dal sito www.gazzetta.it
MILAN, CHE TONFO A MONZA: PERDE 4-2 E FALLISCE L'ASSALTO ALLA JUVE SECONDA
Poker dei brianzoli in una partita dove succede di tutto, specialmente nel finale. Gol di Pessina (rigore), Mota Carvalho, Giroud, poi il pari di Pulisic e infine le reti di Bondo e Colombo. Espulso Jovic a inizio ripresa
Le treccine di Warren Bondo sventolano come bandierine sul prato dello U-Power Stadion. I suoi occhi buoni, di sicuro increduli, cercano compagni e tifosi in ogni direzione. Il man of the match di Monza-Milan è un ragazzo francese che ha scelto di segnare il suo primo gol in Serie A al novantesimo, sotto la curva, e con un destro a giro da giù il cappello. Palladino se la ride, incassa applausi e ottiene il primo successo stagionale contro una big: 4-2 contro un Milan tutt’altro che brillante. Il protagonista, in fondo, è sempre il numero dieci, ma stavolta non sono le cifre che sperava di acciuffare il Milan. Stefano Pioli si è presentato a Monza con il tridente di riserva, Leao in panchina e con la sicurezza dell’ultimo periodo, bramoso di centrare il decimo di risultato utile di fila in Serie A, ma se n'è andato con quattro schiaffi sul viso e un’espulsione, tradito da uno dei suoi risolutori. Il rosso rimediato da Luka Jovic, oggi in versione “tu quoque?”, è il manifesto di una sconfitta improvvisa e meritata (4-2), figlia di errori individuali e scelte discutibili. I quattro eroi spuntati fuori dalla nebbiolina sono capitan Pessina, Dany Mota, Colombo e Warren Bondo. Il Milan fallisce il sorpasso alla Juventus.
COSÌ IN CAMPO — Palladino vara un Monza dai due volti che oscilla tra solidità e fantasia. Sulla trequarti comandano i mancini, Colpani e Valentin Carboni, mentre in mezzo ragionano Gagliardini e Pessina. Sulle fasce, invece, due soluzioni: Birindelli contiene e fa da pendolino, Mota svaria e crea, con l’ariete Djuric pronto a sgomitare davanti. Nel Milan festival di novità. Pioli lancia il tridente B con Chukwueze, Jovic e Okafor, sceglie il doppio regista (Adli-Bennacer) e rispolvera Thiaw, tornato a giocare contro il Rennes dopo quattro mesi. L’ultima gara in Serie A risale al 25 novembre. Sugli spalti spiccano Ibra e Galliani.
APPROCCI — Il Milan approccia la partita al solito modo, ovvero costruendo basso, sganciando uno dei centrali quando c’è da impostare e affidandosi ai guizzi degli esterni, ma c’è un problema: gli interpreti. Chukwueze sgasa due volte in un quarto d’ora e poi si spegne, Okafor non è Leao e Adli e Bennacer si pestano i piedi. L’ago della bilancia è Thiaw, tornato titolare dopo quattro mesi ma decisamente stralunato, in difficoltà. Il Monza, invece, fa ciò che deve fare: argina ogni spiffero e chiude le linee, affidandosi all’inventiva di Carboni e Colpani. Il primo, mancino puro, impegna Maignan con un tiro da fuori e chiama a sé la sfera. L’imperativo di Palladino è guai a buttare via il pallone, bensì costruire con calma olimpica per trovare il varco. Il primo, però, lo trova il Milan, approfittando di una fase di pressing sbagliata dei brianzoli, rei di aver lasciato un buco a centrocampo. Al 23’ l’algerino si invola palla al piede, scambia con Jovic ma calcia malissimo. La risposta del Monza è un colpo di testa di Djuric che scheggia l’incrocio dei pali (30’).
DUE SCHIAFFI — La chiave di volta di una partita chiusa a tripla mandata è l’infortunio di Di Gregorio, che al 35’ si scontra con Andrea Carboni ed esce tra gli applausi della curva. Stordito dal testa contro testa, il portierone dei brianzoli rimedia un occhio nero e cede i pali a Sorrentino, che si rende subito protagonista grazie a un semplice calcio di rinvio. Il primo pallone toccato. Djuric raccoglie la sfera, Mota affonda e Thiaw lo stende. Pessina si palesa sul dischetto a spiazza Maignan. Il raddoppio arriva poco dopo, ed è uno schiaffo dritto al volto di un Milan già paonazzo. Un festival di errori che vede come comparse Bennacer e Thiaw. Il primo buca l’intervento, il secondo si fa saltare da Colpani, che serve Mota sulla sinistra per la rete del 2-0. Il destro a giro del portoghese scalda il pubblico dello U-Power e fa felice Palladino.
LA FAVOLA DI BONDO — Neanche il tempo di sistemarsi che Pioli ha già varato i primi cambi. Fuori Okafor, Adli e Chukwueze, dentro Leao, Reijnders e Pulisic. Il fallimento del tridente B, una bocciatura in piena regola delle riserve, mai incisive e decisamente isolate. L’unico superstite è Jovic, che però trova il modo di uscire lo stesso, facendosi espellere per un’ingenua manata sul volto di Izzo. Rosso diretto dopo il check del Var. La reazione rossonera è tutta nel volto rilassato di Olivier Giroud, bravo a pungere Sorrentino con un gol di rapina. Il dodicesimo in Serie A. Cross dalla destra di Florenzi, sponda di testa di Pulisic e rete del francese. A questo punto l’assedio è d’obbligo, gli schemi saltano e la gara diventa un giro di affondi e contropiede, di palloni buttati in area e sgasate più o meno rilevanti. Pulisic e Leao tengono le fila dell’attacco, ma lo statunitense sembra avere il fuoco dentro. Come se volesse comunicare a Pioli che a lui la panchina non serve. Così salta l’uomo con facilità, affonda a destra, sgasa, serve assist, e alla fine punge con una perla intrisa di tecnica, precisione e qualità: sinistro a giro sul palo lontano per il 2-2. Sembra l’inizio della solita partita milanista dell’ultimo periodo, una squadra che incassa, va sotto e poi colpisce in rimonta, ma stavolta il risolutore della gara è un ventenne con una manciata di presenze in Serie A. Uno che in passato era stato cercato anche dal Milan, salvo poi prendere una strada un po’ diversa, verso Monza. Al novantesimo Warren Bondo raccoglie un passaggio al limite dell’area e si inventa un destro a giro imprendibile, facendo alzare di scatto tutta la panchina biancorossa. La favola del Monza ha gli occhi buoni di un ragazzo al primo gol in Serie A, resa ancora più bella dall’ultimo guizzo di Colombo che chiude la partita. La panchina è di nuovo in campo. Il Monza vince 4-2, notte fonda per il Milan.
Francesco Pietrella
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - JOVIC, ADLI E THIAW: DISASTRI SENZA APPELLO. PULISIC E GIROUD DI UN'ALTRA CATEGORIA
Maignan 5.5: si fa infilare sul suo palo sul gol del 4-2 ed è un altro gol che poteva evitare. Sui rigori, non ne intuisce più uno. Incolpevole sui destri di Dany Mota e Bondo.
Florenzi 5.5: appare impreciso in diverse situazioni, specie palla la piede. Suo il cross da cui nasce l’assist di Pulisic per il momentaneo 2-1 di Giroud, ma era lecito aspettarsi di più. (dall’83’ Musah 6: entra bene)
Thiaw 4: ritorno da titolare da pianto greco. Causa il rigore del primo gol del Monza con un intervento che nemmeno sul campo de “La Dominante” (2 minuti in linea d’aria dall’U-Power Stadium) si vede. Poi concede il destro a Dany Mota per il 2-0. Un disastro, perché è lui a tenere in gioco Maldini sul gol del 3-2 di Bondo.
Gabbia 6: tiene a galla la baracca laddove può. Spende anche un giallo intelligente per fermare una ripartenza del Monza.
Theo Hernandez 5.5: apatico in entrambe le fasi. Sembra sottovalutare la partita e si vede.
Adli 4: un primo tempo deprimente. Sbaglia qualsiasi cosa possa sbagliare. Lento, macchinoso, annebbiato, impreciso, tocca la palla con tre-quattro tocchi in più del dovuto. Anche a livello fisico viene preso in mezzo dai dirimpettai del Monza. (dal 46’ Reijnders 6: porta vibrazione in mezzo al campo. Un delitto tenerlo fuori dall’inizio).
Bennacer 5.5: è dentro la sequenza di errori che porta al 2-0 di Dany Mota, ma è il meno colpevole. L’errore grave è quando si presenta in posizione di tiro da dentro l’area di rigore e al posto di tirare forte verso la porta di Di Gregorio, strozza la conclusione, mandandola fuori. (dal 54’ Giroud 6.5: riapre la partita con una zampata da bomber vero, su torre di Pulisic).
Chukwueze 5.5: sembra partire bene con un assolo che dà false speranze al Milan e al match. Un tiro a giro deviato e controllato da Di Gregorio e poi il vuoto. (dal 46’ Pulisic 7: ha un altro ritmo, tecnico e mentale, rispetto a Chukwueze. Fornisce l’assist per il gol di Giroud che riapre la partita. Si inventa un super gol per il momentaneo 2-2).
Loftus-Cheek 5.5: non dà mezzo strappo dei suoi e anche a livello fisico, non è dominante per come ci si aspetta.
Okafor 5: cerca di fare il Leao, ma rallenta la manovra offensiva. Di stoccare verso la porta brianzola non se ne parla. Occasione fallita. (dal 46’ Leao 5.5: scivola spesso, quando si crea l’occasione per arrivare davanti a Sorrentino, perde lucidità nella scelta e fa svanire l’occasione di fare gol, ma la cestina).
Jovic 3: che cosa gli sia passato per la calotta cranica nel dare quel colpo senza senso a Izzo non è dato saperlo. Fatto sta che lascia la squadra in inferiorità numerica e adesso vedremo il giudice sportivo quante giornate gli darà.
All. Pioli 4: la preparazione mentale della partita, specchio dell’approccio dei suoi nel primo tempo, è qualcosa di inaccettabile. Sbaglia la formazione, chi doveva entrare dall’inizio lo fa con la camomilla nelle vene. Jovic gli rovina la partita, i titolari dell’attacco e Reijnders gliela stavano rimettendo a posto, poi crolla tutto il castello di carta. Non era questa la partita in cui fare il turnover.
Di Alessandro Vocalelli
TROPPO TURNOVER E UNA FATICA INUTILE: IL MILAN DI PIOLI HA PERSO DUE VOLTE
Ma si può vincere anche senza giocare? Sì che si può. Lo sta vivendo l'Inter, che venerdì ha battuto la Salernitana per accomodarsi in poltrona ed assistere alle delusioni delle sue concorrenti. Prima la Juve ha steccato a Verona. Poi il Milan ha fatto peggio, perdendo a Monza, sotto gli occhi di Galliani. Il Milan ha pagato la scelta più che discutibile di rinunciare a Reijnders, Pulisic, Leão e Giroud. L'Europa League impone di dosare le energie. Ma una cosa è fare turnover e un'altra è sfigurare completamente una squadra che ha perso due volte. Nel primo tempo, quando ha sofferto i colpi del Monza. Nella ripresa, quando ha riproposto i suoi titolarissimi, costringendoli a una fatica pazzesca per provare a recuperare il risultato. Un'impresa riuscita a metà. Alimentando un dubbio: ha senso stravolgere una squadra, costringerla a nuotare controcorrente, facendo uno sforzo immane (e inutile) per tenere lontane le inseguitrici? Fallito il sorpasso alla Juve, la classifica suggerisce di doversi guardare alle spalle. Sette punti sulle quarte non sono pochi, ma domenica è in programma la sfida con l'Atalanta mentre il Bologna ospiterà il Verona. Non c'è tanto da scherzare.
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