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QUARTI DI FINALE - Ritorno
20 marzo 1991, Olympique Marseille vs Milan 3-0  (tav.)




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Prima della partita
(da "L'Unità" del 20 marzo 1991)



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Brigate Rossonere in partenza per Marsiglia da Piazzale Axum
(by Pino Russo - facebook)



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Il biglietto della partita
(per gentile concessione di Stefano Ravaglia)
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Il biglietto della partita



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Il biglietto della partita
(by Gabriele Lele Viganò)



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Il biglietto della partita
(by Tradizione Rossonera - facebook)
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Il biglietto della partita
(by Adriano da Mogliano Veneto - TV)




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Foglio viaggi per Olympique Marseille vs Milan 1990-91
(by Paolo 049)



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(by Vincenzo De Santi)
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Il tifo rossonero a Marsiglia, nella famosa "notte dei lampioni"
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I Commandos Tigre



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(Archivio Magliarossonera.it)
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(Archivio Magliarossonera.it)



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(by Andrea Canziani)
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(by Attilio Rufolo)



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Il settore rossonero
(da pagina facebook "Quando al ciel si alzeran le bandiere")



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(per gentile concessione di Beniamino Fiore)
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(per gentile concessione di Beniamino Fiore)



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Una cartolina dell'incontro
(da "Le Meridional")



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Waddle contrastato da Evani
(da facebook)
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Mauro Tassotti di testa anticipa un attaccante francese





Paolo Maldini e Waddle in azione



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Adriano Galliani richiama la squadra e la invita ad uscire dal campo
(per gentile concessione di Sergio Taccone)



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Ruud sembra avere qualcosa da dire ad Adriano Galliani



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Adriano Galliani e Mauro Tassotti
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Adriano Galliani indica che i lampioni dello stadio "Velodrome" di Marsiglia sono spenti e ritira la squadra dal campo. Una decisione che costerà alla squadra rossonera un'inibizione dalle Coppe Europee per la durata di un anno (quello successivo). Accanto a Galliani, Mauro Tassotti, più indietro Massimo Agostini



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Altre immagini di Adriano Galliani che entra in campo







(Archivio Magliarossonera.it)







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Adriano Galliani richiama la squadra e la invita ad uscire dal campo
(by Santino Ruggera e by Luigi La Rocca)



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Spilla della partita
(dal sito www.delcampe.net, per gentile concessione di Beniamino Fiore)



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(da "La Stampa" del 22 marzo 1991) (da "L'Unità" del 22 marzo 1991)



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(dal "Guerin Sportivo", per gentile concessione di Paolo 049)




dalla "Gazzetta dello Sport"
21 marzo 1991 - di Candido Cannavò

QUELL'ALA DEL MANICOMIO
"In ogni caso giù il cappello... E adesso, che cosa ne facciamo di questo ideale e sfortunatissimo copricapo dopo quei dieci minuti di follia di gruppo, di volgare antisportivtà, di ignoranza dei regolamenti con i quali il Milan ha avvelenato la serata del suo onorevole abbandono? Vien voglia di scagliarlo via questo cappello, ma contro chi? contro il truce emiro Galliani che piomba in campo e invita la squadra al ritiro o contro taveggia, grottesco damerino, che scuote la testa dinanzi all'arbitro che lo invita a ragionare? Oppure contro le facce irriconoscibili di Baresi e Gullit... protagonisti in prima linea di una insensata scenataccia da bettola? Ma no, tutto sommato conviene buttarlo nella spazzatura, questo orribile oggetto, insieme con tutti i ricordi dell'infelice Marsiglia rossonera "Oh, povero Milan!- L'Italia dello sport è ancora incredula. Non si parla d'altro che di questo improvviso precipizio di immagine e di raziocinio che si sovrappone brutalmente al pur clamoroso evento della caduta di un impero calcistico.
Nella storia delle Coppe non era mai accaduto che una squadra si ritirasse dal campo. Pensate: per un quarto d'illuminazione che si spegne nei minuti di recupero, con una visibilità che resta cinque volte superiore a quella di certi pomeriggi invernali di San Siro e dinanzi a un Marsiglia che già meritatamente viveva momenti epici... una vittoria non esaltante, la sua ma di certo onesta. Non piace a nessuno sparare sulla Croce Rossa. Ma, chiudendo questo triste capitolo milanista, non si può non affermare che quei folli dieci minuti finali di Marsiglia non solo erano privi di ogni legittimità morale - peggio della indegna storia napoletana della monetina di Bergamo e del massaggiatore Carmando-, ma non avevano neanche il minimo appiglio regolamentare. E in ogni caso, anche votandosi a un inaccettabile cinismo, prima si completa la partita, poi si reclama. Ritirarsi dal campo è già uno sprofondare dalla parte del torto. Io mi auguro che quanto meno Gullit e Baresi si siano rivisti in TV: per rinnegarsi, ne sono certo. A ridare dignità al Milan arriva, per fortuna, dopo la rovinosa sua assenza a Marsiglia, il presidente Berlusconi che di primo mattino ci offre al telefono un piccolo proclama liberatorio: al diavolo le proteste e i reclami, il milan non è società da lattine o monetine, il Milan fa gli auguri al Marsiglia che va avanti in Coppa Campioni. Non so attraverso quali "chiarimenti interni" si sia arrivati a questo salutare capovolgimento morale, l'importante è che il presidente abbia riacceso i riflettori. Adesso sentiamo tutti la voglia di dimenticare Marsiglia e, per quel che ci riguarda, di batterci perché questa leale "apertura pubblica" di berlusconi serva ad attenuare le sanzioni che l'Uefa si appresta a prendere Marsiglia è una fascinosa città mai esistita. Forse un incubo, forse l'ala di un manicomio."



dal sito www.milannews.it

TAVEGGIA: "L'ILLUMINAZIONE DEL PILONE A MARSIGLIA FU SPENTA VOLUTAMENTE"
Intervenuto ai microfoni di Milannews.it Paolo Taveggia, ex direttore organizzativo del Milan dal 1986 al 1993, ha parlato di un aneddoto legato alla gara di Champions tra Milan e Marsiglia. Questa la domanda e la risposta:
Dopo aver parlato dei momenti più felici al Milan, una piccola parentesi la vogliamo dedicare anche al momento che vorrebbe cancellare dalla sua memoria di ex dirigente rossonero.
"Quello che ricordo con meno piacere risale al 1991, Marsiglia-Milan, quando il Milan uscì dal campo e si spensero le luci. E' un po' lungo come racconto, ma ne vale la pena, perchè nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare come andò realmente. Fu un errore generale, generato anche da qualche furbizia da parte del Marsiglia, in cui tutti abbiamo avuto delle responsabilità. Noi dovevamo giocare il ritorno al Velodrome dopo aver fatto 1-1 a Milano. Il Marsiglia aveva un'organizzazione importante ai tempi, perchè il presidente Tapie era anche presidente dell'Adidas, uno dei grandi sponsor della UEFA. Si può dire che, prima che venissero alle luce tutte le sue magagne, Tapie era un po' il Berlusconi di Francia. Qualche giorno prima della partita mi chiamò Uli Hoeness (ai tempi dg del Bayern Monaco, ndr), con i quali avevo dei rapporti meravigliosi, specificando che fosse una telefonata riservata e mi disse: 'Ti faccio questa confidenza solo perchè siamo amici, mi ha chiamato Beckenbauer (dt del Marsiglia, ndr) avvisandomi che stanno preparando delle cose poco simpatiche per il Milan in Francia, con anche il pericolo che ci possa essere qualche contaminazione del cibo in albergo destinato ai giocatori'. Io mi occupavo anche dell'organizzazione logistica e così decisi, senza dire veramente nulla a nessuno tranne a Galliani, di cambiare hotel ad una settimana dalla partita. Nemmeno i giocatori e l'autista sapevano di questo cambio. Pensa che Maldini, dopo un quarto d'ora dall'arrivo in albergo, mi disse che Adriana (attuale moglie dell'ex capitano, ndr) stava provando a chiamare l'albergo, ma che non riusciva a trovarlo, perchè lei in realtà aveva il numero di quello che doveva essere l'hotel originario. La sera andammo al campo per l'allenamento alla vigilia della partita e trovammo i cancelli del Velodrome chiusi. Dopo un po' riuscimmo a farci aprire, ma i palloni sembravano scomparsi - non erano nemmeno stati mandati a Milanello una settimana prima della gara come da prassi - e vidi che c'erano un po' di persone che stavano lavorando nel fossato interno attorno al campo. Al momento non ci feci troppo caso, ma il giorno dopo questo particolare si rivelerà fondamentale per capire cosa successe realmente. Alla fine saltarono fuori i palloni e facemmo una breve rifinitura. Il giorno della partita, nel momento in cui il Marsiglia era avanti 1-0 e mancavano tre minuti alla fine della gara, Waddle si trascinò il pallone sul fondo, l'arbitro Bo Karlsson fischiò e fece un gesto con le braccia che si poteva interpretare come la fine della gara. I giocatori del Marsiglia cominciarono a festeggiare, noi pensammo che la partita fosse finita. Io, francamente, che non stavo guardando l'orologio, vidi che nel frattempo stavano iniziando ad entrare in campo i vari soggetti che sono attorno al campo, dai poliziotti marsigliesi che festeggiavano ai fotografi. Ramaccioni mi guardò e mi disse che non era ancora finita la partita e di andare ad avvisare l'arbitro che mancavano ancora tre minuti. Karlsson mi disse che ne era consapevole e io gli feci notare la confusione che c'era in campo in quel momento e che non si poteva continuare in quelle condizioni. Nel frattempo i giocatori del Milan si stavano scambiando le maglie con quelli del Marsiglia, con il pubblico del Velodrome che era in festa. Mentre stavamo facendo questi ragionamenti, si spense completamente uno dei quattro piloni con i riflettori. Karlsson a quel punto mi disse che le squadre dovessero rientrare negli spogliatoi, che avrebbero liberato il campo e poi si sarebbe finita la partita. Ci avviammo per andare negli spogliatoi - a cui si accedeva tramite una botola dietro la porta del Marsiglia - ma la botola non si aprì perchè probabilmente era chiusa dall'interno o per la troppa confusione che c'era sul campo. A quel punto rimanemmo tutti lì attorno nel mezzo di un casino generale in cui Papin - che sarebbe poi venuto da noi l'anno successivo - ci stava sputando addosso e con il Velodrome che ci urlava di tutto. I fari a quel punto cominciarono a riaccendersi piano e piano e l'arbitro disse di ricominciare la partita. Tanto è vero che chi guarda il filmato, vede che io e Beckenbauer stiamo tornando verso la panchina, parlottando tra di noi - io non gli ho mai detto che sapevo tutta la storia che mi aveva rivelato Hoeness al telefono - e Gullit si sta rimettendo la maglia per poter rigiocare. In quel momento entrò Galliani in campo - che non era riuscito ad arrivare sul terreno di gioco attraverso gli spogliatoi, ma passando tra il pubblico di casa inferocito - e quello fu stato un errore. Chi era in campo aveva la facoltà di decidere - giusto o sbagliato che fosse - non c'era bisogno che scendesse lui dalla tribuna. Una volta entrato in campo disse che non c'era sicurezza e di uscire dal campo immediatamente. Improvvisamente si aprì la botola degli spogliatoi e la maggior parte della squadra scese giù. Nel frattempo dagli spalti arrivò in campo l'avvocato Cantamessa che mi disse di dire alla squadra e a Galliani di non andar via, ma ormai era tardi. Karlsson rimise il pallone nel punto per battere il calcio di rinvio dal fondo, ma in campo a quel punto c'era solo il Marsiglia e fischiò la fine della partita. Negli spogliatoi c'era un'atmosfera pessima con Galliani che diceva: 'era l'unico modo per poterci salvare, non c'era sicurezza'. Io e Cantamessa dicemmo a Galliani che sarebbe stato un problema, perchè la UEFA ci avrebbe squalificato e lui, nervosissimo, ci guardò e rispose: 'Se avete cambiato casacca e lavorate per il Marsiglia andate nell'altro spogliatoio'. A quel punto io andai dal delegato UEFA, Senes Erzik, e gli chiesi cosa si potesse fare. Lui non potè far altro che farmi capire che la partita era andata in diretta in tv in tutto il mondo e che non avrebbe potuto fare nulla. Ne ho lette di ogni su quella sera, l'unica cosa che posso dire con estrema certezza è che Berlusconi non abbia mai telefonato per ordinare di abbandonare il campo e che non abbia mai digerito quella serata. Nessuno si oppose a Galliani nel momento in cui disse di uscire dal campo, me compreso. Perdemmo la partita 0-3 a tavolino e il Milan fu squalificato per un anno dalle coppe europee. Io all UEFA poi dissi: 'Voi ci state squalificando, e probabilmente avete ragione, ma sappiate che l'arbitro - non a caso connazionale del presidente svedese della UEFA Johansson - non lo ammetterà mai, ma mi disse che saremmo dovuti rientrare negli spogliatoi e non è riuscito ad ottenere quello che mi aveva detto'. Sono in debito della spiegazione degli uomini che armeggiavano il giorno prima nel fossato attorno al campo, che in realtà stavano preparando i fuochi d'artificio da sparare in caso di vittoria dell'OM. L'illuminazione di quel pilone fu spenta volutamente dal responsabile delle luci dello stadio, perchè credette anche lui che la partita fosse finita ed aveva avuto l'ordine di spegnere i riflettori per far partire i fuochi d'artificio".