Dal blog di Davide Grassi
27 novembre 2010
SICILIA CASCIAVIT
Nei giorni scorsi ho ricevuto una bella lettera da Mario Lalicata,
lettore dei
miei libri. Mi è piaciuta molto e, d’accordo con lui, ho deciso di
pubblicarla
nel blog anche perché in diversi punti ricorda quel calcio “di una
volta”,
fatto di immagini in bianco e nero e radiocronache, che spesso mi piace
raccontare nei miei libri. Buona lettura.
Carissimo Davide,
consentimi di darti del tu, credo che tra “casciavit” sia il minimo che
si
possa fare.
Mi chiamo Mario Lalicata, sono un ex giornalista sportivo, ti ho
scoperto
grazie al sito www.magliarossonera.it e nella sezione bibliografia ho
letto la
presentazione de “Il manuale del perfetto casciavit” scoprendo che da
tempo
scrivi di Milan, sono andato in libreria a prenotarlo e qualche giorno
fa l’ho
letto tutto di un fiato (ti prometto che lo rileggerò, i libri
importanti vanno
sempre riletti).
Chi ti scrive, pur abitando a 1.500 chilometri da Milano, sente di
essere un
perfetto casciavit come te, ecco perché, dopo aver letto il tuo libro
ho deciso
di scriverti, non solo per farti i complimenti. Quello che voglio
dirti,
infatti, è che malgrado la distanza, anche un siciliano può essere un
vero
“casciavit”.
Sono più grandicello di te di quattro anni, e fino a nove, di calcio e
soprattutto di Milan non potevo saperne nulla, un mio coinquilino
compagno di
giochi e più grande di me (lui è del 1954, ormai emigrato in Svizzera
dalla
metà degli anni ’70) il 28 Maggio del 1969, mi pose una condizione:
durante il
pomeriggio lui avrebbe giocato con me, ma io la sera, gli dovevo fare
compagnia
per guardare insieme la finale della Coppa dei Campioni (la sua era
l’unica
famiglia della via della mia casa paterna a possedere un televisore),
così
accettai e da quella sera scoprii il calcio ma soprattutto il Milan.
Da quel giorno, sono fiero di essere cresciuto calcisticamente con
“Tutto il
calcio minuto per minuto”, (il calcio e le trasmissioni di oggi, non
trasmettono lo stesso calore e amore) infatti da quel campionato
(stagione
1969/70), con una piccola radiolina Telefunken a batterie, acquistata
da mio
padre agli inizi degli anni 60’ durante la sua permanenza in Svizzera,
i vari
Roberto Bortoluzzi, Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Everlaldo Dalla Noce,
Ezio
Luzi, Alfredo Provenzali (che era agli inizi della sua carriera)
diventarono i
miei maestri, insieme ai grandi Beppe Viola, Paolo Valenti, Maurizio
Barendson,
Nando Martellini e per finire Bruno Pizzul.
A dieci anni non riuscivo a capire come facevano tutti insieme a
parlare alla
radio, così spinto da una frenetica passione, sognavo che da grande
dovevo fare
quel mestiere e alla fine degli anni ’70 (1977) con l’avvento
dell’emittenza
privata anche nel mio piccolo paesino in provincia di Catania, mi feci
notare
partecipando ad una trasmissione a quiz (avevo imparato a memoria tutto
il
Milan dal 1970 al 1977) roba degna delle buonanime di Massimo Inardi e
Mike
Bongiorno, così poco dopo fui chiamato per un provino ed esordii come
conduttore di un programma sportivo. Per farla breve, dopo qualche anno
diventai proprietario dell’emittente e quindi, editore radiofonico per
oltre 20
anni (salutami Franz Di Ciocco, posseggo quasi tutta la discografia
della P.F.
M.) ma soprattutto realizzai un sogno; quello di diventare
corrispondente e
giornalista sportivo, organizzando una trasmissione radiofonica
sportiva che mi
consentì di essere nominato capo redattore di un “pool di radio
private” per la
Sicilia orientale e nel 1996, venni premiato insieme alla mia redazione
giornalistica con l’Oscar radiofonico (consegnatomi da Daniele Piombi)
per la
messa in onda del miglior programma radiofonico sportivo della Sicilia
(seguivamo in casa e fuori, le squadre Siciliane impegnate nei
campionati dal
CND alla Serie B).
Cosa c’entra tutto questo con te e il Milan? Semplice, nel capitolo l’
imprinting hai raccontato come la tua passione per il Milan è nata
grazie a
Gianni Rivera, ma soprattutto a causa di un parente e da un bambino che
si
aggirava per il condominio indossando la maglia di Rivera quindi se
vogliamo,
casualmente. Ma posso assicurati che sei diventato milanista perché
dentro di
te non c’era un cuore “bauscia”, ma un vero cuore “casciavit” come il
mio,
pensa che quando parli spaziando dal Paron allo sciagurato Egidio o
della Fatal
Verona è ovvio, che se non si è un vero “Casciavit” certe cose non si
possono
ne sapere ne sentire dentro. Io quel maledetto pomeriggio del 20 Maggio
1973,
non ero al cinema, ero nella mia casa paterna, in cucina, davanti la
radiolina
della quale ti ho già parlato con la schedina del mitico “Totocalcio”
ad
aggiornare come sempre i risultati man mano che cambiavano (la conservo
ancora)
con tutte le cancellature e bagnata dalle mie lacrime al gol di
Cuccureddu a
tre minuti dalla fine (si, le lacrime si sono asciugate ma ti assicuro
che un
esame del dna li tirerebbe fuori), le stesse lacrime amare che a sette
anni,
questa volta non seppe trattene mio figlio Emanuele dopo la maledetta
serata di
Istanbul, ma con una sostanziale differenza: nel 1973, mio padre non
poteva
capirmi, io invece avrei voluto piangere insieme a mio figlio!
Nel tuo libro leggo cose fantastiche, delle tue esperienze a San Siro,
la casa
dove oggi abita Paolo Maldini, dei tanti campioni rossoneri che hai
incontrato
e continui ad incontrare, che ti sei emozionato parlando al telefono
con Gianni
Rivera, ho visitato anche il tuo sito e ho visto la galleria
fotografica,
complimenti!! Io a San Siro ci sono stato solo una volta e per giunta
da
adulto, nel 2002; era un sabato pomeriggio, il 21 settembre durante
l’anticipo
contro il Perugia che in porta aveva Kalac, vincemmo 3-0, ma come nel
tuo caso
quando sei entrato per la prima volta al centro sportivo di Milanello,
anche io
per la mia prima a San Siro ho preso la stessa acqua che beccai in
Sardegna
durante il servizio militare, ovvero non c’era un millimetro del mio
corpo
senza essere bagnato.
Un siparietto simpatico mi è capitato circa tre anni fa in questo
periodo, un
mio compaesano “bauscia”, si era fissato che doveva fare l’allenatore
di
squadre dilettanti partecipando ad un corso di preparazione indetto
nella
provincia di Ragusa dalla F.I.G.C. e avendo fatto amicizia con Romeo
Benetti
(designato tutor dalla Federazione) lo invitò a prendere un caffè a
Mineo,
bene! Romeo Benetti è stato per circa un’ora davanti l’ufficio dove io
lavoro,
ed io li dentro senza saperne niente, ne sono venuto a conoscenza dopo
qualche
giorno, sicuramente l’amico “bauscia” non volle informarmi perché
pensava di
fare qualche cattiva figura, lo avrei messo in difficoltà, vista la
grande
conoscenza che ho del Milan e dei giocatori che vi si sono avvicendati.
Ma un vero “casciavit” siciliano che abita a 1.500 Km. di distanza, se
non può
avere la possibilità di stare vicino ai propri colori, frequentando
locali e
gente comunque legata alla squadra o alla società, per essere tale, sai
cosa
deve fare? Da vero “casciavit” dal 1972 in poi ho sempre acquistato il
mensile
Forza Milan! (anche quando abbiamo giocato con il Rimini del 1980/81 o
con il
Campobasso o perso con la Cavese nel 1982/83) mi mancano pochi numeri
per avere
la raccolta completa a partire dal numero zero (dicembre 1968) della
nuova
versione fondata da Gino Sansoni, ma soprattutto, deve possedere una
videoteca
di archivio tra la più completa in Italia di gare ufficiali integrali
del
Milan, ne ho oltre 600, tutte gelosamente conservate in dvd con
copertina
personalizzata.
Potrei continuare a lungo, ma sono certo che ci saranno altre occasioni
che ci
daranno la possibilità di sentirci, intanto di rinnovo i complimenti e
ti
auguro buona serata con un forte e caloroso Forza Milan!
Mario Lalicata
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