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24 ottobre 2012, Malaga vs Milan 1-0




dal sito www.milanday.it

PREPARTITA - di Marco Rizzo
IL PRE MALAGA-MILAN
La valanga non accenna a fermarsi. Precipita dalla montagna e aumenta in grandezza e pericolosità di giornata in giornata, di avvenimento in avvenimento. Ogni giorno, ogni polemica, ogni sconfitta e brutta prestazione la ingrossano . E prima o poi, se non la si ferma, il "patatrac" arriverà. Inesorabile e senza sconti.
La sconfitta dell'Olimpico ha fatto davvero male. Lascia strascichi impensabili fino a poco tempo fa.
La realtà va guardata in faccia. Il Milan ha perso 5 partite su 10 disputate, 5 su 8 se si considera il solo campionato. 7 punti e terz'ultimo posto in classifica. Numeri difensivi ed offensivi da retrocessione. Giocatori che deludono e che ammassano errori su errori. Un allenatore ingabbiato in una centrifuga dal quale fatica davvero a venir fuori, compiendo anche erroracci da penna rossa.
Ma non solo numeri, quelli dei moduli o delle statistiche, che nel calcio fortunatamente non sono tutto. Gli atteggiamenti, le prestazioni, lasciano francamente sgomenti. Vedere con quanta facilità la Lazio di turno riusciva a superare il pressing blando rossonero e trovare il gol ha fatto male ancor più del risultato. La sensazione di impotenza per quasi un'ora di gara ha fatto cadere le braccia a tutti.
Sembra una frase fatta, ma serve una svolta. Bene fa la dirigenza a difendere il suo allenatore e a mettere la squadra in ritiro. Manda un messaggio chiaro: lui resta, ora sta a voi. Bisogna prendersi responsabilità, giocare con coraggio e concentrazione. Gli alibi delle cessioni illustri, dello spogliatoio con poca esperienza, dei tanti giovani, sono finiti per tutti.
Si riparte dalla Champions e dalle sfide che iniziano ad essere quelle decisive: quelle con il Malaga. Per posizionamento nel calendario e in classifica, che vede gli spagnoli primi a 6 punti seguiti dai rossoneri a 4, le due gare con gli spagnoli saranno quelle che decreteranno con ogni probabilità se il Milan può o meno passare il turno. Con almeno 4 punti tra andata e ritorno inizierebbero a far vedere al Milan sprazzi di ottavi di finale, con la quinta giornata che vedrebbe il Milan sul più agevole campo dell'Anderlecht mentre Zenit e Malaga si affronterebbero nello scontro diretto che potenzialmente potrebbe tagliarne fuori una. Ma fare 4 punti in queste condizioni e contro questo avversario non sarà facile.
Il Malaga è senza dubbio una squadra in buona forma. Terza in Liga con 17punti, alle spalle solo di Barcellona ed Atletico Madrid, che stanno facendo un gran campionato. Chi non conosce la squadra potrebbe dare il merito di questa ascesa solo e soltanto ai soldi di Al Thani, poi tra l'altro scappato. Ma è tutt'altro che cosi'. Grande merito va invece a Pellegrini. Allenatore che compì il miracolo Villareal, che nella Champions 2005-2006 eliminò l'Inter fino ad arrivare ad una clamorosa semifinale. Non solo. Allenatore del Real Madrid nell'anno degli acquisti di Kaka e Cristiano Ronaldo. Stagione conclusa con 96 punti e con un discreto calcio nel sedere per far posto a Mourinho.
Allenatore esperto, Pellegrini, che predilige un calcio molto tecnico, ma al tempo stesso molto pragmatico. Subisce infatti pochissimi gol il suo Malaga ben organizzato. In campionato, in 8 giornate, con solo 5 gol, è sua la miglior difesa. In Champions, addirittura, nessuno in 4 partite, tra playoff e le prime due giornate dei gironi, è riuscita a fargli gol. Primato che condivide solo con il Porto.
Calcio tecnico, dicevamo. Questo piace a Pellegrini. Il 4-2-3-1 dell'allenatore cileno prevede un regista, tre mezze punte molto abili nel giro palla alla spagnola ed una punta come Saviola che non da riferimenti offensivi. Tanto possesso palla per creare spazi dove i due esterni e il trequartista Isco, indubbiamente il migliore della squadra, può inserirsi ed andare al tiro. Il possesso palla è una peculiarità dei giocatori del Malaga, cosi' come spesso concludono le azioni con tiri da fuori, avendo in Isco, Joaquin, Eliseu e Saviola 4 ottimi tiratori. I gol segnati in campionato sono 13 in 8 gare. Questi, non tantissimi in effetti, collocano il Malaga come il peggior reparto delle prime 5 in Liga. Ma se a questi aggiungiamo gli 8 segnati in 4 gare in Champions, e li inquadriamo con i dati difensivi, ecco che i conti tornano in piena media e vanno a formare un buonissimo bottino.
Spesso, tuttavia, la volontà di giocare un calcio propositivo e di possesso li espone a contropiedi. Questo dovuto anche alla lentezza della seppur buona coppia centrale formata dall'ex Bayern Demichelis e da Wellington.
I biancazzurri sono alla stagione d'esordio in Champions. prima di quest'anno avevano giocato solo, nel 2002/03, in Coppa UEFA fino ai quarti di finale. Tra Champions League quest'anno e Uefa nel 2002-2003, il Malaga non ha mai perso in casa. In Uefa, 5 vittorie e 3 pareggi e in Champions 2 vittorie. Per rimarcare le buone doti difensive della squadra spagnola, sono solo 3 i gol subiti in tutte le 10 partite casalinge.
Questo è dovuto anche e soprattutto alla grande spinta che da La Rosaleda. Catino colmo dell'entusiasmo dei quasi 33mila spettatori che può contenere. Costruito nel 1941, quando conteneva appena 8mila spettatori, e ristrutturato, prima per i Mondiali dell'82, poi nel 2006, lo stadio di Malaga è senza dubbio uno dei più caldi di Spagna. Uno di quegli stadi dove il fattore campo si fa certamente sentire. Cosa che noi con la desolazione del Meazza, stiamo ormai dimenticando. La curiosità è che la Rosaleda sorge, proprio come il Petrovskiy Stadium di San Pietroburgo dove il Milan ha giocato e vinto nel precedente turno, accanto ad un fiume, il Guadalamelina. La speranza è che questa curiosa coincidenza possa portare fortuna al Milan.
Intanto, i giardinieri stanno lavorando alacremente per sistemare il manto erboso, dato in non perfette condizioni.
Ovviamente non ci sono precedenti tra le due squadre, dato che il Malaga è alla prima partecipazione in Coppa dei Campioni e che nel 2003, quando gli spagnoli giocavano la Uefa, il Milan alzava al cielo la sesta coppa nei cieli di Manchester. Non ci sono precedenti nemmeno tra andalusi e squadre italiane. Per quanto riguarda il Milan, che avendo battuto lo Zenit 2-3 ha fermato una scia di 7 partite senza vittoria esterna in Champions e 4 senza vittoria in generale nella competizione, le ultime trasferte nei gironi in terra spagnola portano due risultati molto importanti. Il 2-2 a Barcellona dello scorso anno e il 3-2 a Madrid, proprio contro il Real di Pellegrini. L'ultima trasferta in generale in Spagna è invece il 3-1 dello scorso anno al Camp Nou, nel ritorno dei quarti di finale. Il bilancio complessivo del Milan in trasferta contro squadre spagnole è di 4 vittorie, 6 pareggi e 12 sconfitte.
Il rossonero che ha giocato più gare contro gli andalusi è senza dubbio Bojan, che ha vinto tutte e cinque le sfide giocate con il Barcellona contro il Málaga. Il suo unico gol è arrivato nel successo per 3-1 a La Rosaleda del maggio 2011, nell'ultima partita con il Barcellona.
Vediamo ora le possibili scelte dei due allenatori.
Partiamo dai padroni di casa. Pellegrini non ha grandi problemi di formazione. Le assenze sono rappresentate da Buonanotte, Sanchez e Julio Baptista, oltreché Toulalan. In porta dovrebbe esserci Willy Caballero, che ha portato via il posto al più quotato Kameni. Davanti a lui, pochi dubbi sulla ottima coppia centrale formata da Welington e Demichelis. Il terzino sinistro Monreal ha saltato l'ultima gara con il Valladolid, ed è in dubbio. Nel caso non ce la facesse, Pellegrini potrebbe arretrare Eliseu sulla linea difensiva, come accaduto sabato, inserendo Portillo sulla fascia.
A destra, Sanchez non dovrebbe farcela, quindi pronto il capitano Gamez. Davanti alla difesa ci sarà Camacho, affiancato con probabilita da Iturra, data la prolungata assenza dell'ex Lione Toulalan. L'alternativa è rappresentata da Recio. In attacco, nessuna incertezza: linea di tre trequartisti, con Isco centrale e la coppia Eliseu-Joaquin ai suoi lati, dietro all'unica punta, Saviola. Pronti ad entrare Roque Santa Cruz e Portillo, cambi offensivi che Pellegrini opera spesso durante le gare.
Allegri ha i suoi bei problemi. Il ritorno al rombo ha fatto storcere il naso a parecchi. Per questo si dovrebbe tornare al 4-2-3-1 che qualcosa di buono aveva fatto vedere nelle gare con Zenit, Parma e Inter. Della gara con la Lazio secondo la maggior parte delle opinioni ci sono 3 bocciati senza attenuanti, ovvero Abate, Boateng e Nocerino. Apparsi apatici, fuori forma e fuori fase.
In porta Amelia (Abbiati non convocato). La non convocazione di Christian è dipesa molto dalle sue condizioni dopo la bronchite della settimana scorsa. Anche Amelia purtroppo non è apparso ineccepibile Sabato sera. Davanti a lui ancora difesa a 4, con Bonera a destra e De Sciglio a sinistra favorito su Antonini. Il vero dubbio è la coppia centrale. Yepes ci mette l'anima ma non sembra adatto alla velocità degli avanti spagnoli. Come lui, Acerbi. Zapata e Mexes sembrano tatticamente più adatti, ma spesso cadono in errori grossolani. Sarà un bel rebus per Massimiliano Allegri, ma i favoriti appaiono proprio il francese ed il colombiano.
A centrocampo serve sostanza. Ecco che allora il rientro di Ambrosini (ad affiancare Flamini? De Jong non convocato) è fondamentale. Davanti al doppio mediano, pochi dubbi su Emanuelson, che bene ha fatto all'Olimpico, Montolivo, unico centrocampista con un po' di fosforo, ed El Shaarawy, talentino sul quale aggrapparsi. Davanti, con Pato a mezzo servizio, ballottaggio tra Pazzini e Bojan, con il secondo avvantaggiato.
L'arbitro della gara sarà Pedro Proença.
Sono due i precedenti del Milan con il portoghese. Entrambi i precedenti risalgono a due edizioni della Champions League. Il primo incrocio tra i rossoneri e il fischietto lusitano risale all'ultima giornata del girone della Champions League 2009-10, Zurigo-Milan 1-1 con i gol di Gajic per i padroni di casa su punizione e il pareggio al 64' di Ronaldinho su calcio di rigore. L'altro e ultimo precedente è quello dell'ottobre 2010 quando il Milan perse per 2-0 al Santiago Bernabeu di Madrid contro il Real Madrid di Mourinho con i gol merengues di Cristiano Ronaldo e Ozil. L'arbitro è considerato, uno dei migliori d'Europa e gli italiani lo ricorderanno per aver diretto l'infausta finale dell'ultimo Europeo con la Spagna. Un arbitro importante, dunque, per una gara importante. Fondamentale, addirittura, per questo Milan e per il suo allenatore.
La sensazione è che stavolta, comunque vada, sarà svolta. Se negativa o positiva starà alla gara deciderlo.
Allegri si gioca tanto, tutto probabilmente. Il Milan si gioca molto della sua Champions. I giocatori, come abbiam detto, hanno finito gli alibi. Anche loro sono ad un punto cruciale, non solo della stagione ma forse della loro carriera. Serve una buona prestazione e un risultato positivo. A tutti i costi. Altrimenti si fa grigia. Molto grigia.
Forza Ragazzi!





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La formazione rossonera
(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)



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Le due formazioni schierate al centro del campo
(dal sito www.milannews.it)
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I tifosi del Milan
(dal sito www.milannews.it)





Giampaolo Pazzini
(dal sito www.gazzetta.it)





Philippe Mexes a fine partita
(dal sito www.gazzetta.it)



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(foto Curva Sud)
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Carlone Presente !




Il Milan Club Seregno a Malaga per Malaga vs Milan 1-0
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Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 25 ottobre 2012
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dal sito www.gazzetta.it

QUESTO MILAN SA SOLO PERDERE. E ADESSO COSA SUCCEDE?
Primo k.o. in Champions a Malaga per i rossoneri che vengono puniti da Joaquin nella ripresa. Allegri rivoluziona la squadra, ma non serve a niente: la qualificazione agli ottavi però non è compromessa
MALAGA, 24 ottobre 2012 - Alla fine il Milan ingoia amaro ancora una volta. Sorride quando Joaquin sbaglia il rigore al 44', ma piomba di nuovo nell'incubo quando lo stesso non sbaglia al 64'. A nulla serve recriminare sui gol mancati nel finale da El Shaarawy e Mexes, anche se non sono mancati determinazione e coraggio. Alla fine viene premiato il bel Malaga, dominatore incontrastato del girone, con merito a punteggio pieno (9 punti). Il cammino in Champions non è a rischio, ma l'ennesimo stop peggiora lo stato di salute e piscologico della squadra che non riesce a rialzare la testa nonostante le mosse disperate di Allegri, sempre più prigioniero dei limiti della squadra, priva di qualità e carattere. Resta ora da capire cosa accadrà nella notte, nelle prossime ore, nonostante le assicurazioni di Galliani che non ha alcuna intenzione di esonerarlo. Il prolungamento dell'agonia è adesso assicurato dalla certezza di un ottavo di finale alla portata, grazie al secondo posto in classifica e al calendario che prevede a San Siro i ritorni contro gli spagnoli (al prossimo turno) e lo Zenit. Ma servirà ben altro atteggiamento per non toccare il fondo su tutti i fronti.
TRE, QUATTRO O CINQUE? - La rivoluzione di Allegri scoppia intorno alle 19.30, quando il tecnico annuncia che in difesa punta su Bonera, Mexes e, sorpresa, Acerbi. Non è tutto. Con De Sciglio, Montolivo e Ambrosini a centrocampo rilancia Constant, come il suo ex compagno al Chievo dati per scomparsi dopo timidi flash in campionato. Si può definire una sorta di 3-4-3 pronto a trasformarsi in un 5-3-2 in fase difensiva. Chiamarla svolta epocale è forse eccessivo, ma era da tempi di Zaccheroni che non si vedeva una difesa a tre. Malaga senza attaccanti di ruolo, ma molto offensivi, capaci di garantire mobilità e velocità; Izco in testa.
IL FARAONE SBAGLIA - E' sufficiente la partenza dei padroni di casa per tastare con mano la propensione al gol della squadra di Manuel Pellegrini. Manovra avvolgente a cui però il Milan oppone un'attenta difesa, che può contare sull'apporto di Constant e De Sciglio pronti a scalare in aiuto. La resistenza del Milan funziona, ma i rossoneri sbagliano a rintanarsi dietro, favorendo l'aggressione degli iberici. Eppure le palle gol più nitide sono di marca milanista: al 26', quando El Shaarawy e Pazzini arrivano in ritardo sulla palla crossata da De Sciglio e al 31', allorché Pazzini in contropiede lancia El Shaarawy, il cui piatto destro sfiora il palo alla sinistra di Caballero. La prima occasione degna di nota del Malaga è un piattone destro di Isco. Al 43' Proenca, evidentemente influenzato dall'assistente di porta Trigo, assegna un rigore molto dubbio. Lo batte Joaquin che però alza troppo la mira, graziando un Milan che non merita di andare sotto.
JOAQUIN NON PERDONA - La ripresa inizia sotto il diluvio e si sviluppa lungo uno scontato monologo che porta inevitabilmente al gol di Joaquin al 19'. I rossoneri giocano solo con il Farone in attacco, dichiarando ufficialmente di accontentarsi di un punto e il gol è la logica conseguenza di un atteggiamento troppo timoroso. I segnali li lancia Amelia superandosi spesso, ma che nulla può sul tocco di Iturra per Joaquin che colpisce il palo interno facendosi perdonare per il rigore fallito. Il Malaga potrebbe anche raddoppiare subito con lo straordinario Iturra, ma Amelia riesce a evitare il tracollo. Allegri inserisce Pato per Emanuelson; Pellegrini, Santa Cruz per Saviola. Ma il Milan non ci sta. Spinge con più ferocia, ma con poca lucidità. Il Malaga invece si fa furbo facendo girare molto la palla. La mossa di Allegri che toglie Acerbi per Bojan, per tornare così alla difesa a quattro, è un segno di resa sulle sue convinzioni. Ma resta l'amaro in bocca per le due incredibili occasioni capitate al Milan al 40': prima Caballero compie un miracolo sulla girata di sinistro di El Shaarawy e subito dopo è Demichelis a deviare il diagonale destinato in rete di Mexes. Il finale è un disperato tentativo, ma senza il furore atletico necessario. L'ennesima sconfitta arriva mentre l'ex Onyewu sostituisce Portillo in campo. Nemmeno il tempo di salutare i vecchi amici e Proenca fischia la fine. E ora tutti a Milanello; il ritiro continua. Resta da capire a quale scopo.
Gaetano De Stefano


dal sito www.milannews.it

AMELIA RISCATTA ROMA. EL SHAA, DUE ERRORI DECISIVI. ACERBI, DISATTENZIONE LETALE MA QUESTO MILAN NON TIRA IN PORTA
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Amelia 6,5: ha la forza mentale di lasciarsi alle spalle la partita e le critiche ricevute contro la Lazio. Attento nelle uscite si alte che basse. Si oppone a Isco e innervosisce Joaquin in occasione del rigore. Nel secondo tempo devia (anche se non visto dall’arbitro) un siluro di Eliseu. Incolpevole sul gol del Malaga.
Bonera 6,5: come Amelia ha la forza mentale di resettare tutto. Guida bene la difesa chiudendo laddove Mexes o Acerbi si fanno scappare qualcosa.
Mexes 5,5: primo tempo dignitoso dove tiene la posizione. Nella ripresa ha un paio di amnesie che potrebbero costare caro. Ha sul destro l’occasione del pari ma non trova i pali di Caballero.
Acerbi 5: sul voto pesa, inevitabilmente, l’errore sul gol del Malaga dove buca la chiusura su Joaquin. Nel primo tempo invece riesce a coprire bene la posizione. (dal 78’ Bojan 5: entra e non incide)
De Sciglio 6: nel primo tempo fa stare basso Eliseu e quando l’ex Lazio viene avanti, lo ferma con puntualità e precisione. Nella ripresa paga il grande lavoro fatto su tutta la fascia ma non subisce mai chi gli gravita in zona. Nemmeno Isco lo fa ammattire.
Montolivo 6,5: decisamente il migliore in campo. Con due giocatori come suoi scudieri rende al meglio. Imposta, cambia gioco e recupera un sacco di palloni. E’ più libero mentalmente ed è cresciuto anche a livello di condizione.
Ambrosini 5,5: non giocava da un mese e arriva stremato alla fine della partita. Nel secondo tempo va in difficoltà.
Constant 5: la sorpresa dell’ultimo minuto, dovrebbe comporre con El Shaarawy l’asse mancino della squadra. Non è praticamente pervenuto. Incredibile il rigore che Proença gli fischia contro la Champions è roba per altri giocatori. (dal 69’ Pato 5: a differenza dell’impatto avuto nel match con la Lazio, contro il Malaga non la becca quasi mai).
Emanuelson 5,5: va a fiammate. Quando si accende da la sensazione di poter far sempre qualcosa d’importante. Splendido l’assist per El Shaarawy che il Faraone non tramuta in gol ma è troppo poco.
Pazzini 5: come al solito corre tanto e arriva poco lucido nel suo territorio di caccia. Demichelis lo anticipa sempre nettamente e non la becca quasi mai.
El Shaarawy 5: ha sui suoi piedi le due occasioni migliori del Milan. Nel primo tempo non chiude bene l’angolo di tiro graziando Caballero. Nella ripresa si eclissa ma sbuca nel momento cruciale quando spara sul portiere argentino.
Allegri 5,5: il cambio al 3-5-2, nel primo tempo, gli da ragione ma non conclude in porta. Il problema è questo. Nella ripresa la squadra si abbassa e il cambio di Pato è sembrato un po’ tardivo.