da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005 Luigi Ravasco ritorna alla presidenza. Nuovo allenatore è l'ungherese Jozsef Violak. Vengono acquistati Bortoletti, Rigotti, Stella e Capitanio. Il comportamento della squadra è discreto per tutto il girone di andata chiuso al 4° posto. E' addirittura esaltante quando alla 13° giornata, a S. Siro, sconfigge i campioni della Juventus per 3-1. Poi il rendimento del Milan declina ed alla fine sarà il solito anonimo piazzamento. Alla netta differenza di punti fra il girone d'andata ed il girone di ritorno (20 e 13 punti rispettivamente), bisogna soprattutto aggiungere il diverso comportamento della squadra tra gare casalinghe e gare in trasferta (26 punti contro 7).
Il Milan, incapace di cogliere anche una sola vittoria fuori casa, a S. Siro è un vero "diavolo". Lo scudetto è sempre juventino, la nazionale è Campione del mondo.
da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("La nascita del girone unico"), febbraio 2005
Il 1933-34 vede al vertice societario ancora Luigi Ravasco; l'inizio è esaltante, alla 13^ giornata il Milan batte a San Siro 3-1 i campioni della Juventus, destinati a vincere il quarto scudetto di fila. I rossoneri in casa sono irresistibili (12 vittorie su 17 partite), mentre in trasferta non fanno paura a nessuno (mai una vittoria): alla fine arriva un altro anonimo piazzamento (nono posto).
Per il diverso rendimento tra gare interne ed esterne nasce a quel tempo il detto "Milan: capace di battere tutti e di perdere con chiunque".
dal sito www.ilveromilanista.it
STAGIONE 1933/1934 - A FASI ALTERNE
Luigi Ravasco torna sulla poltrona di Presidente rossonero, e mette in panchina un altro ungherese (dopo Banas), Jozsef Violak. Vengono acquistati Stella, Capitanio e soprattutto Rigotti e Bortoletti, che saranno titolari per parecchie stagioni. Rigotti eredita la fascia di capitano da 'motorino' Magnozzi, il forte attaccante che dopo tre stagioni decide di tornare nel suo Livorno. Torna in rossonero Tansini, che dopo la parentesi '27/30 si era distinto con le maglie di Napoli e Padova. Romani e Arcari sono le bocche di fuoco dell'attacco, completato da Cresta (che ha esordito l'anno prima ma non ha i numeri del fuoriclasse). Torriani è arretrato a centrocampo, col nuovo acquisto Stella e Moroni dietro le punte: affiancano Torriani nella linea mediana gli altri volti nuovi di Bortoletti e Capitanio. Perversi-Bonizzoni costituiscono l'ormai collaudata diga difensiva davanti a Compiani, anche se a Perversi viene talvolta alternato Rigotti: il duttile fresco capitano si ritaglia parecchie presenze, dando fiato anche a Capitanio quando c'è bisogno di lui a centrocampo. Il Milan ha un rendimento terribilmente ambiguo: quasi imbattibile in casa, dove conquista 26 punti, praticamente imbarazzante in trasferta, dove non vince nemmeno una volta, raccogliendo la miseria di sette punti. Nel catino di San Siro tremano persino i campionissimi della Juve, battuti per 3-1 alla tredicesima giornata: il fantasista Giovanni Moretti, alla terza stagione rossonera, è il mattatore con una doppietta. Il Milan chiude quarto il girone d'andata, ma un clamoroso calo nel ritorno porta il solito piazzamento insipido (nono posto) e Pietro Sante Arcari cannoniere della squadra con 15 gol.
Disequilibrio totale. La stagione parte con uno 0-1 a Firenze e un 1-2 a Bologna intervallati dal 4-2 casalingo con la Lazio: Torriani non perde il vizio del gol e apre i giochi, Romani raddoppia; Tansini, che inizia la stagione titolare, segna il terzo gol, prima che Moretti chiuda il match. Tansini trova presto un ruolo da riserva con esperienza, lasciando spazio in attacco a Cresta: intanto si prende ancora qualche giornata di gloria, come a Livorno. Gli amaranto entrano in campo capitanati da Mario Magnozzi, che saluta con affetto gli ex compagni. In campo però non si scherza, e proprio Magnozzi segna l'1-0. La doppietta di Tansini riporta il sereno su San Siro, Romani archivia il 3-1. In trasferta il Milan balla: 2-2 a Genova (solo all'87 Moretti acciuffa il pari), 0-3 nel derby con l'Ambrosiana-Inter, 2-2 a Trieste: un certo Nereo Rocco apre per gli alabardati, Arcari pareggia; Niccolai al '70 segna ancora per i padroni di casa, e il Milan solo al '90, con l'infinito Arcari, trova il 2-2 finale. In mezzo, i successi con Brescia (4-0, doppiette di Arcari e Romani) e Roma: nella capitale decide la prodezza del solito Arcari (1-0). Arcari va in rete anche nel match col Torino, con i granata piegati dalla doppietta di Romani (4-0, in gol anche Moretti): poi il Milan pareggia ad Alessandria (1-1, Stella). Quando a Milano arriva la Juventus, non sono pochi i tifosi che temono il peggio. Moretti li rassicura subito, trafiggendo l'azzurrissimo Combi già al '1. Il grande Renato Cesarini pareggia al quarto d'ora, ma nella ripresa il Milan si fa strada con un clamoroso autogol del difensore Caligaris; al '74 Moretti chiude i giochi con uno dei suoi 68 gol (in 8 stagioni) da fantasista rossonero: non male davvero. La vittoria non mette le ali, anzi: i rossoneri perdono a Palermo (1-2) e Napoli (0-1), prima di rilanciarsi con Pro Vercelli (2-0, Stella e Cresta: coppia di 'nuovi') e Casale. Addirittura 6-2 il punteggio con il Casale, con triplette di Arcari e Moretti. Nella sfida persnale tra i due vince Moretti, perchè Arcari (che era a secco da qualche gara) un gol lo segna su rigore. E da rigore Arcari sigilla il 2-0 alla Fiorentina, match aperto da Cresta. Dopo questo strano filotto di 2 sconfitte e due vittorie di fila, arriva lo 0-4 pesante in casa Lazio, l'1-1 casalingo col Bologna (Arcari decisivo) e un altro rovinoso 0-4 (a Livorno), che conferma l'abisso tra il Milan di San Siro e quello in trasferta. Ancora Arcari segna un gol da due punti col Genoa (1-0), ma il momentaccio prosegue. 0-3 a Brescia, 0-0 a Padova, 1-2 nel derby, 1-1 a Roma (rigore di Arcari). Un'altra sudata vittoria, l'1-0 al Palermo (targato da Fibbi, riserva che inizia a farsi spazio al posto di Romani), è preludio all'ennesimo tris negativo: Nereo Rocco, ancora lui, segna da rigore l'1-0 con cui la Triestina espugna San Siro, poi il Milan pareggia col Toro (3-3 e doppietta di Fibbi) e perde a Vercelli. Fibbi va ancora a bersaglio contro l'Alessandria, in un altro saltuario spiraglio di luce (3-0): il finale di stagione (0-4 dalla Juve, 0-0 a Casale, 0-2 col Napoli per intemperanze della tifoseria) è buio pesto.
Arcari III goleador. Compiani tra i pali, specie a San Siro, è sempre uno dei migliori nonostante l'annata buia della sua squadra: 30 gare per lui, alla settima stagione al Milan. Solida in casa, la coppia composta da Perversi (ottava stagione e 19 gare, probabilmente limitato da guai fisici)- Bonizzoni (34), tribola alquanto in trasferta, come tutto il Milan. Linea mediana composta da Torriani, Bortolotti e Capitanio. Torriani (settima stagione milanista) gioca 33 volte e segna anche 1 gol, Bortoletti va in campo 33 volte, Capitanio (19 gare) è spesso alternato a Capitan Rigotti (25), che al primo anno di Milan trova spazio anche in difesa quando deve rimpiazzare Perversi. Moretti, in regia, è ormai una bella realtà: dopo gli 11 gol del primo anno e i 9 del secondo, trova altri 9 centri in 31 gare. La giornata d'oro è il 3-1 casalingo sulla Juve, scandito da una sua magnifica doppietta. Al suo fianco, Stella (22/3) ha un rendimento incostante: spesso gli viene alternato l'arcigno Giulio Rossi (15/1), che nelle 4 stagioni precedenti aveva raccolto solo le briciole. Stella lascerà pesto il Milan, dopo una seconda stagione da riserva. In attacco brilla Pietro Sante Arcari, prolifico come mai (34/15): dopo i 31 gol nelle prime tre stagioni (10+11+10, sempre in doppia cifra), si impone come rigorista e firma vittorie importanti come con Roma e Genoa. Per lui anche qualche doppietta e addirittura una tripletta, nel 6-2 al Casale. Romani, sorprendente l'anno prima con 19 gol, si limita a 7 centri in 22 match: nel finale, trova spazio Fibbi (12/4), mentre al rientrante (e declinante) Tansini, che pure trova 3 gol in 13 gare, viene preferto Cresta (19 gare), che però chiude con soli 5 gol. In rosa anche Barbieri, Bonetti, Buila, Maestroni, Pagni, Scanferlini.
La rosa del Milan per il campionato 1933-34 (da "Il Calcio Illustrato") |
dal sito www.wikipedia.org
AVVENIMENTI
Si rivelò molto agguerrita l'avversaria che tentò di strappare all'ormai abitudinaria Juventus uno scudetto già da tre anni sulle maglie bianconere: si trattava dell'Ambrosiana-Inter di Meazza, che partì a razzo, rifilando il giorno della partenza (10 settembre 1933) un temibile 9-0 al Casale.
La Juventus giocò nel nuovo stadio "Benito Mussolini" (poi "Comunale"), inaugurato in vista dei Campionati Mondiali che si tennero alla fine della stagione in Italia e a causa dei quali il calendario del campionato fu rivoluzionato nel finale. Guidata ancora dall'allenatore Carcano e dal prodigioso attaccante Borel II, che diventò per il secondo anno di fila capocannoniere (31 reti), la Vecchia Signora assistette inizialmente alla fuga nerazzurra. Ad accompagnarla nella rincorsa, per un certo periodo, le inaspettate inseguitrici Triestina e Pro Vercelli (da segnalare l'impresa di Silvio Piola, che il 29 ottobre segnò 6 gol alla Fiorentina) e il solito Bologna.
L'Ambrosiana-Inter sembrava inarrestabile: vinse il titolo di Campione d'Inverno con cinque punti di vantaggio sulla Juventus e iniziò alla grande anche il girone di ritorno. I bianconeri, però, non mollarono. Con la vittoria di Casale Monferrato, dopo poche settimane ridussero la distanza dai milanesi a due punti e, alla ventisettesima giornata, si ritrovarono a -1 punto: la rimonta si completò a tre giornate dal termine, quando i bianconeri espugnarono Roma e i nerazzurri inciamparono a Torino. Nel finale di campionato, i milanesi mollarono la presa e gli irriducibili piemontesi portarono a quattro punti il vantaggio su di loro. Il Napoli, terzo dopo un girone di ritorno entusiasmante, concluse a meno sette.
Per quanto riguarda le neopromosse, buona prestazione del Livorno, settimo grazie ai 24 gol di Giovanni Busoni. Si salvò nel finale di stagione il Brescia: la lotta per evitare la terza retrocessione (le squadre di Serie A verranno ridotte a 16 per la stagione 1934-35) fu concitata e vide coinvolte anche Torino e Alessandria, oltre al Palermo.
Alla fine cadde in Serie B il Padova, assieme a due squadre dal passato glorioso: il Casale, che da quel momento non riuscì più a tornare nel massimo campionato, ed il Genova, travolto da problemi economici e societari.
STAGIONE 1933-34 |
Ragione sociale |
Milan Football Club (M.F.C.) |
Jozsef Violak,
mister rossonero 1933-34
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Colori sociali |
Rosso e nero a strisce verticali |
Data di fondazione |
13 dicembre 1899 |
Sede |
Via Gaetano Negri, 8 - MILANO
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AREA DIRETTIVA |
Presidente |
Luigi Ravasco (Commissario Straordinario) |
AREA TECNICA |
Allenatore |
Jozsef Violak |
AREA SANITARIA |
Massaggiatore |
Luigi Clerici |
SQUADRA |
Capitano |
Carlo Rigotti II |
Campi sportivi |
Stadio San Siro - MILANO |
Giocatori di partite ufficiali |
Pietro Sante Arcari III, Aldo Barbieri, Alessandro Bonetti, Giuseppe Bonizzoni, Gino Antonio Bortoletti I, Giorgio Buila, Andrea Capitanio, Dario Compiani, Luigi Cresta I, Arrigo Fibbi, Pietro Maestroni, Giovanni Moretti, Giuseppe Pagni, Luigi Perversi, Carlo Rigotti II (cap.), Mario Romani, Giulio Rossi, Tullio Scanferlini, Benedetto Stella, Mariano Tansini, Giuseppe Torriani |
Palmares |
Coppa "Città di Nizza" |
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