Gianluca PESSOTTO (I)

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(da "Forza Milan!")
  Gianluca PESSOTTO (I)

Nato l'11.08.1980 a Latisana (UD)

Difensore (D), m 1.73, kg 72

Stagioni al Milan: 2, dal 1987-88 al 1988-89
, solo Giovanili e partite amichevoli

Nessuna presenza in partite ufficiali della Prima Squadra

Esordio nel Milan in gare ufficiali (Seconde Squadre) il 27.09.1987: Milan vs Como 2-1 (Campionato Primavera)

Ultima partita ufficiale giocata con il Milan (Seconde Squadre) il 09.04.1989: Milan vs Monza 3-0 (Campionato Primavera)

Totale presenze in gare ufficiali (Seconde Squadre): 16

Reti segnate: 0

Palmares rossonero (Seconde Squadre): -

Esordio nel Milan in gare amichevoli
: .....

Ultima partita amichevole giocata con il Milan: .....

Totale presenze in gare amichevoli: ...

Reti segnate: ...

Partite amichevoli documentate da tabellino in Magliarossonera.it:
- 14.01.1988: Parabiago vs Milan 1-2
- 26.04.1989: Varese vs Milan 0-4

Esordio in Serie A il 04.09.1994: Torino vs Inter 0-2

Esordio in Nazionale Under-17: nel 1987

Totale presenze in Nazionale Under-17: 6

Reti segnate in Nazionale Under-17: 1

Esordio in Nazionale Italiana il 09.10.1996: Italia vs Georgia 1-0

Ultima partita giocata in Nazionale Italiana: nel 2002

Totale presenze in Nazionale Italiana: 22

Reti segnate in Nazionale Italiana: ...

Palmares personale: 4 Scudetti (1996-97, 1997-98, 2001-02, 2002-03, Juventus), 1 Supercoppa di Lega (1997, Juventus), 1 Coppa dei Campioni (1996, Juventus), 1 Supercoppa Europea (1996, Juventus), 1 Coppa Intercontinentale (1997, Juventus)




Ha giocato anche con il Varese (C2), la Massese (C1), il Bologna (B), il Verona (B), il Torino (A), la Juventus (A).

"Un gregario fondamentale per la conquista di trofei da parte della Juventus. Modi molto garbati che lo fanno apprezzare anche fuori dal campo. Al Milan lo valorizzò Andrea Valdinoci, ma non fu sufficientemente apprezzato." (Nota di Colombo Labate)



Dal sito www.wikipedia.it

CLUB
Ha iniziato la sua carriera agonistica nelle giovanili del Milan, da cui poi è dirottato al Varese con cui disputa 3 partite segnando una rete in Serie C2 nella stagione 1989-1990. L'anno seguente sale di categoria passando alla Massese, con cui segna una rete in 47 presenze.
Dopo delle positive esperienze in Serie B con Bologna ed Hellas Verona, nella stagione 1994-1995 fa il suo esordio in Serie A con il Torino il 4 settembre 1994 nella partita Torino - Inter, giocando complessivamente 32 partite e segnando un gol, per poi passare alla Juventus.
Titolare fino alla stagione 2001-2002, ha subito un infortunio che lo ha costretto a tre mesi di inattività: questa sosta, unita all'esplosione di Zambrotta nel suo ruolo di terzino sinistro e all'anagrafe che non è più dalla sua parte, lo ha gradualmente spinto in panchina. In campo è sempre stato utile e poco appariscente, dando sempre un'impressione di affidabilità e tranquillità che gli hanno consentito di avere una costanza di rendimento invidiabile, oltre a distinguersi per la sua non comune correttezza e sportività. Ha concluso la sua carriera agonistica nel 2006 e fino al giugno 2009 è stato team manager della squadra torinese, prima di impegnarsi nel settore giovanile.
Ha un fratello, Vanni, anch'egli un giocatore professionista, anche se non ha mai esordito nella massima serie.
È fra i pochi calciatori italiani che hanno conseguito una laurea, in Legge nel suo caso, mentre milita nella massima serie, e questo gli vale il soprannome di "Professorino"; inoltre ama leggere libri.

NAZIONALE
Nel 1987 partecipò al Campionato mondiale di calcio Under-16 in Canada con la rappresentativa di categoria guidata da Comunardo Niccolai. Nel torneo, in cui l'Italia arrivò quarta, disputò 6 gare realizzando una rete nella prima contro il Canada.
Con la maglia della Nazionale italiana è sceso in campo 22 volte e con essa ha partecipato ai Mondiali del 1998 e agli Europei del 2000. Agli Europei del 2000, smarcato da un colpo di tacco di Francesco Totti, effettua il cross che permette a Marco Delvecchio di portare gli azzurri momentaneamente in vantaggio. La finale termina 2-1 per la Francia grazie al golden gol di David Trézéguet futuro compagno di squadra alla Juventus.
Non partecipa ai Mondiali del 2002 a causa di un infortunio patito durante l'ultima amichevole pre-mondiale giocata a Milano il 17 aprile 2002, contro l'Uruguay. Il giorno dopo la Gazzetta dello Sport dedica all'infortunio di Pessotto l'apertura in prima pagina.

DOPO IL RITIRO
Dopo aver concluso la carriera agonistica ha accettato il 27 maggio 2006 la nomina a Team Manager della Juventus al posto di Alessio Secco nominato direttore sportivo.
La mattina del 27 giugno 2006 si è buttato da un abbaino della sede della Juventus a Torino, tenendo tra le mani un rosario. Dai primi accertamenti degli inquirenti emergono dubbi sulla fortuità dell'incidente. Venuti a conoscenza dell'accaduto Fabio Cannavaro, Gianluca Zambrotta, Ciro Ferrara e Alessandro Del Piero hanno lasciato momentaneamente il ritiro dei Mondiali in Germania per raggiungerlo in ospedale . In suo onore, dopo la vittoria per 3 a 0 della nazionale italiana sulla nazionale ucraina nei quarti di finale dei mondiali stessi, i suoi compagni hanno mostrato un tricolore con la scritta "Pessottino siamo con te". Dopo la vittoria della finale diversi giocatori della nazionale italiana, tra cui Alessandro Del Piero e Fabio Cannavaro, hanno ricordato nei momenti di gioia il loro ex compagno di squadra, portandogli tra l'altro la coppa nella stanza dell'ospedale in cui era ricoverato.
Il giorno 17 luglio 2006 è stato dichiarato fuori pericolo di vita dai medici dell'Ospedale Molinette di Torino che lo hanno in cura.
Il 5 settembre abbandona l'ospedale Le Molinette di Torino, per trasferirsi alla Clinica Fornaca di Sessant. Le sue condizioni sono state definite ottime dallo staff ospedaliero.
Il 3 gennaio 2007 ha concesso un'intervista televisiva nella quale afferma di volersi lasciare tutto alle spalle per ricominciare una nuova vita.
Nel mese di maggio 2008 per Rizzoli ha pubblicato con i giornalisti Marco Franzelli e Donatella Scarnati il libro La partita più importante nel quale racconta la sua vita di calciatore, la sua crisi personale, il drammatico evento, il risveglio dal coma, l'entusiasmo ritrovato giorno dopo giorno e la definitiva guarigione dall'incubo.




Cliccare sull'immagine per ingrandire

La Nazionale Azzurra al Mondiale Under-16 in Canada, 1986-87.
Si riconoscono i milanisti Cappellini (in piedi, il quarto da sinistra), Lafuenti (il primo da destra) e Pessotto (accosciato, il quarto da sinistra)
(per gentile concessione di Silvio Lafuenti)






Dal sito www.uefa.com

PROFILO DI GIANLUCA PESSOTTO
La maglia numero 7 importa poco: l'uomo-ovunque della Juventus FC è a suo agio sia come terzino che sulla fascia di centrocampo. Dovunque venga utilizzato, si può essere sicuri che Gianluca Pessotto farà il suo dovere in silenzio, con efficacia e sportività.

Nazionale
In maglia azzurra, Pessotto si è ben comportato alla Coppa del Mondo FIFA 1998 e a UEFA EURO 2000T, dove ha giocato tutta la finale persa contro la Francia. Non è stato convocato invece per l'ultimo Mondiale in Corea e Giappone: a causa di un infortunio al legamento crociato che si è procurato durante un'amichevole contro l'Uruguay. Nelle qualificazioni a UEFA EURO 2004T gioca un solo minuto di una partita, un po' poco per trovare posto tra i 23 giocatori per il Portogallo. Non è mai convocato durante le qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA 2006.

Squadre di club
Pessotto è approdato alla Juve nel 1995 dopo aver girato mezza Italia nei primi anni della carriera. In sette stagioni aveva militato in sei club (AC Milan, Varese FC, US Massese 1919, Bologna FC, Hellas-Verona FC e Torino Calcio) e in quattro serie diverse.
1995: Da quel momento ha avuto un ruolo importante nei numerosi successi bianconeri. Vincitore in Champions League nel 1996, quando la Juve sconfisse l'AFC Ajax ai rigori nella finale di Roma, è stato anche protagonista di due scudetti consecutivi nel 1996/97 e nel 1997/98 e nel 2001/02 e 2002/03. In quest'ultima stagione gioca sette gare di Champions League ma rimane in panchina nella finale persa contro il Milan a Manchester. Nel 2003/04 è soprattutto impiegato in panchina ma è in campo nella sfortunata finale di Coppa Italia contro la S.S. Lazio.
2004/05: Fa moltissima panchina ma ad aprile viene schierato regolarmente per sostituire l'infortunato Jonathan Zebina. Parte titolare in 13 gare di campionato contribuendo alla conquista dello Scudetto ed alla qualificazione della Juventus nei quarti di finale di Champions League.




Tre immagini di Gianluca Pessotto con la maglia della Juventus






Gianluca Pessotto in Nazionale







(dal sito www.gossip.it)


Pessotto con la moglie Reana




Ancora Pessotto con la moglie



Reuters
27 giugno 2006

PESSOTTO CADE DA FINESTRA UFFICI JUVENTUS, FRATTURE ED EMATOMI
TORINO - L'ex terzino della Juventus e della Nazionale Gianluca Pessotto è caduto stamani dal tetto del quartier generale della società bianconera in quello che fonti investigative sospettano sia un gesto volontario: ha riportato fratture alle vertebre ed ematomi nella parte bassa del busto, ma non appare in pericolo di vita. Le condizioni "sono attualmente stabili compatibilmente con la situazione generale", si legge nel bollettino medico consegnato ai giornalisti da Ottavio Davini, direttore generale dell'Asl Le Molinette dove Pessotto è al momento sotto intervento "endovascolare per embolizzazione delle lesioni arteriose".
Davini ha spiegato che Pessotto è arrivato all'ospedale cosciente e muovendo le gambe, come riferito dai medici dell'ospedale presenti al momento.
Quaranta minuti dopo il ricovero è stata effettuata la prima Tac che non ha evidenziato problemi al midollo, ma sono necessari ulteriori accertamenti per verificare lo stato della colonna vertebrale, ha spiegato Davini.
"Pessotto presenta una frattura pluriframmentaria a carico del corpo L1 (la prima vertebra lombare), frattura dei processi trasversi di sinistra delle vertebre L1 e L5 (le sporgenze a cui si appigliano i legamenti dei muscoli della schiena), frattura a decorso longitudinale a carico di tutto il sacro coccige a sinistra", si legge nel documento che non cita ipotesi di trauma cranico.
La situazione che desta maggior preoccupazione tra lo staff medico è "l'ematoma retroperitoneale a sinistra (nella parte posteriore dell'addome)" che i medici stanno cercando di arginare con l'operazione, ha aggiunto Davini.
"Il paziente presenta anche ampia diastasi (separazione) della sinfisi pubica (la parte anteriore dell'anca) e contusione parentinale polmonare a destra", oltre a un "ematoma che occupa tutto lo scavo pelvico dovuto principalmente alla lesione dell'arteria ipogastrica di sinistra (nella parte inferiore dell'addome)".

SI PENSA A UN GESTO VOLONTARIO
Attualmente, "l'ipotesi più accreditata è che si sia trattato di un gesto volontario da parte di Pessotto", dice una fonte investigativa, anche se non è ancora chiara la dinamica dell'accaduto. Desta sospetti il fatto che la caduta sia avvenuta da un luogo dell'edificio di difficile accesso.
Secondo una prima ricostruzione, Pessotto sarebbe caduto da un abbaino sul tetto della palazzina alta circa 15 metri. Fonti investigative hanno riferito che l'ex-calciatore aveva un rosario tra le mani e che la caduta è stata attutita da due auto parcheggiate sulla strada.
Sconcerto per quanto avvenuto è stato espresso dalla dirigenza della squadra bianconera. "La Juventus abbraccia il suo team manager Gianluca Pessotto e tifa per lui nella speranza che possa tornare spesso in squadra", ha detto nel pomeriggio un portavoce della società leggendo un comunicato ai giornalisti davanti alla sede di via Galileo Ferraris. "Non riusciamo a spiegarci la causa per dire come sia accaduto", ha detto Alessio Secco, direttore sportivo del club, in collegamento telefonico con SkyTg 24. "L'unica cosa che voglio dire siamo tutti con lui, vicino a lui in questo momento, con la speranza e certezza che si risolverà tutto e in breve tornerà
a riprendere quel ruolo che con tanta emozione e volontà ha accettato un mese fa". Poco dopo la diffusione della notizia, alle sede della Juventus è arrivato Giovanni Cobolli Gigli, nuovo presidente designato della società, che dovrebbe essere nominato dal cda il prossimo giovedì.

A MAGGIO NOMINATO NUOVO TEAM MANAGER DELLA SQUADRA
Pessotto, dopo aver militato nella squadra bianconera dal 1995, è stato nominato a maggio nuovo team manager della squadra al posto di Secco.
Il difensore ha realizzato 22 presenze in Nazionale ed è stato titolare in una delle formazioni bianconere che ha totalizzato il maggior numero di vittorie nella storia del club: in 11 anni ha vinto sei scudetti e una Champions League nel 1996.
Il capitano dell'Italia e difensore della Juventus Fabio Cannavaro oggi ha abbandonato la conferenza stampa nel quartier generale degli azzurri a Duisburg, in Germania, quando ha avuto la notizia della caduta di Pessotto.
La Juventus è una delle squadre maggiormente coinvolte nello scandalo che ha travolto il calcio italiano in questi ultimi due mesi ed è stata deferita alla Commissione d'appello federale dal procuratore della Figc Stefano Palazzi dopo le indagini condotte dall'ex magistrato Francesco Saverio Borrelli.
L'ex direttore generale bianconero Luciano Moggi è indagato dalla procura di Napoli per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
Pessotto non è indagato da nessuna procura e nemmeno sotto processo disciplinare della Figc: l'ex terzino azzurro è entrato nell'organigramma juventino a seguito delle dimissioni dei dirigenti coinvolti nello scandalo.




Reuters
28 giugno 2006

MOGLIE PESSOTTO: "AVEVAMO LITIGATO"
Nella mattinata di martedì Gianluca Pessotto ha tentato il suicidio gettandosi dal tetto della sede della Juventus. La moglie dell'ex giocatore, attualmente team manager bianconero, ha spiegato: "Questo per lui era un periodo di grande stress - ha spiegato Reana Pessotto a "Studio Aperto" - Nessuno deve ricamarci sopra perche` quelle che si dicono sono tutte frottole. Avevamo solo litigato perchè io volevo andare al mare e lui doveva lavorare".
Ha parlato anche un suo amico: "Ieri ci eravamo sentiti. Dovevamo andare a pranzo e doveva venire anche sua moglie. Era tranquillo, poi non so cosa sia successo. Gianluca e` cosi` sensibile e profondo, si e` trovato in mezzo a situazioni nuove che forse non sapeva come gestire. Lui vuole bene alla Juventus come fosse la sua vita".




dal sito www.corriere.it
28 giugno 2006

STABILI LE CONDIZIONI DI GIANLUCA PESSOTTO
Il medico Agricola: «Sarà battaglia lunga». Anche Moggi in ospedale
Diffuso il bollettino medico: «Nessuna lesione al midollo spinale». Nella notte l'operazione: «Ha rischiato di morire»

TORINO - Sono stazionarie le condizioni di Gianluca Pessotto, precipitato dal tetto della sede juventina in quello che gli inquirenti sospettano sia stato un gesto volontario forse legato a una forma di depressione. È cio che dice il nuovo bollettino medico diffuso in mattinata. Quello che non c'è scritto è che Pessotto è stato operato la scorsa notte ai limiti della sopravvivenza. L'hanno lasciato intendere i medici dell' ospedale Molinette di Torino, dove l'ex terzino è ricoverato dopo la caduta di ieri. «Stanotte - ha commentato il professore Antonio Solini, direttore della struttura di ortopedia e traumatologia- il paziente è stato operato ai limiti». Il medico ha fatto capire che la situazione è stata molto critica. «In base ai parametri era molto in là...», ha spiegato. Il referto medico ha comunque escluso «lesioni evidenti al midollo spinale» mentre la prognosi resta sempre riservata.
CONDIZIONI STABILI - In mattinata, tra i primi a fare visita a Pessotto è stato il medico sociale della Juve Riccardo Agricola. «Ora la battaglia sarà lunga ma... va bene», ha detto ai giornalisti Agricola. Che ha inoltre smentito l'ipotesi secondo cui uno dei motivi che avrebbero indotto Pessotto a gettarsi sarebbe l'eccessivo stress per il nuovo incarico societario. «Aveva avuto problemi che mi avevano indotto a dargli consigli in ambito psicologico - ha spiegato il dottor Agricola -. Escludo qualsiasi tipo di malattia, Pessotto era in condizioni normali e avrebbe potuto giocare per altri dieci anni. Questi problemi non erano legati a timori per il nuovo incarico di team manager, posso solo dire che aveva avuto alcune notizie da alcune persone. Ci vorrà molto poco tempo affinché superi questo problema ed esca da questo stato psicologico». Anche Luciano Moggi si è recato in ospedale per conoscere le condizioni del suo ex giocatore. Una vista lampo quella dell'ex dg bianconero senza rilasciare commenti.




dal sito www.unita.it
28 giugno 2006

GIANLUCA PESSOTTO, I MEDICI: «MIGLIORA MA LA PROGNOSI RESTA RISERVATA»
«Ci sono dei segni positivi ma fino a quando non scioglieremo la prognosi non possiamo dire che il paziente sia fuori da ogni pericolo»: è questa l'opinione dell'equipe medica che ha in cura Gianluca Pessotto, l´ex giocatore e ora dirigente della Juventus, Pessotto gettatosi martedì dal tetto dalla sede della squadra bianconera. I medici in particolare hanno detto che è in miglioramento e che la situazione è stabile, mentre dal punto di vista ortopedico sarà necessario attendere i futuri riscontri neurologici in quanto sussiste il rischio che l'ex difensore juventino possa avere una lesione alla gamba sinistra che potrebbe anche non muovere più. Questa evenienza è calcolata dai medici in una percentuale del 15% di probabilità.
Secondo la moglie del giocatore, Reana Pessotto, le cause del gesto sarebbero da imputare alla «stanchezza, malinconia e amarezza per le vicende della squadra». «È falso - aggiunge la moglie dell'ex calciatore - che ci fossero problemi tra di noi. Gianluca al massimo era stressato, depresso». «Era stressato - afferma Reana Pessotto - Non faceva vacanze da un anno e mezzo e ultimamente dormiva poco. Volevo che staccasse la spina, pensavo che potesse fargli bene. Avevamo già organizzato tre giorni di vacanza a Laigueglia con le bambine. Poi ha saputo che doveva occuparsi di qualcosa per la Juventus. Mi ha chiamato al telefono, abbiamo discusso come sarebbe successo in tutte le famiglie. Ma un litigio per le vacanza non giustifica quello che è successo».
Secondo la moglie di Pessotto «Giancluca non doveva mettersi dietro una scrivania, aveva molte offerte per continuare a giocare». «Invece ha accettato di diventare un dirigente per amore della Juventus». Reana Pessotto ha sottolineato la difficoltà del marito ad inserirsi in un mondo del calcio dal quale l'ex giocatore si sentiva ormai escluso: «venerdì Gianluca era andato in Germania per lavoro, ma nel ritiro della nazionale aveva incontrato i vecchi compagni: non è stato facile vedersi dall'altra parte».




dal sito www.tgcom.it
28 giugno 2006

PESSOTTO HA RISCHIATO DI MORIRE
I medici: "E' stato operato ai limiti"
Continuano lentamente a migliorare le condizioni di Gianluca Pessotto, team manager della Juventus, precipitato martedì dal tetto della sede del club bianconero. La prognosi resta riservata, ma nella notte l'ex giocatore ha rischiato di morire durante un'operazione che, secondo quanto riferito dai medici, "si è svolta ai limiti". In mattinata è stato trasferito dal Pronto Soccorso al reparto di Rianimazione delle Molinette.
Giungono buone notizie dall'ospedale Molinette di Torino dove Pessotto è stato immediatamente ricoverato dopo essere caduto dall'abbaino della sede della Juventus, in Corso Galileo Ferraris. Le sue condizioni sono sembrate gravi fin da subito, anche se l'ex giocatore è arrivato cosciente al centro ospedaliero. Intorno alle 17 è stato comunicato il primo bollettino medico. Le condizioni di Gianluca Pessotto erano "stabili compatibilmente alla grave situazione generale". A preoccupare i medici era soprattutto la lesione dell'arteria ipograstrica sinistra, che ha provocato una emorragia che i medici hanno tentato di fermare. Verso le 18.30 l'intervento vascolare cui è stato sottoposto l'ex giocatore per bloccare l'emorragia interna è terminato e secondo fonti dell'ospedale torinese è "tecnicamente riuscito". Il secondo bollettino medico informava che il paziente "è stato sottoposto a procedura endovascolare di embolizzazione dei rami arteriosi responsabili del voluminoso ematoma retroperitoneale post traumatico che si era evidenziato alla Tac. La procedura è stata complessa - aggiunge il bollettino - per la presenza di molteplici focolai di sanguinamento e ha avuto buon esito".
"Ci sono segni positivi ma la prognosi resta riservata e fintanto non verrà sciolta, e cioè almeno tra 48 ore, non possiamo dire che il paziente non sia in pericolo di vita". Lo hanno annunciato durante una conferenza stampa questa mattina i sanitari che lo hanno in cura. Il nuovo bollettino medico sottolinea che "la risonanza magnetica eseguita ha escluso la presenza di lesioni a livello del midollo spinale - hanno detto il dottor Rapellino e il dottor Davini, - e nella serata di martedì il paziente è stato sottoposto a intervento di stabilizzazione di bacino". I medici in particolare hanno detto che gli scambi respiratori sono in miglioramento e che la situazione emodinamica è stabile, mentre dal punto di vista ortopedico sarà necessario attendere i futuri riscontri neurologici in quanto sussiste il rischio che l'ex difensore juventino possa avere una lesione alla gamba sinistra che potrebbe anche non muovere più. Questa evenienza è calcolata dai medici in una percentuale del 15% di probabilità. Sempre dallo stesso bollettino è emerso che Pessotto è stato operato la scorsa notte ai limiti della sopravvivenza: "Stanotte - ha commentato il professore Antonio Solini, direttore della struttura di ortopedia e traumatologia delle Molinette - il paziente è stato operato ai limiti". A chi gli chiedeva se Pessotto ha rischiato di morire, il medico ha detto di non voler "rispondere direttamente", ma ha fatto capire che la situazione è stata molto critica. "In base ai parametri era molto in là...", ha spiegato.
Da ambienti investigativi vicini alla Juventus, si è appresa la notizia che Pessotto stava curando una forma di depressione e proprio nel pomeriggio di martedì avrebbe dovuto recarsi dal medico curante per un appuntamento. A fare luce sulla situazione del 35enne ex giocatore bianconero è la moglie Reana, accorsa immediatamente all'ospedale di Torino insieme ai dirigenti della Juventus Bettega, Romy Gai, Alessio Secco, Michelangelo Rampulla, al futuro presidente Giovanni Cobolli Gigli e, direttamente dal ritiro azzurro di Duisburg, Alex Del Piero, Gianluca Zambrotta e Ciro Ferrara: "E' falso che ci fossero problemi tra di noi. Gianluca al massimo era stressato, depresso. Non faceva vacanze da un anno e mezzo e ultimamente dormiva poco - spiega - volevo che staccasse la spina, pensavo che potesse fargli bene. Avevamo già organizzato 3 giorni di vacanza a Laigueglia con le bambine. Poi ha saputo che doveva occuparsi di qualcosa per la Juventus. Mi ha chiamato al telefono, abbiamo discusso come sarebbe successo in tutte le famiglie. Ma un litigio per le vacanza non giustifica quello che è successo". Reana Pessotto sottolinea la difficoltà del marito ad inserirsi in un mondo del calcio dal quale l'ex giocatore si sentiva ormai escluso: "Venerdì Gianluca era andato in Germania per lavoro, ma nel ritiro della nazionale aveva incontrato i vecchi compagni: non è stato facile vedersi dall'altra parte. Inoltre l'incarico che gli avevano dato lo agitava", in quanto Pessotto "temeva di non essere all'altezza". Alle Molinette è giunto anche il medico sociale Riccardo Agricola: "Gianluca soffre di problemi psicologici ma non è affetto da nessuna "grave malattia" ha detto ai giornalisti presenti fuori dall'ospedale. Una volta risolto il problema fisico - ha aggiunto - l'altro problema sarà superato".
In mattinata Gianluca Pessotto è stato trasferito dal Pronto Soccorso al reparto di Rianimazione delle Molinette diretto dal professore Pierpalo Donadio. Al momento le sue condizioni sono stabili. Nel frattempo ha raggiunto l'ospedale, oltre la moglie e i genitori, anche il fratello Vanni.




dal sito www.tgcom.it
28 giugno 2006

PESSOTTO, GRAVE MA STABILE
Prognosi risolta non prima di 48 ore
L'intervento endovascolare cui è stato sottoposto Pessotto per arginare l'emorragia interna dovuta alle fratture conseguenti alla caduta è "tecnicamente riuscito". Per i medici le sue condizioni sono "stabili compatibilmente alla grave situazione generale". Il dirigente non è in pericolo di vita ma in serata sarà sottoposto ad un altro intervento. Pessotto stava curando una forma di depressione legata a problemi personali.
Il calcio italiano trema per Gianluca Pessotto. Un volo dal balcone della sede di via Galileo Ferraris e tanta paura. Secondo la ricostruzione della polizia, l'ex difensore bianconero, dopo essersi recato come ogni mattina nel suo ufficio in zona Crocetta, sarebbe salito fino a un abbaino, stringendo tra le mani un rosario e da lì sarebbe precipitato nel cortile interno. Dapprima è finito sull'Alfa 147 di Roberto Bettega, che ha provvidenzialmente attutito l'impatto della caduta, poi è rimbalzato su una Lancia Phedra che era a fianco ed è quindi finito a terra. La prima richiesta di intervento al 118 è scattata intorno alle 12.30. Trasportato all'ospedale Molinette in gravi condizioni, il team manager bianconero ha riportato fratture multiple ed è stato ricoverato in prognosi riservata. L'ex giocatore è poi stato sottoposto a un intervento di angiografia per arginare l'emorragia interna causata dalle fratture. Pessotto è giunto al pronto soccorso di chirurgia delle Molinette ancora cosciente: "Si lamentava per il dolore", ha detto un testimone. I medici lo hanno intubato e sedato, poi sono iniziati gli esami per stabilire la gravità delle lesioni, anche interne. Al Pronto Soccorso sono arrivati anche la moglie Reana, i dirigenti della Juventus Bettega, Romy Gai, Alessio Secco, Michelangelo Rampulla e il futuro presidente Giovanni Cobolli Gigli.
Intorno alle 17 il primo bollettino medico. Le condizioni di Gianluca Pessotto sono definite "stabili compatibilmente alla grave situazione generale". A preoccupare i medici è soprattutto la lesione dell'arteria ipograstrica sinistra, che ha provocato una emorragia che i medici hanno tentato di fermare. Bloccata quella, l'ex difensore bianconero resterà sedato per 48-72 ore. Poi, potrà essere svegliato se non insorgeranno complicazioni. Verso le 18.30 l'intervento vascolare cui è stato sottoposto l'ex giocatore per bloccare l'emorragia interna è terminato e secondo fonti dell'ospedale torinese è "tecnicamente riuscito". Il secondo bollettino medico delle ore 19 informa che il paziente "è stato sottoposto a procedura endovascolare di embolizzazione dei rami arteriosi responsabili del voluminoso ematoma retroperitoneale post traumatico che si era evidenziato alla Tac. La procedura è stata complessa - aggiunge il bollettino - per la presenza di molteplici focolai di sanguinamento e ha avuto buon esito. Attualmente è in corso l' indagine di risonanza magnetica per escludere eventuali lesioni a carico del midollo spinale". Gli esami hanno anche accertato che non ci sono emorragie in corso.
Il bollettino parla di "paziente è emodinamicamente stabile". Per mercoledì è previsto un terzo intervento per ridurre le fratture a una gamba e a un piede. Pessotto, che resta in prognosi riservata, presenta infatti fratture alle 5 vertebre lombari, una frattura al sacro coccige, una dilatazione da trauma della zona pubica, una contusione polmonare e un altro "assai voluminoso" ematoma retroperitoneale. Marco Repellin, il direttore del Risk management delle Molinette, ha anche spiegato che la prima Tac a cui Pessotto è stato sottoposto non ha evidenziato lesioni midollari, ma ha precisato che si tratta di un "esame precocissimo" e che "serviranno altri accertamenti". Per quanto riguarda la possibilita' che possa rimanere paralizzato, al momento, ha spiegato il medico, "non esiste alcuna indicazione radiologica che possa indicare una simile conseguenza".
La polizia sta intanto ancora eseguendo accertamenti nella sede della Juventus in corso Galileo Ferraris. Alla reception hanno raccontato di un suo comportamento anomalo: giunto con la sua Grande Punto, Pessotto l'ha portata nel garage sotterraneo e non nel cortile che è a livello strada come faceva di solito. Sul davanzale dell'abbaino sono state trovate le chiavi dell'auto e il suo telefono cellulare. Uno degli obiettivi dell'inchiesta della procura di Torino, che è condotta da due pm, sulla caduta di Gianluca Pessotto è verificare se l'ex calciatore avesse qualche malattia, fatto smentito dai medici che non hanno riscontrato alcun male precedente. Tra le voci che si rincorrono, ma che non hanno ancora trovato conferma, vi è quella che l'ex giocatore fosse preoccupato e depresso per motivi legati alla sua salute. Tuttavia, da ambienti investigativi vicini alla Juventus, si è appresa la notizia che Pessotto stava curando una forma di depressione e proprio nel pomeriggio di martedì avrebbe dovuto recarsi dal medico curante per un appuntamento. La sua depressione, a quanto pare, sarebbe stata legata a problemi personali.




dal sito www.gazzetta.it
28 giugno 2006

PESSOTTO, CONDIZIONI STAZIONARIE
Momenti drammatici durante l'intervento nella notte, ora il team manager juventino è in coma farmacologico. Agricola: "Per ora va bene, ma sarà una battaglia lunga". Moggi alle Molinette
TORINO - "Gianluca è in condizioni stazionarie. Per ora va bene così". Le parole del dottor Agricola riassumono la situazione clinica di Gianluca Pessotto, il 35enne team manager della Juventus che ieri ha tentato il suicidio buttandosi dal tetto della sede del club bianconero. "Sarà una battaglia lunga - ha aggiunto il medico della Juve - ma siamo ottimisti".
13.10 Gianluca Pessotto è stato trasferito dal Pronto Soccorso al reparto di Rianimazione delle Molinette diretto dal professore Pierpalo Donadio. Il prossimo accertamento diagnostico sarà, nel pomeriggio, una nuova Tac. Al momento le sue condizioni sono stabili. Il prossimo bollettino medico sarà emesso alle 18.
11.40 Sono arrivati alle Molinette anche i genitori di Pessotto, e il fratello Vanni, centrocampista dello Spezia. Comprensibilmente sconvolta la madre, arrivata da Lignano: "L'importante è che abbia passato la notte". Intanto il dottor Agricola ha confermato di aver parlato ieri mattina con la moglie Reana, che avrebbe manifestato la presenza di alcuni non meglio definiti "problemi". Successivamente il medico ha consigliato a Pessotto di rivolgersi ad uno specialista, sottolineando che le motivazioni che stanno dietro alla depressione di Pessotto "sono cose assolutamente private".
11.35 Dopo aver trascorso la notte in ospedale fino all'alba, la moglie Reana Stocchi è tornata ora al fianco di Gianluca Pessotto.
11.10 Oltre a quella del dottor Agricola, stamattina Pessotto ha ricevuto anche la visita di Luciano Moggi. "Una preghiera per Gianluca": sono le uniche parole che l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, ha detto uscendo stamattina dall'ospedale Molinette, dopo avere visitato per pochi minuti l'ex giocatore bianconero. Moggi si è limitato a ribadire di essere "dispiaciuto" di quanto è accaduto a Pessotto e, alle domande dei giornalisti se il gesto possa essere collegato al recente scandalo che ha coinvolto la Juventus, Moggi ha soltanto detto: "Non lo so".
LA NOTTE E IL PRIMO BOLLETTINO MEDICO - Alle 10 è stato diffuso il bollettino medico nel quale si spiega che "la risonanza magnetica eseguita nella serata di ieri ha escluso la presenza di lesioni evidenti a livello del midollo spinale. Il pazienze è stato sottoposto ad intervento di stabilizzazione del bacino ed è stata inoltre ridotta la lussazione a livello del piede destro. Pessotto ha presentato in serata una turba della coagulazione con allungamento dei tempi coagulativi e riduzione delle piastrine, fenomeno probabilmente dovuto alle plurime trasfusioni di emazie a cui è stato sottoposto di necessità".
Il momento più drammatico è stato vissuto ieri in sala operatorio, durante il secondo intervento, quello al bacino. Pessotto ha perso molto sangue e l'anestesista ha lanciato l'allarme, chiedendo ai chirurghi di ridurre la durata di un'operazione. "Stanotte - ha commentato il professore Antonio Solini, direttore della struttura di ortopedia e traumatologia delle Molinette - il paziente è stato operato ai limiti". A chi gli chiedeva se Pessotto ha rischiato di morire, il medico ha detto di non voler "rispondere direttamente", ma ha fatto capire che la situazione è stata molto critica. "In base ai parametri era molto in là...", ha spiegato. Solini ha poi precisato che l' intervento della notte è stato fatto in trequarti d'ora. "Normalmente - ha spiegato - ci vuole un' ora e mezza. L'anestesista ci ha detto di fare molto in fretta".
Pessotto è sedato farmacologicamente e ventilato in modo meccanico. I medici hanno spiegato che, in base alle lesioni riportate e alla letteratura scientifica in merito, esiste un 15% di possibilità che Pessotto possa riportare lesioni permanenti alla gamba sinistra. Nel caso più favorevole, occorreranno 3/4 mesi per vederlo di nuovo camminare.
La prognosi resta ovviamente riservata per almeno altre 48 ore, durante le quali le condizioni di Pessotto saranno monitorate minuto per minuto. "Ci sono dei segni positivi, ma la prognosi resta riservata sia per quanto riguarda la funzionalità futura sia per la vita", ha spiegato il dottor Marco Rapellino, direttore del Risk management delle Molinette. Nei prossimi giorni sarà necessario un terzo intervento chirurgico al piede, anche se la lussazione è stata già tratta nel corso della seconda operazione, nella quale è stata ridotta la frattura del bacino. Anche la colonna vertebrale, a carico della quale esiste una frattura ma non lesioni midollari, dovrà essere stabilizzata.
Il dottor Agricola ha anche confermato i problemi psicologici di Pessotto, che l'avrebbero indotto a tentare il suicidio. "Aveva avuto problemi che mi avevano indotto a dargli consigli in ambito psicologico - ha spiegato Agricola - escludo qualsiasi tipo di malattia, Pessotto era in condizioni normali e avrebbe potuto giocare per altri dieci anni. Questi problemi non erano legati a timori per il nuovo incarico di team manager, posso solo dire che aveva avuto alcune notizie da alcune persone".







dal sito www.gazzetta.it
5 maggio 2008 - di Tiziana Bottazzo

PESSOTTO, DOLORE E RINASCITA. LA PARTITA PIÙ IMPORTANTE
Gianluca Pessotto, un protagonista del calcio italiano, racconta (con Marzo Franzelli e Donatella Scarnati) il suo viaggio nel dolore e la sua rinascita. Da quel 27 giugno di due anni fa a un recente viaggio in Madagascar: per la felicità ritrovata
MILANO - Le figlie, Benedetta e Federica. Quei disegni così allusivi, la prima immagine che ricorda Gianluca Pessotto al risveglio dopo quel terribile volo dal tetto della sede della Juventus il 27 giugno di due anni fa. Benedetta e Federica, le sue due bambine di cinque e dieci anni. "Su un foglio c'erano raffigurati quattro cuori, li aveva creati Benedetta: quello della mamma, gigante e rosso, quello del papà altrettanto grande, ma colorato di blu; poi accanto, più piccolini, il suo e quello della sorella più grande. Federica aveva invece fatto il mio ritratto, quello della mamma e il suo, con intorno un prato stracolmo di fiori e di sole coloratissimo". Le figlie, la moglie Reana, l'amore.
COL ROSARIO - Il percorso difficile e drammatico che Gianluca Pessotto ha confidato a Donatella Scarnati e Marco Franzelli, raccolto in questo libro, è racchiuso nei suoi affetti più importanti. Nelle prime pagine, il risveglio nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Le Molinette, a Torino, incapace di realizzare cosa era successo, perché mai fosse lì, ridotto in quelle condizioni. Un vuoto, uno iato, il buio totale, ma la sua famiglia stretta attorno, le cure premurose dei medici, l'amore sincero dei giocatori che affranti lo vanno a trovare: le lacrime di Paolo Montero, che si precipita dall'Uruguay per stare vicino all'amico così simile per sensibilità, così lontano per temperamento. La commozione discreta di Alessandro Del Piero, mano nella mano con la sua Sonia, che con una garza gli asciuga delicatamente la fronte. Le telefonate, i messaggi, le dediche di tutti. Gli azzurri che gli portano in stanza la coppa del Mondo, provocandogli ahimè una gravissima crisi emozionale, con febbre altissima. Gianluca Pessotto non sa cosa gli è successo quella mattina, perché è salito fino all'ultimo piano: "Avevo con me un rosario, ho preso dalle tasche il telefonino cellulare, le chiavi della macchina e il computer palmare e ho sistemato il tutto con molta cura sul davanzale, davanti all'abbaino. Non mi ero mai sentito così. Vuoto". La ricostruzione del drammatico gesto quando il racconto è quasi al termine, il dodicesimo capitolo di un libro che dipana una storia straordinariamente normale: quella di una ragazzo per bene, intelligente, posato, una famiglia solida, tranquilla di Legnano, il talento per il calcio, la scelta del Milan, il trasferimento a Milano accompagnato da papà Remigio e dallo zio. Un distacco pesante, piange per mesi, in solitudine: "Ripercorrevo le tappe che mi avevano condotto fino a quel punto: il campetto sotto casa a Legnano, le lacrime di malinconia a Milano, le crisi adolescenziali, la solitudine del collegio, e poi, il giro di boa e la scalata verso la cima, fino al traguardo finale".
LA JUVENTUS - Tutto vissuto silenziosamente, senza riuscire a esternare emozioni e difficoltà, confidando invano nella percezione degli altri. "I miei stati d'animo rimanevano nascosti gelosamente dentro di me. Non riuscivo a mandare segnali di sofferenza o, se li mandavo, erano, come dire, criptati. Difficili da decifrare". E la riflessione: "La Juventus rispecchia il mio modo di pensare e vivere, Nonostante giocassi in una delle squadre più forti del mondo, la caratteristica dominante era il low profile: non eccedere nell'entusiasmo, non esagerare, nel bene e nel male". Fragilità celate nella normalità. Troppo spesso interpretate come solidità. Lippi o Capello che lo lasciano in panchina: "Tanto tu capisci". Il dramma del doping o di Calciopoli vissuti troppo intensamente, ancora e sempre in solitudine. Fortunatamente dal vuoto è riemersa la luce. E' esplosa la voglia di parlare, di recuperare una dimensione più solare. Una catarsi benefica. La rinascita. Preziosi per riportare a galla la fiducia, la vita, l'amore. Messi a fuoco nella recente vacanza in Madagascar, in un bagno notturno: "L'entusiasmo di Federica e Benedetta si accendeva intorno a me. Le mie gambe godevano di una leggerezza ritrovata, la mia pelle era inebriata da quel contatto lieve come un velluto e dolce come una carezza. In quell'acqua potevo finalmente sentire il mio corpo privo delle catene che lo avevano tenuto imprigionato, un corpo nuovo finalmente in armonia con un cuore nuovo. Fu come una rivelazione, una felice epifania".






La copertina del libro di Gianluca Pessotto, "La partita più importante", ed. Rizzoli



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"Quando ho ripreso a camminare, c'era il pubblico delle grandi occasioni. Medici, parenti, infermieri. Mi hanno fatto un fragoroso
applauso, anche se camminare è una parola grossa: mi sembrava che nulla del mio corpo reggesse. Però era il primo passo della mia
seconda vita. Di quel brutto gesto non ricordo niente, buio totale. Però ricordo gli attimi in cui pensavo di essere morto, cioè quasi morto.
Al pronto soccorso, credo, oppure nei momenti di veglia durante il coma farmacologico. Il corpo se ne andava, lo sentivo andare.
Sapevo che stavo per addormentarmi e che non mi sarei svegliato mai più. Quando poi ho riaperto gli occhi, ero pieno di fili, di tubi,
di ferri. Non potevo parlare perché mi avevano fatto la tracheotomia. Però, appena sei presente a te stesso pensi che tutto quello
che hai è guadagnato, ogni gesto, ogni respiro in più. E sei felice. Non ho saputo subito del mio tentato suicidio. C'era il divieto
assoluto di dirmi la verità. Pensavo: o mi sono schiantato in auto, oppure ho fatto qualcosa di brutto. Tutti mi parlavano di macchine,
così credevo davvero di avere avuto un incidente. Un giorno, ero a colloquio con lo psichiatra, così ho preso coraggio: cosa ho fatto?
Il professor Munno mi ha detto che ero volato giù dalla sede della Juve. Non ho ricordi del volo, però il dolore che provavo prima,
nell'anima, quello sì lo ricordo alla perfezione. Un buio tremendo, senza speranza. Ricordo quando ho ripreso a parlare. I medici dopo
avermi tolto la cannula e mi hanno chiesto di pronunciare il mio nome, visto che erano stufi di pronunciarlo loro. Io ho detto 'Gianluca'.
Rispetto al 2006 è sparita l'angoscia che mi mangiava e m'impediva persino di respirare. E' scomparsa la paura del futuro e della morte.
Mi sento liberato da un peso immane. Ho capito che la vita è un dono meraviglioso. Non so chi mi ha salvato, forse una mano dall'alto
mi ha preso per i pochi capelli che avevo". Sono passati 14 anni dal terribile gesto di Gianluca Pessotto
(da pagina facebook "Calcio totale", 2020)




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"La depressione ti fa scivolare silenziosamente in una realtà parallela fatta di visioni, premonizioni, presagi, praticamente in un mondo irreale. Ricordo che mi sentivo inseguito come il peggiore dei furfanti, in ogni persona che incontravo vedevo il Diavolo o la Madonna. Una notte, tornando a casa, comprai una bottiglia d'acqua e mi sembrava che le monete di resto fossero come impolverate e cosparse di sostanze stupefacenti per incastrarmi. Immaginavo che ci fosse ad aspettarmi la Guardia di Finanza. Ricordo che quel periodo tornavo a casa la notte, non riuscivo a dormire e aspettavo il giorno successivo e quando arrivava dicevo: "ca**o è un altro giorno". Prima di fare quel terribile gesto ricordo che ero a una riunione in sede della Juventus. Quando uscii ebbi un'altra visione: c'era un'auto con la targa di Montecarlo, o forse era svizzera, Andai a casa, spensi la luce definitivamente. Mi svegliai dopo 8 o 9 giorni in ospedale. La parola suicidio fa paura perché si mettono a nudo tante cose. È difficile spiegare il mio gesto. Non ero cosciente, il fatto che non mi ricordassi nulla dimostra che questo gesto è una cosa che non mi apparteneva, ma che una parte di me l'ha fatto. Forse è accaduto perché mi identificavo troppo con il Gianluca calciatore. Nel momento in cui sono venuti a mancare questi requisiti, è venuta meno anche la fiducia in me stesso e nell'amore verso gli altri. Mi colpì molto anche Calciopoli perché tutto ciò che avevo fatto in campo veniva dimenticato, azzerato, cancellato. E' come ricevere un cazzotto e non capire da dove è arrivato. Capii del gesto, il giorno in cui lo psichiatra mi spiegò cos'era successo. Mi disse: "l'hai fatto tu". Avevo appena ripreso a mangiare, rimasi a digiuno per tre giorni cercando di capire. Ancora non trovo la spiegazione al fatto di aver scelto di provarci in sede. Forse in qualche modo sapevo che per me era un posto sicuro. Non so oggi cosa mi aspetta, dico solo che ora vivo veramente, perché è come se fossi già morto una volta. E questa cosa mi emoziona molto ogni volta che la penso." (Gianluca Pessotto)




Dal sito www.milannews.it
13 marzo 2022

PESSOTTO: "AL MILAN ESPERIENZA MAGNIFICA. VEDEVO VAN BASTEN E RIJKAARD ALLENARSI COI CONETTI SENZA AVERNE BISOGNO"
Gianluca Pessotto, ex calciatore della Juventus e cresciuto nel settore giovanile del Milan, è stato intervistato per la rubrica Club dei 100 su TuttoC e ha parlato del suo percorso in rossonero: "È stata un'esperienza magnifica. Sono passato da un piccolo paesino del Friuli a una realtà come Milano. Per rincorrere il sogno della vita, a maggior ragione venendo da una famiglia di milanisti. Non l'ho mai nascosto. Immaginatevi come ho vissuto l'opportunità di giocare per la squadra del cuore. A 15 anni sei veramente piccolo: per me era una sfida affrontare un passaggio di questo tipo, in una città così grande e in un club così importante. Ma a me le sfide sono sempre piaciute, non ho mai avuto timore di prendermi dei rischi e affrontare le cose di petto. I miei genitori mi hanno dato fiducia immensa, lasciandomi possibilità di scegliere. E devo dire che è stata un'esperienza incredibile. In un attimo noi ragazzi ci trovammo a trasferirci da un convitto nel centro di Milano a Milanello. Per noi era il Grand Hotel. E allenarsi con quella squadra era come andare all'università del calcio. Quando capitava che ti chiamassero anche solo per fare numero, avevi modo di capire quali fossero le tue ambizioni e cosa servisse per soddisfarle. Quei campioni vincevano tantissimo ma si allenavano con una umiltà incredibile, come se non avessero vinto nulla. Per me è stata una grande scuola, ho visto gente come Van Basten e Rijkaard che prima dell'allenamento faceva esercizi di tecnica coi conetti. E non ne aveva ovviamente alcun bisogno. Quella fase mi è servita soprattutto per capire che un campione lo è prima di tutto nella mentalità".