dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN SI RISVEGLIA CON LA LAZIO: BENNACER E THEO HERNANDEZ IN GOL, INTER AVVERTITA
Due reti nel primo tempo stendono i biancocelesti di Sarri, apprensione per l'infortunio di Leao dopo dieci minuti
Obbligo di vittoria era, e vittoria è stata. Il Milan che annulla la Lazio e si arrampica di nuovo con forza verso il quarto posto sarebbe perfetto per una rappresentazione teatrale nell’antica Grecia: c’è la maschera che ride e quella con l’espressione triste. La buona notizia: il Diavolo, dopo un paio di settimane ad andamento lento – troppo lento -, è pronto per il primo euroderby.
Le prove generali sono andate decisamente bene: sì, pronto nello spirito, pronto nelle gambe e pronto nel gioco. Tutto insieme non era scontato per ciò che si era visto da metà aprile in poi. La cattiva notizia è una pessima notizia. La peggiore possibile: Pioli perde Leao. L’ha perso al minuto numero 11 di questo match e, a meno di miracoli, l’ha perso pure per mercoledì. Fatale una sgasata dopo otto minuti che gli ha mandato in sofferenza un muscolo della coscia destra. In attesa di saperne di più, il mondo rossonero si gode una vittoria totale, di prepotenza e personalità contro la seconda forza (e la seconda difesa) del campionato. Una Lazio che sprofonda al Meazza per la seconda volta in una settimana e oggi non è praticamente pervenuta: assenza totale.
LE SCELTE — Pioli ha di nuovo centrifugato l’undici di partenza. Se con la Cremonese ne aveva cambiati sette, stavolta sono otto ma con procedimento inverso: dentro quelli che ormai vengono definiti i titolarissimi – con buona pace del tecnico rossonero -, quelli chiamati agli impegni più importanti. Quindi dentro Kjaer, Theo, il triangolo Krunic-Tonali-Bennacer nel cuore del campo, Leao e Giroud, con Messias preferito a Diaz sulla destra. Sarri, a dispetto di quanto era filtrato in vigilia – su eventuale pretattica ognuno è libero di dare la propria percentuale – ha schierato dall’inizio tutti coloro che erano teoricamente in dubbio: dentro sia Luis Alberto sia Zaccagni, che ieri non si era allenato. Con Cataldi e Vecino out mediana completata da Marcos Antonio e Milinkovic. Al centro dell’attacco Immobile, in difesa torna Romagnoli dalla squalifica e a sinistra spazio a Hysaj. Qui però non si tratta tanto di interpreti, quanto di interpretazione. E quella della Lazio è stata ampiamente insufficiente. Approccio molle, leggero, atteggiamento da fine stagione quando però la stagione non è ancora finita. Emblematico, in questo senso, il modo di porsi di Provedel, che dopo cinque giri di orologio aveva già iniziato a rallentare le rimesse dal fondo. Di solito succede negli ultimi cinque minuti. Il Milan ha capito subito di non avere di fronte propriamente un animale feroce, ma un avversario il cui scopo era addormentare il match, e ha fatto ciò che avrebbe dovuto fare con la Cremonese: più cattiveria, più velocità nel giro palla. La differenza, abissale, è stata soprattutto in mediana: Krunic si è divorato Milinkovic, Tonali ha tolto di scena Luis Alberto e il povero Marcos Antonio si è ritrovato solo contro tutti, diventando facile preda di Bennacer.
LA SVOLTA — L’algerino ha fatto le prove generali del gol già dopo 8 minuti, sradicando palla a centrocampo e innescando Leao, che s’è fatto trenta metri palla al piede finendo con l’infrangersi su Provedel. Attenzione a questo momento, perché avrebbe potuto essere la svolta del match: scatto fatale per Rafa, che si è toccato la coscia destra ed è stato costretto a uscire. Borsa del ghiaccio tra inguine e adduttore. Silenzio irreale su San Siro, anche (e soprattutto) in vista derby. Il Milan che perde il suo uomo di punta dopo dieci minuti di una sfida vitale per la Champions non è granché come notizia, ma la svolta c’è stata lo stesso. In positivo, però. Prendendo forza dalle emergenze. Come il Milan pioliano ha fatto tante volte in questi anni. Dentro Saelemaekers al suo posto e squadra feroce. Pressione efficace, come quella di Bennacer su Marcos Antonio, che ha appoggiato malamente all’indietro e invece di Casale ha trovato Giroud: servizio all’accorrente Bennacer e palla in buca. Un gol che non ha sortito effetti nel mondo biancoceleste. La Lazio ha proseguito a ritmi blandi ed è stato un invito a nozze per Hernandez, che si è messo in proprio come spesso gli piace fare: appoggio con le mani di Maignan al limite dell’area e galoppata fino al limite dell’area opposta, senza che nessun avversario – a parte un timidissimo tentativo di Milinkovic – abbia pensato di prendersi in carico il problema. Il coast-to-coast si è concluso con un sinistro spettacolare carico di effetto che si è abbassato sotto la traversa subito dopo aver scavalcato Provedel.
CONTROLLO TOTALE — Nell’intervallo Pioli ha lasciato negli spogliatoi Calabria e Kjaer per Kalulu (terzino) e Thiaw – rotazioni energetiche in ottica derby -, Sarri ha replicato con Lazzari e Pedro per Marusic e Zaccagni, ma lo spartito ha proposto la stessa musica del primo tempo: Milan cattivo, Lazio morbida come un soufflé, incapace di spingersi fino all’ultimo quarto di campo. Inconsistenti i percussori di professione Felipe Anderson (che quanto meno ci ha provato) e Zaccagni, mediana mai pervenuta, Immobile murato inesorabilmente dai centrali rossoneri. Il Milan ha chiuso il match come l’aveva iniziato (e proseguito): in controllo totale, sfiorando anche il tris con una zuccata di Thiaw. L’Inter è avvisata, ma il guaio di Leao è bello grosso.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - TURBOTHEO FA UN GOL PAZZESCO. BENNACER ALTAMENTE ISPIRATO
Maignan 6: partita di inaspettata tranquillità per Mike, che osserva i suoi compagni dominare il match dal primo all’ultimo minuto.
Calabria 6: contiene bene Zaccagni sia in singolo sia quando deve raddoppiare la marcatura. Con il canovaccio della partita ormai chiaro, si va a fare la doccia a fine primo tempo. (dal 46’ Kalulu 6: tranquillità assoluta sulla sua corsia sia con Zaccagni sia con Pedro).
Kjaer 6.5: annienta Immobile, non concendogli nemmeno uno spazio per poter fiatare. Bene su una chiusura in avvio di partita e tanta concentrazione. Come Calabria, viene risparmiato in vista del derby. (dal 46’ Thiaw 6: la Lazio non punga e non crea grandi situazioni, così lui può limitarsi al lavoro ordinario).
Tomori 6.5: dentro per tutta la partita, vive un pomeriggio da capo della zona presidiata. Non ha problemi con Felipe Anderson e nemmeno con Immobile quando il laziale gira nella sua area di competenza.
Theo Hernandez 8: chiude la partita con un gol fantastico. Ci mette 10 secondi da quando Maignan gli scarica il pallone fino a quando il suo sinistro non finisce alle spalle di Provedel. In mezzo una progressione di 70 metri inarrestabile.
Bennacer 7.5: ritmo, costanza, sostanza e il gol che stappa la partita dove ruba palla a Casale, combina con Giroud e poi trova il colpo da biliardo sul quale Provedel non può opporre resistenza. Detta i ritmi della gestione palla nella ripresa.
Tonali 7: quando le partite si fanno serie e la pressione è alle stelle, lui esce sempre bene. Domina su Milinkovic-Savic così come su Luis Alberto. Si concede anche un numero in mezzo a due nella ripresa che accende San Siro.
Messias 6: prova onesta del brasiliano, che prova ad allargare la Lazio a destra. Ma il Milan, come sempre e a prescindere da Leao, tende sempre a sinistra.
Krunic 6: utile, come spesso accade, ai compagni in fase di costruzione. Ringhia su Marcos Antonio rendendogli il pomeriggio complicato.
Leao sv: tutti in attesa di capire cos’abbia. (dall’11 Saelemaekers 6.5: ha voglia e determinazione. A sinistra può giocare con il piede forte verso l’interno del campo e crea difficoltà a Marusic, che non riesce a prendergli le misure).
Giroud 6.5: continua il digiuno in campionato, ma l’assist che confezione per Bennacer è di quelli che non si possono sbagliare. Sgomita in mezzo a Casale e Romagnoli nel tentativo di ricevere un pallone da buttare in porta. (dal 68’ Rebic 6: sembra dare segnali di vita dentro una partita ormai andata nella direzione giusta).
All. Pioli 6.5: rimette il Milan vero e il Milan fa il Milan, vicendo e convincendo nello scontro diretto che poteva segnare la fuoriuscita dalla lotta Champions. Primo di cinque step portato a casa. Ora testa alla Champions.
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