Davide ELENI

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(da "Il Calcio Illustrato")
  Davide ELENI

Nato il 15.08.1913 a Milano, † il 24.12.2003 a Milano

Dirigente Accompagnatore e Consigliere

Stagioni al Milan: 12, dal 1945-46 al 1956-57

Era il più vecchio socio vitalizio ancora in vita del Milan ed era il presidente onorario dell'Enotria




Era il papà di Oscar Eleni, nato a Milano il 4 marzo 1944, giornalista de “Il Giornale” esperto di atletica e basket.


Dal sito www.museodelbaseball.it

ELENI OSCAR
Nato a Milano il 4-3-1944. Giornalista, inviato de “Il Giornale”. Esperto di atletica e basket, ha seguito anche il baseball.Oscar Eleni, classe 1944, nasce a Milano pur avendo forti radici emiliane. Comincia la carriera giornalistica a Sportinformazione poco meno che ventenne, poi nel 1968 entra alla Gazzetta dello Sport. Resta sei anni in Gazzetta, poi nel 1974 quando è capo servizio dell’atletica leggera, suo primo amore (sua moglie è stata atleta di fama nazionale), lascia la Rosea per seguire Indro Montanelli ed i suoi discepoli nell’avventura del Giornale Nuovo. Resta al Giornale fino al 1994, poi, a seguito della rottura di Montanelli con Silvio Berlusconi, segue ancora l’uomo di Fucecchio nell’avventura a “La Voce”. Ma quella parentesi dura poco, così sempre nel 1994 passa prima all’Indipendente, poi al Corriere dello Sport dove resta fino a tre anni fa quando torna quasi alle origini, vale a dire al Giornale. Da inviato ha seguito 10 Olimpiadi oltre ai Mondiali ed Europei di quasi tutti gli sport, su tutti le sue grandi passioni: atletica, basket, boxe, calcio e pallavolo. Penna, stilisticamente parlando, unica nel panorama del giornalismo italiano, ha competenza, fantasia, ironia, cultura ed ancora una grande passione mista a disincanto per tutto quello che lo circonda e che segue.Oscar Eleni, classe 1944, nasce a Milano pur avendo forti radici emiliane. Comincia la carriera giornalistica a Sportinformazione poco meno che ventenne, poi nel 1968 entra alla Gazzetta dello Sport. Resta sei anni in Gazzetta, poi nel 1974 quando è capo servizio dell’atletica leggera, suo primo amore (sua moglie è stata atleta di fama nazionale), lascia la Rosea per seguire Indro Montanelli ed i suoi discepoli nell’avventura del Giornale Nuovo. Resta al Giornale fino al 1994, poi, a seguito della rottura di Montanelli con Silvio Berlusconi, segue ancora l’uomo di Fucecchio nell’avventura a “La Voce”. Ma quella parentesi dura poco, così sempre nel 1994 passa prima all’Indipendente, poi al Corriere dello Sport dove resta fino a tre anni fa quando torna quasi alle origini, vale a dire al Giornale. Da inviato ha seguito 10 Olimpiadi oltre ai Mondiali ed Europei di quasi tutti gli sport, su tutti le sue grandi passioni: atletica, basket, boxe, calcio e pallavolo. Penna, stilisticamente parlando, unica nel panorama del giornalismo italiano, ha competenza, fantasia, ironia, cultura ed ancora una grande passione mista a disincanto per tutto quello che lo circonda e che segue.
Nella sua intensa carriera Eleni si è occupato anche di baseball.
(Fonte articolo: Panathlon Forlì)


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(dal sito www.museodelbaseball.it)



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3 giugno 1945, Milano vs Lecco 6-2: la formazione rossonera.
Davide Eleni è il primo da sinistra



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I dirigenti del Milan 1952-53
(dal "Corriere dello Sport")





(da "Forza Milan!", 1977)



Dal sito www.acmilan.com
27 dicembre 2003

LA SCOMPARSA DI DAVIDE ELENI
MILANO - Il Corriere dello Sport-Stadio riporta a pagina 6, oggi, 27 dicembre 2003, la notizia della scomparsa di Davide Eleni avvenuta alla vigilia di Natale all'età di 90 anni. Padre del noto giornalista sportivo Oscar, Davide Eleni è stato dirigente del Milan dal 1945 al 1957. Nel ricordare la figura di Davide Eleni, il sito ufficiale rossonero si stringe attorno alla famiglia e ad Oscar in particolare, per formulare le più sentite condoglianze.




Dal sito www.corriere.it
27 dicembre 2003

E' MORTO ELENI, L'UOMO CHE INVENTO' IL GRE-NO-LI
Grande amico degli svedesi e di Schiaffino, era il più anziano socio vitalizio rossonero e presidente onorario dell' Enotria, famosa società giovanile milanese
MILANO - A 90 anni (era nato il 15 agosto 1913), se n'è andato, in punta di piedi, alla vigilia di Natale, Davide Eleni. Non era soltanto il più anziano socio vitalizio del Milan (che lo premiò nel 2001) e il presidente onorario dell'Enotria, una delle più famose scuole di aspiranti campioni del pallone. Dal '45 al '54, Eleni era stato con Umberto Trabattoni (presidente) e Toni Busini (direttore tecnico), l'anima del Milan, che dopo una lunga eclissi (44 anni, «il periodo d' oro del calcio italiano», secondo la velenosa battuta dell' avvocato Prisco) tornò a vincere lo scudetto, guidato in panchina dall' ungherese Lajos Czeizler. Era il 10 giugno '51. Della società rossonera, Eleni, titolare di un negozio di tessuti a Milano e grandissimo intenditore di calcio, era molto più che il dirigente accompagnatore, secondo la definizione di allora o il team manager, come si direbbe oggi: ne era l' anima, il deus ex machina, una guida sicura per tutti i giocatori, soprattutto per chi veniva da lontano e aveva bisogno di un punto di riferimento non soltanto calcistico, per non farsi vincere dalla nostalgia di casa. La rinascita rossonera coincise con l' arrivo dalla Svezia del famoso Gre-No-Li: Nordahl era stato preso nel gennaio '49 (esordì contro la Pro Patria) ed era stato raggiunto in estate da Liedholm e Gren. Il 5 febbraio '50, il Milan andò a vincere in casa della Juve per 7-1, ma riuscì soltanto a sfiorare lo scudetto, finendo secondo a cinque punti dai bianconeri; nel '51, invece, arrivò il titolo dopo un appassionante duello con l'Inter di Nyers, Skoglund, dell' olandese Wilkes, di Lorenzi, staccata di un punto. Il Milan, di gol, ne segnò 107, come l' Inter, e Nordahl vinse la classifica dei cannonieri (34 reti). Un successo arricchito dalla conquista della Coppa Latina. Erano gli anni di un calcio geniale e meraviglioso (quando i derby finivano 6-5) sull'asse Milano-Torino, che aveva saputo riprendersi dallo choc della tragedia di Superga del '49. Il Milan tornò a vincere lo scudetto nel '55, con Bela Guttman e Puricelli in panchina; era già la squadra dei Rizzoli, ma era ancora il Milan di Davide Eleni, che aveva saputo diventare il punto di riferimento di Juan Alberto Schiaffino. Per sentirsi in famiglia, l'asso uruguaiano passava il Natale a casa di Eleni, come avevano fatto gli svedesi. O come Omero Tognon, storico centromediano rossonero, che in quella casa si era trasferito per la convalescenza, dopo un delicato intervento al ginocchio. Molto attento al settore giovanile (sotto la sua spinta venne preso Trapattoni), Eleni al Milan diede tutto, con una dedizione assoluta, fino al '57, quando si consumò il divorzio dalla società, dopo un altro scudetto. I vertici societari gli avevano chiesto di riportare Czeizler al Milan, perché non erano più soddisfatti del lavoro di Gipo Viani e lui si era subito attivato, salvo scoprire che c' era stato un repentino cambiamento di indirizzo. Ne restò spiazzato; essendo uomo di sport e di principi, preferì andarsene. Continuò a lavorare per i giovani all' Enotria e come responsabile della Selezione lombarda (da lì passò anche Facchetti), ma il Milan gli era sempre rimasto nel cuore. Come il calcio, che è stata la sua passione e la sua vita. Fino all'ultimo.




Dal sito www.gazzetta.it
28 dicembre 2003

L'ADDIO DEL MILAN A DAVIDE ELENI
La carica era dirigente accompagnatore, ma Davide Eleni, per il Milan, è stato molto di più: il cuore della società dal 1945 al 1957, il tempo di vincere tre scudetti e soprattutto di diventare un punto di riferimento per tutti i rossoneri, in particolare gli stranieri. Eleni è scomparso alla vigilia di Natale, a 90 anni, e il Milan ha salutato con lui il suo più anziano socio vitalizio. Al collega Oscar, figlio di Davide, le più sentite condoglianze della Gazzetta dello Sport.




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Fausto Coppi con Davide Eleni e i giocatori del Milan, 1954-55
(da "Forza Milan")



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I grandi dirigenti rossoneri, Davide Eleni
(da "Forza Milan!")



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30 giugno 2024 - Oscar, figlio di Davide Eleni
(by Luigi La Rocca)