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1° novembre 2020, Udinese vs Milan 1-2




dal sito www.milannews.it

PROBABILE FORMAZIONE - GIGIO TITOLARE, TORNANO CALHA E THEO. REBIC IN PANCHINA
“Incontreremo difficoltà, domani sarà pieno di insidie contro un avversario tosto. C'è tanta attenzione per la sfida di domani". Così mister Stefano Pioli ha parlato della gara contro l’Udinese, in cui ha ritrovato alcuni giocatori importanti tra cui Donnarumma, Rebic e Hauge: il primo è risultato negativo al tampone per il Covid-19, mentre il croato ha recuperato dal problema al gomito. Dunque dopo il turnover contro lo Sparta Praga, Pioli è pronto a partire dai titolarissimi.
GIGIO DAL 1’, TORNA THEO – Errore contro la Roma e spettatore non pagante contro lo Sparta Praga. Così è cominciata l’avventura di Tatarusanu al Milan, titolare dopo la positività di Donnarumma al Covid-19. Ora il portiere classe ’99 è risultato negativo al nuovo tampone ed è pronto a tornare tra i pali. Oltre a Gigio torna titolare anche Theo Hernandez, a cui Pioli ha concesso un turno di riposo, anche per provare Diogo Dalot sulla fascia sinistra. Il terzino portoghese ha risposto molto bene con un gol e un assist, ma per il momento torna in panchina.
TORNA KESSIE’, CAMBIA LA TREQUARTI –  A centrocampo solo un cambio contro l’Udinese: Kessiè per Tonali. Sulla trequarti invece torna Calhanoglu dal primo minuto dopo la panchina contro lo Sparta Praga. Cambio anche sull’esterno destro: Castillejo non è stato convocato per la partita di Udine per un problema muscolare, contro i bianconeri partirà titolare Saelemakers. Sulla sinistra, invece, ci sarà ancora Rafael Leao. Davanti, il punto fermo Zlatan Ibrahimovic.
REBIC E HAUGE RECUPERATI – La notizia importante di oggi è il recupero di Rebic e Hauge, e la conseguente convocazione per la gara di domani. Mister Pioli ha parlato così oggi dell’esterno croato: “Ha fatto bene gli ultimi due allenamenti, è disponibile. Domani partirà dalla panchina, ma potrà fare uno spezzone di partita", le dichiarazioni del tecnico del Milan”.
Questa quindi la probabile formazione dei rossoneri in vista della gara contro l'Udinese:
MILAN (4-2-3-1): Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Bennacer; Saelemaekers, Calhanoglu, Leão, Ibrahimovic.





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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 31 ottobre 2020)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 1° novembre 2020)




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Milannews.it: Zlatan Ibrahimovic a DAZN: "Questi ragazzi mi fanno sentire giovane, hanno una voglia pazzesca"
Zlatan Ibrahimovic è stato intervistato da DAZN al temine di Udinese-Milan:
Ci racconti il gol? "Un bel gol ma è più importante la vittoria. Un gol da 3 punti in un match difficile, abbiamo dimostrato che vogliamo sempre di più. Si lavora e si soffre, la squadra sta bene".
Palla a ibra: "Vogliamo tutti il pallone, quando c'è occasione tutti pensiamo di poter decidere con una giocata. Brahim è entrato bene, siamo la squadra più giovane in Europa. Mi fanno sentire giovane, ragazzi bravissimi, hanno una voglia incredibile e non sono mai soddisfatti né in partita né in allenamento".
Un limite avere tanti giovani? "La pressione la prendo io e mi piace, loro non devono sentire questa cosa. Ci penso io, loro devono solo lavorare e crederci. I momenti difficili arrivano per tutti, fa parte delle stagioni. L'importante è lavorare e pensare positivo".
Cosa può fermare il Milan? "Le cose stanno andando bene, facciamo una partita per volta e ogni partita è una finale. Poi vediamo dove arriviamo, ci siamo obiettivi collettivi e individuali. Spero che i tifosi possano tornare presto per vedere questo Milan, noi giochiamo per loro e spero possano fare presto questa avventura con noi".

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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 2 novembre 2020)
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dal sito www.gazzetta.it

IBRAHIMOVIC DA SBALLO: IL MILAN VINCE 2-1 A UDINE E PRENDE IL VOLO
Apre Kessie, pari friulano con De Paul su rigore, poi all'83' lo svedese decide la gara con un grande gol in acrobazia. La squadra di Pioli sempre più prima con 16 punti
Nel segno di Z. Mai come questa volta il Milan ringrazia il suo uomo della provvidenza, che consegna la vittoria per 2-1 sull'Udinese ed evita un pareggio che sarebbe stato un segnale bruttino soprattutto per quanto visto nella ripresa. Il gol della vittoria arriva con una rovesciata quando il Diavolo pareva inesorabilmente incartato in mezzo a mille frenesie, meccanismi saltati e mancanza di lucidità. Questa la primissima analisi, poi però ci sono i numeri a confortare: quinta vittoria in sei partite, vetta solitaria in classifica confermata, Inter finita a -5. E striscia di risultati utili, tutto compreso, salita a 24 gare. Per l'Udinese invece ennesimo k.o.: siamo a cinque su sei e la preoccupazione sale.
LE SCELTE — Pioli ha ritrovato a poche ore dal match i guanti sicuri di Donnarumma, negativo al virus (come Hauge) dopo soli cinque giorni di isolamento. E in campo, oltre a Gigio, sono tornati anche tutti gli altri che avevano lasciato spazio ai compagni in Europa League: Hernandez, Kessie e l’intera batteria di trequartisti composta da Saelemaekers, Calhanoglu e Leao. Alle spalle del totem Ibra, ovviamente. Gotti è stato invece in dubbio per buona parte della settimana sul sistema di gioco migliore per affrontare i rossoneri. Alla fine ha optato per il 4-3-3, utilizzato in settimana col Vicenza in Coppa Italia per la prima volta in stagione. Un 4-3-3 sulla carta decisamente aggressivo e offensivo, con Pussetto e l’ex rossonero Deulofeu, smanioso di ben figurare contro il suo passato (ma nessuna rivalsa, Geri a Milano era stato benone), a supporto di Okaka. E con De Paul e Pereyra mezzali. In difesa debutto in questo campionato per Stryger Larsen, in porta torna Musso.
PRIMO TEMPO — L’Udinese è partita col chiaro intento di chiudere tutti gli spifferi, piazzandosi con due linee strettissime quando avevano palla i rossoneri. La cassaforte ha retto fin quando non è entrato in scena il grimaldello di Zlatan, che ha arpionato in area una pennellata di Bennacer, difendendo magnificamente il pallone da Stryger Larsen e servendo Kessie sulla corsa. Botta dell’ivoriano sotto la traversa e gol. Il Milan ha proseguito a fare la partita, costringendo l’Udinese all'unica opzione di provare a ripartire sugli esterni, dove però Deulofeu e Pussetto non sono mai riusciti davvero a sfondare. Più in generale, ai friulani è sempre mancata la lucidità dell'ultimo passaggio, e a volte anche al momento di concludere, come è successo a Deulofeu che ha sprecato malamente una ripartenza tre contro uno dopo un erroraccio di Kessie. Il Milan ha così mantenuto piuttosto agevolmente il comando delle operazioni, con un giro palla veloce – spesso a due tocchi -, fluido e avvolgente. Cosa che ha permesso al Diavolo di proporsi con costanza e facilità. Almeno fino alla mezzora, quando l'Udinese è riuscita a mettere la testa fuori e uscire dall'apnea, tenendo basso il Milan per una decina di minuti.
SECONDO TEMPO — Il vantaggio deve aver un po' ammorbidito la combattività dei rossoneri nell’intervallo, perché nella ripresa è tornata in campo una squadra più molle nell'approccio, e anche più arruffona. Confusionaria. Il pasticcio l’ha combinato dopo due minuti Romagnoli, che ha steso Pussetto sbagliando i tempi dell'intervento in area. Rigore (che ai bianconeri mancava da ben 49 partite di campionato) e trasformazione di De Paul. L'argentino, dopo una prima frazione senza guizzi, è salito di tono minuto dopo minuto, contribuendo notevolmente ad alzare l'Udinese, che a quel punto ha iniziato a prendere coraggio. I secondi 45, infatti, sono stati più equilibrati, i friulani hanno ripreso a serrare i ranghi con attenzione e i cambi rossoneri (dentro Tonali, Brahim Diaz, Rebic e Dalot per Bennacer, Saelemaekers, Leao e Calabria) non hanno sortito effetto fino all’episodio decisivo partito dal piede di Rebic: cross al centro dell’area, Samir non ci è arrivato e la palla è finita a Ibra, che si è liberato di De Maio e ha infilato Musso da pochi passi con una rovesciata magari non troppo spettacolare, ma assolutamente efficace. Un gol che ha permesso al Diavolo di camuffare un secondo tempo bruttino, probabilmente la peggior frazione stagionale, e allo stesso tempo di proseguire il volo libero in classifica.
Marco Pasotto


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - IBRA, ALZAMELA CHE ROVESCIO (E FACCIO GOL). KESSIE, GOL PRESIDENZIALE. CAMBI DECISIVI
G. Donnarumma 6: attento nel primo tempo sul cross di Pussetto verso Okaka. De Paul gli tira un rigore imprendibile. Ma per il resto non corre mai rischi e legge bene le situazioni fuori dall’area di rigore.
Calabria 6: gara attenta contro un avversario, Deulofeu, che poteva essere complicato. Pioli gli chiede di dare una mano in copertura e lui esegue. Esce stanco. (dal 72’ Dalot 6: buon impatto del portoghese, che entra con la gara in parità e con l’Udinese che cercava di sfondare).
Kjaer 6,5: continua la lunga serie di prestazioni positive di Simon, che è il vero capo della difesa milanista. Copre sia sul corto sia sul lungo, si fa sentire dai compagni e anche dagli avversari.
Romagnoli 6: qui ci sarà sicuramente dibattito, ma dentro una vittoria così sofferta ci sono due episodi che lo riguardano. Il primo è il rigore del pareggio dell’Udinese, dove lui affonda su Pussetto che sta andando sul fondo. Un difetto che Alessio ha intrinseco e che non riesce ancora ad estirpare dalle sue letture. Come accaduto lo scorso anno a Firenze su Cutrone, entra sulla palla ma il rischio di abbattere l’avversario è sempre alto. Non deve più farlo. Il secondo episodio è una chiusura, sul 1-2, su un cambio di gioco a cercare Pussetto che evita guai.
Theo Hernandez 6: Pussetto è un brutto cliente e lo mette alla frusta. Gioca gran parte della partita con un giallo sulla testa che un po’ lo limita. Strappa bene nel finale quando c’era da fare l’assalto al fortino friulano.
Kessie 7: il presidente spacca la porta con un’entrata di prima bellissima su assist di Ibrahimovic. Domina la sua zona di competenza, anche se il ritmo non era elevatissimo in diverse fasi della gara. Imprescindibile lì nel mezzo.
Bennacer 6: l’Udinese non è lo Sparta e si vede, perché chiude le maglie e le linee di passaggio ad Isma che cerca allora le iniziative personali o di aprire sul lato l’azione. Quando Pioli capisce che la luce si sta spegnendo, lo toglie. (dal 57’ Tonali 6,5: quanto fa avere un’alternativa pura in cabina di regia. Sandro entra bene nella partita, pettina diversi palloni importanti e si fa sentire anche a livello fisico).
Saelemaekers 6: è l’equilibratore della squadra sulla trequarti. Non ha grossi spunti in fase offensiva, ma tiene bene la posizione e sa fare densità quando deve. Sacrificato da Pioli sull’altare della rimonta. (dal 57’ Brahim Diaz 6,5: entra portando in campo una scarica di adrenalina positiva e tanta imprevedibilità. I giocatori dell’Udinese non riescono a prendergli le misure e lui crea scompiglio).
Calhanoglu 5: una prestazione proprio brutta di Hakan, la vera nota stonata del pomeriggio. Perde diversi tempi di gioco, sia per liberarsi del pallone sia per andare alla conclusione in porta. Rimane in campo per quasi tutta la partita, ma il suo è un passaggio a vuoto che ci può stare. (dall’88 Krunic sv).
Leao 6: parte bene, mettendo alla frusta Strygen-Larsen e fumandoselo in più di un’occasione. Poi il Milan cerca spesso di sfondare centralmente a discapito della perimetralità dell’azione e lui paga un po’ questo andamento tattico. (dal 72’ Rebic 6,5: torna in campo dopo un mese e impatta sulla gara perché la sua presenza fisica fa abbassare di nuovo l’Udinese sulla corsia di sinistra. Dal suo piede nasce il cross che genera l’azione del 2-1 di Ibrahimovic).
Ibrahimovic 8: clonatelo. Due gol del Milan e in tutti e due c’è il suo zampino. Nel primo addomestica il pallone in maniera fantascientifica per poi offrirlo a Kessie che tira giù la porta di Musso. Si fa cercare dai compagni, gli infonde fiducia e poi, all’83’, la decide. “Alzamela che rovescio” ed è proprio in rovesciata che segna il gol della vittoria. Mostro.
Pioli 7: il Milan è ancora in vetta alla classifica ed è bello scriverlo. La squadra temeva la trasferta di Udine per il poco tempo a disposizione per preparare la gara, ma i suoi giocatori sono un gruppo forte e con fame. Bravo nello scegliere anche i cambi dalla panchina, ma quando si hanno diverse opzioni, è più facile ma è stato bravo anche nell’azzardare perché il trio Diaz-Calha-Rebic dietro a Ibra è stato un rischio, ma anche un segnale. Forte.