dal sito www.gazzetta.it
SALAH-EL SHAARAWY-EMERSON, A BROCCHI RESTA LA COPPA ITALIA
I giallorossi passeggiano al Meazza ma chiudono al terzo posto. I rossoneri, in gol con Bacca, finiscono settimi dietro al Sassuolo: per andare in Europa devono battere la Juve
Come molti – quasi tutti - già immaginavano in vigilia, e qualcuno (Florenzi) aveva avuto l’onestà di ammettere, Milan-Roma è stata inutile ai fini della classifica. Praticamente impossibile per i giallorossi sperare nell’impresa del Frosinone a Napoli, e decisamente arduo anche per i rossoneri confidare che un’Inter priva di stimoli riuscisse a fermare il Sassuolo. Cosa che peraltro avrebbe comportato l’obbligo di una vittoria sulla Roma. Sugli altri campi è finita come si poteva presumere, e in fondo è stato così anche a San Siro: Roma troppo superiore, aiutata da un Milan impresentabile, inguardabile e imbarazzante. I giallorossi chiudono terzi, i rossoneri settimi, ma dopo questa partita ci vorrebbe un miracolo per riuscire a spuntarla contro la Juve. Lo spettro del terzo anno consecutivo senza Europa è sempre più concreto e la partita ovviamente si è sviluppata e conclusa sotto la forte contestazione della Curva Sud.
RIVOLUZIONE ROSSONERA — Fra cambi obbligati ed esami ad personam in vista sulla finale di Coppa Italia, Brocchi pur mantenendo il consueto 4-3-1-2 ha praticamente rivoluzionato la squadra. In difesa l’infortunio di Abate ha messo il reparto nel caos e indotto il tecnico rossonero a risparmiare uno dei due terzini rimasti sani (Calabria) in modo da non correre rischi fra una settimana. Risultato: De Sciglio a destra, Alex e Mexes centrali, Romagnoli adattato a esterno sinistro. In mediana è tornato titolare Bertolacci ma la grande novità è stata il debutto dal primo minuto del 18enne Locatelli al posto del neo papà Montolivo, mentre in attacco Luiz Adriano, che in vigilia sembrava sicuro del posto, si è accomodato in panchina lasciando spazio a Bacca e Balotelli. Spalletti si è ritrovato senza Vainqueur, Keita e soprattutto Perotti, cosa che però non l’ha indotto a tornare allo schieramento con un centravanti vero, ovvero Dzeko. Il tecnico giallorosso ha preferito affidarsi a un 4-3-1-2 senza una vera punta centrale, con Salah e l’ex El Shaarawy molto larghi e Nainggolan qualche metro dietro. In mediana Pjanic, De Rossi e Strootman.
QUALITÀ — La differenza di qualità è stata evidente fin da subito. Milan schiacciato e palla quasi perennemente fra i piedi giallorossi, che hanno fatto ammattire mediana e difesa rossonera con una fitta rete di passaggi sulla trequarti, in attesa dell’imbucata grazie ai movimenti delle due punte. Imbarazzante l’opposizione milanista: grande confusione tattica (Brocchi è passato al 4-3-3 con Balotelli e Honda esterni dopo 25’, e dopo 35 ha cambiato ancora optando per un ritorno al 4-4-2, abbassando Honda e invertendo Kucka e Bertolacci), tanti errori individuali (amaro il debutto dall’inizio di Locatelli, molto impreciso, che ha sulla coscienza l’errore che ha innescato il gol di Salah), attaccanti non pervenuti, poco aiuto fra i reparti e – sensazione netta dall’alto – poco spirito combattivo. Guaio, quest’ultimo, molto grave in vista della Juve. La cronaca del primo tempo mette a referto, oltre al gol della Roma, altre azioni giallorosse pericolose con Salah, Pjanic (paratona di Donnarumma) e El Shaarawy. Il Milan? È tutto in un tiro, abbastanza debole, di Honda finito fra le braccia di Sczcesny. Nella ripresa le proporzioni non sono cambiate. Al 4’ Honda ha sparato alle stelle un’invitantissima palla vagante in area e al quarto d’ora la Roma ha raddoppiato con El Shaarawy, scattato sul filo del fuorigioco: lui non ha esultato, mezzo stadio lo ha applaudito, così com’è successo all’ingresso di Totti.
Il Milan è andato vicino al gol soltanto con un colpo di testa di Honda, il resto è stato agevole controllo giallorosso, impreziosito dal terzo gol di Emerson (prima firma in A) su una respinta corta di Donnarumma. Davvero una pessima figura per tutto il Milan, dove il gol della bandiera di Bacca è una semplice casella senza utilità nel tabellino.
ARRIVEDERCI CHRISTIAN — La chiusura è un omaggio al senatore Abbiati, che si ritira dal calcio giocato e stasera ha dato l’addio a San Siro con un emozionante saluto a tutto lo stadio e a una curva che l’ha sempre adorato (“Perugia 1999: il primo miracolo di una lunga serie. Oggi ci saluta un vero campione e grande portiere”, è stato l’omaggio della Sud). Christian chiude dopo aver vestito le maglie di Monza, Borgosesia, Juve, Toro, Atletico Madrid e ovviamente Milan, dove ha giocato per quindici stagioni vincendo otto titoli fra cui tre campionati e una Champions. In casa rossonera lascia un altro decano, e di questi tempi non è una bella notizia.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
PAGELLE - PRESTAZIONE IGNOBILE NELL'ULTIMA GARA CASALINGA. SOLO DONNARUMMA SI SALVA PIENAMENTE
Donnarumma 6,5: sui tre gol non può nulla. Fa un miracolo incredibile sul siluro ravvicinato di Totti. Uno dei pochi a salvarsi. Para tutto quello che può.
De Sciglio 5,5: poco incisivo in attacco, in difficoltà quando El Shaarawy lo punta. Chiude in maniera non positiva un altro campionato sfortunato.
Alex 5: impressionante la sua involuzione nel finale di stagione. È uno dei protagonisti del film horror che ha le sembianze della difesa del Milan. (dal 65’ Calabria 5,5: si perde Emerson Palmieri in occasione dello 0-3)
Mexes 5: capitano di un vascello che affonda nelle acque amiche.
Romagnoli 5: gioca da terzino dopo anni (lo aveva fatto all’esordio in Serie A con la Roma). Salah è troppo più veloce e lo mette in difficoltà. Insieme a De Sciglio non sale, con Alex e Mexes, in occasione del raddoppio della Roma.
Bertolacci 4,5: sarà anche vero che non ha mai uno sbocco, ma è altrettanto vero che non ne azzecca mezza, rallentando – al pari di Honda – la già tartarughesca manovra rossonera. (dal 56’ Bonaventura 6: almeno calcia in porta e cerca di mettere un minimo in ansia la difesa romanista).
Locatelli 6: alla prima da titolare commette qualche errore, è vero, ma va premiata la personalità di questo ragazzo classe 1998 fatto esordire in un momento in cui il mare milanista è in piena burrasca.
Kucka 5: viene travolto dal ritmo e dalla qualità del gioco dei tre di centrocampo della Roma. In calo costante anche lui.
Honda 5: sbaglia sempre l’ultimo passaggio e, in avvio di ripresa, si divora il gol del possibile pareggio.
Balotelli 4: siamo sicuri che serva confermarlo per il prossimo anno? Fallisce ancora una volta la chance che gli viene concessa e se la gioca talmente male che Brocchi, forse per disperazione, lo toglie nell’intervallo. (dal 46’ Luiz Adriano 5: entra per Balotelli. Punto)
Bacca 5: tocca un numero incredibilmente ridotto di palloni e non si rende mai pericoloso. Segna il gol della bandiera che lo porta a quota 18 in campionato. |