dal sito www.gazzetta.it
MILAN-LAZIO 3-1: GOL DI HONDA, MUNTARI, MENEZ E AUTORETE DI ALEX
MILANO, 31 agosto 2014 - Cinico e spietato. Proprio come Inzaghi. Due tiri in porta, due gol e poi un rigore. Il Milan parte con il botto infliggendo alla Lazio un 3-1 troppo severo. Ma al cospetto di Silvio Berlusconi e Fernando Torres, il nuovo tecnico del Milan, regala una prova di carattere e orgoglio; da uomini veri, insomma, quelli, parole di Pippo, che sono capaci di raggiungere gli obiettivi. Alla Lazio e a Pioli non resta che mordersi le mani: troppo tardiva la reazione e incredibile il numero di gol sbagliati fino al 95’. Ma la storia è la storia. Perché alla fine per i tifosi rossoneri pare contare di più Inzaghi che viene accolto da San Siro come se dovesse giocare. Al suo esordio da allenatore in serie A, il “vero” 9 schiera il “falso” Menez, tra El Shaarawy e Honda. Conoscendo la forza offensiva della Lazio non rischia l’intraprendenza di Armero e si affida a Bonera, altro pezzo di storia, sulla sinistra della difesa. Il modulo, 4-3-3, è speculare a quello della Lazio. Pioli punta sulla velocità di Candreva e Keita, con il campione del mondo Klose nei panni del falco. Occorre poco tempo per dare una lettura alla partita. Per entrambe volontà e temperamento funzionano più della manovra, troppo grezza per meritare una valutazione.
HONDA, CHE PARTENZA - La Lazio parte come un fulmine con l’uomo che fa la differenza. Candreva sulla fascia destra propone il meglio del suo repertorio: precisione nel cross abbinata allo scatto. Gli stessi segni particolari di El Shaarawy che inventa il gol del vantaggio dopo soli 7 minuti. Il Faraone raccoglie l’invito di Bonera e con una imperiosa discesa si beve Basta e De Vrij ad ampie falcate per poi allargare di esterno destro a Honda, lento ma deciso nel battere Berisha. Un contropiede che esalta Inzaghi, perché nell’azione del gol c’è tutto il suo pensiero, ma che fa inferocire Pioli tradito da una difesa distratta. Il capolavoro di El Shaarawy è tutto sommato l’unico guizzo convincente di un primo tempo equilibrato, in cui il Milan sa esaltare compattezza, soprattutto in difesa, e spirito operaio, con un De Jong insuperabile, mentre la Lazio fatica a riordinare le idee rinunciando a martellare il nemico sulle fasce.
RIPRESA - La ripresa propone un copione diverso. La Lazio parte forte, ma deve fare i conti con l’organizzata difesa rossonera. Anzi, rischia sul contropiede di Honda di subire il 2-0, ma Cana in velocità interrompe la cavalcata del giapponese. Dopo un tiro di De Vrij oltre la traversa, il Milan raddoppia all’11’ con una spaccata di Muntari, su assist di Abate. E’ a questo punto che Pioli decide di disfare il suo tridente: fuori Klose e Keita per Djordjevic e Anderson a caccia di una complicata rimonta. Ma al minuto 19’ Menez si procura un rigore che trasforma alla destra di Berisha. Il 3-0 punge nell’orgoglio la Lazio che accorcia con un’autogol di Alex, intervenuto nel fraseggio tra Candreva e Djordjevic. Inzaghi, che non è soltanto un marpione dell’area di rigore, avverte scricchiolii e sostituisce Muntari e Honda con Essien e Armero, perché la Lazio prova in tutti i modi a battere Diego Lopez. Da sottolineare il colpo di testa di De Vrji, l’occasione di Mauri subentrato a Lulic e quella più limpida di Candreva. L’assalto al fortino milanista è palpitante, soprattutto nell’ultimo minuto di recupero quando Diego Lopez si esalta su Candreva che subito dopo spreca a lato di testa da due passi. Una serie incredibile di gol mangiati. Il cinico e fortunato Inzaghi può esultare.
Gaetano De Stefano
dal sito www.milannews.it
L'HONDA ENERGETICA DEL MILAN DI PIPPO METTE KO LA LAZIO. SAN SIRO AI PIEDI DI DIEGO LOPEZ. ABATE, CHE RISCATTO!
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 7: esordio col botto a San Siro per il portiere spagnolo che sul gol di Djordjevic non può fare nulla ma è dopo che è decisivo. Prima stoppa Candreva con una bella parata sul suo palo e poi lo ipnotizza nel duello dagli undici metri. San Siro lo acclama.
Abate 6.5: le voci post colloquio con il presidente lo hanno colpito e lui, contro la Lazio, sfodera una grande prestazione. Suo il cross che mette in porta Muntari per il gol del 2-0 e suo il pallone che innesca Menez nell’azione da cui nasce il rigore del terzo gol. Unica pecca il fallo da rigore ma li ci pensa Diego Lopez.
Alex 7: anche per lui grande esordio. Mura tutte le conclusioni che arrivano dalla sua zona e di testa prende sempre l’ascensore e anticipa tutti.
Zapata 6.5: Inzaghi, temendo la velocità del trio offensivo laziale, decide di metterlo al fianco di Alex e ci vede giusto. Pochissime sbavature per il colombiano che esce rinfrancato da questa prima stagionale.
Bonera 6.5: Doveva giocare centrale, si ritrova terzino e fa il suo. Blocca la fascia e nell’uno contro uno con Candreva tiene botta. Basta non arriva quasi mai a crossare dal fondo.
Poli 6: corre, lotta, si sbatte. Il solito Andrea che finisce un po’ sulle gambe ma in quel ruolo può dire tanto.
De Jong 6.5: il pitbull erige la diga e riprende da dove aveva lasciato. Le voci dall’Inghilterra non lo infastidiscono e in campo mostra il semaforo rosso a chiunque passi dalla sua zona. A volte usa le cattive e si becca il primo giallo del campionato.
Muntari 6.5: pasticcia in zone caldissime e rischia di regalare ripartenze letali alla Lazio. Però si prende il merito di mettere dentro il gol del 2-0 che mette la partita sui binari preferiti dal Milan. (dal 67’ Essien 6: fa tanta legna)
Honda 7: è il suo momento. Dopo il gol col Valencia e nel trofeo TIM, ecco la sua prima gioia in campionato a San Siro. Bravissimo a seguire il contropiede di El Shaarawy e a battere Berisha. Soprattutto nel primo tempo è pimpante e semina il panico nella zona di Radu. (dal 71’ Armero sv)
Menez 7: gioca da falso nove in quello che per lui è una sorta di derby. E si vede. Corre, dialoga con El Shaarawy che è una meraviglia e offre sempre una soluzione di passaggio ai compagni. Si procura e trasforma il rigore del 3-0. (dall’81’ Niang sv)
El Shaarawy 7: ha rimesso il motorino e si vede. Scappa via a Basta e a chi lo insegue come nella prima parte della stagione 2012-13. Mette sui piedi di Honda il pallone dell’1-0 e nel finale di match cerca la gioia personale che gli manca a San Siro da tanto tempo.
Inzaghi 7: prepara alla perfezione il suo esordio con un Milan corto, compatto, cinico, molto europeo. Alla lunga la squadra cala a livello fisico ma non a livello mentale. Ben fatto Pippo… |