dal sito www.gazzetta.it
MILAN AGLI OTTAVI, MA CHE FATICA! CON LA STELLA ROSSA È PARI ANCHE A SAN SIRO
Dopo il 2-2 dell’andata ecco l’1-1 in casa: rossoneri qualificati grazie ai gol in trasferta. Prova opaca, nonostante i serbi siano nuovamente rimasti in dieci. Super Donnarumma
L’unica buona notizia è la qualificazione agli ottavi. Che ovviamente non è cosa di poco conto, ma resta la sola nota positiva di una serata in cui per il Milan contro la Stella Rossa c’è davvero poco da salvare. Dopo il 2-2 dell’andata i rossoneri chiudono sull’1-1 la sfida di San Siro e proseguono il cammino soltanto grazie alle reti in trasferta. Va subito chiarito con forza: con prestazioni simili il cammino europeo è destinato a interrompersi molto presto, anche perché venerdì dall’urna di Nyon non saranno più possibili calcoli o ipotesi buoniste: può uscire qualsiasi avversario. Ma l’allarme è consistente anche in chiave campionato. Ora le partite consecutive del Diavolo senza vittorie salgono a quattro, fra Europa League e Serie A. Ma soprattutto non si riesce a intravedere quella scintilla su cui poggiarsi per provare a ripartire sul serio. Anche stavolta, come all’andata, i biancorossi hanno giocato buona parte della ripresa in dieci uomini, ma è stato come se non fosse successo. E il Milan ringrazia un super Donnarumma, che festeggia il 22° compleanno salvando il pareggio con un intervento strepitoso.
LE SCELTE — Pioli anche stavolta ha dato vita a un turnover abbastanza corposo, con sei cambi rispetto al derby. Due in difesa (Tomori per Kjaer, Dalot per Hernandez), uno in mediana (Meité per Tonali) e tre in attacco (Castillejo per Saelemaekers, Krunic per Rebic e Leao per Ibra). Centrocampo quindi decisamente muscolare, con Meité accanto a Kessie per un obiettivo evidente: proteggere il più possibile la difesa e disinnescare l’inventiva di Ivanic. Sulla trequarti Calhanoglu ha agito sulla sinistra, lasciando il centro a Krunic. Stankovic, che rispetto all’andata si è ritrovato senza gli squalificati Milunovic e Rodic, ha affidato l’attacco allo stesso trio andato in scena al Marakana: Ivanic – a Belgrado spina nel fianco rossonero - a inventare dietro Ben e Falcinelli. Rispetto a Belgrado, linea difensiva a quattro.
TORPORE — La convalescenza del Milan è certificata da un primo tempo bruttino, dove tutto pareva già in discesa – forse troppo – dopo nove minuti con il rigore di Kessie (braccio di Gobeljic su tiro di Krunic destinato al secondo anello). Una discesa che probabilmente ha illuso il Diavolo e generato un errore psicologico imperdonabile dal momento che si era ancora all’alba del match. Sì perché dopo il vantaggio i rossoneri si sono ritirati dietro la linea del Piave, lasciando l’iniziativa alla Stella Rossa. Un Milan incapace di uscire dal torpore di un giro palla pieno di errori tecnici e piuttosto prevedibile. E dire che di messaggi chiari i serbi ne avevano spediti più d’uno. Per esempio al quarto d’ora con Ben, che ha sprecato da buona posizione. Mentre pochi giri di lancetta più tardi gli è stato annullato un gol per un tocco di braccio di Pankov (sciagurato all’andata, nocivo anche al ritorno). Ma la recita di Ben non si è esaurita qui. Da registrare un incrocio dei pali direttamente su punizione e al 24’ il gol con un sinistro a filo d’erba velenoso – su imbeccata del solito Ivanic - nell’angolo più lontano. Anche in questa occasione non impeccabile la marcatura di Romagnoli. La prima frazione è sfilata via così, senza che il Milan riuscisse a cambiare marcia, fra lanci fuori misura di Calhanoglu, l’impalpabilità di Castillejo e le difficoltà palesi di Dalot in fase di copertura e anche offensiva: il terzino portoghese ha sulla coscienza un gol dilapidato davanti a Borjan.
SCOMPIGLIO — Nel secondo tempo Pioli ha lanciato un paio di segnali chiari: dentro fin da subito Ibra e Rebic, fuori Leao e Krunic. Quindi con Calhanoglu spostato al centro. E dentro a metà frazione Saelemaekers e Hernandez per Castillejo e Calabria. Ma non sono arrivati i risultati sperati. Da registrare semplicemente un aumento della pressione rossonera nei primi dieci minuti, con Ibra a dividersi fra area e trequarti e a provare a prendere per mano i compagni. In questo caso sul banco degli imputati è salito Rebic, che ha lisciato una palla d’oro a pochi centimetri dalla porta. Il problema è che la Stella Rossa ha fatto paura ogni volta che si affacciava nei pressi dell’area. Ivanic ha seminato lo scompiglio un paio di volte e al 23’ Donnarumma ha indossato per l’ennesima partita il costume da supereroe dicendo di no a Sanogo prima dell’obbrobriosa conclusione in curva di Gobeljic a pochi passi da Gigio. Gobeljic che due minuti dopo ha ricevuto il secondo giallo e ha lasciato la squadra in dieci. Ma, come all’andata, l’inferiorità numerica non si è vista. Anzi, ci sono incredibilmente state ripartenze serbe in cui il Milan si è ritrovato a difendere con un uomo in meno. Con gli ultimi dieci minuti vissuti in apnea di fronte alla pressione avversaria, fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo secondo. Non è stato un bel vedere.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - FIOCCANO LE INSUFFICIENZE. SI SALVANO GIGIO, TOMORI E KESSIE
G. Donnarumma 6,5: paratona su Sanogo ad evitare qualcosa che sarebbe stato inaccettabile. Ma se è tra i migliori in campo, vuol dire che più di qualcosa non ha funzionato.
Calabria 6: la sua prova non è brillante come quelle degli ultimi mesi. Paga la pigrizia di Castillejo in fase di ripiegamento e l’inadeguatezza di Meite nella fase di raddoppio. (dal 66’ Theo Hernandez 6: una sola scorribanda delle sue).
Tomori 6,5: conferma le buone sensazioni che si sono avute, spesso, su di lui. Chiude bene Falcinelli, che infatti cerca gloria nella zona di Romagnoli, e ci mette almeno tre pezze sulle conclusioni serbe.
Romagnoli 5: in netto ritardo in occasione del gol del pareggio di Ben, dove gli lascia tutto lo spazio possibile per poter prendere la mira e trovare il diagonale che infila Donnarumma. È in un momento complicato, si vede e gli avversari giocano anche su questo.
Dalot 4,5: 20 milioni per il suo riscatto? Lo United ipervaluta il suo terzino. Prova senza anima del portoghese, che sbaglia qualunque cosa fin dall’approccio, sempre timoroso, alla partita. Non cambia la solfa spostandosi a destra.
Meite 4,5: semplicemente inadeguato ad una squadra e ad un palcoscenico del genere. Portato a scuola da Kanga, non azzecca un raddoppio, una copertura preventiva. In balia totale dei serbi.
Kessie 6,5: realizza il rigore del vantaggio ed è, tra quelli di movimento, il migliore in campo insieme a Tomori. Lotta anche per Meite, corre anche per Meite. In pratica fa il lavoro di due.
Castillejo 5: evanescente. Dovrebbe mangiarsi il prato quando entra in campo, invece viene mangiato dagli avversari che non gli fanno mai fare nulla. E lui non trova mezzo spunto degno di nota. (dal 66’ Saelemaekers 5,5: gli annullano un gol per fuorigioco di Ibrahimovic, ma il suo impatto è quasi nullo).
Calhanoglu 4,5: il covid lo ha ucciso fisicamente, ma sbagliare palloni basilari non è roba da lui. Pioli lo confina sulla laterale per Krunic e gli limita il raggio d’azione. Quando lo rimette al centro del villaggio, è spento e lento nella lettura delle situazioni.
Krunic 5: si procura il rigore, è vero, ma la sua partita finisce li. Una settimana fa sembrava un altro giocatore. Messo in freezer dopo il 45’. (dal 46’ Rebic 5: si mangia un gol clamoroso su assist di Ibrahimovic e poi si incaponisce con continui colpi di tacco che non trova i compagni).
Leao 4,5: gli si chiedeva di dare una mano alla squadra, lo fa solo nell’unica occasione in cui la Stella Rossa si sbilancia. Lascia il posto a Ibrahimovic nell’intervallo. (dal 46’ Ibrahimovic 6: almeno ci prova. Mette in porta Rebic, ma Ante si divora il gol. Pescato spesso in off-side, ma cerca di fare cose. Al contrario di altri).
All. Pioli 5: segnali ampiamente preoccupanti di un’involuzione tecnica e fisica della squadra. La sensazione è che qualcosa, dentro lo spogliatoio, si sia rotto e che sia di difficile restauro. Se questo è il Milan che affronterà il finale di stagione, c’è da essere molto preoccupati.
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