di Bruno Mincarini
La verità sul perchè il Milan non vinse la Coppa Intercontinentale del 1963
A parlare è Almir il giocatore che sostituì Pelè nei due incontri in Brasile, Dal suo libro "Io e Il Calcio":
Almir Pernambuquinho, non c’era nel a S,Siro nella partita di andata della Coppa Intercontinentale del 1963 tra Santos e Milan. C’era invece nelle due partite disputate in Brasile (ritorno e bella”) in quanto sostituto di Pelè infortunato.Oggi avrebbe 77 anni se non fosse morto giovane il 6 Febbario del 1973 in una rissa in un bar di Capocabana ucciso da un colpo di pistola. Ma al’ epoca nel Santos lui era il sostituto di Pelè avendo giocato 10 volte,al posto suo con la sua maglia.Perciò Pelè era per lui un idolo da venerare e rispettare.Immaginate come si sentì dopo la vittoria milanista su Pelè e il suo Santos, quando lesse su un giornale italiano la dichiarazione di Amarildo che Pelè ormai era sul viale del tramonto,Il “garoto” ha sempre negato di aver pronunciato quella frase attribuendola ai giornalisti “Non ho mai pronunciato quella frase. Era una fantasia di giornalisti per vendere giornali ", ha sempre detto.Ma 56 anni fa Almir Pernambuquinho ci credette “Amarildo mi è sembrato un mercenario. È stato sedotto dalla lira italiana al punto di parlare male di Pelé senza motivo ”,disse in un libro pubblicato dalla rivista Placar “Io e il calcio” “Nelle interviste con la stampa italiana,non si stancava di ripetere che il Milan avrebbe vinto facilmente il titolo. Un giocatore che dice questo è normale, fa parte della guerra dei nervi. Ma non era solo in questo: diceva anche che Pelé non era più il re.La partita di Milano l’aveva dimostrato. Mi sono arrabbiato per la dichiarazione: non era bello che un brasiliano un brasiliano che parlasse male di Pelé . ”
La partita di andata era stata dominata dai rossoneri che avevano una squadra fortissima La difesa era guidata da Giovanni Trapattoni e Cesare Maldini. A centrocampo c'erano Rivera,Sani (che non giocò per infortunio le partite in Brasile) e Bruno Mora ,mentre in attacco i due brasiliani Altafini e Amarildo ,già campioni del mondo con la nazionale brasiliana
Come nelle altre due partite di quell'anno, tra Brasile e Italia, Pelé era stato marcato molto bene da Trapattoni, che aveva segnato anche la prima rete,.nonostante la doppietta fatta da “O rey”. Altre due reti furono segnate da, Amarildo mentre Mora chiuse la partita con un 4-2 in favore del Milan.
L'ottimismo milanista di vincere il titolo era grande, ma divenne ancora più grande quando si seppe che Pelè per uno strappo muscolare non avrebbe giocato la partita di ritorno: il suo sostituto al Maracanà sarebbe stato Almir Pernambuquinho, come Amarildo lo fu ai Mondiali del 1962.
La responsabilità era così grande che Almir Pernambuquinho ammise nel suo libro, di aver accettato l'offerta del magazziniere del Santos Alfredo Sampaio,di prendere una "pasticca" per avere più energia in campo. La "pasticca" era una droga che avrebbe migliorato le sue prestazioni. Almir ha giustificato quella scelta nel suo libro”Io e il calcio” dicendo che in quel momento "era normale". “Perché non dovrei volerlo? Il premio per la conquista del titolo mondiale era di 2000 cruzeros : potevo comprarmi una Volkswagen . Entrai in campo vedendo l'automobile a portata di mano. Dall'altra parte c'erano i ragazzi che potevano impedirmelo. Quindi dovevo fare di tutto,anche morire in campo,per riuscirci Pepe, Lima e Zito dissero che non sapevano se Almir avesse effettivamente giocato quella partita dopata ma se lo avesse fatto, sarebbe stato il solo”.
Il 14 Novembre 1963 130.000 spettatori videro il Santos andare negli spogliatoi dopo il primo tempo sotto di due reti segnate da Altafini e Mora. Per vincere il titolo il Santos aveva bisogno di accedere alla bella mentre negli spogliatoi milanista “la leggenda” ,smentita però da Amarildo,narra che il Milan aveva già preparato la festa "La migliore lezione della mia vita", ha scritto Almir Pernambuquinho. Cominciò a piovere nell’ intervallo e il Santos aveva buoni giocatori sul bagnato forti e potenti, Approfittando della forza fisica, segnarono due reti su calci di punizione di Pepe mentre Almir e Lima chiusero il punteggio sul 4-2. Ci sarebbe stata la bella,
La rabbia di Almir con Amarildo non meravigliava.Lui idolatrava Pelé, quindi immaginate cosa significasse per lui ricevere un abbraccio dal re dopo quella partita e sentire "Almir, sei grande! Pelè potrebbe anche non ricordarlo, ma quell'abbraccio, quelle parole, mi dettero nuova forza e coraggio in vista del terzo incontro", ha scritto.
Il Santos doveva solo vincere la terza partita, al Maracanà, per diventare campione del mondo. Ma Almir doveva affrontare anche un'altro problema : mettere “fuori causa” Amarildo. La soluzione arrivò dal vicepresidente del Santos Nicolau Moran quando gli disse che "poteva fare quello che voleva in campo" perché l'arbitro non gli avrebbe fatto nulla nonostante le lamentele milaniste dopo la partita di ritorno,”Scrive Almir nella sua biografia:
“Al 1 minuto di gioco, Amarildo prese la palla e scattò sulla sinistra, era una mossa che l’avevo già visto fare al Maracanà quando giocava a Botafogo. Conoscevo il suo modo di giocare;da quella posizione lui cercava di arrivare alla linea di fondo per fare un traversone o tirare direttamente in porta ,Il maledetto aveva anche un buon controllo di palla e voleva dimostrare al pubblico la sua bravura come aveva fatto ai mondiali del 1962. Ma quel giorno c’ero io in campo. Corsi in diagonale verso di lui, avvisando Ismael e Mauro di coprirmi dicendo che quello era mio: 'Lasciami questo figlio di puttana! Ora vedrà! '.
Era solo un buffone. Cadde contorcendosi dal dolore, ma penso che facesse la scena: voleva vedere se l'argentino Juan Brozzi mi avrebbe espulso, in modo da cominciare la partita con il Milan i subito con il vantaggio numerico undici contro dieci. Non mi scomposi cercai freddamente,di parlare con i giocatori in mia difesa preparando la barriera .Gli italiani protestarono molto. Maldini, il loro capitano, con le braccia alzate voleva per forza la mia espulsione! Non mi importava pertchè mi fidavo della parola del vicepresidente Moran : " Almir sei il re in campo Fai quello che vuoi. L’arbitrò non ti farà nulla. '”
Era il 34 esimo del primo tempo quando Almir prese parte all’azione decisiva. Maldini nel tentativo di respingere un pallone ai limiti dell’area “avrebbe” colpito la testa di Almir e l’arbitro Juan Brozzi concede il rigore.Eloquente è ciò che scrive il giocatore santista: “Lima fece un lancio dalle retrovie, io ero più o meno ai limiti dell’area di rigore. Sarei arrivato un po 'in ritardo sulla palla, ma dovevo provare, dovevo crederci. Ho visto Maldini, disperato, alzare il piede, cercando di respingere il tiro. Ho provato il tutto per tutto in quel momento cercando di colpire di testa rischiando con un calcio di Maldini, un grave livido, o diventare cieco, O lui o io. Ho bloccato la testa e Maldini ha fermato il piede.Io sono caduto a terra e l’arbitro ha assegnato il rigore!,
Sembra lo fosse veramente, ma date le accuse di corruzione all’arbitro e le lamentele per gli eccessivi falli nella prima partita al Maracanà, non fischiate da Brozzi, Maldini perse la testa e fu espulso. . Dalmo segnò il rigore dopo che l’arbitro aveva interrotto la rincorsa perché il portiere milanista Balzarini si era mosso in anticipo”. |