dal sito www.gazzetta.it
MKHITARYAN APRE, RAMSEY CHIUDE
A San Siro, l'andata degli ottavi non è fortunata per i rossoneri che affondano sotto i colpi dei Gunners. La squadra di Gattuso corre e lotta, ma non basta. Ritorno all'Emirates il prossimo 15 marzo
Altro che Milan, il diavolo è Arsene Wenger. A San Siro vince l’Arsenal 2-0 (Mkhitaryan e Ramsey nel primo tempo), si mette in tasca la qualificazione ai quarti di finale di Europa League e riporta i rossoneri sulla terra, con una lezione di calcio che non lascia spazio a rimpianti per i 73mila di San Siro. Ha vinto la squadra più forte e con più qualità in campo, alla faccia degli infortuni, della crisi e delle contestazioni all’allenatore francese. Wenger sa ancora come si vince, specialmente nelle notti di coppa. Il Milan cade dopo 13 gare da imbattuto: per passare il turno servirà un’impresa all’Emirates, giovedì prossimo.
PALLA C’È, PALLA NON C’È — Gattuso perde la gara a centrocampo, dove Biglia non accende la circolazione della palla e Kessie – apparso molto stanco - soffre i duelli con Xhaka, e poi nella sfida a distanza tra fantasisti: ispiratissimi quelli dei Gunners, clamorosamente spenti quelli del Milan. Il 4-2-3-1 architettato dal vecchio Arsene è un inno al palleggio, il trio Özil-Wilshere-Mkhitaryan alle spalle di Welbeck esegue la sinfonia alla perfezione, grazie anche a un assetto in campo che rimane sempre compatto, specialmente nel primo tempo quando l’Arsenal colpisce. Nell’esibizione del “palla c’è, palla non c’è” degli inglesi, Özil è nettamente il più bravo: nasconde palla ai rossoneri e inventa entrambi i gol. Minuto 14: sfrutta un pallone perso in uscita dai gattusiani e pesca in aerea Mkhitaryan, che scherza Calabria e infila l’1-0. Minuto 49, ultimo giro di orologio prima del riposo, imbuca un filtrante per Ramsey , che sul filo del fuorigioco si inserisce, scarta Donnarumma e corre a festeggiare. Se non fosse per un paio di grandi parate di Gigio – i pericoli arrivano sempre sull’asse destra del Milan – e per la traversa che nega la doppietta all’armeno, il più velenoso in zona gol, il passivo rossonero sarebbe stato più pesante.
ALI FLOP — Il primo cambio di Gattuso, nella ripresa, è una bocciatura: fuori Calhanoglu e dentro Kalinic, con il passaggio a un 4-2-4 in cui Bonaventura si allarga a sinistra. Nel secondo tempo generoso ma confuso dei rossoneri (André Silva prenderà il posto di Cutrone), Jack è l’unico a provarci, fallendo un rigore in movimento al 52’, ma il vero flop della serata sono i due esterni d’attacco. Suso riceve pochi palloni (da quella parte si soffre) e, se rifornito, non riesce a trovare mai lo spunto vincente negli uno contro uno. Il turco non ha sfruttato come avrebbe dovuto gli spazi che si creavano dalle sue parti, dove l’Arsenal qualcosa ha concesso (Chambers spingeva alto, spesso sulla linea del trio di fantasisti) ed è mancato di personalità: zero tiri in porta, poche idee per i compagni. Una serata come questa meritava ben altro, chiedete a Özil...
Marco Fallisi
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - GIGIO EVITA IL PEGGIO, SUSO FLOPPA LA NOTTE DA BIG. PRIMA VOLTA CHE IL MILAN NON È SQUADRA
G. Donnarumma 6,5: un’altra deviazione di Bonucci, dopo Udine, fa finire il pallone alle sue spalle. Nulla può nel face to face con Ramsey. Para bene su Chambers e Welbeck.
Calabria 5: Mkhitaryan lo mette sulla difensiva e Davide, per la prima volta da due mesi a questa parte, da segnali di difficoltà sulla sua corsia di competenza. Letale il pallone che serve per vie centrali in occasione proprio del gol dell’armeno e non sale bene con la linea in occasione del 2-0 di Ramsey. (dal 79’ Borini sv).
Bonucci 6: Welbeck scappa solo una volta, ma ci pensa Donnarumma. Durante l’arco della partita si sostituisce a Biglia in fase di prima impostazione ed è anche uno degli ultimi a mollare nell’arrembaggio finale.
Romagnoli 5,5: Ramsey si infila a fari spendi nella sua zona di competenza e lo uccella sul tempo. Lui, nel frattempo, non è salito bene con Bonucci e Biglia e il risultato è che il centrocampista dell’Arsenal va in porta per il 2-0.
Rodriguez 5,5: parte bene, sembra che si sia scrollato di dosso quel peso che lo teneva inchiodato al suo monolocale. Poi, però, scompare dalla partita e si rivede solo in rari casi.
Kessie 5: soffre tremendamente la qualità dei palleggiatori dell’Arsenal, non riuscendo mai a trovare le coordinate giuste per frapporsi tra le loro linee di passaggio. Corre tanto, si, ma per poco non manda in porta Welbeck. Non preciso anche in fase propositiva.
Biglia 5,5: finisce insieme a Kessie nel tritacarne dell’Arsenal, che quando supera la linea di metà campo palleggia con un ritmo troppo elevato. Perde palloni sanguinosi. Cresce nella ripresa, ma non in maniera così incisiva da giustificare un salvataggio della sua prova personale.
Bonaventura 5,5: il suo lavoro di taglio tra le linee non è ficcante come nelle ultime gare. Quando il Milan passa al 4-2-4, lui si allarga ulteriormente, ma la lucidità, a furia di correre dietro a Wilshere, va spegnendosi.
Suso 4,5: in una partita da grande, lui si eclissa. Nella serata da Champions, lui rimane in formato Serie A. Non salta mai l’uomo, non disegna un pallone decente per i compagni e nella ripresa, dalla sua mattonella, manda in fallo latrale il pallone più importante per riaprire la partita. O si evolve o non saprà mai se potrà essere un big.
Cutrone 5,5: pronti, via ed è ancora sua l’occasione principale del primo tempo. Stranamente, rispetto al solito, Patrick non inquadra lo specchio della porta sparando fuori una palla molto importante. Mustafi e Koscielny lo tengono a bada, ma lui non molla e aiuta ancora tanto in fase di non possesso. (dal 68’ André Silva 5: entra per dare maggior peso all’attacco rossonero, si fa fischiare contro due falli da scuola calcio).
Calhanoglu 5,5: da quarto di centrocampo giostra bene, quando deve essere lucido da terzo d’attacco, che fa ancora fatica. Non riesce ancora a trovare il suo proverbiale destro dalla media distanza. Esce quando Gattuso cerca il tutto per tutto. (dal 62’ Kalinic 5,5: ripenserà a quel pallone non controllato bene che lo avrebbe proiettato tutto solo davanti a Ospina. San Siro lo accoglie bene, e questo è un passo in avanti).
Gattuso 5,5: per la prima volta dall’evoluzione, il suo Milan non gioca da squadra. Sono mancate chiusure delle linee e ritmo. Oltre ad una fase offensiva troppo sterile che paga la serata no di Suso.
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