dal sito www.gazzetta.it
ROMA, RIMONTA ESALTANTE. IN 3' IL MILAN VA AL TAPPETO
I giallorossi vincono 2-1 dopo una gara spettacolare e si portano a -3 dall'Inter. I rossoneri, in spolvero, passano con Kakà, potrebbero chiudere la partita, ma dal 78' all'81' subiscono il ritorno dei giallorossi che segnano con Giuly e Vucinic
ROMA, 15 marzo 2008 - Il più bel Milan della stagione si inchina alla Roma dopo un secondo tempo spettacolare. I rossoneri mettono in crisi i giallorossi con una mezzora da favola dove passano con Kakà e potrebbero chiudere più volte l'incontro. Spalletti azzecca i cambi e in tre minuti, fra il 33' e il 36', la Roma rimonta con i gol di Giuly e Vucinic. Un ribaltone che ribadisce la forza di Totti e compagni, a tre punti dall'Inter, ma che lascia l'amaro in bocca alla squadra di Ancelotti che può giustamente recriminare.
TORNA SEEDORF - Con Mexes infortunato, Panucci fa il centrale. Ma ci sono altre due variazioni fra i giallorossi: Pizarro per Aquilani e Mancini per Vucinic, secondo un turnover in cui pesa però anche il tasso di esperienza del cileno e del brasiliano. Perché di fronte c'è un Milan che ha intenzione di fare la differenza in trasferta (27 punti; più di Inter e Roma). Ancelotti tra l'altro ritrova Gattuso e Seedorf; granito e classe per il gioco dei rossoneri che scendono in campo con una sola variante: Favalli per Bonera.
RITMO RIDOTTO - Il primo tempo non passerà di certo alla storia. Per 45' la gara rimane tatticamente bloccata. Ritmo basso e qualche lampo, con un Milan molto più intraprendente dei padroni di casa. Ma nulla di trascendentale, anche se in alcune verticalizzazioni si intravedono sprazzi rossoneri di gran classe. Mancini prova a scaldare le polveri con una rovesciata, Kakà colpisce debolmente di testa a tu per tu con Doni, Totti non chiude bene un diagonale; numero che spesso gli riesce con facilità. In casa rossonera il problema è l'ultimo passaggio, a cui i difensori della Roma si oppongono sempre con grande personalità. Panucci è implacabile; probabilmente il migliore, così come Seedorf, lucido ed elegante; giocatore di cui il Milan non può fare a meno.
SEEDORF ILLUMINA - L'"orange" regala spettacolo; punta l'uomo, tira, gioca per i compagni. All'inizio della ripresa innesca Kakà, ma Doni risponde. Poi con un rasoterra obbliga il portiere romanista al miracolo. Ma è tutto il Milan a giocare bene. Particolarmente efficaci le penetrazioni sulla fascia destra di Oddo che regala all'11' il vantaggio ai rossoneri. Il difensore inquadra Kakà in mezzo all'area; il sinistro del Pallone d'oro è una rasoiata che batte Doni. Pato vede Seedorf libero in mezzo e gli offre la possibilità di raddoppiare, ma l'olandese sull'uscita di Doni tocca male, permettendo a Cicinho di salvare prima della linea. Potrebbe segnare il 2-0 anche Kakà, ma il suo fendente viene deviato da Doni. Spalletti dà una mano alla squadra, indubbiamente in difficoltà, con cambi perfetti.
RIBALTONE - Dopo Vucinic per Mancini e Giuly per Pizarro, gioca la carta Aquilani che va a sostituire Taddei. Nel Milan esce invece Seedorf, vittima di un piccolo problema muscolare; Ancelotti inserisce Emerson. L'ex romanista irrobustisce il centrocampo rossonero, ma l'uscita di Seedorf penalizza la spinta dei rossoneri che subiscono la veemente reazione della Roma che in tre minuti ribalta il risultato. Un blackout inaspettato. Prima pareggiando al 33' con l'avvoltoio Giuly, poi passando in vantaggio al 36' con l'incontenibile Vucinic che trova l'angolo giusto sull'assist di De Rossi. Un capolavoro che sottolinea la crescita psicologica dei giallorossi, abili a rimontare un Milan ingenuo, incapace di difendere il vantaggio e che perde anche Kakà per un problema alla schiena. Entra Paloschi. Appena in tempo per non riuscire a deviare in rete, in pieno recupero, un pallone toccato involontariamente da Gilardino, impalpabile ed evanescente. Ma la Roma conduce in porto la rimonta e lancia l'ennesima sfida all'Inter che avverte sempre di più il fiato sul collo.
Gaetano De Stefano
ANCELOTTI: "PIU' GIUSTO IL PARI"
15 marzo 2008 - Un grande Milan ma a mani vuote. Carlo Ancelotti non riesce a nascondere la propria amarezza dopo la sconfitta rimediata all'Olimpico contro la Roma. I rossoneri, passati in vantaggio, si sono visti rimontare nella parte finale nonostante una buona prestazione. "Il rimpianto è di aver perso per come si è giocato - è l'analisi a fine gara del tecnico del Milan -. La Roma è una squadra forte, ha approfittato di alcune disattenzioni finali e ha vinto una partita in cui sarebbe stato più giusto il pareggio. Noi abbiamo giocato molto bene, a volte si lasciano punti immeritatamente, altre si conquistano senza merito. Non mi aspettavo comunque una prestazione del genere, siamo stati molto bravi". Ancelotti ricorda che "la partita l'avevamo condotta fino al pareggio molto bene, andando prima in vantaggio e poi sfiorando il raddoppio. Dal punto di vista del gioco niente da dire, abbiamo perso, pazienza. È stata persa una partita immeritatamente per come abbiamo giocato ma ora dobbiamo concentrarci sul fatto che dobbiamo continuare a giocare così, con la stessa qualità, e credo che gli obiettivi possiamo raggiungerli»". Nel Milan visto oggi c'è stato un Seedorf in più, che contro l'Arsenal avrebbe fatto sicuramente comodo. "È un giocatore molto importante - ammette il tecnico - ma al di là di questo ci siamo allenati bene e credo che abbiamo fatto una buona prestazione". |