dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN FRENA ANCORA. IL TORO LO BLOCCA SUL PARI
Dopo Lecce secondo pari in trasferta dei rossoneri, che dopo avere ribaltato la rete di Stellone con Pato e Ronaldinho, si fanno raggiungere da un rigore di Rosina, per un fallo di mano di Kaladze. Proteste per un rigore non concesso per mano di Pratali
TORINO, 23 novembre 2008 - Dopo Lecce, seconda frenata. E come a Lecce, l'incapacità del Milan di chiudere le partite fa incassare ai rossoneri un solo punto. Merito del Torino che regala una buona prestazione, dove carattere e personalità limitano il potere della squadra di Ancelotti. Apre le marcature Stellone, ma Pato e Ronaldinho ribaltano il risultato in 5'. Nella ripresa Rosina segna il 2-2 su un discutibile rigore aseegnato da Farina.
SUBITO PIRLO - Con la panchina traballante, Gianni De Biasi rischia molto e oppone al Milan un Toro molto offensivo con due novità importanti. Rubin arretra in difesa e lascia il posto a Rosina, mentre in attacco Bianchi va ad affiancare Stellone. Carlo Ancelotti risponde con un pezzo da novanta: Andrea Pirlo. Dopo 69 giorni (era il 16 settembre) il regista torna a illuminare il gioco dei rossoneri che in attacco viaggiano a tutto Brasile, con Kakà, Ronaldinho e Pato.
ROSINA - Il compatto 4-4-2 granata si affida a Rosina, decisamente in serata buona e punto di riferimento nella fase offensiva. Il Milan si affida a Pirlo che può contare su prime stelle in grado di attaccare i granata al centro come sulle fasce. Il Toro oppone un grande pressing sull'uomo e chiude tutti gli spazi, interrompendo il fraseggio rossonero. La squadra di De Biasi punge con maggiore frequenza sulla sinistra, dove Rosina fissa il suo territorio, anche se Bonera fa la sua bella figura respingendo ogni tentativo.
UNO-DUE - Merito anche della velocità impressa al gioco dai granata che sfruttando la lentezza del Milan, poco in partita e senza idee brillanti. Dzemaili due volte fa sfoggio della sue potenzialità balistiche facendo tremare Abbiati; due belle iniziative che spalancano la porta al meritato vantaggio. Al 25' Gattuso sbaglia (e questo è un evento) un disimpegno al limite; la palla finisce a Rosina che pesca la testa di Stellone bravo a girare e fulminare Abbiati sul primo palo. Lo sberlone sveglia il Milan che comincia a giocare sul serio, mettendo in fila tutti i suoi pregi. Il pressing diventa ossessivo come il possesso palla e per il Toro è notte fonda. Così al 29' arriva il pareggio di Pato. L'assist (avere giocato due mesi al posto di Pirlo è servito a qualcosa) è di Gattuso: palla perfetta poco dentro l'area per Pato che aggancia, si gira e batte con classe cristallina Sereni. Il Toro accusa, tiene la difesa bassa e non sale più. Il Milan spinge e ottiene una punizione al limite per un fallo su Kakà. Ci penso io, dice Ronaldinho: geometria perfetta, parabola strepitosa che Sereni nemmeno vede. Vero Brasile, insomma.
FARINA DECISIVO - La ripresa si inaugura con un tiro di Pato che da posizione defilata sfiora la traversa. Ma il Torino, come nell'avvio del primo tempo, pressa e sfrutta velocità e penetrazione. Dezmaili ci prova ancora dalla distanza, ma è di Kaladze il miracolo all'8', quando anticipa Stellone al momento del tiro. Il Milan soffre, anche se esalta il suo lato più operaio (Gattuso strepitoso nell'interdizione), cercando di contenere il gioco granata con l'intento di spezzarne il gioco, ma quando riparte è pericoloso. Al 10' Farina non vede un netto fallo di mano di Pratali su un tiro di Dinho, innescato da Kakà nell'ennesimo contropiede. Il Toro dal canto suo spinge, ma col passare dei minuti perde lucidità. Il Milan si esalta sfoggiando il suo trio brasiliano. Magnifico il tocco di Ronaldinho per Pato, il cui esterno destro viene deviato in angolo da Sereni con un guizzo. Entrano Abbruscato e Zanetti (out Bianchi e Barone); esce anche Pirlo per Emerson, perché il Milan soffre a dismisura e ha bisogno di copertura. Ma l'anima del Torino è forte e agguanta il pari con il rigore calciato da Rosina, per un fallo di mano di Kaladze, sicuramente meno netto di quello di Pratali sul tiro di Dinho. Tocca anche a Sheva, ma non basta. De Biasi è salvo. Il Milan perde un'altra occasione per restare vicina all'Inter, adesso a tre punti.
Gaetano De Stefano
dal sito www.sportmediaset.it
LE PAGELLE di Andrea Saronni
Pirlo 6 E' ancora un po' incriccato, è normale, dopo oltre due mesi. Il suo merito è di natura tattica: giocando a memoria, non è mai fuori posizione, a spasso, insomma, non ci va mai. Ma i tempi dei suoi lanci e il mulinìo delle sue gambe non sono ancora quelli giusti
Kakà 6 Di pallone, in campo, ce n'è solo uno: non due, come in quel felice spot in cui si mette a fare il funambolo palleggiando in stereo e centrando un riflettore con un sinistro al volo. Sarà per questa ragione che il Bambino d'Oro alterna specialità della casa a errori di misura nel passaggio, scelte non lucidissime, sgommate un po' fini a se stesse. Quello che è certo, ad ogni modo, che la sua fetta di partita migliore corrisponde a quella in cui il Milan rifila l'uno-due che stende il Toro nel primo tempo. Sarà un caso.
Dzemaili 7 Urbano Cairo non sproposita davvero (e non certo da oggi) quando annuncia ai quattro venti del mercato che riscatterò questo svizzerino tutto corsa, idee e tiro. Gol di Stellone a parte, i sibilii del pallone dalle parti di Abbiati sono tutti firmati da sue conclusioni o da quelle da lui suggerite. E' davvero il perno delle speranze granata di una vita un po' meno grama
Ronaldinho 7 Il "ballo della mattonella" non è ancora diventato rock duro, ma il ritmo-partita del Gaùcho è decisamente aumentato e con esso, conseguentemente, il rendimento in campo. Perché dovendo scegliere un highlight della sua prestazione torinese, si potrebbe persino essere incerti tra la punizione che ribalta come un guanto il povero Sereni o le due-tre rincorse al granata di turno effettuate fino alle soglie dell'area milanista. Così, può davvero essere uno degli aghi della bilancia dello scudetto 2008/09
Pato 7 Il Toro gli porta buono: già in gol l'anno scorso, si ripete segnando il gol del momentaneo 1-1, sfiorandone altri due e costringendo spesso alla bombola dell'ossigeno i centrali torinisti. Sta imparando (bene) da mastro Inzaghi l'arte di muoversi sulla linea del fuorigioco: la sua rete ne è la prova più evidente. |