dal sito www.gazzetta.it
JUVENTUS-MILAN 3-1: TEVEZ, BONUCCI, MORATA. E LA ROMA È A -10
La capolista non fa sconti e rispetta il pronostico allungando sui giallorossi: la squadra di Inzaghi non sfigura, soprattutto nel primo tempo quando pareggia temporaneamente con Antonelli, ma si arrende nella ripresa
TORINO, 7 febbraio 2015 - Il calcio mente di rado. Specialmente sulle lunghe distanze. Se il Milan arriva allo Stadium con 21 punti di ritardo in altrettante giornate, non può stupire il 3-1 con cui la Juventus batte i rossoneri, salendo provvisoriamente a +10 sulla Roma. La partita gira sull’occasione fallita da Pazzini a tu per tu con Buffon a inizio ripresa e si chiude sul 3-1 di un Alvaro Morata sempre più al centro di questa Juve. Inzaghi non può tornare a casa soddisfatto, ma il suo Milan non sbraca mai. E, pur coi suoi evidentissimi limiti attuali, dà l’impressione di poter migliorare da qui a fine stagione. In questo senso la prestazione di Antonelli, il migliore al di là del gol, fa ben sperare. La Juve, pur lontana da certi picchi, vince con pieno merito, producendo un paio di decisive fiammate e non dando mai l’impressione di perdere la certezza dei tre punti. Ora l’obiettivo è quello dei sei punti con Cesena (mancherà Tevez, che cerca e ottiene un'ammonizione nel finale e sarà squalificato) e Atalanta: male che vada, arriverà da capolista allo scontro diretto con la Roma.
L'APACHE C'E' — La Juve, che propone Padoin a destra nel 4-3-1-2, affianca Morata al recuperato Tevez, mentre Inzaghi sceglie di far galleggiare Honda alle spalle di Menez e di proporre anche Cerci dal 1’, con Bonaventura inizialmente escluso. A destra ancora Zaccardo, centrocampo muscolare (anche troppo) Poli-Essien-Muntari, con i due ghanesi tra i peggiori in campo. Morata, a tratti incontenibile, scalda subito Diego Lopez, prima di una bella azione senza esito di Vidal. La Juve, che non parte comunque a tutta, non ha problemi in fase difensiva. Perché Menez, prima di uscire per infortunio al 37’, non la vede mai. Cerci non salta mai un Evra in crescita , mentre Honda non va oltre qualche bel tocco fine a se stesso.
DUE TENORI — La Juve passa al 14’: gran palla di Morata sul filo del fuorigioco per Tevez, che resta freddo e non sbaglia davanti a Lopez. Molto alta la linea difensiva del Milan, forse troppo nella circostanza. Anche perché i vari Alex e Paletta non sono esattamente Bolt sulla reattività.
BOTTA E RISPOSTA — I rossoneri segnano alla prima occasione e nel modo più plausibile per una squadra che fatica ad attaccare in velocità e con pericolosità: su palla inattiva. Antonelli sovrasta Vidal e batte Buffon sul corner avvelenato di Cerci. Il problema per Inzaghi è che il pari rossonero regge 3’: una sciocchezza del sempre inadeguato Muntari costringe Diego Lopez all’ennesimo miracolo stagionale su Marchisio. Poi sul corner successivo la sponda di Tevez libera Bonucci per il tocco decisivo sotto misura. Troppo contemplativa la difesa rossonera, come spesso accade su palla ferma.
BOTTA E RISPOSTA — Nella ripresa la partenza del Milan è incoraggiante: i rossoneri vanno a prendere alta la Juve con atteggiamento più che apprezzabile. Proprio su un recupero palla abbastanza alto ai danni di Marchisio, Antonelli (sempre lui) mette in porta Pazzini, frustrato da Buffon, più che mai Mister “un tiro in porta un miracolo”. È la chance che chi è inferiore dovrebbe sfruttare per dare fastidio al più forte. La Juve da qui in poi non concede più nulla e chiude i conti col tap-in di Morata dopo che il sinistro di Marchisio è respinto dal palo. Quinto gol per lo spagnolo in campionato, settimo stagionale. A nobilitare una partita che verosimilmente significa maglia di titolare nelle partite che contano da qui a maggio. Si chiude col solito Diego Lopez, ancora decisivo su Marchisio per evitare che la sconfitta assuma proporzioni anche immeritate.
Jacopo Gerna
dal sito www.milannews.it
ANTONELLI LOTTA, DA INCUBO IL DUO ESSIEN-MUNTARI. IN GENERALE, SI È VISTO IL CUORE MA NON BASTA
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 6.5: se non ci fosse lui, probabilmente il Milan avrebbe molti punti in meno. Strepitoso su Marchisio e su Tevez, a fine anno gli devono pagare le ferie.
Zaccardo 5: pesa, come un macigno, il suo posizionamento in occasione del gol di Tevez. Dopo 100 replay si è accertato che, seppur di poco, tiene in gioco l’Apache. Peccato, perché poi la sua partita non è stata malvagia. (dal 78’ Rami sv).
Alex 5: due gol su tre della Juventus vedono il suo zampino. Perde Bonucci, in tandem con Essien, al momento del gol del 2-1 della Juve. Nella ripresa, invece, è lui a tenere in gioco Morata in occasione del gol dello spagnolo.
Paletta 5.5: Tevez lo brucia in occasione del gol, esordio non facile per lui. Nella ripresa alterna cose buone a cose meno buone.
Antonelli 6.5: dei giocatori di movimento è quello che ha fatto meglio di tutti. Segna un gran gol su calcio d’angolo, confermando le sue ottime doti di colpitore di testa. Manda in porta Pazzini a inizio ripresa. Ci mette il cuore, si vede che ci tiene alla maglia.
Poli 6: corre come un disperato, pressa tutto e tutti fino a quando, inspiegabilmente, Inzaghi (su suggerimento della panchina) lo toglie. Li, la mediana del Milan, crolla. Incredulo, non le manda a dire dopo essere uscito. (dal 62’ Bonaventura 5.5: incide proprio poco)
Essien 4.5: guarda Bonucci mettere dentro il gol del sorpasso juventino. A geometrie siamo pari a zero. Rischia il rigore per un fallo di mano non visto. Soffre tremendamente Pogba.
Muntari 4: parte capitano (scelta discutibile), apparecchia a Marchisio il pallone del possibile 2-1 che solo un Diego Lopez stratosferico toglie dalla porta. Sbaglia tutto quello che si potrebbe sbagliare. Inzaghi lo stava togliendo, lo tiene in campo e Pogba lo umilia con un tunnel in velocità in occasione del terzo gol bianconero.
Honda 5: sembrava dovesse andare in panchina ad appannaggio di Bonaventura, parte titolare e sembra fare la punta centrale più di Menez.
Cerci 6: si accende ad intermittenza, fare il quarto di centrocampo non è il suo ruolo. Quando ha campo per correre, riesce a trovare qualcosa di buono dal suo repertorio. Suo l’angolo per la testa di Antonelli.
Menez 5: influenzato quanto si vuole, ma finché è rimasto in campo non si è visto. (Dal 37’ Pazzini 5.5: di mestiere fa il centravanti, si presume che debba giocare dentro l’area invece, fino a fine primo tempo, gioca altrove. Quando entra nel suo habitat, costringe Buffon ad una paratona anche se, forse, avrebbe potuto fare meglio).
Inzaghi 5.5: perdere così è sempre meglio che perdere come all’andata. Almeno la squadra ci ha messo il cuore, ha pressato, ha cercato di creare le sue occasioni ma il cambio d’idea tra Poli e Muntari è stato letale. |