dal sito www.gazzetta.it
RONALDINHO FA VOLARE IL MILAN
I rossoneri battono 3-0 la Sampdoria che resiste all'insegna del bel gioco per un'ora, fino al rigore (discusso) trasformato dal brasiliano che raddoppia dopo un duetto con Kakà. Di Inzaghi la terza rete. Blucerchiati in dieci dal 55' per l'espulsione di Lucchini
MILANO, 19 ottobre 2008 - Un'ora di oblio. Inspiegabile quanto insopportabile. Una Sampdoria brillante, ordinata e cocciuta. Una grande occasione per Cassano sventata da Abbiati, poi il vento che cambia il destino: un rigore discusso con conseguente espulsione di Lucchini, la trasformazione di Ronaldinho che bissa dopo un duetto con Kakà, lanciato nella ripresa. Ci pensa Inzaghi al 90' a fissare il risultato.
SENZA KAKA' - "Mister non me la sento" aveva detto questa mattina Kakà ad Ancelotti. Così il tecnico decide di schierare Ronaldinho alle spalle di Borriello e Pato. Scambio tra fantasisti brasiliani rischioso, ma affidabile secondo il tecnico che sostituisce Gattuso con Flamini. E la panchina? Da sballo: con Kakà ecco Nesta. Ma anche Favalli, Inzaghi, Emerson e Shevchenko. Cosa darebbe Mazzarri per averne almeno uno. Lui, senza Palombo, si difende con un 3-5-1-1 dove il suo brasiliano Antonio Cassano gioca avanzato rispetto a Delvecchio.
CASSANO - Ti aspetti bollicine rossonere e invece è bella Samp. Contribuiscono l'esasperante lentezza del Milan, stucchevole quando rumina gioco con decine di passaggi inutili; la posizione di Ronaldinho che in mezzo ci sta come il cavolo a merenda, la debolezza del centrocampo, già orfano di Pirlo e Gattuso, e con un Seedorf opaco e confuso. Proprio una bella Samp, capace di gestire il gioco, impedire al Milan di ragionare e di iscrivere sul tabellino l'unica vera occasione da gol. Capita a Cassano che penetra in area con un colpo di genio impegna duramente Abbiati con un diagonale.
OPACHI - Il Milan cincischia. Con ruggiti da coniglio rende tutto prevedibile e facilmente assimilabile. I blucerchiati fanno muro e ripartono. Tutto fila liscio. Dalla difesa, dove Lucchini è un gigante, al centrocampo, dove Sammarco, Padalino e Pieri creano superiorità numerica. Senza parlare poi di Cassano e Delvecchio che minano la tranquillità nella difesa del Milan, sorretta da Bonera e Maldini. E Dinho? Intermittente, mentre Borriello è blindato e Pato non è lucido come dovrebbe. Il solito déjà-vu. Insomma, cercasi Kakà disperatamente. Soluzione che nella ripresa Ancelotti applica dal primo minuto. A restare negli spogliatoi è Pato.
CAMBIA IL VENTO - Kakà ha il pregio di regalare ritmo alla squadra e non è un caso se dopo pochi secondi sfiori di testa il vantaggio. C'è più Milan; è innegabile. Ma non è certo quello spettacolare pensato ad Ancelotti nella vigilia. A dare una svolta è l'arbitro Damato che assegna un rigore ai rossoneri per un fallo di mano del già ammonito Lucchini. Decisione eccessiva. Tant'è che si presenta Ronaldinho a battere dal dischetto e trasformare. Mazzarri, furioso e disperato, è costretto a cambiare Padalino con Stankevcius e affidarsi al carattere dei suoi ragazzi che pur in inferiorità numerica danno del filo da torcere al Milan. Ci pensa Kakà a scrollare definitivamente i rossoneri chiamando Ronaldinho a duettare. Magie che si accavallano, fino al diagonale chirurgico del Gaucho che batte Castellazzi. E' il calcio crudele che punisce eccessivamente la Samp, in gara per sessanta minuti. C'è spazio anche per Emerson e Inzaghi (fuori Seedorf e Borriello), mentre Mazzarri cerca miracoli con Bellucci e Bonazzoli (Ziegler e Cassano out). Ma la Samp non ne ha più. Ne approfitta il Milan che va in gol con "highlander" Inzaghi. Pippo evita Castellazzi su tocco di Ambrosini e fissa sul 3-0.
Gaetano De Stefano
ANCELOTTI: "ABBIAMO PIÙ EQUILIBRIO"
19 ottobre 2008 - "Il 3-0 di oggi è un risultato condizionato dall'uomo in meno della Sampdoria, è diventato più rotondo per gli spazi che si sono creati dopo che i nostri avversari sono rimasti in dieci". Così l'allenatore milanista Carlo Ancelotti ha commentato, ai microfoni, il successo odierno contro i blucerchiati. "Contro la Samp - aggiunge il tecnico rossonero - abbiamo incontrato le solite difficoltà. La differenza è che adesso riusciamo a mantenere più equilibrio, a giocare con maggiore attenzione e quindi a fare punti. Il rigore? La mano di Lucchini è larga, l'arbitro ha scelto lo stesso metro usato con Flamini che, nel primo tempo, era stato ammonito per un mani a centrocampo. Ronaldinho? Cresce la sua condizione, sta lavorando, sta diventando un giocatore importante per noi". Sulle voci di una mega-offerta dello Zenit San Pietroburgo (10 milioni di euro d'ingaggio), Ancelotti taglia corto: "È facile dire di no a un'offerta che non è vera. In sette anni che sono qui, molto cose sono state inventate sul mio conto. San Pietroburgo è una città bellissima, che io ho già esplorato, perché qualche anno fa ci abbiamo giocato, ma per ora si sta bene qua".
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Ronaldinho 6,5 In attesa del samba, è ancora e sempre fermo al "ballo della mattonella", inteso come movimento blando alle spalle delle punte. E' altrettanto vero che ogni tanto dalla sua zolla viene scartato qualche cioccolatino che il bambino Pato, in vena di capricci, rifiuta. Nella ripresa, viene chiamato a tirare un rigore che pesa quintali: chirurgico, e ci mancherebbe altro. Poi, costruisce insieme a Kakà il 2-0: scattano insieme, viene sorpassato come una Force India, ma è puntualissimo e preciso all'appuntamento con il sinistro. E alla giornata 7, è il capocannoniere della stagione milanista.
Pato 5 Fresco di parrucchiere e di trasferta sudamericana, parte sgommando e sembra potere recitare la parte del bastone della vecchiaia Milan. Invece ben presto i suoi scatti diventano fini a se stessi e servono solo a creare una gran confusione. Persino l'allegro Ronaldinho lo manda a quel paese all'ennesimo movimento sballato. Ancelotti non se lo fa dire due volte: fuori all'intervallo
Seedorf 5 E' una di quelle domeniche lì, quelle in cui prevale il "dark side" del Professor Clarence: prima problemi a una coscia (in realtà causati da un sospensorio), quindi con i compagni, poi con l'arbitro con cui bisticcia nell'intervallo. E in tutto questo, il fosforo necessario a irrorare le manovre milaniste va cercato altrove.
Kakà 7 Alle ore quattro di domenica notte, girava per le stanze di Milanello vittima del jet-lag. Forse anche per questo, Ancelotti decide inizialmente di preservarlo e di lasciare agli altri il compito di svangarla: come non detto, i soci di Ricky, a differenza sua, continuano a dormire della grossa. Entra il Pallone d'Oro e apre nella cittadella blucerchiata la breccia in cui si infilano Ronaldinho e tutti gli altri. Decisivo? Nooooooo....
Padalino 6,5 Mazzarri e il popolo doriano incrocino le dita, ma a San Siro si è intravisto un giocatore che potrebbe riempire il buco, anzi, la voragine aperta dalla partenza di Maggio. Difesa e attacco, attacco e difesa, inserimenti al centro quando Cassano si sposta sui lati. Se pian piano impara a vedere la porta e fare le scelte giuste, ci siamo
Cassano 6,5 Oltre a condire la partita con le solite spezie (acqua schizzata al quarto uomo, siparietti vari con l'altro simpaticone Ronaldinho, ammonizione per proteste dopo lo 0-2), interpreta il suo ruolo di punta tuttofare con impegno e dedizione regalando anche qualche giocata scintillante, come quella che in avvio libera verso il gol Sammarco. Nota a margine dedicata a qualche milanista un po' indolente: ha corso in continuazione. |