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9 dicembre 1990, Milan vs Olimpia Asuncion 3-0




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Il biglietto della finale di Coppa Intercontinentale



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(by Domenico Tricarico)



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Cartolina celebrativa di Milan vs Olimpia Asuncion 3-0, finale della Coppa Intercontinentale 1990 (fronte e retro)
(per gentile concessione di Riccardo Gaggero)



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Il match program dell'incontro
(grazie a Stefano "Potsy" Pozzoni)




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Prima della finale Intercontinentale vs Olimpia Asunciòn, Filippo Galli con due amici.
Si notano Gaudenzi, Nava, Maldini, Van Basten, il dr. Rodolfo Tavana, in borghese con il cappotto Giandomenico Costi
(foto di Filippo Galli)



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I tifosi rossoneri allo Stadio Olimpico di Tokyo per la seconda finale di Coppa Intercontinentale consecutiva disputata e vinta dal Milan
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Altre immagini dei tifosi rossoneri a Tokyo
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(by Vincenzo De Santi)
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(by Simone Ach Conti)
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Il tifo rossonero
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I Commandos Tigre a Tokyo 1990
(by Lucio Massimo Perin - facebook)
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Tokyo 1990, prima dell'incontro (nel cartello, "A.C. Milan" in nipponico)



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Gagliardetto di Milan vs Olimpia Asuncion
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La formazione rossonera scesa in campo contro l'Olimpia Asuncion

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Altre immagini della formazione rossonera



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Ancora la formazione rossonera Campione del mondo a Tokyo nel dicembre 1990



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Poster "Intrepido" con la formazione del Milan
(per gentile concessione di Emanuele Pellegrini)



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Poster del Milan Campione del Mondo 1990



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L'infortunio alla spalla di Paolo Maldini, che lo costringerà ad uscire dal campo
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Roberto Donadoni in azione



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Marco Van Basten in azione



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Il primo gol di Frankie Rijkaard, che apre le marcature
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Un'altra immagine del gol dell'1-0 di Rijkaard



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Lo stacco imperioso di Frankie Rijkaard
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Rijkaard sigla il gol dell'1-0



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Il primo gol di Frankie Rijkaard



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Un'altra immagine del gol dell'1-0
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Marco Van Basten maltrattato dai difensori paraguaiani
(De Agostini)



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Ecco come veniva fermato l'incontenibile Marco Van Basten



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Il gol di Giovannino Stroppa, dopo in palo di Van Basten, per il provvisorio 2-0



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La rete del 2-0 di Stroppa
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(da "Milan Channel")



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All'alba vincerò (Nessun dorma). Il dolce ed invidiabile destino di Giovannino Stroppa da Mulazzano era quello di andare in gol al suo esordio nelle varie competizioni. Era successo a Cesena nella prima giornata del campionato 1989-90, poi la storia si era ripetuta qualche giorno dopo al debutto in Coppa Campioni contro la squadra di Helsinki. Segnare nella finale mondiale per club ha però tutto un altro sapore. Nella notte tra l'8 ed il 9 dicembre del 1990, nella terra del Sol Levante, Giovannino mise anche questo timbro. Eccolo ribadire a porta vuota la carambola sul palo dopo una deliziosa azione di Van Basten. Il Marco olandese quel giorno fu autore di una prestazione stratosferica. Sembrava danzasse anziché giocare a pallone. La vittoria finale per 3-0 contro i paraguaiani dell'Olimpia Asuncion fu una specie di trionfo, visto praticamente da tutto il mondo. Rispetto alla partita dell'anno prima contro il Medellin questa fu una gara condotta in scioltezza contro una squadra che lasciava più giocare ed era meno chiusa tatticamente rispetto ai colombiani di Maturana. Quando andò in scena questa finale mi trovavo a Milano. Sveglia programmata la sera prima dal portiere dell'albergo e poi via, alle 4:30 in diretta con il Giappone, per assistere a quella che più che una partita sembrò un'esibizione. La distanza tra le due squadre in campo apparve siderale. Quella notte nel capoluogo lombardo aveva nevicato. Faceva un freddo boia. Ciò nonostante ricordo al termine della partita, intorno alle 6:30, i festosi caroselli di auto degli impagabili tifosi Casciavit che non avevano seguito la squadra in Giappone. "All'alba vincerò" - avrebbe detto Pavarotti - dopo una notte in cui nessuno, ma proprio nessuno, aveva dormito. (Corrado Izzo)




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Istantanea della partita: 1-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)
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Istantanea della partita: 2-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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Il tabellone dopo il gol di Stroppa



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Frankie Rijkaard segna in tuffo di testa la rete del definitivo 3-0



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Istantanea della partita: 3-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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Marco Van Basten, autore di una splendida finale contro l'Olimpia Asuncion



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Ruud Gullit e Giovannino Stroppa abbracciano Rijkaard.
Il Milan è Campione del Mondo per la seconda volta consecutiva
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Gullit e Van Basten felici dopo la partita
(foto Studio Buzzi, per gentile concessione di Renato Orsingher)




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A fine partita Frankie Rijkaard e Giovannino Stroppa si abbracciano felici
(dal sito www.acmilan.com)
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Taveggia e Ramaccioni insieme a Paolo Maldini, infortunato al termine della partita



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Il Milan attorno alla Coppa Intercontinentale 1990

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Scene dei festeggiamenti con la Coppa Intercontinentale a Tokyo



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Il Milan attorno alla Coppa Intercontinentale 1990
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La festa dopo la vittoria



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Ruud Gullit alza la Coppa Intercontinentale 1990
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Andrea Pazzagli alza la Coppa Intercontinentale 1990



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Ruud Gullit alza la Coppa Intercontinentale 1990
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Franco Baresi alza la Coppa Intercontinentale 1990



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La squadra festeggia dopo la vittoria
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Ruud Gullit alza la Coppa Intercontinentale 1990



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Campioni del Mondo per la seconda volta consecutiva !


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(per gentile concessione di Renato Orsingher)
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Ruud Gullit alza la Coppa Intercontinentale 1990

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(da "L'Unità")
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Sacchi e Baresi con la Coppa Intercontinentale 1990
(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)



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Frank Rijkaard e Rudd Gullit negli spogliatoi con la Coppa
(per gentile concessione di Gianni Righetto)
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Marco Van Basten e Rudd Gullit in aereo con la Coppa




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VIDEO
(da "Forza Milan!" - facebook)










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La "Gazzetta dello Sport" post Milan vs Olimpia Assuncion 3-0



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 10 dicembre 1990)



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Il "Corriere dello Sport" celebra il Milan Campione del Mondo 1990



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(per gentile concessione di Raffaello Losa)



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(da "La Stampa" del 10 dicembre 1990) (da "L'Unità" del 10 dicembre 1990)



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(da "Forza Milan!")



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(dal "Guerin Sportivo", per gentile concessione di Paolo 049)



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Targa ricordo donata a dirigenti e giocatori del Milan
al termine finale Intercont. contro l'Olimpia Asunciòn
(by Santino Ruggera di Salina - ME)
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Cartolina celebrativa della Coppa Intercontinentale 1990 vinta dal Milan



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Copertina enciclopedia "Il Calcio de Agostini", Milan vs Olimpia Asunciòn 1990




dal sito www.repubblica.it
5 dicembre 1990 - pagina 40 - Sezione "Sport" - di Licia Granello

MILAN MONDIALE NON SCALDA TOKYO
TOKIO - Uno stadio al limite del tutto esaurito a più di un mese dalla partita, oltre 60.000 biglietti venduti nonostante il prezzo. La Toyota Cup è un sorta di grazioso dono prenatalizio con molti soldi per tutti, basta non guardare con troppa attenzione al contenuto della scatola infiocchettata. Il Milan torna per la seconda volta consecutiva in Giappone a giocare una gara importante e prestigiosa forse solo nel suo dato di partenza: cioè che a questa finale arriva in quanto campione d'Europa. Il resto, a cominciare dall'avversaria di turno - l'Olimpia Assuncion - è un contorno magari lussuoso, ma poco adeguato ai livelli del football europeo. Il tentativo di affondare una qualche radice calcistica nella nuova tradizione sportiva giapponese è ancora e sempre un piccolo fallimento annunciato. I tempi del lancio definitivo si allungano da una data all'altra, da un avvenimento all'altro.
L'anno scorso, quando il Milan venne qui per affrontare il ben più quotato Medellin, l'ipotesi di fondazione del football giapponese sembrava una velina già pronta per le stampe. Poi, giocata la partita, con i suoi applausi finti e metà stadio vuoto, il progetto si è raffreddato. Certo, il 1992 è l'anno destinato a rappresentare la nascita ufficiale del calcio professionistico in Giappone. Ma dietro a un movimento sportivo che gli esperti propagandano in termini entusiasti c'è poco o nulla, una moquette di buone intenzioni e di investimenti anche corposi, adagiati su un fondo senza cultura e tradizione specifici. Così, malgrado Kit Kooper, l'uomo che ha in mano l'organizzazione del trofeo, avesse assicurato un interesse decuplicato dalla partecipazione di Gullit (assente nella scorsa edizione perché appena operato) ieri mattina all'aeroporto Narita curiosi e cronisti si contavano sulle dita di una mano, appena rimpolpati da un agitato gruppo di fotografi. Ruud Gullit (che per un buffo gioco di pronunce da queste parti diventa Rudo Frito) fra l'altro compare in uno sport della Japan Airlines. La pubblicità, girata diversi mesi fa a Parigi, gli ha regalato qualche briciola di popolarità in più, ma le distanze dal nostro calcio dalle attese febbrili restano siderali. Altre foto ieri pomeriggio alla conferenza stampa, con una piccola selezione di milanisti dalle facce pallide e stropicciate, guidate dal solito Taveggia. Una manciata di domande vaghe e senza sale, la pattuglia dei cronisti giapponesi ridotta di un terzo abbondante rispetto al gruppo che ricevette i campioni d'Europa lo scorso anno. Perfino la vendita repentina di tutti i biglietti disponibili (nei primi due giorni di vendita, fra il 15 e il 17 ottobre, tutti i posti migliori si sono volatilizzati) è una sicurezza a metà. Perché il calcio continua a essere pensato come uno spettacolo poco coinvolgente e tutto sommato freddo, malgrado il grosso intrigamento della provenienza europea.
Un biglietto di tribuna per l'Olimpico di Tokio viene vissuto più come il segnale di uno status raggiunto che la verifica di una passione. Le grandi aziende regalano i tagliandi ai loro clienti migliori, ai dirigenti più efficaci e fedeli, alle signore dell'alta società. I destinatari si sentono davvero onorati, esibiscono il dono prezioso, ma allo stadio non ci vanno, molto meglio una partita di baseball, lo sport che trascina il Paese intero, come dire l'esatto corrispettivo giapponese del calcio. In questo bilico stralunato, ovviamente il businness è salvo. Parita già venduta a stravenduta alle televisioni di mezzo mondo, ingaggio profumato alle due squadre (230.000 dollari esclusi viaggio e soggiorno per 26 persone, più un premio di 70.000 dollari a chi vince), cartellonistica pubblicitaria a mille. Ma quando la Fifa, con il contratto Toyota in scadenza l'anno prossimo, ha avanzato timida proposta di tornare al sano doppio confronto negli stadi delle due avversarie, la controfferta dei giapponesi è stata tale da tacitare qualsiasi scrupolo di morale calcistica. Fino al '96 la Toyota Cup continerà a essere giocata qui. E se non importa nulla a nessuno, pazienza.