dal sito www.gazzetta.it
IMPRESA NAPOLI: MILAN A -9 DALL'INTER. SI INFIAMMA LA CORSA CHAMPIONS
Decide un gol di Politano al termine di una partita in cui i rossoneri sono stati opachi. La lotta dal secondo al quarto posto è una bagarre. Espulso Rebic
I migliori auspici si sono trasformati nel peggiore degli scenari. Dopo due decisi passi avanti – Verona, United -, pieni di cose belle e di un futuro a tinte rosa, per il Milan ecco la doccia fredda: il Napoli sbanca San Siro 1-0 con un gol di Politano ed è un k.o. che pesa tre volte. Perché permette all’Inter di volare via a +9, perché serve un pasto completo a una diretta avversaria per la Champions e perché offusca le certezze maturate nelle uscite precedenti. Il Meazza si conferma ancora una volta poco amico del Diavolo: quattro sconfitte casalinghe nelle ultime sette apparizioni in campionato. Uno stadio, anzi il “suo” stadio, che Gattuso viola. Felice per aver dato una prova di forza in una situazione molto complicata in termini personali (intanto ora sono 10 punti in quattro gare), ma forse un po’ meno felice per aver dato un brutto ceffone al suo passato più luminoso. Il Napoli non vinceva in trasferta dal 10 e questo successo ha un effetto dirompente sulla lotta per la Champions. Ora, escludendo l’Inter, ci sono cinque squadre in sei punti per tre posti. Sarà bagarre fino alla fine del campionato.
LE SCELTE — L’infermeria ha restituito a Pioli tre giocatori in un colpo solo – Hernandez, Calhanoglu e Rebic -, ma ne ha perso per strada un altro, ovvero Calabria. Quindi: Dalot a destra e Tomori, diventato una garanzia in poche partite, al posto di Romagnoli, ancora infortunato. In mezzo c’è comunque stata una novità, ovvero il ritorno di Gabbia (mancava dal 13 dicembre, giorno dell’infortunio al ginocchio), agevolato dalle condizioni non ottimali di Kjaer, risparmiato in vista del ritorno con lo United. Una difesa totalmente inedita. In mediana si è rivisto dall’inizio Tonali, sulla trequarti Castillejo, Calhanoglu al rientro e Krunic preferito a Rebic. Davanti, come ormai di consueto, Leao. Anche Gattuso se l’è dovuta vedere con svariati problemi, costretto a partire per Milano senza Lozano, Rrahmani e Manolas. In pratica difesa quasi obbligata con Maksimovic accanto a Koulibaly, e Hysaj e Di Lorenzo (l’alternativa al centro avrebbe potuto essere lui) esterni. Mediana e trequarti sono state quelle attese e il grande ballottaggio della settimana per la maglia da centravanti l’ha portato a casa Mertens, con Osimhen pronto a subentrare. Una staffetta obbligata, dal momento che entrambi non hanno ancora i 90 nelle gambe.
DIFFERENZE IN FASCIA — Il primo tempo non ha offerto uno spettacolo indimenticabile. Squadre molto attente a restare corte il più possibile e, dopo una decina di minuti nella terra di mezzo, l’inerzia si è spostata dalla parte del Napoli. Migliore nel palleggio, nella tecnica e nella precisione rispetto al Milan, ma troppo fumoso al momento di concludere o dell’ultimo passaggio. Ai punti, comunque, meglio gli azzurri, soprattutto per una maggiore efficacia in fascia. Insigne ha puntato spesso Dalot e Hysaj in particolare ha martellato parecchio sulla sponda sinistra, costringendo Castillejo alla massima prudenza, un po’ troppo basso rispetto alle sue abitudini. Più equilibrata la sfida sull’altra corsia perché Hernandez con i suoi strappi non ha permesso a Politano una pressione costante. Il migliore pregio del Napoli è stato l’autorevolezza con cui si è impossessato del match, quello del Milan l’umiltà di accettare la superiorità tecnica avversaria senza scomporsi e senza spaventarsi, e chiudendo comunque abbastanza bene gli spazi. L’occasione più limpida è finita sul sinistro di Zielinski, imbeccato da Insigne, ma si è spenta fuori. Il 20 azzurro, servito in corsa e senza fastidi in marcatura, avrebbe potuto fare decisamente meglio. Il resto sono stati sprazzi: Hernandez prima ha innescato Leao, murato da Ospina, e poi il destro a giro (alto) di Calhanoglu, ancora in evidente rodaggio così come Mertens, poco cercato e poco reattivo con la palla fra i piedi. Ancora Zielinski, neutralizzato da Donnarumma, e basta così per la prima frazione.
STANCHEZZA — Il Napoli è passato al quarto minuto della ripresa e il gol è coerente con quanto visto nei primi 45 perché è stato propiziato dagli errori del Milan, che ha sbagliato più volte nella stessa azione. Prima Dalot in uscita (brutto passaggio per Castillejo, anticipato da Hysaj), poi Kessie che ha bucato l’intervento e infine l’assetto difensivo, che ha permesso a Politano di presentarsi davanti a Donnarumma con Hernandez fuori posizione. Il destro dell’esterno azzurro non è stato assolutamente granché, un po’ strozzato, lento ma beffardo abbastanza da superare Donnarumma. Un Milan opaco, visibilmente stanco dopo l’intensità della sfida con lo United e poco incisivo in attacco. Infatti Pioli al quarto d’ora ha cambiato in blocco la trequarti: dentro Saelemaekers, Diaz e Rebic, mentre Gattuso dall’altra parte toglieva di scena Mertens per Osimhen. La triplice novità ha dato i suoi effetti perché a quel punto la conduzione è diventata rossonera. Un Milan rigenerato in termini atletici, ma non ancora sufficientemente efficace in zona gol. Al 20’ l’occasione più limpida della sfida: cross perfetto di Rebic per Leao, che a due passi dalla porta ha colpito di piatto destro con estrema mollezza. Una mangiata colossale. Poi ancora Rebic, che di testa ha esaltato i riflessi di Ospina. Proteste rossonere per un intervento in area di Bakayoko su Hernandez, che Pasqua ha rivisto al Var, valutandolo non falloso. Il Milan ci ha provato fino alla fine, ma usando più la pancia della testa. Che Rebic ha perso nel recupero: rosso diretto per frasi poco carine all’arbitro Pasqua. Una grande sciocchezza anche alla luce dell’uscita dal campo di Leao, pare per problemi muscolari.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - LEAO E DALOT, ERRORI GRAVISSIMI. REBIC, ESPULSIONE INUTILE. BENE TOMORI E TONALI
G. Donnarumma 6: para bene su Zielinski in avvio di primo tempo. Politano ha un conto aperto con lui e trova, di destro, il diagonale che decide la partita. Chiude la gara nervosissimo con qualche componente della panchina degli azzurri.
Dalot 4,5: di pari passo con il connazionale Leao, è sul podio dei peggiori in campo. Perde malamente il pallone che avvia l’azione del vantaggio del Napoli e poi crossa il pallone sempre nelle zone di campo in cui non ci sono i compagni.
Tomori 6,5: partita di grande qualità di Fikayo, che regge l’urto prima di Mertens e poi di Oshimen. Condivide con Tonali la palma di migliore tra i rossoneri.
Gabbia 6: torna titolare dopo oltre tre mesi e lo fa con sicurezza e personalità. Nella difficoltà di costruire la manovra, si trova spesso ad avanzare anche palla al piede.
Theo Hernandez 5: sembra ingolfato. Non riesce a sprigionare i suoi cavalli sul terreno di gioco. Politano è roba sua sull’azione del gol decisivo. Bakayoko lo stende in area, ma Pasqua al Var non assegna il rigore.
Tonali 6,5: Sandro interpreta al meglio il compito che gli chiede Pioli, che è quello di abbassarsi tra i due centrali per avviare la costruzione dell’azione. E lui lo fa bene. Quando esce Calhanoglu, si prende anche l’incombenza dei piazzati.
Kessie 6: dopo la partitona di Manchester, commette qualche errore di troppo non da lui. Esce con le pile scariche. (dal 67’ Meite 6: prende il posto di Franck in mezzo al campo nel finale e fa diverse cose buone).
Castillejo 5: non lascia il segno in nessuna delle due fasi. Non salta l’uomo, lascia spesso e volentieri Dalot da solo in due contro uno e non trova un guizzo che sia uno. (dal 60’ Saelemaekers 6: almeno rispetto a Castillejo alza il ritmo della contesa).
Calhanoglu 5: ritorna titolare, ma è ben lontano dall’essere l’Hakan regista offensivo pre covid. Duole dirlo, ma rallenta spesso e volentieri l’azione milanista e non rischia mai una giocata diverse da quella lineare. (dal 60’ Brahim Diaz 6: rianima la trequarti con il suo ingresso ed è quello che sembra avere qualche idea lucida, anche se non è assecondato dai compagni).
Krunic 5: si eclissa rispetto a Verona e Manchester. Esce insieme ai compagni di reparto perché anche i suoi neuroni sono offuscati. (dal 60’ Rebic 5: si fa espellere per proteste e ora ci sarà da vedere cosa scriverà Pasqua nel referto. Col suo ingresso in campo, il Milan crea almeno due palle da gol nitide come l’assist che serve a Leao e il colpo di testa che Ospina respinge con affanno).
Leao 4: Rafael, messaggio gratuito: il suo credito è esaurito. Nell’ennesima partita in cui gli si chiedeva qualcosa di più, lui fallisce clamorosamente la chance. Rebic gli infiocchetta un assist decisivo, che lui cestina tra le mani di Ospina. Il tempo delle carezze è finito. (dal 79’ Hauge sv).
All. Pioli 5,5: non vengono premiate le scelte iniziali, con Dalot, Castillejo e Calhanoglu che non girano. La squadra sale di tono dopo i cambi, anche se paga tanto le assenze. |