dal sito www.gazzetta.it
MILAN-CAGLIARI 3-1, DOPPIO MENEZ E MEXES, INZAGHI PUÒ RESPIRARE
Vantaggio dell'ex Psg, il pareggio di Farias dura solamente 2'. Chiude la gara un rigore che non c'era: fallo fuori area. Traversa di Joao Pedro Pedro sul 2-1
MILANO, 21 marzo 2015 - In America si dice che i gatti hanno nove vite, in Italia si usa dire che ne hanno sette, questione di tradizioni culturali. Il gatto Inzaghi, invece, mette tutti d’accordo: di vite ne ha quattro, quantomeno dopo stasera. Il suo Milan non è quello che sognava, stenta a vincere e nel 2015 ha battuto solo i fanalini di coda del campionato Parma, Cesena e Cagliari, ma se c’è una cosa che va riconosciuta a Inzaghi è la capacità di trovare sempre una via di fuga che lo metta in salvo ogni volta che si trova a camminare pericolosamente sul cornicione.
Così, grazie alla doppietta di Menez e al gol di Mexes, Pippo batte 3-1 i rossoblù di Zeman e si salva ancora, dribblando lo spettro dell’esonero come fece dopo il doppio ko con la Lazio tra campionato e coppa, come dopo il 2-0 al Cesena e come dopo la rimonta subita (ma con barlumi di gioco) dalla Fiorentina e sorride per il ritorno a un successo che mancava da tre giornate. Il tutto in uno stadio quasi vuoto, causa protesta della curva Sud.
CI PENSA JEREMY — Il clima surreale in cui si gioca, con un San Siro semideserto e la curva rossonera riempita solo da tre striscioni polemici con la società di via Rossi, paradossalmente sembra caricare la banda Inzaghi. Partenza a parte: perché il primo quarto d’ora è un monologo rossoblù, con il Milan che arretra in pochi minuti il baricentro e difende basso (le conclusioni di Mpoku al 1’ da fuori e Sau al 5’ in piena area spaventano Diego Lopez), poi arriva la sveglia. Più per gentile concessione di Sau e compagni, che allentano la pressione in mezzo e permettono ai rossoneri di trovare metri e coraggio per provare l’affondo. Poli conquista un paio di palloni sulla trequarti, uno è buono per servire Menez al 21’ e provare lo schema più riuscito della stagione: palla al francese e vediamo che succede. Succede che Menez si inventa un destro a giro dal limite del vertice sinistro dell’area che supera Brkic. Come già accaduto altre volte quest’anno, il Milan umorale di Inzaghi si accende, ma pecca di cattiveria sotto porta: qualche buona idea – vedi il lancio a tagliare di Honda per Antonelli che prova a sorprendere il portiere rossoblù al 24’ – ma mai la sensazione di poter chiudere la gara.
CARATTERE — Non la chiude il Milan, ma la riprende subito in mano, ed è già un grosso passo avanti visto quanto accaduto in questa stagione. Il pari di Farias al 1’ della ripresa – tutto parte da una palla persa malamente da Abate sulla trequarti del Cagliari – potrebbe essere il cazzotto che manda Pippo al tappeto, invece tre minuti dopo il destro al volo di Mexes su angolo di Menez rimette i rossoneri sul ring. Zeman fiuta l’odore di un’altra rimonta e inserisce Cossu (dopo Joao Pedro) per dare qualità in una partita che vive di improvvisazioni, più che di logica tattica. Situazione ideale per Menez, che affonda a sinistra sulle praterie lasciate da Donsah e prova a imbucare per Destro, come sempre poco servito lì davanti. Di spazio, per la verità, ne lascia anche Avelar dall’altra parte ma Honda confeziona un’altra serata da galleria degli orrori: quando esce per Cerci, i pochi intimi di San Siro lo sommergono di fischi. Fischia con tanto di abbaglio clamoroso, invece, Tagliavento sul rigore che chiude il match al 33’, mentre trema ancora la traversa colpita poco prima da Joao Pedro: il fallo di Ceppitelli sull’ex Atletico lanciato a rete è nettamente fuori dall’area. Menez trasforma, raggiungendo Tevez e Icardi a quota 15 in testa alla classifica marcatori. E rimettendo Inzaghi seduto sulla panchina del Milan. Dove si sta certamente più comodi che sul cornicione.
Marco Fallisi
dal sito www.milannews.it
MENEZ SUPER, VAN GINKEL IN CRESCITA CONTINUA. HONDA DISASTROSO
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 6: graziato da Sau nel primo tempo e dalla traversa di Joao Pedro. Perde il duello con Farias in avvio di ripresa quando arriva il pareggio sardo. Per il resto, fa il suo.
Abate 6: Avelar è un brutto cliente, ma riesce comunque a limitarlo. Concorso di colpa con Honda in occasione della ripartenza che porta al gol di Farias.
Mexes 6.5: regista difensivo, controlla bene Sau però si fa saltare secco da Farias in occasione del pari sardo. Si rifà subito con un bel gol al volo, su azione d’angolo, che riporta il Milan in vantaggio su schema studiato e riuscito.
Paletta 6: roccioso e poco incline alle buone maniere.
Antonelli 6.5: spinge come un dannato, dà sempre a Menez l’opzione della sovrapposizione. Sembra aver ritrovato la gamba giusta.
Poli 6: lotta in mezzo al campo come sempre.
De Jong 6.5: schermo davanti alla difesa, recupera un sacco di palloni e ne sbaglia pochissimi. Se tutti quelli che sono a scadenza di contratto giocassero così… Esempio di professionalità vera. (dall’88’ Essien sv)
Van Ginkel 6.5: con Bonaventura fuori per infortunio, il fosforo del centrocampo milanista passa tutto da lui. Inizia anche a inserirsi con i tempi giusti. In crescita.
Honda 4: non ne azzecca uno. È il fantasma di sé stesso. Sbaglia tutte le transizioni, non calcia un angolo che sia uno in maniera pericolosa e rallenta spesso l’azione. Esce tra i fischi (dal 70’ Cerci 6: subisce il fallo dal quale nasce il rigore inesistente che stende il Cagliari, apparecchia per Pazzini una palla gol colossale e si divora il poker).
Destro 5: ancora una volta si sbatte tanto in fase di copertura della palla, ma non gliene arriva una che sia una da tramutare in gol. (dal 74’ Pazzini 5: si divora, da due passi, il gol del poker).
Menez 7.5: quando gioca così, può anche non correre. Un gol meraviglioso sblocca la partita. Effettua giocate di qualità assoluta e fredda Brkic per il gol che manda in ghiaccio la partita.
Inzaghi 6: salva la panchina con una buona prova da parte della sua squadra. È bravo a non farsi prendere dall’ansia dello stop di Bonaventura e responsabilizza bene Van Ginkel. Unica pecca: a risultato acquisito, perché non far entrare Mastalli al posto di Essien? Sarebbe stato un bel segnale. Ma quello che conta è la vittoria, che è arrivata. |