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1° agosto 2012 - di Andrea Saronni
ADDIO A MALDERA, TERZINO GOLEADOR
L'ex di Milan e Roma deceduto a 59 anni
Il mondo del calcio italiano piange la prematura scomparsa di Aldo Maldera, uno dei protagonisti delle stagioni a cavallo tra gli anni '70 e '80. Maldera, da tempo malato, doveva ancora compiere 59 anni. Cresciuto nel vivaio del Milan, ha giocato per oltre 10 anni con i rossoneri vincendo lo scudetto della stella nel 1979 e raggiungendo la Nazionale. Passato alla Roma, ha conquistato un altro tricolore nell'83 prima di chiudere con la Fiorentina.
Grande corsa, ottima tecnica (come gran parte dei calciatori che popolavano la Serie A di quegli anni), un tiro violentissimo, preciso, fulminante, scagliato col piede sinistro. Aldo Maldera, anche se non premiato dal curriculum azzurro (solo 10 presenze nella Nazionale di Bearzot), è stato un componente della grande dinastia di terzini sinistri italiani capaci di difendere, attaccare e segnare iniziata con Facchetti e giunta fino a Zambrotta, passando per due fuoriclasse quali Antonio Cabrini e Paolo Maldini.
Diventato grande nell'allora floridissima fabbrica di talenti chiamata Milanello, Maldera, anzi "Maldera III", come era scritto sulle figurine (anche i fratelli maggiori Luigi, campione d'Europa col Milan, e Attilio sono stati calciatori professionisti) fu lanciato in Serie A da Nereo Rocco a Mantova, nel '72, con la maglia numero 10 di Rivera. Il campione che, qualche anno dopo, lo esaltò ai massimi come inusuale goleador: Maldera, evoluto da centrocampista a terzino sinistro, si lanciava verso l'area avversaria e veniva puntualmente trovato dalle proverbiali aperture del capitano rossonero, da lui trasformate spesso e volentieri in gol con delle bordate secche quanto precise. A cavallo tra il '77 e il '79 i suoi migliori anni nel Milan, che gli portarono il suo primo scudetto (1979), la Coppa Italia (1977) e un record di 13 gol tra campionato e coppe nel 1978/79 che lo portarono a eguagliare i record tracciati dal grande predecessore Giacinto Facchetti. In quel periodo, diventò titolare della Nazionale di Bearzot, un posto perso proprio alla vigilia dei Mondiali di Argentina. In calo di forma nel fine stagione e protagonista di una brutta prestazione nell'ultimo test con la Jugoslavia a Roma, Maldera venne tenuto fuori alla prima con la Francia a vantaggio della sua giovane riserva, Antonio Cabrini, che proprio da quel match inizio a costruire la sua grandissima carriera internazionale.
Diventato capitano del Milan, subì in prima persona il crollo rossonero dei primi anni '80, con lo scandalo scommesse e la doppia retrocessione in Serie B. A 30 anni sembrava già sul viale del tramonto: e invece il suo grande maestro e padre putativo calcistico Nils Liedholm lo volle a Roma: e fu subito scudetto, nel 1982/83, titolare inamovibile della squadra di Conti, Falcao, Di Bartolomei, Pruzzo. Passato nel 1985 alla Fiorentina, giocò ancora due campionati di Serie A prima di ritirarsi e intraprendere la carriera di tecnico in squadre giovanili salvo una breve esperienza nel 2009 in Grecia, con il Panionos. Lascia una moglie, tre figli e tanti ricordi belli, di quelli che riempiono le teste degli inguaribili innamorati di quel calcio là.
Aldo Maldera, stagione 1977-78 (Archivio Magliarossonera.it) |
Dal sito sport.sky.it
1° agosto 2012
ADDIO A MALDERA III, TERZINO GENTILUOMO
Aldo Maldera (qui con la maglia del Milan) era nato a Milano il 14 ottobre 1953
Lutto nel mondo del calcio. A 58 anni è morto l'ex giocatore di Milan, Roma e Fiorentina. Due volte campione d'Italia, disputò anche 10 partite in Nazionale.
È scomparso all'età di 58 anni Aldo Maldera, ex giocatore di Milan, Roma e Fiorentina, fratello minore di Attilio e Luigi. Lo apprende l'Ansa da fonti vicine alla famiglia. L'ex terzino sinistro, 10 presenze in Nazionale, ha vinto in carriera due scudetti, con il Milan nel 1978/79 e con la Roma nel 1982/83. Nel suo palmares anche due Coppe Italia.
Ultimo di tre fratelli, tanto da essere conosciuto come Maldera III, l'ex giallorosso da anni viveva a Fregene, sul litorale laziale, insieme con la moglie e tre figlie. Fu convocato anche per i Mondiali di Argentina '78, dove giocò soltanto la finale per il terzo posto. Dopo aver lasciato il calcio giocato, Maldera è stato nel 2009 direttore tecnico dei greci del Panionios, prima di tornare l'anno successivo in Italia dove ha ricoperto lo stesso incarico nell'Aranova, squadra laziale di seconda categoria.
"Il Milan ricorda Aldo Maldera, scomparso oggi all'età di 58 anni. Tutto il club - si legge in una nota - e i tifosi rossoneri si stringono intorno alla famiglia Maldera in questo triste momento e al nipote Andrea Maldera, attualmente assistente tecnico di mister Allegri". <
Articolo di Antonio Carioti
MALDERA: TERZINO PER MESTIERE, BOMBER PER PASSIONE
Fu il capocannoniere del Milan che conquistò la stella, nel 1978-79, ma il nome di Aldo Maldera, mancato troppo presto ai suoi cari, in me rievoca altri due gol, segnati nei momenti più difficili del Diavolo. Perché lui, quando il buio si faceva fitto, era sempre l’ultimo ad arrendersi.
Estate 1977. Dopo una stagione disastrosa, in cui ha sfiorato la retrocessione. il Milan ha una possibilità di riscatto, la finale di Coppa Italia. Ma davanti ha un’Inter aggressiva, che domina nella prima mezz’ora. Nel secondo tempo Rivera batte una punizione dal limite: la sua palla morbida spiove in area e dal nulla, aggirando i difensori, arriva Maldera e trafigge Bordon. Finirà 2-0, quarta Coppa Italia rossonera.
Primavera 1982. Questa volta la retrocessione arriva (ed è la seconda…), ma nelle ultime cinque giornate il Milan lotta disperatamente e sfiora la salvezza. Dopo aver segnato uno splendido gol a Marassi contro il Genoa, Maldera si ripete a San Siro. Batte il portiere dell’Avellino con una spettacolare rovesciata, un gesto da goleador puro: quanti terzini nella storia del calcio avranno realizzato reti così? Poi corre verso la cancellata che separa il campo dagli spalti e si arrampica per raccogliere l’abbraccio dei tifosi. Uno dei pochi momenti di gioia in un’annata maledetta. Solo la sfortuna lo ferma: due settimane dopo, contro il Toro, colpisce la traversa: se quella palla fosse entrata, il Milan avrebbe evitato la B.
Hai segnato tanti altri importantissimi gol, caro Aldo, anche se di mestiere facevi il difensore. Hai vinto lo scudetto anche con la Roma del maestro Nils Liedoholm. Ma io ti ricorderò sempre così, aggrappato alla cancellata, in uno stadio pieno nonostante le sofferenze di quella brutta annata. Simbolo intrepido di un Diavolo che poteva spezzarsi, ma non si piegava mai.
(dal "Corriere della Sera" del 28 febbraio 2012) |
(dal sito www.ilgazzettino.it) |
(da "Il Messaggero") |
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 5 agosto 2012) |
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