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È il settimo marcatore di sempre nella storia della Serie A, avendo segnato 188 gol e vantando tre titoli di capocannoniere, vinti con la maglia della Lazio nel 1992-93, nel 1993-94 e nel 1995-96 (ex-aequo con Igor Protti). Inoltre ha vinto 2 volte la classifica dei cannonieri della Coppa Italia nel 1992-1993 e nel 1997-1998.
Poco più che sedicenne, comincia la sua carriera nella stagione 1984-1985 nelle fila del Leffe, mettendosi in luce con 5 reti in appena 8 presenze e conquistando la promozione in C2 per la stagione 1985-1986 in cui sarà titolare (30 presenze e 3 reti). Passa poi al Piacenza in C1: il 31 agosto 1986 fa il suo esordio in Coppa Italia nella gara Campobasso-Piacenza subentrando al 61' al posto di Serioli. In campionato saranno soltanto 14 le presenze (1 gol). Disputa da titolare (31 presenze) la stagione successiva nel Trento per poi tornare nel 1988-1989 al Piacenza, stavolta in Serie B e da titolare (32 presenze e 5 gol).
Nella stagione 1989-1990 Signori passa al Foggia squadra allenata da Zeman, tecnico che si rivelerà fondamentale per la sua carriera. Il 26 agosto 1990 sigla la sua prima rete in Coppa Italia nella gara Foggia-Lucchese 4-1. Nasce in quegli anni, sotto la guida del tecnico boemo, il cosiddetto tridente delle meraviglie Baiano-Rambaudi-Signori. Dopo due stagioni nella serie cadetta, Signori fa il suo esordio in Serie A il 1 settembre 1991 a San Siro in Inter-Foggia 1-1. Il 29 settembre 1991 mette a segno il suo primo gol nella massima serie al 70' della gara Foggia-Parma, terminata poi sul risultato di 1-1. Conclude la stagione con 11 gol in 34 presenze, guadagnandosi la convocazione in nazionale con cui esordisce il 31 maggio 1992 nella USA Cup contro il Portogallo.
Nelle cinque stagioni e mezza passate nelle fila della Lazio Signori, oltre a vincere tre titoli di capocannoniere, diventa il simbolo e capitano della sua squadra.
Arrivato a Roma nell'estate del 1992 si presenta all'esordio in campionato con una doppietta a Marassi in Sampdoria-Lazio 3-3, il 6 settembre 1992. Si laurea capocannoniere con 26 gol in 32 partite diventando così il leader della squadra che conquista il diritto a disputare la Coppa UEFA, permettendo alla Lazio di affacciarsi sul panorama europeo dopo 15 anni dall'ultima apparizione. Sotto la guida dell'allora tecnico Zoff bissa il titolo di capocannoniere nella stagione successiva, così da presentarsi con la ragguardevole media di 0.88 (49 gol in 56 gare) come uomo-gol ai mondiali statunitensi.
Nella stagione 1994-1995 sulla panchina della società biancoceleste approda Zeman, il tecnico che lanciò Signori nel grande calcio. Il 4-3-3 zemaniano si incentra su Signori e la Lazio raggiunge il secondo posto in classifica (miglior piazzamento dopo la stagione '73-'74 che la vide Campione d'Italia) alle spalle della Juventus di Lippi e arriva per la prima volta ai quarti di finale di una competizione europea, la Coppa UEFA 1994-1995. L'affetto che lega Signori ai tifosi della Lazio può essere riassunto nell'episodio dell'11 giugno 1995, quando l'allora Presidente Sergio Cragnotti annuncia la cessione del bomber al Parma. La notizia innesca la protesta dei tifosi laziali che si riversano in massa nelle strade della capitale con destinazione via Novaro, dove ha sede la società, per contestare la partenza del giocatore. La dirigenza laziale che non si aspettava una reazione del genere, comincia a preoccuparsi e rivede le proprie stategie di mercato: con grande disappunto, Cragnotti si vede costretto, nella sera di quello stesso giorno, a comunicare l'interruzione di ogni trattativa.
Nella stagione 1995-1996 è ancora una volta protagonista: vince per la terza volta il titolo di capocannoniere con 24 reti, contribuendo in maniera sostanziale al raggiungimento del terzo posto in campionato. Non viene convocato dal CT Sacchi per gli europei del 1996.
Il 1996-1997 è l'anno che vede un cambio in corsa sulla panchina della Lazio: dalla 19° giornata (il 2 febbraio 1997) è di nuovo Zoff a prendere la guida tecnica della squadra che con Zeman non si stava più esprimendo sui livelli delle due stagioni precedenti, trovandosi al dodicesimo posto. Il tecnico friulano che conosce molto bene Signori, pur cambiando modulo (dal 4-3-3 al 4-4-2) riesce a sfruttare le sue qualità che contribuiscono, grazie alle ulteriori 8 reti, alla risalita della squadra fino al quarto posto.
La stagione 1997-1998 vede l'arrivo sulla panchina biancoceleste dello svedese Eriksson e l'ingaggio della bandiera della Sampdoria Roberto Mancini assieme ai centrocampisti Jugovic e Almeyda. L'avvio in Coppa Italia è fulminante: 6 reti in 4 partite per Signori che, pur non terminando la stagione con i biancocelesti, riesce lo stesso a laurearsi capocannoniere -in virtù di quelle 6 reti- della manifestazione. A causa del modulo prediletto da Eriksson, il 4-4-2, Signori comincia ad essere relegato sempre più spesso in panchina e ad accettare sempre meno le decisioni del tecnico. La goccia che fa traboccare il vaso è l'episodio di Vienna: Eriksson fa riscaldare a lungo il bomber senza farlo poi entrare nella gara valevole per gli ottavi di finale di Coppa UEFA contro il Rapid Vienna. A seguito di quell'episodio, viene decisa la cessione Signori alla Sampdoria. L'ultima rete di Signori con la maglia biancoceleste risulta così essere la terza marcatura di Lazio-Rotor Volgograd 3-0, valida per il ritorno dei sedicesimi di Coppa UEFA disputata il 4 novembre 1997.[7] L'ultima gara disputata con la Lazio dall'attaccante di Alzano Lombardo è Napoli-Lazio del 19 novembre 1997, valida per il ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia 1997-98, edizione vinta proprio dalla squadra biancoceleste.
La lunga e intensa esperienza di Signori in maglia biancoceleste si conclude con 127 reti complessive (terzo posto assoluto ad una sola lunghezza da Chinaglia) in 195 presenze. Per quanto concerne le gare di campionato si attesta al secondo posto con 107 reti dietro al leggendario Piola (143); per le gare di Coppa Italia risulta sempre secondo con 17 reti dietro a Giordano fermatosi a quota 18. Sono solo 3 le reti nelle Coppe europee.
Nel dicembre del 1997, passa alla Sampdoria che lo acquistò in comproprietà per 7,5 miliardi di lire. Fa il suo esordio in maglia blucerchiata il 7 dicembre 1997 nella gara Sampdoria-Inter 1-1, rilevato al 51' da Klinsmann. L'esperienza blucerchiata si conclude dopo appena sei mesi con sole 3 reti in 17 presenze.
Nel 1998 la Lazio lo cede al Bologna in prestito con diritto di riscatto. Arriva a Bologna nel luglio 1998 con la squadra in ritiro a Sestola: la prima partita ufficiale è la gara di andata della finale dell'Intertoto contro il Ruch Chorzow l'11 agosto 1998. Nella gara di ritorno in Polonia, il 25 agosto, realizza il suo primo gol con la maglia rossoblu (il secondo per il Bologna) e vince la Coppa Intertoto. Nella prima stagione a Bologna conferma la sua vena realizzativa e si conquista l'affetto dei tifosi: saranno 24 le reti complessive in 47 presenze. A differenza di quanto accadeva con la maglia della Lazio, a Bologna Signori entra spesso nel tabellino dei marcatori anche in Europa: in 12 presenze tra Coppa UEFA 1998-1999 e Intertoto mette a segno 6 reti. Nel giugno 1999 viene ceduto definitivamente al Bologna, a parziale contropartita nell'affare Kennet Andersson, firmando un contratto triennale per circa 3 miliardi a stagione.
Con il Bologna Signori ha disputato complessivamente sei stagioni segnando 67 reti in serie A, 14 nelle Coppe europee e 2 in Coppa Italia.
Dopo tredici stagioni in Serie A lascia il calcio italiano, con uno "score" di 188 gol e 344 presenze nella massima serie, per giocare con i greci dell'Iraklis (2004-2005) e nella stagione successiva con gli ungheresi del Sopron (2005-2006).
NAZIONALE
Esordisce in Nazionale a 24 anni, il 31 maggio 1992, nella partita Italia-Portogallo (0-0), valevole per il torneo della "USA Cup".
Gioca con gli Azzurri nel periodo della gestione di Arrigo Sacchi e viene convocato per il Mondiale 1994. Nel corso della manifestazione viene impiegato come attaccante soltanto nella prima partita contro l'Eire, in coppia con Roberto Baggio, e successivamente come centrocampista. L'impiego a centrocampo limita le capacità realizzative dell'allora attaccante laziale che non vai mai a segno, ma serve comunque assist importanti: la punizione per la testa di Dino Baggio nella partita con la Norvegia e il passaggio per Roberto Baggio contro la Spagna, giocate entrambe finalizzate in reti decisive per la vittoria finale. Conclude il Mondiale 1994 con 6 presenze per un totale di 390 minuti, risultando tra i giocatori più utilizzati da Sacchi. Il ruolo di centrocampista gli crea malumore e il conseguente conflitto scaturito dalla sua posizione in campo lo porta a rifiutare l'ingresso tra i titolari nella semifinale, decisione che in pratica lo esclude dalla finalissima col Brasile.
In poco più di tre anni, dal giugno 1992 al settembre 1995 ovvero il periodo in cui è convocato, totalizza 28 presenze e 7 reti in nazionale.
DOPO IL RITIRO
In seguito al ritiro dall'attività agonistica ha intrapreso la carriera di commentatore sportivo sia in televisione che in radio. Durante il mondiale di Germania 2006 è stato uno degli opinionisti nei programmi della RAI. È passato a RadioUno nella stagione calcistica 2007-08 ed a lui è stato affidato il commento tecnico per il programma Domenica Sport subito dopo le radiocronache del campionato di Tutto il calcio minuto per minuto.
Dal 2008 è diventato consulente personale dell'amministratore unico della società Ternana. Nel gennaio del 2009 abbandona la carica in polemica con la società.
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