27 dicembre 2018
dalla "Gazzetta dello Sport"
SCONTRI INTER-NAPOLI: MORTO IL TIFOSO INTERISTA INVESTITO DA UN SUV SCURO
Il fatto durante gli incidenti del prepartita fuori da San Siro dopo che un centinaia di supporter dell'Inter avrebbe assalito un Van di tifosi napoletani
È morto il tifoso investito da un van prima della partita Inter-Napoli di ieri sera a San Siro. La notizia è stata confermata dalla Questura. Il suo nome è Daniele Belardinelli, classe 1983, di Varese già sottoposto in passato a Daspo di 5 anni. Il trentacinquenne supporter del Varese (gemellato con l'Inter) era stato investito da un suv scuro nel corso degli scontri nei pressi dello stadio che hanno coinvolto circa una sessantina di persone e 4 tifosi napoletani rimasti accoltellati.
LA DINAMICA — "Poco prima della partita un pulmino con a bordo gli ultras del Napoli è stato attaccato da un centinaio di supporter dell'Inter, del Varese e del Nizza - ha ricostruito il questore di Milano, Marcello Cardona in conferenza stampa -. I tifosi nerazzurri hanno colpito con spranghe e bastoni il mezzo dei napoletani, la colonna si è bloccata e immediatamente c'è stato un fuggi fuggi di persone. Negli stessi istanti nella corsia opposta un suv ha investito il 35enne. La persona alla guida non è ancora stata rintracciata e potrebbe non essersi accorto dell'incidente. I primi ad attirare l'attenzione sul 35enne sono stati i tifosi del Napoli, poi quelli dell'Inter lo hanno portato in macchina in ospedale, dove è morto". Il questore ha inoltre fatto sapere che sono state arrestate 2 persone, una terza è stata identificata e arresta poco fa. Al momento si sta lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza in cui compare il suv scuro. Ad investire Belardinelli quindi non sarebbe stato uno dei van a bordo dei quali si trovavano i tifosi napoletani.
Daniele Belardinelli, l'ultras che ha perso la vita a seguito degli scontri verificatisi prima di Inter vs Napoli del 26 dicembre 2018 |
dalla "Gazzetta dello Sport"
SCONTRI INTER-NAPOLI: CHI ERA IL TIFOSO UCCISO, DALLO SCHIAFFO A SOGLIANO ALLE MEDAGLIE VINTE NELLA "SCHERMA CORTA"
Daniele Belardinelli, 35 anni, era un volto conosciuto nel mondo sportivo di Varese: leader della Nord, aveva la passione della "scherma corta" e delle arti marziali miste
Per tutti a Varese era "Dede", uno dei capi della curva Nord biancorossa da sempre gemellata con quella dell'Inter. Daniele Belardinelli, 35 anni, era il punto di riferimento per gli ultrà del Varese, i Blood & Honour, nati nel 1998. Nove anni dopo la fondazione, lui era già leader di questo gruppo che aveva guidato anche l'11 novembre del 2007 nella protesta inscenata contro la polizia fuori dallo stadio Franco Ossola, al termine della partita di Serie C2 Varese-Lumezzane. Gli ultrà di casa avrebbero voluto che la gara non si giocasse per dare un segnale forte dopo l'omicidio del tifoso della Lazio Gabriele Sandri, avvenuto nella mattinata dello stesso giorno nell'autogrill di Badia al Pino, lungo l'autostrada A1, per un colpo sparato dall'agente della polizia stradale Luigi Spaccarotella. I Blood & Honour avevano chiesto a Sean Sogliano, all'epoca direttore sportivo del Varese, di non far disputare l'incontro e la tensione non mancò visto che fu proprio Belardinelli a colpire il dirigente con uno schiaffo al volto. Il capo ultrà, identificato a conclusione di indagini condotte dalla Divisione Anticrimine della Questura di Varese, ricevette un Daspo di 5 anni con obbligo di firma.
GLI SCONTRI DI COMO — Non fu però l'unico episodio in cu fu coinvolto Belardinelli. Nel 2012 aveva ricevuto dal questore di Varese un altro Daspo per cinque anni, perché protagonista negli scontri durante una partita amichevole Como-Inter, finita con due ore di guerriglia urbana.
FUORI DALLO STADIO — Sposato, padre di due figli, nel Varesino era conosciuto anche per i suoi successi con la Fight Accademy di Morazzone nella "scherma corta". Campione in tutte le specialità di gara, "coltello", "giacca e coltello" e "capraia". Belardinelli era socio di una ditta di pavimentisti e piastrellisti con sede nel Canton Ticino. "Amava il calcio, ma non ne parlavamo molto perché io tifo Juventus e lui tifava Inter, non so cosa dire, era un ragazzo solare". Sono le parole di uno zio di Daniele Belardinelli. "Ci incontravamo ogni tanto perché tutti e due lavoravamo nell'edilizia - ha proseguito lo zio -. Non so cosa sia successo, ho saputo la notizia dal telegiornale".
Filippo Brusa
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 28 dicembre 2018) |
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 29 dicembre 2018) |
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 30 dicembre 2018) |
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 31 dicembre 2018) |
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