quando emerso a Genova, dove non sa trovare giocate che mettano dubbio agli avversari. (dal 60’ Krunic 4.5: entra, sbaglia tutto sia a livello tecnico sia di posizione, è messo malissimo con il corpo sul tiro di Locatelli che diventa il gol della vittoria della Juventus. Rientro peggiore non poteva esserci).
Reijnders 5: ci si sarebbe aspettato tanto da lui, specie contro una squadra chiusa come la Juve, che viene a San Siro a giocare con il catenaccio degli anni ’70. Tijjani occupa una posizione ibrida che, alla fine, sembra mandare il cortocircuito anche lui. (dal 78’ Romero sv)
Pulisic 5.5: è il sacrificato di Pioli sull’altare dell’espulsione di Thiaw. Nei 42 minuti in cui rimane in campo fa pochino per quelle che sono le sue doti e anche perché la Juve gli concede l’uno contro uno più che a Leao. (dal 42’ Kalulu 5.5: entra a freddo dopo un mese e mezzo di stop. Quando viene puntato, dà la sensazione di essere malleabile).
Giroud 6: l’unica, vera, grande occasione della partita del Milan la costruisce lui. Il suo mancino è bello e ben indirizzato, ma Szczesny compie la paratona e la toglie sia dalla porta sia dal possibile raggio d’azione di Pulisic che stava arrivando a chiudere il secondo palo. (dal 60’ Jovic 5: la scusa della condizione fisica non regge più. È letteralmente invisibile).
Leao 5.5: Allegri gli costruisce la gabbia, specie con Weah in prima battuta e Gatti a togliergli metri. Tuttavia è sempre quello che ti dà la sensazione di potersi inventare qualcosa. Apre la strada a Giroud nell’unica occasione degna di nome del Milan. Gatti lo mena e Mariani lo lascia fare. Conclude demolito.
All. Pioli 5: quando il Milan gioca contro squadre che si chiudono in maniera così ermetica, fa una fatica bestiale. Anche perché rispetto all’Inter, sembra mancare quella ferocia agonistica che ti porta a creare paura agli avversari. I cambi del secondo tempo, paradossalmente, peggiorano il rendimento della sua squadra. Ha una sorta di maledizione con la prima partita dopo la sosta per le nazionali, dove il Milan sembra arrivare sempre più spompo delle altre squadre.
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