dal sito www.gazzetta.it
MILAN-EMPOLI 1-1: PRIMO GOL DI DESTRO, PARI DI MACCARONE. E SAN SIRO FISCHIA
Altra prova opaca dei rossoneri che sbloccano il risultato con l'ex romanista al primo tiro in porta, ma nella ripresa si fanno raggiungere e nel finale restano in nove per l'espulsione di Diego Lopez e l'infortunio di Paletta
MILANO, 15 febbraio 2015 - Gli ultimi minuti di grande sofferenza affrontati in nove uomini, tirando su le barricate di fronte alle incursioni dell'Empoli, sono probabilmente lo specchio migliore per raccontare l'ennesima partita disgraziata di una stagione da dimenticare. Altro che sedici vittorie, come aveva chiesto Inzaghi alla vigilia. Finisce 1-1 (reti di Destro e Maccarone) con i fischi di San Siro: viste le condizioni in cui ha concluso il Milan, aver portato a casa un punto è grasso che cola. I rossoneri chiudono senza due uomini, sì: al 38' della ripresa è Diego Lopez a farsi cacciare per aver deviato con la mano fuori area una conclusione a botta sicura di Tavano; mentre al 43' si fa male Paletta, a cambi già avvenuti. Insomma, un disastro. In uno scenario del genere anche il primo gol rossonero di Destro non può evidentemente trovare lo spazio e l'attenzione che meriterebbe. A proposito di spazio: con questo ennesimo passo falso, trovarne un po' per parlare ancora di Europa diventa un'impresa ardua.
FORFEIT - Il Milan è una squadra che continua a perdere pezzi: se in vigilia mancava all'appello un'intera formazione (dieci infortunati e uno squalificato), i forfeit sono poi saliti a tredici: bandiera bianca per Zaccardo, nemmeno in panchina (sciatalgia); poi per Alex, uscito dopo cinque minuti per problemi muscolari; e infine, come detto, per Paletta. Inzaghi, dopo aver fatto slittare Rami terzino, è stato costretto a mettere subito dentro Bocchetti, ovvero l'unico e ultimo centrale difensivo disponibile. Sarri invece ha cambiato una carta in tavola rispetto alle previsioni della vigilia: niente partita dell'ex per Verdi, al suo posto da trequartista ci è andato Zielinski, dietro Maccarone e Pucciarelli, che nei primi dieci minuti ha fatto ammattire la difesa rossonera con i suoi tagli. Inzaghi invece ha presentato una trequarti ben nutrita, con Honda, Menez e Bonaventura dietro a Destro.
MENTALITÀ - Il primo tempo rossonero è di una pochezza imbarazzante. Forse i 45 minuti peggiori di tutta la stagione (ma le nomination non mancano). Difficile arrivare a contare tre passaggi di fila e in un contesto del genere parlare di azioni è chiaramente un'utopia. L'Empoli dà una lezione tattica al Milan: linee corte, a volte cortissime (soprattutto fra difesa e mediana), permettono di recuperare palla con facilità, ma soprattutto i toscani hanno il grande merito - ovvero la mentalità - di non buttare mai via il pallone. Più in generale, la partita lascia la sensazione di una squadra che ha voglia di giocare e di un'altra che tenta di spingersi avanti quasi per inerzia, senza convinzione. La colpa, evidentemente, è delle enormi paure che il Milan si porta dietro dall'inizio dell'anno, e che invece di diminuire, aumentano partita dopo partita. Tantissimi retropassaggi, lanci lunghi che partono direttamente dai centrali difensivi. In altre parole: non c'è la minima traccia di gioco. Non ci sono idee, e non sempre può bastare Menez che prova ad accendere la luce con qualche spunto personale. Ecco perché l'Empoli ha vita facile nella manovra: tocchi precisi, semplici, sui piedi e, soprattutto, rasoterra. In fondo non ci vuole uno scienziato. Anche se poi i toscani a volte finiscono per trasformare il pregio in una pecca, beandosi troppo degli uno-due e finendo col diventare leziosi. E così il primo tempo finisce nel modo più stravagante possibile: Milan in vantaggio grazie all'unica vera azione: Menez serve sulla corsa Bonaventura, che premia l'inserimento di Destro in area piccola.
BARRICATE - Nella ripresa i rossoneri provano ad alzarsi un po', ma più che altro si vede molta confusione. L'Empoli tiene il pallino del gioco in mano, ma per trovare il pareggio deve comunque ringraziare un'amnesia totale di Paletta, che lascia libero di saltare Maccarone tutto solo sul cross dalla destra di Hysaj. La reazione del Milan è più che altro un fatto nervoso, e l'espulsione di Diego Lopez è la mazzata definitiva. A quel punto, tutti davanti ad Abbiati per salvaguardare almeno il pareggio. Una chiusura più triste di partita non ci poteva essere.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
DESTRO E BONAVENTURA SOPRA TUTTI, MA IL GIOCO E' UN'ALTRA COSA
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 5.5: per l'ennesima partita è costretto ad un miracolo. Questa volta è strepitoso, nel primo tempo, a deviare in angolo un tiro cross di Mario Rui che stava andando a spegnersi sotto l'incrocio dei pali. Incolpevole sul gol di Maccarone. Tocca con la mano, fuori area, una conclusione di Tavano che nasce da un suo rilancio sbagliato. Espulso, salterà anche lui Milan-Cesena.
Rami 5.5: la sciatalgia di Zaccardo costringe Inzaghi a rimetterlo a destra. Soffre le discese di Mario Rui (perde sempre il taglio del terzino empolese) e, in fase offensiva, è estremamente impreciso.
Paletta 5: fino al 71' è lui la guida della difesa. Pucciarelli gli va via solo in avvio di partita. Poi, però, si dimentica totalmente di Maccarone che, da solo, segna il gol del pareggio toscano. Ammonito, salterà Milan-Cesena.
Alex sv: esce dopo 8 minuti con il naso rotto. (dall'8' Bocchetti 6: va a fare il centrale di sinistra e non dispiace).
Antonelli 6: conferma di avere una buona gamba e l'asse con Bonaventura sembra funzionare quando Luca va in sovrapposizione.
Honda 5.5: il samurai è spento. Effettua troppi tocchi in fase di controllo del pallone e non trova mai un'idea che sia una. (dall'80' Cerci sv)
Poli 6: in mezzo al palleggio dei toscani, gestito magistralmente da Valdifiori, corre come un danno alla ricerca del pressing giusto per chiudere le linee di passaggio. A livello di fiato, la in mezzo, è quello che sembra avere qualcosa in più.
De Jong 5.5: nel 4-4-2 di Inzaghi appare spaesato e soffre la rapidità di gioco dei mediani di Sarri.
Bonaventura 6.5: gioca a sinistra, dove forse rende meglio. Corre in avanti e indietro a dare una mano a tutti. Apparecchia a Destro un pallone che il bomber deve solo appoggiare alle spalle di Sepe.
Destro 6.5: trova il primo gol con la maglia del Milan al primo pallone vero che gli viene concesso. Lotta contro tutto e tutti fino a quando Inzaghi non lo toglie per far posto ad Abbiati. (dal'85 Abbiati sv).
Menez 5: l'unica cosa buona che fa è l'avvio dell'azione del gol del vantaggio. Poi sbaglia tutto quello che può sbagliare.
Inzaghi 5: voleva vedere il gioco e la prestazione, ha mandato in campo il solito Milan arroccato, che ha subito il palleggio arioso e convincente dell'Empoli. Il gol nasce da un contropiede, ma è tutto il contesto di gioco che sembra essere lontano da quello che è il concetto di bel gioco. |