dal sito www.gazzetta.it
THEO SEGNA SU RIGORE, MAIGNAN DECISIVO AL 96': BRUTTO MILAN, MA LA FIORENTINA SI ARRENDE
Il francese si guardagan e trafsorma il penalty decisivo, i viola reagiscono ma non sono incisivi sottoporta e sbattono sugli interventi decisivi del francese, l'ultimo su Mandragora in pieno recupero
Non è grazie a vittorie come questa – brutta, sporca - che una squadra viene ricordata, ma è grazie a questa partita se il Milan ha appena scritto una pagina di storia: il club rossonero, per un po’ di tempo, potrà vantarsi di aver fatto debuttare il giocatore più giovane nella storia della Serie A: benvenuto fra i grandi, Francesco Camarda. A 15 anni e 260 giorni. E’ la notizia più bella della serata e accompagna splendidamente un successo che di splendido, in chiave rossonera, ha decisamente poco. Brillano più che altro i tre punti, vitali per restare in scia scudetto e per ritrovare una vittoria che in campionato mancava da oltre un mese e mezzo (7 ottobre). Un successo che è un buon genere di conforto anche in vista della sfida decisiva di Champions col Dortmund di martedì. Per altre buone notizie, prego ripassare: il Diavolo era incerottato e poco sciolto nella testa e nelle gambe, e si è visto. Ma è comunque riuscito a tenere a bada – con un rigore di Hernandez – una Fiorentina che fallisce l’aggancio ai rossoneri e si mangia le mani per gli ultimi venti minuti di partita trascorsi in piante stabile nell’area milanista senza riuscire a infilare Maignan.
LE SCELTE — Le uniche riflessioni di formazione che Pioli si è potuto concedere erano a centrocampo. Scelta caduta su Musah (squalificato in Champions), l’onnipresente Reijnders (davanti alla difesa) e Pobega. Il resto è stato tutto, troppo obbligato, specialmente davanti: spazio al tridente arrivato dal mercato estivo con Chukwueze, l’ex Jovic e Pulisic dirottato a sinistra sulle orme di Leao. Poi difesa tipo e in panca età media decisamente green tra Nava, Bartesaghi, Simic e il 2008 Camarda. Italiano ha risolto il grande dubbio di vigilia in attacco a favore di Beltran, ristabilito dai guai al costato. Al centro della trequarti l’ex Bonaventura con Sottil preferito a Brekalo sulla sinistra. Premessa: il primo tempo è stato di una bruttezza vergognosa. Altro che la sfida giochista Pioli vs Italiano. Quarantacinque minuti di noia quasi assoluta, e infatti il gol rossonero è arrivato in un recupero che aveva l’aspetto di un castigo agli occhi del Meazza. E invece è stato lì che si è acceso Jovic per la prima volta, e l’ha fatto con una luce potente: filtrante verticale sulla corsa di Hernandez, Parisi in ritardo che lo stende in area e rigore senza se e senza ma trasformato dallo stesso Theo.
RITMI BLANDI — Esultanza senza sorriso. Forse perché il francese quest’anno non sta carburando, appare spesso come senz’anima. O forse perché c’era ben poco da sorridere fino a quel momento e, in generale, a vedere questo Milan. Spento, abulico, senza idee, non proprio l’atteggiamento che ti aspetti da chi ha portato a casa due punti nelle ultime quattro uscite. Un Diavolo adagiato su ritmi dopolavoristici con l’ottima compagnia di una Fiorentina a cui evidentemente andava benone così. Sì, Jovic ha dato un piccolo saggio di cosa possono disegnare i suoi piedi e allora viene ancora più rabbia nell’osservare le condizioni generali del serbo: non presentabile, ora come ora (ma siamo a fine novembre: quanto tempo occorre per trovare la gamba?), a certi livelli. Medesimo discorso per Chukwueze, imbarazzante nella gestione della palla in alcuni momenti del primo tempo. Gli unici a metterci qualche idea encomiabile sono stati Pulisic e Reijnders: sul taccuino rossonero restano un destro di controbalzo del nazionale Usa e un colpo di testa di Pobega sui quali Terracciano sforna due interventi di alto livello. E la Viola? Si è infilata alternativamente su entrambe la fasce con Gonzalez – ispirato nonostante la fresca trasferta intercontinentale – e Sottil, ma è stata per lo più leggibile. Anche lei poco cattiva e davvero pericolosa solo una volta con Gonzalez (sinistro a giro alto di poco).
DIGA — Il gol ha rianimato il Milan, che è rientrato in campo nella ripresa più sciolto nelle gambe e nella testa, ma è stata una transizione tatticamente svagata, che ha aperto autostrade frequenti ai toscani. Nei primi cinque minuti Terracciano ha di nuovo protetto molto bene la sua porta (testa del redivivo Chukwueze, migliorato nella ripresa) e Beltran si è sporcato indelebilmente la coscienza sbagliando il controllo a tu per tu in solitaria con Maignan. Al quarto d’ora Pioli ha tolto Pulisic per Loftus-Cheek in modo da irrobustire la diga in mezzo al campo, ma il Milan – un po’ per scelta e molto per necessità – ha accettato praticamente un unico piano gara: difendersi e ripartire, possibilmente con velocità. Questo ha significato ritrovarsi la Fiorentina in area parecchie volte e, allo stesso tempo, qualche corridoio interessante in ripartenza. Lussuoso quello servito da Hernandez a Jovic, messo a tu per tu con Terracciano: il colpo del potenziale k.o. si è infranto – malamente e colpevolmente – sulle gambe del portiere viola. Jovic ha concluso la sua partita al minuto 82 e 54 secondi. La tacca sul cronometro che Camarda non dimenticherà mai, entrato con l’ovazione di tutto lo stadio. E ovazione finale anche per Maignan, che nel finale ha salvato un gol fatto su Mandragora. L’assedio viola è stato feroce, ma non ha bucato il muro rossonero.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - MAIGNAN PARA QUASI TUTTO. KJAER-TOMORI, CHE SERATA. FLOP FLORENZI
Maignan 9: l’uscita bassa su Beltran, in avvio di ripresa, è clamorosa per tempismo e decisività, perché va a salvare gli errori di Tomori (che buca l’intervento) e Theo (che non stringe). Anche nel recupero vola con un’altra uscita alta. E poi, al minuto 96’, compie una parata senza senso mettendoci la faccia sulla conclusione da tre metri, di Mandragore. Una cosa illegale, disumana.
Calabria 6.5: nel momento di maggior vuoto del primo tempo, è uno dei pochi ad avere sangue caldo nelle vene. Reijnders gli mette un pallone croccante a disposizione, a lui esce una cosa a metà tra il tiro e il cross. In marcatura, tiene bene Sottil. Molto bene anche nella ripresa, specie in fase difensiva. (dal 92’ Florenzi sv)
Thiaw 6.5: prende in consegna Beltran e nel primo tempo lo annulla. Grande attenzione nella ripresa, quando il Milan si arrocca dietro e deve fare muro.
Tomori 6.5: primo tempo senza sbavature, nel secondo qualche sbandata non da lui che viene però corretta. Anche lui sugli scudi nel fare le barricate nel finale.
Theo Hernandez 6.5: parte in ghiaccio, nel senso che rimane molto fermo a livello di posizione. Scavallata la mezz’ora, entra maggiormente in partita. L’ala-pivot con Jovic che porta al rigore è fatta con i tempi perfetti. La sua trasformazione dagli undici metri è impeccabile.
Reijnders 6: per larghi tratti del primo tempo di trova a dover giocare il pallone in maniera orizzontale, perché i compagni sono inchiodati sul terreno di gioco. Quando anche chi sta attorno a lui inizia a dare segnali di vita, allora svolta. Mette in porta prima Chukwueze e poi Calabria.
Pobega 6: tanta legna, è quello che gli viene chiesto. E lui mena e ci mette anche il piede in uno degli ultimi assalti viola.
Pulisic 5.5: è il primo a dare segnali di vita con un destro di controbalzo dal limite che Terracciano mette in angolo. Chukwueze gli apparecchia la tavola per il suo rimorchio, ma Chris non decide subito cosa fare e perde il tempo di battuta. È tra i più presenti nella manovra milanista. (dal 60’ Loftus-Cheek 6: mette minuti in vista di martedì. Una sola azione importante e molta densità difensiva).
Musah 6: prende la posizione di Loftus-Cheek come box-to-box e si appiccica alla fonte primaria del gioco della viola, ovvero Arthur. Si butta negli spazi quando la squadra, finalmente, decide di aprire la difesa fiorentina. (dall’84’ Krunic sv)
Chukwueze 6: si sbatte come un mulo, specie nel secondo tempo quando si abbassa sulla linea dei centrocampisti per fare l’esterno del 4-4-2. Dà qualche segnale incoraggiante. Suo l’assist che Pulisic non sfrutta nel primo tempo. Il primo assistente gli cancella due uno contro uno chiamando palla fuori.
Jovic 5.5: mette lo zampino nella partita da ex. Cerca di essere un punto di riferimento per i compagni, ma anche di non farsi schermare dai difensori della Fiorentina. Fa vedere le sue doti tecniche scegliendo bene il tempo di restituzione del pallone a Theo sull’azione che porta al rigore che sblocca la partita. Ma al 74’, su imbucata di Theo, si divora il gol del 2-0. Un errore senza senso. (dal 84’ Camarda sv: entra e fa la storia, come il più giovane debuttante di sempre in Serie A. La Curva Sud lo incita fin dal riscaldamento
All. Pioli 6: vince soffrendo. Forse, in questo momento, era quello che contava. Con tanti titolari fuori, difficile proporre champagne. I suoi, però, sbagliano troppe transizioni in superiorità numerica. Per stasera va bene così.
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