dal sito www.gazzetta.it
PIZARRO RIMONTA IL MILAN. AMARO 2-2 E ADDIO COPPA
I rossoneri chiudono il primo tempo avanti 2-0 grazie alle reti di Pirlo su rigore e Pato, ma i tedeschi, pericolosi per tutta la partita, sfruttano la doppietta del centravanti peruviano per qualificarsi agli ottavi di finale
MILANO, 26 febbraio 2009 - Non era la Champions League, ma Carlo Ancelotti ha provato a crederci: l'idea di portarsi a casa anche la Coppa Uefa cominciava a diventare un pensiero dominante. Ma anche in una competizione minore, occorrono mentalità e muscoli, due qualità che al Milan sono mancate nel ritorno contro il Werder Brema, bravo a crederci fino in fondo, dopo avere rimontato nella ripresa i gol di Pirlo e Pato. A Pizarro la palma del migliore: una doppietta che elimina i rossoneri già ai sedicesimi. Da una parte l'impresa, dall'altra l'umiliazione.
TORNA PATO - Ancelotti al Werder oppone il meglio del momento; soprattutto il ritrovato Pato al fianco di Inzaghi, con Seedorf suggeritore. C'è anche Beckham al suo esordio europeo, e in difesa, a fare coppia con Maldini, tocca a Senderos. Il Werder vive sulle invenzioni di Diego, ma Thomas Schaaf confida anche sull'esperienza di Frings, leader del centrocampo.
TIRO LIBERO - Quando Pizarro conclude a lato dal limite sono passati 90 secondi circa; 3' e 33" quando ci prova Tziolis; 5'31" Diego, 8'38" ancora Pizarro (parata plastica di Dida). Come dire, minima resistenza, massimo affondo. Al Werder, che non è il Flamengo, sono sufficienti tre passaggi di prima per avere la meglio della difesa di casa. Segnali evidenti di un atteggiamento offensivo, a cui il Milan sembra dar poco credito, ma anche delle solite sbavature rese meno evidenti dalla mediocrità dell'avversario. In ogni caso servono 14' e 22" per assistere alla prima sortita del Milan. La firma Pato, il motivo ricorrente della serata. Il ragazzino si invola, dribbla che è una bellezza e ottiene un angolo. Suo il cross dalla bandierina per il colpo di testa di Senderos che si perde a lato. E' un timido squillo nella notte, ma comunque prove di cinismo che risaltano fra le occasioni sprecate dai tedeschi. La difesa del Milan mostra di avere il fiatone sul pressing di Diego e Pizarro ed è spesso l'esperienza a fare la differenza come al 19', quando Zambrotta si immola sul granitico Almeida e a seguire Naldo non riesce a concludere a rete per un'entrata energica di Ambosini che i tedeschi considerano molto fallosa.
INCANTO PATO - Ma nel Milan c'è Pato: impetuoso e imprevedibile. Al 24' il brasiliano impressiona per la sua percussione; inevitabile il fallo di Fritz al limite dell'area. Beckham si incarica della punizione e sulla traiettoria Frings ci mette le mani: è rigore. Lo batte e lo realizza Pirlo e il Werder ingoia il boccone. Che diventa amaro al 33', allorché Pato taglia in due la difesa tedesca e infila sotto la traversa dal limite un bolide imprendibile di rara bellezza. Il 2-0 fa a pugni con la realtà, perché la squadra di Shaaf continua a fallire occasioni incredibili sotto porta: tra il 37' e il 42', quando Dida respinge a piene mani un colpo di testa di Mertesacker e neutralizza i tentativi di Tziolis e Almeida, lasciati soli senza una spiegazione dalla superficiale difesa rossonera.
IL SOLITO GOL - La ripresa diventa subito tema di assedio per il Werder che tenta un'improbabile rimonta. Tempi duri per la retroguardia del Milan che però può contare anche sui muscoli de Flamini, subentrato al 9' all'acciaccato Seedorf. Al 17' Schaaf toglie Almeida per Ronseberg; Ancelotti, Inzaghi per Shevchenko. Ronseberg apre spazi e complica la vita al Milan che si inguaia al 23' con il famigerato gol subito da palla inattiva. Punizione di Diego e inzuccata di Pizarro che vola dieci spanne più in alto di Favalli.
FINALE DA POLLI - Inizia così l'inevitabile finale per cuori forti. Ancelotti, che non è nato ieri, rimpolpa la difesa con Jankulovski, che rileva Favalli. Ma il Werder, a differenza del primo tempo, sa di avere preso in mano la partita perché il Milan non c'è più. E al 34' diventa facilissimo per Pizarro fare il bis di testa, gabbando Maldini e il goffo Dida. E' il 2-2 che qualifica il Werder Brema. Meritatamente.
Gaetano De Stefano
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE
Dida 5 - Pesa inevitabilmente come un macigno l'uscita a farfalle sul secondo gol: è altrettanto vero che due-tre parate fino a quel momento avevano permesso di evitare il vantaggio dei tedeschi.
Zambrotta 6 - Uno dei pochi a salvarsi nella desolante serata di San Siro: almeno lotta fino in fondo, anche se non sempre questo basta.
Favalli 4.5 - Si perde Pizarro sul primo gol come un dilettante: anche se l'accoppiamento, va detto, è infelice all'origine.
Maldini 5 - Impresentabile sul secondo gol tedesco.
Senderos 5 - Una sciagura, fa temere ad ogni pallone: ma ormai non è più una novità.
Beckham 5.5 - Tanto cuore, ma partita ampiamente sotto i suoi standard per David.
Pirlo 5 - Tanti, troppi palloni persi a centrocampo.
Ambrosini 5.5 - Lì in mezzo, il Werder va via come, dove e quando vuole.
Seedorf 6 - Fino all'infortunio, dà l'apporto necessario, ovvero il minimo considerando il risultato felice.
dal 52' Flamini 5 - Non aiuta minimamente a fare filtro.
Inzaghi 6 - Come per Seedorf, difficile penalizzare un giocatore uscito sul 2-0
dal 61' Shevchenko 5 - Inguardabile, nonostante fosse il più fresco perde decine di palloni: assolutamente inadatto a questa causa.
Pato 7.5 - Un premio per il piccolo Papero, unica luce nel buio: forza Alexandre, almeno tu rendici meno amaro questi ultimi mesi di agonia.
Ancelotti 4 - Dopo Dortmund, La Coruna e Istanbul, un'altra brutta figura europea da aggiungere: certo i successi, ma per giustizia bisogna pesare entrambe le cose. L'insofferenza di San Siro dopo stasera è quanto mai meritata.
COMMENTO A CURA DI FRANCO BOVAIO, GIORNALISTA DE "IL TEMPO"
COPPA UEFA: MILAN, UDINESE, FIORENTINA E SAMPDORIA
Incredibile! Delle quattro italiane impegnate in Uefa ne passa solo una, l'Udinese, che batte 2-1 i modesti polacchi del Lech Poznan dopo il 2-2 strappato in casa loro. Tutte fuori le altre, ma l'eliminazione più dura da sopportare è quella del Milan, che era tra le favorite per la conquista della Coppa. Invece il suo declino è sancito dalla vitalità di un Werder che non si dà mai per vinto. Al di là dei meriti dei tedeschi, però, ormai tutti si chiedono cosa stia succedendo al Milan, che va fuori dalla Coppa quando il più sembrava fatto. Dopo l'1-1 dell'andata i rossoneri si erano trovati a condurre il ritorno in casa per 2-0 in virtù del rigore di Pirlo (mani di Frings in barriera su punizione di Beckham) e di un gol strepitoso di Pato, ma non è bastato. I tedeschi ci hanno sempre creduto e nella ripresa sono riusciti nell'impresa di pareggiare i conti ed eliminare una delle favorite del torneo. Decisiva la doppietta di testa di Pizarro e le amnesie della retroguardia milanista, che se lo è perso in entrambe le occasioni. Al di là del punteggio, però, va detto che il Werder ha giocato decisamente meglio, tanto che alla fine si contano una quindicina di tiri in porta dei tedeschi contro una manciata dei milanesi. Segno che qualcosa nel Milan si è inceppato e l'eliminazione di ieri sarà dura da sopportare. La panchina di Ancelotti traballa. Fuori anche la Fiorentina, che ad Amsterdam spera nei supplementari grazie al gol con cui Gilardino pareggia lo 0-1 dell'andata al 61' ma che, poi, deve arrendersi all'88' all'1-1 di Leonardo. Nelle ultime tre giornate di campionato i viola l'avevano sempre scampata in extremis, stavolta il finale li ha puniti. Dopo la sconfitta casalinga dell'andata la Sampdoria ha perso anche in Ucraina ed è stata eliminata dal Metalist. Le reti sono di Valyayev (30') e Jajà su punizione (40'). L'unica che passa il turno è l'Udinese, che al Friuli va sotto per un gol di Rengifo (12') e recupera con Pepe al 57' e Di Natale allo scadere. Magra consolazione, tra la Champions e la Uefa questa settimana ha detto che il nostro calcio è in declino rispetto a quello del resto d'Europa. Non resta che sperare che il ritorno degli ottavi di Champions ci sia favorevole. |