dal sito www.gazzetta.it
OLIVERA RISPONDE A IBRA. IL MILAN FRENA A LECCE
Al Via del Mare finisce 1-1. I rossoneri faticano contro i salentini e passano nella ripresa con un gol splendido dello svedese. Ma a 8' dalla fine arriva lo splendido pareggio dell'uruguaiano. Ora le inseguitrici sono a 4 punti e anche l'Inter si avvicina
LECCE, 16 gennaio 2011 - Il Milan frena a Lecce. Al capolavoro di Ibrahinmovic risponde Olivera con altrettanta maestria. Per i salentini un punto da sballo. Per i rossoneri il secondo pari consecutivo che fa sorridere gli inseguitori e conferma una flessione nel gioco del Milan che concede agli avversari l'unica occasione da gol della partita. Cassano, inserito negli ultimi venti minuti, questa volta non decide; ancora di più Pato che dopo la doppietta all'Udinese finisce la sua gara nell'anonimato.
NESTA AL SUO POSTO - Se batti la Lazio non è un caso. Gigi De Canio lo sa, anche se mantiene il profilo basso evitando proclami, ma sogna di replicare con il Milan. All'ultimo momento fa due cambi: a centrocampo rinuncia a Giacomazzi e schiera Olivera, mentre in attacco accanto a Jeda, opportunamente ritirato dal mercato, propone un marpione dell'area di rigore come Di Michele. Allegri ritrova il monumento Nesta, ma non rinuncia a Bonera che sposta a sinistra lasciando fuori Antonini. A centrocampo ritrova Ambrosini e recupera Flamini. Consegna a Seedorf la bacchetta della regia e si affida in attacco a Pato e Ibrahimovic. Cassano è pronto in panchina, mentre Robinho è vittima dell'influenza.
LECCE ORGANIZZATO - Con l'obbligo di tornare alla base con tre punti, il canovaccio dei rossoneri è scontato, ma sin dall'inizio il Lecce fa capire quanto la vita sia dura al Via del Mare. La tattica di De Canio è evidente: quattro difensori supportati da quattro centrocampisti e due punte in attesa di aggiornamenti. Il tecnico lucano chiede organizzazione e prega i suoi di giocarsela con molta calma. Il Milan dal canto suo fatica a velocizzare la manovra, mentre il Lecce fa della profondità la sua arma migliore. Ne risulta così una partita poco gradevole dove l'impotenza dei rossoneri appare evidente. Ingabbiati dai salentini, i primi della classe non riescono a decollare, e imbastire manove offensive è maledettamente complicato. Il gioco non è fluido e gli uomini simbolo non incidono. Merito del Lecce che però alla mezzora rallenta e retrocede di parecchi metri, soffrendo di più il pressing rossonero.
IBRA ISOLATO MA SEMPRE PRONTO - Il Milan cerca di cavalcare l'onda, ma è costretto a cercare la conclusione dalla distanza. Arruginito e poco lucido, si fa inchiodare e fa imbestialire Allegri. Il tecnico perde la pazienza e chiede a gran voce maggiore profondità. Ma servirebbe un Seedorf più preciso e continuo e un Ibra meno isolato in avanti. Ma quando allo svedese capita la la palla buona sono dolori. Al 43', infatti, Zlatan irrompe in area e al momento del tiro, che parrebbe trasformarsi in gol, a salvare la patria ci pensa Tomovic con una grande deviazione. E' l'unica azione degna di nota di un primo tempo che non passerà alla storia, come il Milan che va dritto negli spogliatoi carico di perplessità. E anche di nervosismo: con Gattuso che ha qualcosa da ridire al "molle" Pato e Seedorf che fa da paciere.
IBRACADABRA - La partenza nella ripresa fa capire chiaramente che Allegri negli spogliatoi non le ha mandate a dire. Più ritmo e soprattutto più convinzione che al 4' si trasformano nel gol capolavoro di Ibrahimovic. Lo svedesone recupera palla e da 25 metri tra due avversari vede Rosati fuori dalla porta e lo infila sotto la traversa. De Canio corre subito ai ripari: dentro Giacomazzi fuori Grossmuller. Seedorf in un eccesso di altruismo invece di infilare il 2-0 lascia allo stralunato Pato che viene anticipato e nel contropiede per poco Giacomazzi non pareggia. Confusione nell'area rossonera e palla morbida dell'uruguaiano che Amelia smanaccia evitando il gol.
REPLICA OLIVERA - La reazione del Lecce è veemente. Mette sotto il MIlan sfruttando la sua velocità. Il Milan si difende con le unghie e si scatena in contropiede. I giallorossi ci provano anche con Corvia che prende il posto di Jeda, mentre Allegri risponde con Cassano, il cui processo di recupero prevede per ora una ventina di minuti a partita. Il barese sostituisce l'evanescente Pato, innescando immediatamente un dialogo con Ibra. Ma è il Lecce, con un Piatti in più (fuori Vives) a impressionare con una manovra costante, che esalta il lato operaio del carattere rossonero. Il calcio però è strano, perché l'errore decisivo lo commette chi dovrebbe garantire più sicurezza, tra l'altro nell'unica vera occasione capitata ai padroni di casa. Accade a Nesta che prima devia un tiro di Di Michele sul palo e poi si dimentica di Oliveira (Allegri parlerà di errore di Gattuso e di squadra): di collo pieno infila l'1-1. Il Milan annichilito cerca il guizzo nel recupero e Cassano per due volte innesca Ibra, ma non c'è il bis della magia. E ora chi insegue spera.
Gaetano De Stefano
dal sito www.milannews.it
IBRA: UN GIOIELLO BUTTATO VIA. TROPPI PRESENTI ASSENTI, E UN ALTRO REGALO...
LE PAGELLE di Francesco Somma
Amelia 6: Salva da distanza ravvicinata su Giacomazzi, è incolpevole sulla girata di Olivera, ma può fare molto di più sulle palle alte
Abate 6,5: Beneficiando delle insufficienze dei colleghi, ma soprattutto mettendoci tanto di suo, risulta il migliore tra i difensori. Attento in difesa, propositivo come non mai in attacco, è insieme ad Ibra il più pericoloso
Nesta 5: Impiega 15 lunghi minuti per prendere le misure alla gara, sembra tornato sui suoi standard, invece si appanna un po’ alla volta, fallendo disimpegni ed appoggi inaspettati e, alla lunga, gravi
Thiago Silva 5: Irriconoscibile, al pari del collega centrale…
Bonera 5,5: Può giocare in tutti i ruoli del reparto arretrato, ma stasera gli tocca quello che probabilmente più di tutti gli sta in odio. Si limita a prestare attenzione alle velleitarie folate offensive dei salentini
Gattuso 5,5: Un vistoso passo indietro rispetto alla prestazione di domenica scorsa. Va vicino al gol nel primo tempo, è il più presente a centrocampo, ma confeziona troppi passaggi a vuoto
Ambrosini 5,5: Riconquista un pallone, ne perde due, e alla fine i conti non gli tornano. In costante difficoltà contro i non irresistibili dirimpettai giallorossi
Flamini 5,5: Come Bonera, si ritrova spesso tra i piedi palloni perfetti per un mancino; voglioso e determinato nel primo tempo, tira i remi in barca e scompare nella ripresa (93’Yepes: sv)
Seedorf 5,5: Sotto il profilo del dinamismo e della presenza, siamo sugli standard di una settimana fa: da un uno come lui è impossibile non aspettarsi molto, ma molto di più…
Pato 4,5: Resta in campo per 72’, girovagando tra fascia destra e fascia sinistra, nella vana attesa (ricerca sarebbe un termine troppo impegnativo) di un guizzo, di una triangolazione, di un tiro da fuori. Invece niente…(72’ Cassano 5,5: Non riesce a risultare decisivo e il clima non lo aiuta, ma una cosa è certa: lui e Ibra si cercano e si trovano ad occhi chiusi)
Ibrahimovic 7: Il voto non va solo al colpo di genio che per qualche minuto ha redento tutta la squadra dalla superbia (costata poi cara), ma anche al fatto che – pur sbagliando un bel po’ – lo svedese gioca come sempre da attaccante: corre, punta, sgomita, cerca lo spazio per tirare, tira, e segna…
Allegri 5,5: Il pari contro l’Udinese è stato tutta un’altra storia, soprattutto perché maturato contro un avversario quantomeno all’altezza dal primo all’ultimo minuto. Il Milan ha fatto poco per vincere, ancora meno per conservare intatto il gioiello di Ibra. 5 punti in tre partite, di cui 3 maturati in extremis e in seguito ad una prova tutt’altro che esaltante. Che fine ha fatto il Milan del 2010? |