E' MANCATO IL GIUDICE CORRADO DE BIASE
Fu il magistrato del calcio-scommesse del 1980
28 giugno 2013
dal sito www.calciomercato.com
È MORTO IL GIUDICE CORRADO DE BIASE. ECCO COSA PENSAVA DI FARSOPOLI.
È morto ieri nella sua Firenze, all’età di 90 anni, Corrado De Biase, ex magistrato.
Salì alla ribalta come capo dell’Ufficio Indagini della Federcalcio negli anni Ottanta, inventò la figura degli «007 federali», uomini di propria fiducia che inviava sui campi o faceva mimetizzare negli ambienti dei calciatori per scoprire gli intrighi del calcioscommesse. Condusse l’accusa negli storici processi sportivi del «Totonero» sia nel 1980 che nel 1986. In seguito, lasciata la Federazione Italiana, divenne stimato giudice della Corte di Cassazione. (Fonte GdS, 28-06-2013)
Ecco le dichiarazioni di De Biase, datate 2006, in merito a Farsopoli:
“Non posso sapere perché la proprietà della Juventus si sia mossa in un certo modo, ma mi sento di dire, al 99%, che la vicenda è stata abilmente pilotata dai vertici della squadra torinese, a cominciare dalla richiesta di Zaccone, che ha lasciato tutti di stucco. Zaccone non è un incompetente, come molti credono, ma è stato solo un attore di questa vicenda.
Bisogna avere, innanzitutto, il coraggio di affermare una realtà: il procedimento di questa estate ha partorito un autentico aborto giuridico. Quando parlo di "aborto giuridico" mi prendo la piena responsabilità di ciò che dico. Quando si vuole espletare in due settimane un procedimento che richiederebbe almeno 6 mesi solo per un corretto iter investigativo, non può che venir fuori un aborto giuridico.
Quando si cassa, per motivi di tempo, un grado di giudizio, quando si impedisce agli imputati di portare testimoni, dossier e filmati in loro discolpa, ma gli si concede solo 15 minuti per una arringa difensiva, non si può che parlare di aborto giuridico.
Quando non si concedono agli avvocati difensori degli imputati i testi integrali delle intercettazioni, adducendo che non sono pertinenti, si può solo parlare di aborto giuridico. Quando, infine, si disassegna un titolo ad una squadra, la Juventus, per assegnarlo ad un'altra, l'Internazionale, prima che sia pronunciato il verdetto del primo iter istruttorio, allora siamo ben oltre l'aborto giuridico. Non è un problema di giustizia ordinaria o sportiva: in ogni paese che si definisca civile eventuali pene e sanzioni devono essere comminate dopo che sia stato verbalizzato un verdetto di colpevolezza, mai prima. E non venitemi a parlare di normative UEFA o di liste da dare alla stessa per le coppe europee: i diritti degli imputati, tra cui quello di potersi difendere con i mezzi che l'ordinamento mette loro a disposizione, vengono prima di una partita di calcio. Il punto che mi fa pensare che Zaccone abbia agito su input della proprietà è un altro, e cioè il modo in cui si sono mossi i vertici dirigenziali della Juventus, con quel finto ricorso al TAR. Come, mi chiedo, tu allontani i dirigenti, praticamente dichiarandoti colpevole, poi assisti inerte ed impassibile ad uno scempio mediatico e giudiziario ai danni della tua squadra e poi minacci di ricorrere al TAR? E' il concetto di chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti, se ci pensate bene. Prima ti fai massacrare senza muovere un dito, ti fai disassegnare il titolo, fai stilare i calendari per i campionati e le coppe europee e poi minacci di andare al TAR, strombazzando il tutto sui giornali? Sa tanto di mossa politica per placare l'ira dei tifosi, mi pare. Se Zaccone, che è uomo di valore ed esperienza, avesse avuto il mandato di evitare il disastro si sarebbe mosso in maniera diversa, nel senso che avrebbe fatto notare queste "anomalie" nel tempo intercorso tra la fine del dibattimento e l'annuncio dei verdetti. Quello, infatti, era il momento buono per minacciare di ricorrere al TAR, quando le sentenze non erano ancora state scritte, ma andava fatto in camera caritatis, chiedendo un incontro con Ruperto, Sandulli e Palazzi, e non di fronte ai giornalisti della Gazzetta. Vi prego di notare che non sto discettando di alta strategia dell'arte forense, ma dei principi basici, dell'ABC della professione, di cose che si insegnano ai ragazzi che vengono in studio a fare praticantato: se tu, avvocato difensore, ritieni di avere delle armi da giocare, chiedi un incontro con il giudice e il PM, nel periodo che intercorre tra il processo ed il verdetto, e gli fai notare che, se il responso sarà giudicato troppo severo, le userai. E qua di armi ce ne erano in quantità industriale. Poi, di fronte al fatto compiuto, chi si prende la responsabilità di fermare una macchina che macina miliardi di euro, tanto da essere la sesta industria del paese? Io, per conto mio, posso solo ribadire il concetto già espresso: UNA PENALIZZAZIONE DI 8/10 PUNTI, UNA MULTA E LA SQUALIFICA DI MOGGI E GIRAUDO PER 10/12 MESI, QUESTA ERA LA PENA CONGRUA, A MIO PARERE. OGNI PARALLELO CON LA VICENDA DEL 1980 È IMPROPONIBILE: QUA NON CI SONO TRACCE DI ILLECITO, NÈ DI DENARO O ASSEGNI. L'illecito ambientale non è un reato contemplato da nessun codice, a meno che non si parli di inquinamento atmosferico.”
(Tratto da http://www.ju29ro.com/dossier/il-processo-illecito/169-il-processo-illecito-pareri-corrado-de-biase.html).
Dichiarazioni illuminanti che cozzano in modo clamoroso con le farneticazioni che Zanetti (alias Capitan Tavolino) rilascia ottusamente in ogni intervista. Lui, poverino, è ancora convinto che le frustranti sconfitte della sua squadretta dipendessero da Moggi e non dai pipponi che il proprio Presidente onesto soleva comprare, per giunta strapagandoli. Sigh!
Da sottolinerare che il compianto De Biase, quando rilasciò tali dichiarazioni, non era ancora a conoscenza delle intercettazioni illecitissime (Palazzi dixit) e, of course, postume che riguardano la FcPrescritti.
Ogni commento è ovviamente superfluo.
Il Giudice Corrado De Biase |
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