dal sito www.gazzetta.it
KESSIE DECISIVO, È COLPO CHAMPIONS
Dopo un primo tempo combattuto l’ivoriano è glaciale dagli undici metri. Rigore concesso per un fallo di Durmisi, biancocelesti fermi al palo colpito da Immobile al 43’
Lo scontro diretto per la Champions va al Milan. Un passaggio che rischia di essere decisivo per il futuro del campionato. Restano punti e partite a disposizione, ma questa può lasciare il segno. A maggior ragione per il Milan, che torna alla vittoria. E’ la squadra di Gattuso ad aver più bisogno del successo (nelle ultime quattro tre sconfitte e un pareggio) ed è possibile che sia la tensione a bloccare la squadra di Rino nei primi minuti. Se dopo tre minuti il Milan non è sotto lo deve a Reina: sull’azione di Correa, arriva Immobile al tiro e il vice Gigio si distende a mettere in angolo. Per trovare la risposta rossonera (dopo una fase interlocutoria di azioni manovrate ma senza sviluppi decisivi) si va oltre la mezzora: Calabria crossa dalla sua fascia e Piatek impatta, mandando a lato di pochissimo. Il primo tempo si chiude come si era aperto: sull’invito di Luis Alberto per Immobile, Ciro muove l’esterno della rete. La Lazio sembra in generale avere i nervi più distesi: manovra per poi scontrarsi sul muro difensivo rossonero. Il Milan va a momenti: cerca di accendere Suso, invano, e tenta più spesso con Calhanoglu e Borini. Piatek si muove ma è poco armato e ben controllato.
RIGORE NO, RIGORE SI’ — Nel secondo tempo sembrano entrambe aver poca voglia di scoprirsi: chi lo fa rischia, e chi rischia in questa partita si espone in maniera determinante in vista del finale di campionato. Può essere la ragione per cui prima di annotare un’occasione devono passare 20 minuti: Caicedo (dentro per l’infortunato Correa) lancia Romulo, che incrocia e di nuovo trova pronto Reina. Anche il Milan perde uno dei suoi per infortunio, e non è uno qualunque: fuori capitan Romagnoli, da valutare l’entità dello stop muscolare al polpaccio. Paradossalmente è ora che trova il coraggio di lanciarsi avanti e in tre minuti conquisterebbe due rigori. Il primo (76’) è giustamente annullato dalla Var: sul traversone di Calhanoglu il pallone impatta con il braccio di Acerbi, aderente al corpo. Al 79’ quello che non si può cancellare: Laxalt cerca in area Musacchio, atterrato da Durmisi. Tra Kessie e Strakosha vince il primo: Milan in vantaggio. La ruota rossonera ora gira per tutti, ma non per Suso: vorrebbe un gol per la svolta, ma sull’occasione finale Strakosha è bravissimo. Nella tensione generale è Inzaghi a essere allontanato e quando lui non c’è protestano tutti gli altri: contatto Rodriguez-Milinkovic, per la Lazio è rigore. Per Rocchi e i suoi assistenti no. Ed è l’ultimo motivo di tensione della partita. Prima della rissa finale che ha visto protagonisti Luiz Felipe e Calhanoglu, a cui è seguito un parapiglia generale. Dopo sarà rabbia biancoceleste e gioia rossonera. La Lazio resta a 49 punti, il Milan riconquista il quarto posto Champions a 55.
Alessandra Gozzini
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - KESSIE DECISIVO, BAKA IMPRESCINDIBILE. MUSACCHIO SI RISCATTA. PEPE, CHE PARATA
Reina 7: la parata pronti-via su Immobile dimostra che è sul pezzo ed è decisiva, perché evita lo svantaggio dopo 180 secondi. Poi gestisce bene i palloni con i piedi e anche nella ripresa, su Romulo, è reattivo.
Calabria 6: nel gioco a due che fanno Lulic e Luis Alberto è spesso chiamato a pressare la linea di passaggio. Esce per una botta al ginocchio che lo mette ko. (dal 68’ Laxalt 6: da quarto di centrocampo si trova a suo agio e lo fa bene. Limita Romulo nell’assalto finale).
Musacchio 6,5: la partenza non è promettente, ma poi cresce alla distanza, soprattutto quando entra Caicedo, che gli da più riferimenti risetto a Correa. Si procura il body-check decisivo con Durmisi sul quale Rocchi sentenzia rigore.
Romagnoli 6,5: prova di livello per il capitano, che riesce a chiudere bene gli spazi per le imbucate che Milinkovic e Leiva cercano nella sua zona. Anche in fase d’impostazione è quello più presente nel giro palla difensivo. Esce per un problema al polpaccio. (dal 69’ Zapata 6: entra a freddo e si piazza come centrale nella difesa a tre. Un ritorno di buon livello per Cristian, in odore di rinnovo).
Rodriguez 6: meglio nella difesa a tre che da terzino. Quando deve spingere, arriva sempre con i tempi ritardati. Quando Gattuso ridisegna la squadra, è lucido nell’uscita palla.
Kessie 7: tanta legna e poi, finalmente, torna al gol trasformando un rigore pesantissimo che ricaccia la Lazio a -6. Nel finale di partita, entrando nel mood positivo a livello mentale, decolla sulla testa dei laziali in almeno quattro occasioni.
Bakayoko 7: stravince il face to face con Leiva. Si concede anche qualche giocata di fino, ma ci mette davvero tanta sostanza e qualità. Insostituibile in mezzo al campo.
Calhanoglu 6: nell’apatia della manovra offensiva milanista, soprattutto nel primo tempo, è l’unico che ci mette qualcosa in più. Strakosha gli toglie dalla porta un gran destro, ma sulle punizioni ancora non ci siamo. Nella ripresa, quando va a fare il trequartista, cambia passo.
Suso 5,5: si riabilita solo perché Strakosha gli toglie da sotto l’incrocio il suo classico arcobaleno. Ma fino a quella conclusione, aveva sbagliato i suoi settaggi, con diverse scelte sbagliate sia in fase di uno contro uno sia di rifinitura.
Piatek 6: lotta come un disperato e l’unica volta in cui riesce a decollare sulla testa di Acerbi, per poco non fa gol. Nella ripresa prova a far salire la squadra, uscendo con la riserva attiva. (dall’82’ Cutrone 6: entra benissimo, andando a ringhiare su tutti i palloni e gestisce bene anche quelle palle che dovevano stare a 100 metri dalla porta milanista).
Borini 6,5: altra prova più che sufficiente di Fabio, che soprattutto nella ripresa, si guadagna una medaglia da mettersi sul petto. Se la Lazio non riesce a sfondare a destra, nel forcing finale, è anche perché lui fa un’ottima fase difensiva.
Gattuso 6,5: vince, finalmente, uno scontro diretto dentro una partita brutta, tesa e carica di significato. Bravo nel ridisegnare la squadra con il 3-4-2-1 quando è obbligato al doppio cambio Calabria-Romagnoli.
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