17 gennaio 1973. Cin Cin a orologeria. Cin Cin è la ben nota esclamazione, gioiosa e beneaugurante, che solitamente accompagna il tintinnio dei calici durante un brindisi. Quello avvenuto il 17 gennaio 1973 negli spogliatoi di San Siro, al termine della gara di recupero tra Milan e Lazio, purtroppo non ebbe questo effetto, trasformandosi in un vero e proprio ordigno ad orologeria programmato per esplodere al momento giusto. Ma andiamo con ordine. In un grigio mercoledì di 51 anni fa si recupera a Milano la partita tra rossoneri e biancazzurri, sospesa giusto un mese prima in circostanze a dir poco singolari. La settimana precedente il Natale era infatti avvenuto che il signor Gonella della sezione di Torino avesse fatto disputare quasi tutta la gara di cartello tra Milan e Lazio, nonostante una nebbia incombente, ed avesse poi stranamente deciso di interromperla a poco più di cinque minuti dalla fine, guarda caso subito dopo il gol di Chiarugi che portava in vantaggio i rossoneri. Una cosa non facile da digerire per Rocco ed i suoi ragazzi, una cosa apparentemente senza alcun senso. Ma un senso c’è sempre, anche in quei fatti che appaiono incomprensibili. A causa delle prossime festività natalizie e degli impegni della Nazionale, la partita venne rigiocata giusto un mese dopo, il 17 di gennaio. Il Milan e la Lazio stavano disputando una grande stagione ed erano in lotta per il titolo assieme alla Juventus e all’Inter. A quella gara di recupero il Milan arrivò un po’ timoroso, in quanto reduce da una brutta sconfitta a Bologna. Per giunta il fischietto designato alla direzione era l’Onorevole Concetto Lo Bello, uno che non riscuoteva grandi simpatie dalle parti di Milanello perché, a parte la ben nota insofferenza verso Rivera, quando lui arbitrava il Milan capitava casualmente sempre qualcosa che andasse storto. Non più tardi di un anno prima, tanto per fare un esempio qualsiasi, aveva negato ai rossoneri un chiarissimo rigore nella gara decisiva contro la Juventus. Poi, candidamente, la sera era andato alla Domenica Sportiva a riconoscere l’errore davanti a milioni di telespettatori. Bella presa per il culo. Ma ora torniamo al recupero tra Milan e Lazio. La partita inizia tra ombre lunghe ed inquietanti perché, dopo appena nove minuti, Rosato fa autogol. Poi però i ragazzi di Rocco iniziano a giocare, reagiscono bene e ribaltano il risultato, portandosi sul 3-1 e permettendosi addirittura il lusso di sbagliare un rigore con Rivera. Si, avete capito bene. Lo Bello ha concesso un rigore al Milan. Ho dovuto leggerlo 60 volte sul tabellino della partita per convincermi che fosse vero. La direzione del fischietto siculo è in realtà inappuntabile, il Milan alla fine vince con merito dando una bel segnale al campionato ed una bella spallata ad una diretta concorrente. Insomma, sembra la giornata perfetta. Il peggio però sta per arrivare. Dopo la partita, Lo Bello, giù in spogliatoio, viene invitato a partecipare ad un brindisi augurale alla presenza dei due presidenti, Buticchi e Lenzini, e dei due capitani Rivera e Wilson. È la prima gara del 1973 a San Siro, dunque ci sta un gesto di buon auspicio per tutti che contribuisca a svelenire un ambiente, quello del pallone, spesso carico di tensioni. Durante il famigerato Cin Cin, quasi dal nulla e per motivi davvero insignificanti, nasce un alterco tra l’arbitro di Siracusa ed il Golden Boy. Che i due non si amassero lo sapevano anche i muri dello stadio, ma che si arrivasse quasi allo scontro fisico non era facilmente immaginabile. Volano parole grosse e l’Onorevole, con fare minaccioso e tra lo sbigottimento dei presenti, esclama: “… lo vedi questo bicchiere? Te lo romperei sulla testa…” La situazione viene sedata grazie all’intervento dei presenti, la calma sembra ritornare, ma chi ha vista lunga (leggi Nereo Rocco) capisce benissimo che l’episodio è destinato ad avere conseguenze. E le avrà, eccome se le avrà. Quel pomeriggio, dietro un innocuo brindisi finito male, si innesca una vera e propria bomba ad orologeria, un carico pesante di tritolo che verrà fatto esplodere circa tre mesi dopo, in uno strano sabato Santo romano, guarda caso ancora in una partita tra Lazio e Milan e, guarda caso, sempre sotto la regia occulta del Tiranno di Siracusa. Non credo ci sia bisogno di aggiungere ulteriori dettagli. Ricordate tutti quella partita dell’aprile 1973 e gli episodi che la contrassegnarono, compresi quelli emersi molti anni dopo grazie alle rivelazioni del calciatore biancazzurro Luigi Martini. L’ordigno innescato il 17 gennaio venne fatto brillare il 21 aprile, questa è la verità per chi vuol crederci. Sappiamo poi benissimo quanto gli effetti numerici ed anche disciplinari della folle vigilia di Pasqua romana, peseranno sull’esito finale del campionato 1972-73. Acqua passata. Non pensiamoci più e godiamoci questa bella foto che ci mostra un acceso duello tra Facco e Sabadini. Dopo il citato autogol di Rosato, furono Chiarugi, Bigon e Benetti a realizzare la prepotente rimonta rossonera. (by Corrado Izzo) |