dal sito www.gazzetta.it
CHE CESENA! 2-0 AL MILAN. E IBRA SBAGLIA UN RIGORE
Prima vittoria per i romagnoli: Bogdani e Giaccherini segnano nel primo tempo, poi i rossoneri provano a recuperare con le quattro punte ma non creano mai pericoli. Annullati due gol a Pato, Ronaldinho irriconoscibile, per Robinho esordio incolore. Nel finale lo svedese colpisce un palo dal dischetto
CESENA, 11 settembre 2010 - Diciannove anni e tre mesi. Hanno aspettato così tanto. L’hanno accarezzata e sognata ed è arrivata. In una tiepida notte di settembre, Allegri dixit, il Milan esce con le ossa rotte dal Dino Manuzzi, subendo una lezione di calcio dal Cesena che vince 2-0 annientando i propositi di goleada e samba.
GRUPPO E SACRIFICIO - Diciannove anni dopo l’ultima retrocessione, 19 anni dopo la sconfitta firmata Marco Van Basten, Bogdani e Giaccherini scrivono una pagina storica e sorpassano addirittura in classifica i rossoneri. La mossa era tanto attesa: Ibra dal primo minuto per sbaragliare il mondo ma che galleggia tra undici eroi e al 41’ tira sul palo un rigore da timida rimonta. Lo svedese nel tridente con Pato e Ronaldinho. Chiedere anche Robinho sarebbe troppo per non creare squilibri fra i reparti. Ma il tridente lo ha impugnato anche Ficcadenti: Schelotto, Bogdani e Giaccherini; gente tosta. Di contorno un gruppo compatto e votato al sacrificio. Un tutti per uno amalgamato e forte.
FATTORE SORPRESA - Allegri lo sa e invita il Milan a non perdere mai l’attenzione, perché i romagnoli vanno via come palline di flipper. Il Milan si dimena dentro spazi stretti, perché il Cesena è abile a chiuderli e ripartire a velocità sostenuta. E’ evidente che il fattore sorpresa, quello messo sul piatto dal Cesena, giochi un brutto scherzo ai rossoneri che annaspano e giocano a intermittenza.
LA FAME DEL CESENA - Ma al 7’ Dinho apre una breccia e su passaggio perfetto di Bonera obbliga Antonioli alla grande deviazione in angolo con un tiro da posizione defilata. Ma il Cesena risponde alla grande. La difesa rossonera balbetta e ci deve pensare Abbiati a smanacciare con Giaccherini in agguato. All’11’ è Thiago Silva ad alzare troppo di testa nell’area piccola. Botta e riposta, perché Bogdani ribadisce più o meno allo stesso modo. Le raccomandazioni di Ficcadenti? Pressing e cattiveria. In più la fame atavica fa fare cose impensabili. Quelli del Cesena sono così affamati da mettere in affanno l’elegante struttura del Milan che scricchiola e fa imbestialire Allegri.
INIZIA LA FESTA - Dalla cintura in su, poi, le marcature non permettono ai piedi buoni di liberarsi dalle catene. Pato non trova i tempi giusti, mentre Ibra soffre i mastini bianconeri attaccati alle calcagna. Allegri prova così a spostare Pato in mezzo al tridente e Zlatan a destra; prove tecniche di trasmissione che portano al gol del brasiliano annullato al 24’ per un fuorigioco dubbio. Al 28’ Ibra manca la zampata davanti alla porta, dopo l’uscita a vuoto di Antonioli. Un guizzo che Bogdani invece non sbaglia. E’ il 31’ quando Schelotto disegna una traiettoria perfetta per lo spilungone albanese che trova l’angolo giusto di testa e fa esplodere il Manuzzi e mezza Romagna.
CONTROPIEDE - La reazione del Milan è confusa e poco convincente, mentre il Cesena rifiata, fa il pieno e riparte con una precisione chirurgica e dolorosa. Al 44’ dopo un giochetto inutile di Ibra, Appiah recupera palla e lancia Bogdani. Giaccherini a sinistra capisce tutto e schizza verso Abbiati. La palla arriva al momento giusto e il diagonale a destra è strepitoso: 2-0. Roba da stendere un toro che non è in grado di fare filtro e che mette in evidenza la mancanza muscoli a centrocampo e sicurezza in difesa.
OSSA ROTTE - Riaffiorano frasi note. Di quelle che sembrano “fatte”. Del tipo: sacrificio, correre, raddoppiare, garantire la fase difensiva che però perde Thiago Silva, bloccato da un infortunio muscolare. Il tecnico inserisce Abate a destra e sposta Bonera al centro. Chiede un pressing più attento alla squadra che però manca di lucidità. Al 7’ Pato segna ancora, ma Russo non concede il gol.
CESENA IMMENSO - Il Cesena invece gioca con una tranquillità britannica: anticipi, rinvii, tutto il dizionario del calcio alla pagina “controllo e gestione della partita”. Nello scenario così surreale, in cui il Milan fatica a tirare in porta, Robinho prende il posto di Ronaldinho, sognando chissà quali rimonte. Ma c’è da registrare solo un bolide di Ibra poco sopra la traversa al 19’, poco prima dell’ingresso di Inzaghi per Gattuso. Pippo accende subito la corrente, preferendo agli scambi leziosi la ricerca del gol. Ma non basta. Così come è inutile l’assalto finale. Anzi, è il Cesena a sbaragliare il Milan mettendolo sotto e sfiorando a ripetizione il 3-0, evitato da Abbiati. Troppo perfetta questa magica notte romagnola per cambiare suoni e colori. Perché è scritto. Come quel palo che respinge il rigore di Ibra. Il Cesena trionfa. Il Milan? Tutto da rivedere.
Gaetano De Stefano
dal sito www.milannews.it
IL DIAVOLO STELLARE TORNA SULLA TERRA. CHE BOTTA!
LE PAGELLE di Francesco Somma
Abbiati 4,5: Il gol di Bogdani arriva da distanza ravvicinata, quello di Giaccherini da lontano. Il fattore comune tra le due segnature è la superficialità dell’estremo difensore rossonero che – recidivo – fa meno di quello che avrebbe potuto. Più insufficiente di così…
Bonera 5: Gli capita un brutto cliente, Giaccherini. Ci capisce molto poco nel primo tempo, soprattutto perché ha un passo diverso dal cesenate e, a lungo andare, inadatto
Sokratis 4: Delle due l’una: o Bogdani è destinato ad insidiare Sneijder, Milito e Iniesta per la conquista del Pallone d’Oro, o lui è la peggior riserva possibile a Nesta e Thiago Silva. Perde l’albanese in occasione dei due gol, così come in tutti gli altri confronti
Thiago Silva 5,5: Gioca 45’ e non riesce a blindare un reparto che, proprio nel primo tempo, imbarca troppa acqua. Sfiora la rete sugli sviluppi di un corner (45’ Abate 6: Prova ad offrire una ulteriore soluzione offensiva sulla destra, ma invano)
Antonini 5,5: Schelotto e Ceccarelli hanno corsa ed entusiasmo da vendere: ce la mette tutta per rispondere colpo su colpa, risultando alla fine, tra tutti i difensori schierati stasera, il più in palla
Gattuso 5,5: L’impegno e la dedizione sono quelli che lo contraddistinguono, solo che un mediano di rottura, per quanta voglia e tenacia possa impiegare, non può fare la differenza, creando occasioni da gol sulla trequarti avversaria (64’ Inzaghi 6: Si procura il penalty sciupato da Ibrahimovic)
Pirlo 5,5: Tenere in piedi l’orchestra nelle condizioni di questa sera, non sarebbe stato compito facile per nessuno. Riesce a non sfigurare e a restare a galla finché può, ma non trova l’invenzione sperata
Ambrosini 5,5: Russo gli mette la museruola molto presto, ammonendolo in occasione di un duro scontro di gioco con Ceccarelli, e richiamandolo alla prima occasione propizia. Soprattutto nel primo tempo, si propone con generosità in area di rigore ma, come quasi tutti, fa almeno un passo indietro rispetto all’esordio contro il Lecce
Pato 6,5: Del decantato quartetto stellare è apparso di gran lunga il più alieno. Con Nagatomo dà vita a tanti duelli avvincenti: per arginarlo – più con le cattive che con le buone – il giapponese è costretto agli straordinari. Segna due gol belli quanto regolari ed inspiegabilmente annullati
Ibrahimovic 5,5: La facilità con cui tocca la palla e la sicurezza con la quale la difende, sono da stropicciarsi gli occhi. Il rigore che si stampa sul palo è da mangiarsi le mani. Speriamo coincida con una vittoria, ma per ora l’Ibra Show è rimandato
Ronaldinho 5: Robinho gioca meno di lui, eppure gioca più di lui. Purtroppo il sorriso rossonero a Cesena non ha brillato, offuscato dalla grinta e dall’entusiasmo degli uomini di Ficcadenti. La regressione più evidente è sua. (Robinho 5,5: Entra in campo in un momento cruciale, ed anche se mancano le giocate decisive, la gamba, in compenso, c’è)
Allegri 5: Senza Thiago e Nesta (soprattutto il secondo) la difesa va in bambola. Una domanda: dal momento che Gattuso – che in teoria avrebbe dovuto coprire – ha giocato quasi da trequartista, non sarebbe stato il caso di schierare direttamente Robinho, in modo da ottenere qualcosa (parecchio) in più in fase offensiva? |