dal sito www.diariodelweb.it
19 maggio 2015
MILAN, È BROCCHI CONTRO TUTTI: BERLUSCONI, SOCIETÀ E SQUADRA
Nel corso del Media Day, organizzato prima della finale di Coppa Italia, il tecnico rossonero si è tirato fuori dalle polemiche indicando il vero responsabile dello scempio attuale, Silvio Berlusconi: «Non sono pazzo, sto solo facendo quello che mi è stato chiesto. E poi questa società è piena di crepe»
MILANO - «Nella cena di Arcore il presidente mi ha chiesto di riportare la squadra ai concetti di gioco con i quali il Milan era diventato grande. Da due anni e mezzo il Milan gioca in difesa e riparte: bisognava cambiare, possibilmente in fretta. Non mi è stato chiesto di fare più punti punti possibile, altrimenti avrei operato diversamente». Ecco qua, alla fine Cristian Brocchi il sassolino dalla scarpa - più un macigno per la verità - se l'è tolto. Non si tratta di ostinazione, integralismo tattico o mancanza di elasticità. Se il Milan ha perso il sesto posto e ora rischia l'esclusione dall'Europa per il terzo anno consecutivo è solo per il rispetto delle consegne avute dall'alto.
«Faccio quello che mi è stato chiesto»
Rispedite quindi al mittente le accuse, a volte perfino ingiuriose, di non aver essere stato all'altezza di capire quali fossero le reali esigenze della squadra, il neo allenatore rossonero si è tirato fuori dal gorgo di polemiche, insulti, ripicche, tentando soprattutto di salvare la faccia: «Mi sono preso del lecchino, dell'incompetente e improperi di ogni tipo, ma il presidente non mi ha mai detto di far giocare questo o quello. E soprattutto non sono pazzo, sprovveduto, presuntuoso. Sto solo cercando di ridare una mentalità milanista alla squadra, così come mi è stato chiesto di fare».
«La società è piena di crepe»
A Milanello volano gli stracci, ecco la verità. Il momento del tutti contro tutti è arrivato e quella che sembrava potesse diventare una caccia al colpevole tra i calciatori, accusati unanimemente di minimo impegno, poca professionalità e scarsissima personalità, grazie alle dichiarazioni del mister sembra aver cambiato target. A rendere la situazione ancora più incresciosa per la già difficile situazione complessiva del club di via Aldo Rossi, un altro passaggio dello sfogo di Cristian Brocchi, registrato nella giornata di martedì durante il Media Day organizzato alla vigilia della finale di Coppa Italia: «Il problema vero è che questo Milan è lontanissimo dal grande Milan di qualche anno fa. Le aree della società sono scollegate tra di loro. Nelle crepe si infila di tutto e così si aprono voragini».
Quante frecciatine a Berlusconi
Bam, un'altra mazzata terrificante al suo mentore e sponsor privilegiato, Silvio Berlusconi, reo - secondo il pensiero del giovane allenatore - di aver smarrito la retta via, perso il polso della situazione ed aver consentito all'Ac Milan di intraprendere questa deriva inarrestabile, il cui unico rimedio al momento sembra un un cambio di proprietà sempre più necessario.
«Voglio il veleno contro la Juve»
Tornando alle questioni di campo, mister Brocchi non ha mancato di far arrivare un messaggio forte e chiaro ai suoi giocatori, già accusati di essere «senza palle» e per questo bollati come inaffidabili: «La delusione della partita con la Roma è stato accorgermi che la squadra non era pronta per la finale, ma adesso ho le idee chiare su chi può offrirmi qualcosa e chi invece non può darmi niente (il riferimento evidente è a Balotelli, Bertolacci, Menez, Alex e probabilmente qualche altro ancora ndr.). Non ho la sensazione che qualcuno mi remi, perché nessuno di loro sembra avere la personalità per mettersi contro di me e la società. Però adesso non voglio dare alibi alla squadra, contro la Juventus devono avere il veleno. Poi, se dovessimo giocare la finale come sabato scorso, scapperei lontano».
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