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Dal sito bandacasciavit.splinder.com
3 marzo 2011

CASCIAVIT, MILANO
Lettera di Stefano "Potsy" Pozzoni inviata alla Gazzetta dello Sport
Gentilissima Redazione, leggo le dichiarazioni del presidente Massimo Moratti, a proposito del fatto che la sua squadra rappresenterebbe i "milanesi veri".
La sua squadra rappresenta in modo talmente profondo la città che, contemporaneamente, il Sindaco cittadino, sua cognata, cicca clamorosamente il loro anno di fondazione. Per smentirlo potrei elencare un'infinità di esempi: il fatto di essere nati, noi del Milan, 9 anni prima, oppure di avere nel nostro simbolo lo stemma cittadino (Croce rossa in campo bianco, inopinatamente utilizzata dai cugini nelle maglie del loro centenario). Oppure chiedendo al sig. Moratti quanti giocatori milanesi, "veri milanesi", hanno indossato la maglia della sua squadra negli ultimi vent'anni. Oppure, ancora, ricordargli che, da sempre, il Milan ha storicamente attecchito nelle classi sociali più nobili e contemporaneamente tra quelle proletarie, lasciando alla media borghesia (bottegai, avvocati etc.) la prevalenza verso la maglia nerazzurra. E' storia; non l'ho inventato io! Tutto ciò al giorno d'oggi mi sembra, comunque, uno stucchevole luogo comune, da qualsiasi sponda lo si voglia guardare. Che senso ha nel 2011 parlare di "veri milanesi"? Chi sarebbero? Quanti sarebbero? Per quanto mi riguarda, milanese da generazioni, nato negli anni '60, parlo e soprattutto penso in dialetto milanese, posso tranquillamente affermare che oggi più che mai, come affermava lo scrittore Castellaneta, (interista..) "Milanesi si diventa". La verità è che Milano e i Milanesi, sono, da sempre e oggi ancora di più, esattamente divisi a metà nel tifo per l'una o per l'altra squadra.
Entrambi rappresentiamo a pieno titolo la milanesità, che sia di generazioni o acquisita da poco. Al nostro essere "Casciavìt" loro oppongono il fatto di essere "Bauscia" e Moratti ne è il più tipico esempio: sbruffoni, per l'appunto. A tal proposito, vorrei citare quanto scritto dal giornalista Mario Zappa su "Il Calcio Illustrato" n.7 del 1934: "Se la città del panettone e del Duomo volesse aggiungere una terza specialità (tanto per non farsi superare dalla grassa Cremona) di carattere sportivo, credo che meglio la caratterizzerebbe il Milan che non l'Ambrosiana. In fondo quest'ultima potrebbe aver sede in altre città senza trovarsi spaesata.
Il Milan no. A Parte il nome, la squadra rossonera appartiene realmente allo spirito Milanese, che è aperto, gioviale, e umorista a modo suo, specialmente quando si tratta di sorridere su una disgrazia". Ricordo, inoltre, che un tale scrittore di nome Stendhal, autodefinitosi "MILANESE", tanto da farlo incidere come epitaffio sulla propria lapide, non a caso scrisse un simpatico e indimenticato capolavoro letterario.....IL ROSSO E IL NERO.
Orgogliosamente Milanese e ancor più orgogliosamente Milanista, porgo cordiali saluti.
Stefano Pozzoni