dal sito www.gazzetta.it
IL GENOA CERTIFICA LA CRISI. MILAN ANCORA A ZERO PUNTI
Rossoblù incontenibili a Marassi dove battono 2-0 i rossoneri ormai in caduta libera. Apre le marcature Sculli nel primo tempo su assist di Milito che, al 91', raddoppia su rigore. Galliani prima della sfida esclude l'esonero di Ancelotti
GENOVA, 14 settembre 2008 - Il Genoa insorge contro il potere dei Palloni d'oro e con una partita da incorniciare affonda il Milan. A Marassi finisce 2-0. Sculli nel primo tempo, Milito su rigore nel recupero. La riscossa? Rimandata. Questa è crisi, inutile nascondersi dietro a piccole frasi e scuse tattiche. Tutto rimandato, gol di Ronaldinho e Sheva compresi. La storia ci racconta che quella lucina lì in fondo alla classifica è il Milan: a zero punti, come il Cagliari. E i rossoblù? Nella magia del Luigi Ferraris dettano legge gettando i rossoneri nel panico.
PALLONI D'ORO E TRIDENTI - Adriano Galliani di licenziamenti non ne vuol sentire parlare. Via la spada di Damocle sulla testa di Carlo Ancelotti che può stare tranquillo. Convinto, tra l'altro, che dai suoi ragazzi avrebbe avuto la giusta reazione. Ma andiamo per gradi. La riscossa parte dalla difesa dove il tecnico si affida all'esperienza di Zambrotta, Bonera, Maldini e Favalli. In attacco, invece, è festa e nella sagra del Pallone d'oro ecco allineati Kakà, Ronaldinho e Shevchenko. Umilmente Gasperini si affida al suo inossidabile 3-4-3. Tutto confermato e poi quel tridente con Milito tra Sculli e Gasbarroni.
SCULLI NON PERDONA - Pronti via e Ronaldinho prova a spaventare Marassi. Ma è un lampo. Il Genoa parte prudente, ma piano piano, caricato dal deliriro dei tifosi lancia la sfida e mette in crisi il Milan. La difesa rossoneri ribatte colpo su colpo, pagando in prima persona la mancanza di un filtro decisivo a centrocampo dove Flamini è il vero totem. In ripartenza, poi, tutto diventa prevedibile. Ronaldinho è giù e Sheva, costante punto di riferimento, è assediato dalla doppia marcatura. Kakà cerca il guizzo partendo da lontano, ma si scontra con il muro ligure e quando riesce ad aprire una breccia getta al vento con la lingua a penzoloni. Insomma, poco o niente. Mentre il Genoa sale di tono e al 30' passa. Che giocata Milito. Il Principe beffa tutti, Maldini compreso che si fa gabbare in area dall'argentino: rocco perfetto per Sculli che trova la luce alla destra di Abbiati. Ancelotti decide di rivoluzione l'assetto difensivo: bastano tre uomini, così Zambrotta ha la licenza di avanzare a centrocampo. Milito intanto sfiora il raddoppio con un diagonale maligno, in un gioco di squadra dove lo smagliante Gasbarroni fa davvero la differenza.
CROLLO - Servirebbe un colpo di frusta. Ancelotti medita negli spogliatoi e dopo il riposo gioca due carte. Fuori Ronaldinho e Sheva, dentro Seedorf e l'ex Borriello. Teoria che fatica a decollare, perché il Genoa esibisce carattere e gioco e un'organizzazione difensiva di rara efficacia. Come Ferrari, implacabile nella marcatura su Borriello che ci prova come ai vecchi tempi in rossoblù. Gasperini, che in teoria dovrebbe corprirsi, cambia Mesto con Marco Rossi: più spinta insomma; come dire, ragazzi chiudete la partita. E Sculli potrebbe farlo. Innescato dall'intelligenza di Gasbarroni, il calabrese irrompe in area ma deve fare i conti con un super Abbiati. Nel dietrofront Borriello ha la palla del pari sul piede, ma Rubinho dice no. Ma è Genoa; è frenesia pura. Gasbarroni si diverte, supera Abbiati e mette in mezzo a porta vuota. Zambrotta salva. Sfilacciato e impotente il Milan cerca di rianimarsi con Pato che Ancelotti inserisce al posto di Flamini. Il "papero" ci prova subito di testa;: fuori di poco. Pato sfiora ancora e poi anche Ambrosini. Ma non ce n'è. Non c'è più il Milan. Lo capisce a denti stretti Carlo Ancelotti. In piedi e smarrito. Incapace di scuotere un gruppo senza anima e identità. Fino al rigore segnato da Milito al 46'. Lo schiaffone finale nell'ennesimo pomeriggio di un giorno da cani.
Gaetano De Stefano
PAGELLE E COMMENTO A CURA DI FRANCO BOVAIO, GIORNALISTA DE "IL TEMPO"
GENOA (3-4-3): Rubinho 7; Biava 6.5, Ferrari 7, Criscito 6.5; Mesto 6.5 (7'st M.Rossi 6.5), Milanetto 7, Juric 6.5 (21'st Vanden Borre 6.5), Modesto 6.5; Sculli 7, Milito 7.5, Gasbarroni 8 (40'st Palladino sv). All. Gasperini
MILAN
(4-3-2-1): Abbiati 6; Zambrotta 5, Bonera 5, Maldini 5, Favalli 4.5; Flamini 5 (24'st Pato 5), Pirlo 5, Ambrosini 6; Ronaldinho 4.5 (1'st Seedorf 6), Kakà 6; Shevchenko 4.5 (1'st Borriello 6). All. Ancelotti
Arbitro: Rocchi di Firenze
Reti: 30'pt Sculli, 46'st Milito rig.
Note: angoli 6-5 per il Genoa; ammoniti Favalli, Sculli, Zambrotta e Ambrosini per gioco falloso, Juric per proteste
"Ancelotti non rischia niente, noi non lo cambiamo e lo dico per l'ennesima volta" afferma Galliani uscendo da Marassi scuro in volto per smentire le voci della vigilia, che davano il mister a rischio nel caso di una nuova sconfitta, che è puntualmente arrivata. Merito di un Genoa vivace e imprendibile, certo, che con Milito in attacco ha ritrovato nerbo e penetrazione. Altro che Ronaldinho, Flamini e Shevchenko. Dopo la partita si ha l'impressione che il vero colpo del mercato l'abbia fatto in extremis Preziosi riportando a Genova "El principe", che torna a segnare a Marassi dopo 1.191 giorni da quel gol al Venezia che doveva valere la serie A. Ma demerito anche di un Milan brutto e senza idee, in crisi vera e dopo due giornate clamorosamente ultimo in classifica con 0 punti insieme al Cagliari. Una squadra che schiera tre palloni d'oro ed è carica di gloria e medaglie nei suoi tanti e attempati campioni ma che non sembra più in grado di opporsi validamente alle nuove e fresche leve del campionato come il Genoa. "Dal 16 luglio ho avuto a disposizione l'intera rosa solo quattro giorni, dunque abbiamo avuto poco tempo per assemblare la squadra - si difende Ancelotti - Ma ora, stando insieme, sono convinto che risolveremo i nostri problemi. La condizione non è brillante, ma la società è molto tranquilla e ci è vicina. Non so perché escono certe voci sui giornali. Dal canto mio penso che ognuno di noi ha le sue responsabilità, i giocatori le loro, io le mie, ma che insieme usciremo dal momentaccio come abbiamo fatto in passato". Sarà, fatto sta che nella ripresa Ancelotti ha sconfessato le scelte di mercato della società lasciando negli spogliatoi le stelle Ronaldinho e Shevchenko per affidarsi al fedelissimo Seedorf e al grande ex Borriello, tenuto a Milanello quasi per forza. I due nuovi innesti hanno dato più grinta alla squadra, ma di palloni davanti ne sono comunque arrivati pochi e sporchi, anche perché il Genoa ha giocato alla grande, trascinato da un Gasbarroni che ha fatto il Ronaldinho e retto da una difesa che in Ferrari e Criscito ha trovato due baluardi insormontabili. Il Genoa, che ha confermato l'acquisto del centrocampista brasiliano Thiago Motta, ha schiodato lo 0-0 al 30' con Sculli, bravo ad inserirsi a centro area sull'assist di petto di Milito. Poi ha mandato in bambola il Milan ed è andato di contropiede. I rossoneri hanno reclamato un rigore al 13' della ripresa per un contrasto tra Biava e Kakà, ammonito per simulazione (il replay sembra dare ragione a Rocchi) e si sono fatti vedere sotto porta solo al 60' con Borriello (parata di Rubinho) e all'83' con Pato, ancora fermato dal portiere genoano. All'89' arriva il rigore del 2-0 di Milito (fallo di Maldini)." |