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Articolo di Colombo Labate
12 maggio 2012

NON ABBASSERÒ MAI LA MIA BANDIERA !
La bandiera, dopo la maglia, è l’oggetto che più incarna l’essere ultras ed il senso di appartenenza che ti lega ad una squadra.
Se la sciarpa (naturalmente tubolare) ed ovviamente lo striscione, rappresentano un po’ il biglietto da visita di un Gruppo, la bandiera può dar sfogo a mille risorse da parte di giovani e meno giovani, che attraverso un disegno, una creazione, ostentata poi allo stadio, comunicano il proprio pensiero, i propri ideali (talvolta non solo sportivi). In questo senso sono tantissime le creazioni attraverso le quali si sfoggiano veri e propri capolavori, frutto dell’ingegno e della passione smisurata. Personalmente ne ho ideata una della quale vado molto fiero, che rappresenta il Milan degli albori, quello del terzo scudetto datato 1906-07 (il Vecchio Diavolo era nato qualche anno prima, nel 1899 grazie a Mr. Herbert Kilpin da Nottingham che ne aveva imposto anche i bellissimi colori sociali, “il rosso come il fuoco - ma anche per un piccolo omaggio al Nottingham Forest F.C. - ed il nero come la paura che incuteremo ai nostri avversari” ed il simbolo, inevitabilmente un Diavolo che ne incarnava lo spirito) e che ha riscosso molto successo tra gli appassionati.
E’ un pezzo (unico) che richiama la sana, genuina passione dei nostri avi (basti notare la differenza di tenuta da gioco tra un footballer e l’altro, per non parlare poi dei calzettoni, tutti differenti tra loro), i quali per poter giocare in una squadra di club dovevano versare una quota mensile. Erano gli antesignani degli attuali calciatori che ormai di passionale e senso di appartenenza hanno ben poco. Naturalmente questa bandiera è “griffata” Maglia Rossonera, Old Style Casciavìt, cioè quelli di una volta (oserei dire quelli di sempre …), quelli che nella migliore delle ipotesi hanno i capelli brizzolati, quelli che hanno portato in giro per gli stadi d’Italia e d’Europa le proprie bandiere, la propria voce, il proprio ego. Le due cose stanno a significare quindi una fusione tra l’Old Football e l’Old Style, appunto, tanto amati e tanto apprezzati dai Vecchi Cuori Ultras.
Sto progettando un’altra bandiera, sempre relativa ad una formazione ad 11 calciatori, questa volta però del 1972-73, stagione a me particolarmente cara, anche se perdemmo disgraziatamente lo scudetto all’ultima giornata nella fatal Verona dopo aver combattuto (e vinto) tre giorni prima una battaglia in quel di Salonicco contro gli inglesi del Leeds United nella Finale di Coppa delle Coppe, grazie anche alla Juventus che si interpose con la Lega Calcio, non concedendo il rinvio della partita, così come chiesto dai vertici rossoneri. Ma quella squadra, per me, meritava comunque di essere celebrata, immortalata, vuoi perché è stata comunque una splendida stagione da ricordare, vuoi perché erano i miei primi periodi da tifoso, vuoi perché mi innamorai di “quella” Maglia a strisce strette in lanetta pesante con la coccarda della Coppa Italia ed il colletto a V nero, semplicemente strepitosa, vuoi perché conservo ancora uno splendido poster della William di quell’annata che mi ha dato l’idea realizzativa, vuoi perché in quella squadra ci giocavano, tra gli altri, Gianni Rivera, Romeo Benetti, Luciano Chiarugi, Pierino Prati (ricordo ancora una bellissima bandiera a 4 scacchi rossoneri con i mezzibusti disegnati di questi 4 campioni ed una stella al centro che era stata approntata per celebrare un evento che purtroppo non si realizzò). Insomma, una moltitudine di motivi e motivazioni, che mi hanno portato a pensare di poter (dover) immortalare i miei Eroi, coloro che mi hanno “iniziato” al calcio, e per questo li omaggio come meritano.
Tra l’altro sono anche un collezionista, oltre che di altro materiale calcistico, anche di bandiere (ne avrò una sessantina), le quali “raccontano” un po’ tutta la mia vita da tifoso. Ho dei pezzi molto belli, anche precedenti al mio primo periodo da protagonista degli stadi, tipo una bandiera risalente alla conquista della prima Coppa dei Campioni del 1963 a Wembley, oppure dei foulard rossoneri anni ’60, ed ancora le mitiche bandiere quadrate anni ’70, alcune un po’ scolorite dal tempo, ma per questo ancora più preziose, anche perché fatte sventolare là dove gli 11 ragazzi in Maglia Rossonera mi rappresentavano. Una volta, nel giugno del 1978, assieme ad un amico, andai a vedere un’amichevole estiva del Milan a Catanzaro, non c’era molto pubblico, ma ricordo che quando arrivò il pullman del Milan quasi mi presero le convulsioni dall’emozione nel vedere, seduti davanti, uno accanto all’altro Nereo Rocco e Gianni Rivera, e mi misi ad agitare, freneticamente, la mia bandiera rossonera, in verità abbastanza grande (che ovviamente ancora conservo). Loro mi guardavano incuriositi facendo un cenno di saluto, ma una volta che scesero per recarsi negli spogliatoi rimasi impietrito e non ebbi il coraggio di avvicinarmi a quei due mostri sacri. La gente mi guardava, tra cui qualcuno in cagnesco, un altro mi disse “qui siamo a Catanzaro, non a Milano, abbassa quella bandiera …”, ma io, imperterrito, senza dire nulla – ed anche rischiando, in un certo senso -, continuai a sventolarla, alchè un’altra persona, vista la scena, ammirò il mio carattere e mi disse “bravo ragazzo, hai dimostrato di avere le palle!”, e sinceramente mi sentii molto orgoglioso. Si andava formando in me quel carattere che poi avrei forgiato nel corso di tutta un’esistenza dedicata a frequentare gli stadi e che a distanza di parecchio tempo mi vede ancora, in qualche modo, sulla breccia, sempre e comunque orgoglioso dei miei colori.
Colombo LABATE, Maglia Rossonera, Old Style Casciavìt