< STAGIONE 2010-11
 




dal sito www.milanpassion.it


IN HOC SIGNO VINCES
Posted by Eddie Felson

La quarta squadra di Milano ha finalmente ricevuto il vero “triplete”
Dopo qualche anno di smarrimento sono state finalmente ristabilite le gerarchie cittadine. Il Milan non poteva proseguire a rendersi barzelletta nella sua città. Non c’è da stupirsi che la più fragorosa risposta sia arrivata poco tempo dopo le parole deliranti del petroljoker al momento del ricevimento dell’Ambrogino d’oro: “L’inter è Milano, i tifosi dell’inter sono sempre stati considerati i milanesi veri… L’inter ha sempre rappresentato l’orgoglio dello sport milanese, ha più radici l’Inter per la città che il Milan, anche se poi, comunque, anche la squadra rossonera ha fatto bene“. Anche la squadra rossonera…anche. Grazie di esserti ricordato di noi! Peccato la storia del calcio meneghino parli in maniera ben diversa. Com’è tipico di ogni bauscia anche Minimo finge di non sapere le cose e tra queste un dato emblematico del loro rapporto con la città, ovvero che ne siano talmente simbolo da esser sorti dopo non una ma ben tre squadre! Non solo noi, primi, nel 1899, ma anche la Mediolanum e l’Unione Sportiva Milanese nel 1902. Loro,come ricordato nella coreografia della nord, sono del 1908. Ora,non so voi, ma io non ho mai visto nessuno vincere l’oro arrivando terzo, anzi, in questo caso, fuori dal podio, dato che quarti. No, aspettate, in realtà l’ho visto, l’abbiamo visto tutti in occasione dell’assegnazione dello scudetto 2005, quello dove la maiamata era arrivata a -15 punti dalla rubentus e -12 da noi, salvo poi riuscire nel più clamoroso colpo di stato della storia del calcio italiano dai tempi della revoca del titolo granata (’27) grazie al (gobbo) miserabile Allemandi.
D’altra parte bisogna capirli, è nel loro dna fregarsene delle regole o farle ad hoc per il loro club ,non possono farne a meno. Controllori e controllati, giudici e giuria,nonchè senza dignità, lo furono già dal primo titolo, quello del 1910. Largamente dietro i campionissimi della Pro Vercelli ed ormai fuori dalla corsa al titolo,cominciarono a vincere e vincere inanellandone ben 11 consecutive e portadosi a pari punti proprio con i piemontesi. Ci sarebbe voluto uno spareggio e,come da regolamento,si sarebbe dovuto giocare in casa di chi deteneva il miglior quoziente reti. Tutto normale,non fosse che la Federazione, inspiegabilmente, stabilì una data a dir poco sospetta per disputare il match, ovvero, di tanti giorni papabili, esattamente quello dell’amichevole tra le nazionali militari. All’epoca i vercellesi erano la compagine più forte e prestigiosa ed avrebbero dovuto lasciar partire i loro 3 giocatori migliori. La logica e la sportività avrebbe dovuto suggerire uno spostamento,ma l’internazionale fc (rigorosamente minuscolo) non ne volle sapere. Bozino, presidente della Pro,arrivò ad una provocazione e mandò,certo che la cosa avrebbe portato ad un posticipo,la formazione giovanile. Ragazzini dagli undici ai quindici anni avrebbero dovuto far comprendere quanto fosse meschina l’ipotesi di giocare,ma i neroazzurri fecero come nulla fosse! 10 a 3 il risultato finale (ben 3 reti da dei poppanti..) e non volendosi limitare a rubare, mostrando orgogliosamente la loro antispotività, schierando tutti i più forti, ma proprio tutti,compreso Ermanno Aebi, attaccante svizzero spacciato per italiano. La Pro fece presente questo ulteriore abuso e,per tutta risposta, fu squalificata, multata e vide i propri giocatori inibiti dalla nazionale maggiore! Fa sorridere pensarci e ricordare che quando ci fu la famosa scissione dei panchinari (altra dura realtà) nel 1908 fu usata proprio la scusante del voler far giocare gli stranieri. La loro solita coerenza!
Mi ha stupito il fatto che Moratti,durante il suo delirio,non abbia tirato fuori anche la storia della B,il famoso “mai stati in B”. Ci sarebbe stata proprio bene, come ciliegina delle falsità. Dato che ci siamo perchè non ricordare anche questo? Torniamo al 1922, quando l’inter arriva ultima, con un bottino che parla chiaro: meno punti , meno gol fatti e più gol subiti. Inequivocabilmente i peggiori, i più scarsi, quelli da retrocedere. Non fosse che la Lega decise di cambiare le carte in tavola, ed al posto di promuovere le squadre che ne avevano diritto, stabilì che bisognava fare i play-out. Ma chi, nello specifico, lo stabilì? Tale Francesco Mauro,che allo stesso tempo, era Presidente del C.O.N.I. Commissario della F.I.G.C. e ottavo Presidente dell’fc internazionale.. Alla faccia del conflitto di interessi!!! Costui era un personaggio che andrebbe incorniciato come quanto di peggio mai partorito dalla storia pionieristica del calcio. Prima di proseguire a raccontare della porcata del ’22 va ricordato come questo signore si fece notare anche nel ’18 quando prima istituì la Coppa Mauro,poi, avendola vinta il Milan,decise di non assegnarla additando all’arbitro Rigoletto Trezzi presunte irregolarità per il match dove la sua maiamata aveva perso contro il Legnano. Risultato? Il Legnano ed altre società (Enotria, Saronno) ne chiesero giustamente la testa ma lui, comprandosi i voti dell’Assemblea Federale, ne rimase saldamente a capo finendo per diventare da li a breve presidente di tutto quel che ho elencato in precedenza. Allucinante, ma tristemente vero. Ed eccoci all’epilogo del ’22, quando stabilì che per lo spareggio l’avversario sarebbe stato l’Alta Italia. Peccato che questa squadra fosse già fallita da settimane!!! Insomma, per l’ennesima volta,una vittoria…a tavolino.
Personaggi alla Mauro li hanno sempre avuti e se Guido Rossi fosse stato ancora presidente di Lega,non ci sarebbe stato da stupirsi se avesse replicato con altre perle,magari costringendo anche noi a giocare con la primavera. Anzi no,meglio i pulcini, vedi mai che Verdi potesse segnare un’altra castagna anche a quelli più grandi. Purtroppo per loro non è stato possibile, lo scontro è stato alla pari (anzi dispari,dato che senza Ibra) ed ha detto chiaramente chi sia la squadra più forte. Pensare che eravamo arrivati a questa partita con il morale a terra, anche il più ottimista dei rossoneri sentiva quella strana sensazione che precede una caduta verticale. D’altra parte dopo questi ultimi anni da incubo avevamo perso l’abitudine a vincere ed anche a ragionare da grande squadra. Per quanto fossero di cartone,o contro avversari penalizzati, i loro trionfi ci avevano ammazzato psicologicamente. Ed in queste ultime settimane gli indizi per un resa incondizionata c’erano tutti,vista l’assenza di gioco,di condizione fisica e, cosa ancor più grave,di determinazione. Tutto mentre loro rapinavano l’ennesima partita in coppa e proseguivano una striscia clamorosa in campionato. Qualcosa dev’esser scattato nel cuore dei nostri,perchè perfino i giocatori più mediocri hanno reso oltre le più rosee aspettative. E Pato, reduce da 180 minuti di scialba apatia, ha risposto alle (giuste) critiche tornando a mostrare qualità da puntero di razza. Ma le note positive non si fermano a qualche nome, tutti meriterebbero una menzione e tutti una standing ovation. Vabbè, quasi tutti…
Sinceramente infatti non me la sento proprio di alzarmi in piedi per congratularmi con Robinho. Il brasiliano non avrebbe giocato male, se non fosse che, sotto porta, proprio non riesce a superare quella che sembra diventata la maledizione dei 10 goals. Dieci, mica uno per sbaglio, insomma non son così pochi per uno che non è mai stato un bomber,quindi non si può neanche dire che sotto porta non ci sappia fare o che non abbia i piedi. Semplicemente si perde in frivolezze o calcia spesso al momento sbagliato nel punto sbagliato. Delle volte va dentro, la maggior parte no, o il portiere salva. Non credendo alla sfiga penso dipenda dal fatto che non sia nè preciso nè potente nel calciare, quindi renda la vita più facile agli avversari. Chiusa la parentesi dedicata al “gatto ed al suo gomitolo”, torniamo ad analizzare il perchè di una trasformazione, anzi, visto il mio ultimo pezzo, direi resurrezione del Milan, proprio nella partita più difficile della stagione. Leonardo ci ha messo molto del suo, inutile negarlo. Quando si vince così a mani basse contro una squadra forte c’è sempre una componente, un merito che non ti appartiene. Sono convintissimo che,a prescindere dal goal segnato subito, il vero vantaggio psicologico sia stato vedere quell’atteggiamento supponente da parte loro. Avevano tante carte da giocare, tante alternative di qualità e lui, non essendo un allenatore capace, ha fatto la cosa peggiore,ovvero sprecarle subito tutte. Sapendo che la difesa era priva del miglior interprete (Lucio) e con due giocatori non al meglio della forma, qualsiasi mister si sarebbe coperto maggiormente. Specialmente considerando che noi, privi dello svedese di passaporto, non avremmo mai potuto giocare a palla alta,bensì di ripartenze.
Un altro elemento da rilevare è stata la loro presunzione: se giochi con 3 punte più Sneijder gli attaccanti esterni devono sacrificarsi, non ci sono alternative. Invece hanno giocato con poco spirito di sacrificio,aspettando accadesse qualcosa,sperando nel solito miracolo o in un nostro errore che però non è arrivato. Col passare dei minuti son venute meno sia le forze psicologiche che fisiche, trovando la sola grande occasione grazie ad una palla inattiva che ha portato al clamoroso errore di Eto’O. Il camerunense quando vede rossonero mostra sempre il peggio del suo repertorio, ma sabato si è superato sbagliando un occasione più facile da metter dentro che buttar fuori, bisognava davvero mettersi d’impegno per riuscirci. Quasi quanto FantAntonio per farsi cacciare a tempo di record. Questo ragazzo proprio non lo capisco. Entri e risulti decisivo,manca un minuto alla fine… che gli dice il cervello? Ha deciso di correre e fare il duro proprio nel match e nel momento che non serviva. Mah, se non altro,da piangina quale è,si è tolto la soddisfazione di segnare l’ennesimo goal alla sua squadra del cuore. Certo che,per riprendere le parole del patron, di “stile Milan” ha ben poco ed onestamente, a fine stagione, sarei a dir poco favorevole ad una sua partenza. Ed a proposito di partenze vorrei chiarire che, pur con la massima gratitudine per quanto fatto (e spero faranno ancora) quest’anno non sono assolutamente favorevole all’idea di rinnovare i contratti di Seedorf, Nesta, Pirlo e tutti gli altri in scandenza o comunque in possibile partenza (Gattuso). Non credo alle rivoluzioni,ma ai rinnovamenti si. E dopo 10 anni con le stesse facce, c’è bisogno di gente fresca, di cambiare l’aria per aprire (davvero) il nuovo ciclo. Non facciamo l’errore di Atene quando considerammo un canto del cigno come un’illusione di rinascita. Oggi può andar bene “solo” il tricolore ma domani vorrei tornare a vivere la nostra dimensione ideale, quella europea.
Intanto pensiamo a Firenze, trasferta per nulla semplice e che vedrà un ennesimo abusivo ad honorem sedere su una panchina avversaria: Sinisa il “serbafascio”. Il simpatico come un calcio nei maroni Mihajlovic potete stare certi che non ci aspetterà col tappeto rosso(nero) anzi.. Tra lui e Gilardino non mancano le motivazioni per prendersi una rivincita. Noi però avremo uno Zlatan in più nel motore, fattore a dir poco importante, ma che, sotto sotto, nasconde anche un’insidia. Pur essendo certo del fatto che la squadra sia più forte e giochi meglio con di lui, sarà inevitabile, dopo un derby così, che qualcuno parli di gioco più fluido e veloce senza. Insomma, paradossamente, non dovessimo vincere,potrebbe crearsi uno spiacevole caso 11. Il calcio è assurdo e la maggior parte dei media ama sguazzare in questo genere di pantano, quindi la cosa non mi stupirebbe affatto. Ovvio che non abbia senso discuterne ora,prima ancora dei 90 minuti, ma ragionarci si. Lui ha sbagliato ed avrebbe potuto costarci il tricolore con quel gesto assurdo contro il Bari. La frustrazione per l’arbitraggio ok, ma se sei un campione devi dimostrarlo anche non rendendoti protagonista di questo genere di episodi. Ora ci aspettiamo risponda solo e sempre sul campo,come già ci fece vedere per tanti mesi, caricandosi la squadra sulle spalle. Con un Pato così accanto ,se gioca come sa,per gli avversari,per quanto forti e determinati, non c’è scampo. Entrambi non è possibile contenerli, specialmente se il centrocampo con Boa e gli altri riesce a proporsi continuativamente nell’area. Ed i viola non hanno esattamente una difesa di ferro, ed ancor meno pregevole il loro attacco che, già privo del talentuoso Jovetic,dovrà fare a meno anche di Mutu.
Come dice la nota canzone dei Queen “Don’t stop (me) now, I’m having such a good time” No, non fermiamoci-fermateci ora, perchè il bello deve ancora venire e vogliamo tornare ad essere primi non solo nella storia meneghina, ma in quella italiana.