dal sito www.gazzetta.it
SEMPRE IBRA, NEL BENE E NEL MALE: IL MILAN RIPRENDE IL VERONA AL 93', È 2-2
Zlatan sbaglia dal dischetto, colpisce una traversa ma alla fine trova il pari: la squadra di Pioli resta a +2 in vetta. Le altre reti: Barak e due autogol (Calabria e Magnani)
I piani di fuga sono andati in fumo, ma il Milan si è ritrovato dopo essere finito a un passo dal secondo tonfo in quattro giorni, e forse questo è l’aspetto che più brillerà agli occhi di Stefano Pioli dopo il 2-2 di San Siro con il Verona. Il suo Diavolo finisce sott'acqua, rientra in gara ed evita la beffa al 93’ con il solito Ibra. Anche se di consueto, nella serata dello svedese – tra un rigore sbagliato, una traversa e un fallo di mano costato un gol a Calabria – c'è stato poco. Juric sfiora il colpaccio ma si riallinea con la tradizione – in 29 incroci al Meazza in A, l'Hellas non ha mai battuto il Milan – e si accontenta di un buon pareggio; Pioli mantiene invariate le distanze sulle inseguitrici ma arriva comunque alla sosta da capolista e imbattuto. Dopo il campanello di allarme con il Lilla, il bicchiere resta mezzo pieno.
CHE VERONA — La partita riserva sorprese fin dall'inizio, perché Pioli è costretto a fare a meno di Romagnoli, k.o. durante il riscaldamento per un problema ai flessori: tocca a Gabbia, che torna in campo a poco più di un mese dall'ultima volta. Le sorprese più grandi però le sfodera il Verona, che dopo 19 minuti è avanti di due gol, nati entrambi dagli sviluppi di un calcio piazzato. Al 6’ è Barak ad anticipare tutti dopo la traversa colpita da Ceccherini di testa dopo un corner, al 19’ è Calabria a deviare alle spalle di Donnarumma un tiro dal limite di Zaccagni (punizione di Dimarco). Il vantaggio della banda Juric è meritato: il 3-4-2-1 disegnato dal tecnico dell’Hellas è compatto e aggressivo, Zaccagni, fantasista di sinistra alle spalle di Kalinic, e Dawidowicz, mastino davanti alla difesa, prevalgono rispettivamente su Calabria e Calhanoglu, il Milan soffre fin da subito – serve un super intervento di Donnarumma per negare a Kalinic il gol dell’ex al 5’ – e rischia di affondare dopo l’uno-due gialloblù. Ibra si muove più da regista offensivo che da centroboa e manda in porta Saelemaekers, sul destro del quale Silvestri è attento. Ma è Leao il più ispirato lì davanti: il portoghese vince il duello dei ventenni con Lovato – talento seguito dal Milan, come ha ammesso nel prepartita lo stesso Maldini – e sfiora il gol al 22’, con un destro deviato prima da Dawidowicz e poi da Silvestri dopo uno strappo in ripartenza. I rossoneri sono meno brillanti e precisi del solito, insomma, e danno sempre l’impressione di poter soffrire quando il Verona si affaccia dalle parti di Gigio, ma producono comunque occasioni e riescono a tornare in partita al 27’: Saelemaekers mette in mezzo per Kessie che devia, il pallone sbatte sul corpo di Magnani e finisce in porta. Poco dopo Silvestri chiude su Hernandez da pochi passi.
IBRA DISFA E FA — Nella ripresa Pioli cambia, inserendo Rebic per Saelemaekers con il piano di alzare il tasso di corsa e potenza nel trio alle spalle di Ibrahimovic. Lo scatto alla partenza però è ancora del Verona, che fallisce il colpo del k.o. con Dimarco: solita discesa di Zaccagni a scherzare Calabria, palla in mezzo per l'esterno che sbuca in mezzo ai difensori e da solo alza sopra la traversa. Il Milan resta in piedi e ci prova: al 51’ Calhanoglu segna ma Guida annulla per fuorigioco. Superata l'ora di gioco, è Hernandez a fare tremare Juric: il francese si infila sul filo del fuorigioco e calcia a tu per tu con Silvestri, ma il portiere del Verona arriva anche lì. Non gli servono miracoli poco dopo, al 66’, perché Ibra fa tutto da solo dal dischetto: Guida fischia un penalty per fallo di Lovato su Kessie, ma lo svedese spara in curva, è il quarto rigore sbagliato negli ultimi 6 tentativi. La porta dell'Hellas, per Ibra, sembra stregata: al 76’ centra la traversa con un colpo di testa, poco dopo è il solito Silvestri a salvare su un'altra incornata dell’11 rossonero. C'è ancora lo zampino, anzi il braccio, del gigante di Malmoe anche sul pareggio di Calabria annullato dopo una Var review: la sponda di Ibra per il terzino rossonero è viziata da un fallo di mano. Ma non è finita, perché lo svedese rimette in piedi la serata dei compagni (e ovviamente la sua) al 93’: calcia al volo e Silvestri devia, ma sul cross con cui Brahim (entrato nell'ultima parte di gara) rimette in mezzo la palla della disperazione sale in ascensore e infila la porta del Verona. Avversario mai affrontato prima da Ibra: per arricchire la collezione, Zlatan ha fatto una fatica del Diavolo. Il Diavolo però ringrazia lui, anche stavolta.
Marco Fallisi
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - KESSIE DOMINANTE, IBRA SI FA PERDONARE. OTTIMO L'INGRESSO DI BRAHIM
G. Donnarumma 6,5: super parata su Kalinic in avvio di partita, poi sui due gol del Verona è testimone non colpevole. Successivamente partecipa tanto all’azione milanista con i piedi.
Calabria 6: l’autogol è sfortunato e all’inizio fa fatica su Zaccagni. Poi gli prende le misure e quando il Verona cala, lui inizia a spingere con costanza rendendosi spesso protagonista di cross interessanti. Il var gli annulla il gol del 2-2.
Kjaer 6,5: Kalinic si sta chiedendo dove sia il passaggio per filtrare. Simon si mette in tasca l’ex di turno con un’altra prova importante e guida anche Gabbia, al rientro da titolare.
Gabbia 6,5: Kalinic lo anticipa all’inizio della partita, ma Donnarumma lo salva. Poi cresce, costantemente, all’interno della partita dimostrando di poter essere una valida alternativa.
Theo Hernandez 6: ancora dottor Jekyll e Mister Hyde. Ha due occasioni, una per tempo. Nel primo calcia addosso a Silvestri, nel secondo il portiere veronese gli fa una super parata. Nel finale si torna a intravedere il vecchio Theo.
Kessie 6,5: poteva essere un voto anche superiore per la prova che ha fatto, ma ha la colpa di perdere Barak in occasione del primo gol del Verona. L’uomo era suo. Poi propizia, con il suo inserimento, l’autogol di Magnani che accorcia le distanze. Polipone del centrocampo, si procura anche il rigore che Ibra spara al primo blu.
Bennacer 6,5: Pioli lo striglia in avvio di gara, lui recepisce l’antifona e si mette a costruire gioco. Guida ne limita l’irruenza con un giallo molto generoso. È ovunque nei raddoppi e cerca spesso di aprire il gioco.
Saelemaekers 6: è suo il cross da cui nasce il gol che accorcia le distanze. Scalda le mani a Silvestri, ma la sua partita si chiude all’intervallo. (dal 46’ Rebic 6: deve ancora ritrovare la forma di prima, ma mette in campo fisicità e incute quel timore reverenziale agli avversari che fa anche abbassare il Verona).
Calhanoglu 5,5: non è periodo. Rispetto all’Hakan di inizio stagione, quello che si è visto anche questa sera è un 10 che perde i tempi di gioco, che non riesce ad essere incisivo con i pezzi forti della casa e che, in generale, sembra appannato. (dall’87 Hauge sv).
Leao 6,5: strappa in continuazione su Lovato, trovando il lato debole del Verona sul quale attaccare. Si mette anche in proprio cercando di andare in gol, ma non ci riesce. Tiene il livello della prestazione a livelli importanti finché rimane in campo (dal 78’ Brahim Diaz 6,5: entra per Leao nelle fase finale dell’assalto milanista e disegna, con morbidezza, il pallone che Ibrahimovic tramuta nel gol del pareggio. Buon impatto del folletto che, visto il Calhanoglu attuale, forse meriterebbe un po’ di spazio in più).
Ibrahimovic 6: la sufficienza arriva per il gol del pareggio, ma nel complesso la sua prova è poco convincente. Esce spesso dai blocchi togliendo il riferimento ai compagni. Spara il rigore del possibile 2-2, con molto tempo ancora da giocare, al primo blu. Poi si fa perdonare, ma questa sosta gli potrà far bene.
All. Pioli 6: la sensazione iniziale è che il Milan fosse alla canna del gas. Invece dopo aver preso due sberle, si risveglia e torna a macinare gioco e occasioni. La sosta farà molto, ma molto bene.
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