< STAGIONE 2011-12
 





Articolo di Colombo Labate


LE AMARE VITTORIE A TAVOLINO, DA UN INCONTRO PRE NATALIZIO DATATO 1970 AL TRISTEMENTE FAMOSO (MA NON TANTO …) CAMPIONATO 1989-90

Pochi giorni prima di Natale del 1970, esattamente il 20 dicembre, allo stadio San Paolo di Napoli, si disputò una partita che vale la pena di essere ricordata. Il Diavolo rossonero si appresta a disputare la gara forte dei suoi 14 punti dopo 9 giornate di campionato, inseguendo appunto i partenopei che hanno un punto in più.
Si prospetta quindi un match molto caldo, ed i tifosi di casa lo preparano a dovere … Sugli spalti, zeppi fino all’inverosimile, in una bella giornata di sole, si assiepano non meno di 95.000 spettatori (che contribuiscono all’incasso-record di 175.136.000 Lire) l’ambiente è una bolgia infernale; già dal riscaldamento prima della partita piovono i primi assordanti fischi (e non solo quelli …) nei confronti dei calciatori rossoneri, con il chiaro intento di disturbarli, ma che comunque non sembrano risentirne. Giova ricordare che l’anno precedente, l’11 rossonero aveva conquistato la Coppa Intercontinentale alla Bombonera, in quel di Buenos Ayres, contro l’Estudiantes de la Plata, campione del Mondo uscente, in un clima che definire ostile è un eufemismo, con giocatori picchiati in campo dagli stessi avversari (famosa la maschera di sangue di Nestor Combin, colpito al volto da un calcio sferrato da breve distanza ….), caffè bollente rovesciato dagli spalti sui giocatori italiani ... Ma questa è un’altra storia ….
Il parallelismo serve solo a spiegare il carattere forte e tenace di quel Milan, composto da Uomini veri, con la U maiuscola, addestrati dal “Paron” Nereo Rocco, che si era fatto le ossa a Padova, in una provincia sanguigna del Nord Est, il cui campo da gioco, l’Appiani, era soprannominato la “Fossa dei Leoni” … (nome celeberrimo che fu scelto anche dal primo gruppo Ultras italiano, la Fossa dei Leoni, appunto, che nacque nel 1968, presente anche a Napoli per la circostanza, con tanto di striscione, il primo, storico, con la scritta “Fossa dei Leoni Rampa 18” che l’anno successivo, purtroppo, proprio al San Paolo, viene praticamente distrutto, al punto che ne venne confezionato un altro, a tempo di record, diverso, però dal precedente, e forse anche più bello, certamente quello a cui personalmente sono più legato, lungo una trentina di metri con la scritta bianca su strisce verticali rossonere che ricordavano la Maglia, sì, la Maglia Rossonera, quella a righe strette in lanetta con colletto rialzato nero la più bella in assoluto, senza tema di smentita, a fronte degli scempi moderni, e che fu esposto per quasi tutti gli Anni Settanta, dapprima sul rettilineo di San Siro sotto il tabellone, poi in Curva Sud, venendo quindi sostituito da un altro con due bande orizzontali rossonere con scritta bianca …).
Dopo questa doverosa divagazione Ultras, diciamo che sia in campo che sulle gradinate, non ancora contrassegnate dal posto numerato come ormai consuetudine degli stadi odierni, la situazione non era delle migliori … Vengono infatti lanciati anche diversi assordanti mortaretti, al punto che lo speaker è costretto ad intervenire, cercando di dissuadere il pubblico, con scarso risultato, però … All’ingresso delle due squadre in campo, sembra ci sia un anticipo dell’imminente Capodanno, con delle luminarie che fanno anche molta scena … La partita è comunque combattuta da ambo le parti, ma molto corretta (non ci saranno ammoniti da parte di Concetto Lo Bello, arbitro dell’incontro) con il Milan che agisce prevalentemente di rimessa e trova il gol al 36° con Pierino Prati che con un gran destro al volo su imbeccata di testa di Luciano Monticolo batte imparabilmente Dino Zoff. L’ex milanista Josè Altafini si da un gran da fare, ma i suoi sforzi sono resi vani dall’attentissima difesa rossonera. Intanto continuano a piovere mortaretti (qualcuno, come lamenterà poi Angelo Anquilletti negli spogliatoi, sparato anche ad altezza d’uomo, specificatamente su Gianni Rivera, che si appresta a battere un calcio d’angolo …).
Questo tran tran prosegue comunque per tutto l’arco dell’incontro, finché, al 41° della ripresa, a partita ormai quasi finita, Silvano Villa, giovane attaccante brianzolo del Diavolo, viene centrato da due petardi, al braccio destro ed alla coscia destra, che gli provocheranno delle piccole ustioni. Naturalmente lo stesso non è in grado di poter continuare, cosicché viene sostituito da Giorgio Rognoni. Sul campo viene quindi sancito il risultato di zero a uno; ci penserà poi il giudice sportivo Alberto Barbè a cancellarlo, decretando la vittoria a tavolino per 0-2 (a quei tempi per simili fatti era quasi automatico che venisse assegnata la vittoria a tavolino, anche se, come in questo caso, non sarebbe servita, anzi, ha provocato un’ulteriore danno, in quanto ai fini della classifica marcatori anche la rete del bomber Prati non fu ritenuta valida). Un amaro epilogo di una partita epica che aveva comunque visto prevalere i Ragazzi di “Paron” Rocco, ma che fu di fatto “cancellata” da una regola che, negli anni, il più delle volte, fu “interpretata”, diciamo così, per fini poco nobili (mi viene in mente il campionato 1989-90, Alemao colpito a Bergamo da una monetina di 100 Lire sul capo che viene “invitato” dal massaggiatore Carmando a stare giù, pur essendo comunque in grado di proseguire, e venendo poi sostituito in modo che il Napoli potesse far ricorso ed avere così lo 0-2 a tavolino (a distanza di qualche anno poi il presidente Ferlaino confessò di essersi fatto grasse risate con Alemao all’ospedale ….), un episodio che contribuì quasi in maniera determinante a far vincere lo scudetto alla squadra di Maradona, in lotta proprio con il Milan, forse il Milan più forte della storia, allenato da Arrigo Sacchi, a cui venne data, in quel campionato, la spallata definitiva al Bentegodi di Verona con 4 espulsi (3 giocatori più l’allenatore), due rigori netti non assegnati e tante altre belle situazioni … Arbitro, in quel caso, era Rosario Lo Bello, figlio del Concetto Nazionale … Corsi e ricorsi storici … “Bravo Rosario, hai afferrato il Concetto …” e “Napoli, la vuoi la finale, Lire 800 ti costa in totale”, furono solo due degli innumerevoli striscioni di dissenso (il secondo, lunghissimo, esposto dalle Brigate Rossonere Sez. Roma al Prater di Vienna in occasione della vittoriosa Finale di Coppa dei Campioni con il Benfica di Eriksson nello stesso anno ed immortalato alle spalle della formazione milanista fotografata prima dell’incontro) della tifoseria rossonera. Insomma, lo 0-2 era una regola che doveva essere cambiata, e così fu, ma che costò, nel nostro caso, la conquista di uno scudetto più che meritato. Ci penserà comunque l’immenso cuore del popolo rossonero a festeggiare quel Dream Team, invadendo lo stadio di Bergamo all’ultima giornata (San Siro era inagibile per i lavori di Italia 90), portando in trionfo al termine dell’incontro i Rossoneri ed il loro condottiero Arrigo Sacchi, assoluti vincitori morali. Quando si dice: “Non ho vinto lo scudetto, ma è come se lo avessi vinto …”, ecco, in quel caso, non vinse, sul campo, il più forte, ma quell’annata viene ricordata molto più di altre in cui magari avrebbero meritato di vincere altre squadre (ad esempio la Lazio, oggettivamente più forte, nel Campionato 1998-99), ma nel calcio, come nella vita, la giustizia non sempre è quella “giusta”.

Colombo LABATE, Maglia Rossonera, Old Style Casciavìt !