dal sito www.milanday.it
PREPARTITA - di Marco Rizzo
IL PRE MALAGA-MILAN
La valanga non accenna a fermarsi. Precipita dalla montagna e aumenta in grandezza e pericolosità di giornata in giornata, di avvenimento in avvenimento. Ogni giorno, ogni polemica, ogni sconfitta e brutta prestazione la ingrossano . E prima o poi, se non la si ferma, il "patatrac" arriverà. Inesorabile e senza sconti.
La sconfitta dell'Olimpico ha fatto davvero male. Lascia strascichi impensabili fino a poco tempo fa.
La realtà va guardata in faccia. Il Milan ha perso 5 partite su 10 disputate, 5 su 8 se si considera il solo campionato. 7 punti e terz'ultimo posto in classifica. Numeri difensivi ed offensivi da retrocessione. Giocatori che deludono e che ammassano errori su errori. Un allenatore ingabbiato in una centrifuga dal quale fatica davvero a venir fuori, compiendo anche erroracci da penna rossa.
Ma non solo numeri, quelli dei moduli o delle statistiche, che nel calcio fortunatamente non sono tutto. Gli atteggiamenti, le prestazioni, lasciano francamente sgomenti. Vedere con quanta facilità la Lazio di turno riusciva a superare il pressing blando rossonero e trovare il gol ha fatto male ancor più del risultato. La sensazione di impotenza per quasi un'ora di gara ha fatto cadere le braccia a tutti.
Sembra una frase fatta, ma serve una svolta. Bene fa la dirigenza a difendere il suo allenatore e a mettere la squadra in ritiro. Manda un messaggio chiaro: lui resta, ora sta a voi. Bisogna prendersi responsabilità, giocare con coraggio e concentrazione. Gli alibi delle cessioni illustri, dello spogliatoio con poca esperienza, dei tanti giovani, sono finiti per tutti.
Si riparte dalla Champions e dalle sfide che iniziano ad essere quelle decisive: quelle con il Malaga. Per posizionamento nel calendario e in classifica, che vede gli spagnoli primi a 6 punti seguiti dai rossoneri a 4, le due gare con gli spagnoli saranno quelle che decreteranno con ogni probabilità se il Milan può o meno passare il turno. Con almeno 4 punti tra andata e ritorno inizierebbero a far vedere al Milan sprazzi di ottavi di finale, con la quinta giornata che vedrebbe il Milan sul più agevole campo dell'Anderlecht mentre Zenit e Malaga si affronterebbero nello scontro diretto che potenzialmente potrebbe tagliarne fuori una.
Ma fare 4 punti in queste condizioni e contro questo avversario non sarà facile.
Il Malaga è senza dubbio una squadra in buona forma. Terza in Liga con 17punti, alle spalle solo di Barcellona ed Atletico Madrid, che stanno facendo un gran campionato.
Chi non conosce la squadra potrebbe dare il merito di questa ascesa solo e soltanto ai soldi di Al Thani, poi tra l'altro scappato. Ma è tutt'altro che cosi'. Grande merito va invece a Pellegrini. Allenatore che compì il miracolo Villareal, che nella Champions 2005-2006 eliminò l'Inter fino ad arrivare ad una clamorosa semifinale. Non solo. Allenatore del Real Madrid nell'anno degli acquisti di Kaka e Cristiano Ronaldo. Stagione conclusa con 96 punti e con un discreto calcio nel sedere per far posto a Mourinho.
Allenatore esperto, Pellegrini, che predilige un calcio molto tecnico, ma al tempo stesso molto pragmatico. Subisce infatti pochissimi gol il suo Malaga ben organizzato. In campionato, in 8 giornate, con solo 5 gol, è sua la miglior difesa. In Champions, addirittura, nessuno in 4 partite, tra playoff e le prime due giornate dei gironi, è riuscita a fargli gol. Primato che condivide solo con il Porto.
Calcio tecnico, dicevamo. Questo piace a Pellegrini. Il 4-2-3-1 dell'allenatore cileno prevede un regista, tre mezze punte molto abili nel giro palla alla spagnola ed una punta come Saviola che non da riferimenti offensivi. Tanto possesso palla per creare spazi dove i due esterni e il trequartista Isco, indubbiamente il migliore della squadra, può inserirsi ed andare al tiro.
Il possesso palla è una peculiarità dei giocatori del Malaga, cosi' come spesso concludono le azioni con tiri da fuori, avendo in Isco, Joaquin, Eliseu e Saviola 4 ottimi tiratori.
I gol segnati in campionato sono 13 in 8 gare. Questi, non tantissimi in effetti, collocano il Malaga come il peggior reparto delle prime 5 in Liga. Ma se a questi aggiungiamo gli 8 segnati in 4 gare in Champions, e li inquadriamo con i dati difensivi, ecco che i conti tornano in piena media e vanno a formare un buonissimo bottino.
Spesso, tuttavia, la volontà di giocare un calcio propositivo e di possesso li espone a contropiedi. Questo dovuto anche alla lentezza della seppur buona coppia centrale formata dall'ex Bayern Demichelis e da Wellington.
I biancazzurri sono alla stagione d'esordio in Champions. prima di quest'anno avevano giocato solo, nel 2002/03, in Coppa UEFA fino ai quarti di finale.
Tra Champions League quest'anno e Uefa nel 2002-2003, il Malaga non ha mai perso in casa.
In Uefa, 5 vittorie e 3 pareggi e in Champions 2 vittorie. Per rimarcare le buone doti difensive della squadra spagnola, sono solo 3 i gol subiti in tutte le 10 partite casalinge.
Questo è dovuto anche e soprattutto alla grande spinta che da La Rosaleda.
Catino colmo dell'entusiasmo dei quasi 33mila spettatori che può contenere. Costruito nel 1941, quando conteneva appena 8mila spettatori, e ristrutturato, prima per i Mondiali dell'82, poi nel 2006, lo stadio di Malaga è senza dubbio uno dei più caldi di Spagna. Uno di quegli stadi dove il fattore campo si fa certamente sentire. Cosa che noi con la desolazione del Meazza, stiamo ormai dimenticando. La curiosità è che la Rosaleda sorge, proprio come il Petrovskiy Stadium di San Pietroburgo dove il Milan ha giocato e vinto nel precedente turno, accanto ad un fiume, il Guadalamelina. La speranza è che questa curiosa coincidenza possa portare fortuna al Milan.
Intanto, i giardinieri stanno lavorando alacremente per sistemare il manto erboso, dato in non perfette condizioni.
Ovviamente non ci sono precedenti tra le due squadre, dato che il Malaga è alla prima partecipazione in Coppa dei Campioni e che nel 2003, quando gli spagnoli giocavano la Uefa, il Milan alzava al cielo la sesta coppa nei cieli di Manchester.
Non ci sono precedenti nemmeno tra andalusi e squadre italiane.
Per quanto riguarda il Milan, che avendo battuto lo Zenit 2-3 ha fermato una scia di 7 partite senza vittoria esterna in Champions e 4 senza vittoria in generale nella competizione, le ultime trasferte nei gironi in terra spagnola portano due risultati molto importanti. Il 2-2 a Barcellona dello scorso anno e il 3-2 a Madrid, proprio contro il Real di Pellegrini.
L'ultima trasferta in generale in Spagna è invece il 3-1 dello scorso anno al Camp Nou, nel ritorno dei quarti di finale.
Il bilancio complessivo del Milan in trasferta contro squadre spagnole è di 4 vittorie, 6 pareggi e 12 sconfitte.
Il rossonero che ha giocato più gare contro gli andalusi è senza dubbio Bojan, che ha vinto tutte e cinque le sfide giocate con il Barcellona contro il Málaga. Il suo unico gol è arrivato nel successo per 3-1 a La Rosaleda del maggio 2011, nell'ultima partita con il Barcellona.
Vediamo ora le possibili scelte dei due allenatori.
Partiamo dai padroni di casa. Pellegrini non ha grandi problemi di formazione. Le assenze sono rappresentate da Buonanotte, Sanchez e Julio Baptista, oltreché Toulalan. In porta dovrebbe esserci Willy Caballero, che ha portato via il posto al più quotato Kameni.
Davanti a lui, pochi dubbi sulla ottima coppia centrale formata da Welington e Demichelis.
Il terzino sinistro Monreal ha saltato l'ultima gara con il Valladolid, ed è in dubbio. Nel caso non ce la facesse, Pellegrini potrebbe arretrare Eliseu sulla linea difensiva, come accaduto sabato, inserendo Portillo sulla fascia.
A destra, Sanchez non dovrebbe farcela, quindi pronto il capitano Gamez.
Davanti alla difesa ci sarà Camacho, affiancato con probabilita da Iturra, data la prolungata assenza dell'ex Lione Toulalan. L'alternativa è rappresentata da Recio.
In attacco, nessuna incertezza: linea di tre trequartisti, con Isco centrale e la coppia Eliseu-Joaquin ai suoi lati, dietro all'unica punta, Saviola. Pronti ad entrare Roque Santa Cruz e Portillo, cambi offensivi che Pellegrini opera spesso durante le gare.
Allegri ha i suoi bei problemi. Il ritorno al rombo ha fatto storcere il naso a parecchi. Per questo si dovrebbe tornare al 4-2-3-1 che qualcosa di buono aveva fatto vedere nelle gare con Zenit, Parma e Inter. Della gara con la Lazio secondo la maggior parte delle opinioni ci sono 3 bocciati senza attenuanti, ovvero Abate, Boateng e Nocerino. Apparsi apatici, fuori forma e fuori fase.
In porta Amelia (Abbiati non convocato). La non convocazione di Christian è dipesa molto dalle sue condizioni dopo la bronchite della settimana scorsa. Anche Amelia purtroppo non è apparso ineccepibile Sabato sera.
Davanti a lui ancora difesa a 4, con Bonera a destra e De Sciglio a sinistra favorito su Antonini. Il vero dubbio è la coppia centrale. Yepes ci mette l'anima ma non sembra adatto alla velocità degli avanti spagnoli. Come lui, Acerbi. Zapata e Mexes sembrano tatticamente più adatti, ma spesso cadono in errori grossolani. Sarà un bel rebus per Massimiliano Allegri, ma i favoriti appaiono proprio il francese ed il colombiano.
A centrocampo serve sostanza. Ecco che allora il rientro di Ambrosini (ad affiancare Flamini? De Jong non convocato) è fondamentale. Davanti al doppio mediano, pochi dubbi su Emanuelson, che bene ha fatto all'Olimpico, Montolivo, unico centrocampista con un po' di fosforo, ed El Shaarawy, talentino sul quale aggrapparsi.
Davanti, con Pato a mezzo servizio, ballottaggio tra Pazzini e Bojan, con il secondo avvantaggiato.
L'arbitro della gara sarà Pedro Proença.
Sono due i precedenti del Milan con il portoghese. Entrambi i precedenti risalgono a due edizioni della Champions League. Il primo incrocio tra i rossoneri e il fischietto lusitano risale all'ultima giornata del girone della Champions League 2009-10, Zurigo-Milan 1-1 con i gol di Gajic per i padroni di casa su punizione e il pareggio al 64' di Ronaldinho su calcio di rigore.
L'altro e ultimo precedente è quello dell'ottobre 2010 quando il Milan perse per 2-0 al Santiago Bernabeu di Madrid contro il Real Madrid di Mourinho con i gol merengues di Cristiano Ronaldo e Ozil. L'arbitro è considerato, uno dei migliori d'Europa e gli italiani lo ricorderanno per aver diretto l'infausta finale dell'ultimo Europeo con la Spagna.
Un arbitro importante, dunque, per una gara importante. Fondamentale, addirittura, per questo Milan e per il suo allenatore.
La sensazione è che stavolta, comunque vada, sarà svolta. Se negativa o positiva starà alla gara deciderlo.
Allegri si gioca tanto, tutto probabilmente. Il Milan si gioca molto della sua Champions. I giocatori, come abbiam detto, hanno finito gli alibi. Anche loro sono ad un punto cruciale, non solo della stagione ma forse della loro carriera.
Serve una buona prestazione e un risultato positivo. A tutti i costi.
Altrimenti si fa grigia. Molto grigia.
Forza Ragazzi! |