Nato il 14.10.1953 a Milano, † l'01.08.2012 a Roma (Ospedale San Camillo)
Terzino sinistro (D), m 1.80, kg 72
Stagioni al Milan: 11, 1971-72 e dal 1973-74 al 1981-82
Soprannomi: "Aldo Gol", "Cavallo" (datogli da Enrico Albertosi)
Cresciuto nel Milan
Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Coppa Italia il 02.09.1970: Milan vs Varese 4-0
Esordio nel Milan in Campionato (Serie A) il 26.03.1972: Mantova vs Milan 0-0
Ultima partita giocata con il Milan il 16.05.1982: Milan vs Cesena 2-3 (Campionato)
Totale presenze in gare ufficiali: 310
Reti segnate: 39
Palmares rossonero: 1 Scudetto (1978-79), 2 Coppe Italia (1972, 1977), 1 Mitropa Cup (1982), 1 Promozione in Serie A (1980-81), 1 finale di Coppa delle Coppe contro il Magdeburgo (1974), 1 finale (andata) di Supercoppa Europea contro l’Ajax (1974), 1 finale di Coppa Italia contro la Fiorentina (1975), 1 Finale del Torneo Giovanile di Viareggio contro l’Internazionale (1971)
Ultima partita giocata in Serie A il 17.05.1987: Fiorentina vs Atalanta 1-0
Palmares personale: 1 Scudetto (1982-83, Roma), 1 Coppa Italia (1984, Roma)
Esordio in Nazionale Giovanile il 15.12.1971: Italia vs Jugoslavia 1-0
Totale presenze in Nazionale Giovanile: 1
Reti segnate in Nazionale Giovanile: 0
Esordio in Nazionale B il 29.09.1974: Italia vs Jugoslavia 2-2
Totale presenze in Nazionale B: 9
Reti segnate in Nazionale B: 1
Esordio in Nazionale Italiana il 28.05.1976: Inghilterra vs Italia 3-2
Ultima partita giocata in Nazionale Italiana il 17.11.1979: Italia vs Svizzera 2-0
Aldo Maldera in copertina di "Intrepido" (per gentile concessione di Massimo Izzi)
Attilio Maldera in una formazione dell'Alessandria 1972-73 (Serie C girone A)
Aldo Maldera, 1973-74
Aldo Maldera a Milanello, 1974-75 (by Tepasport.it)
Albertino Bigon e Aldo Maldera, 1975-76
Aldo Maldera in azione, stagione 1975-76
La Nazionale Italiana Under-23 (anno 1975) allenata da Enzo Bearzot. In piedi, da sinistra: Mauro Della Martira, Massimo Cacciatori, Gaetano Scirea, Claudio Gentile, Egidio Calloni.
Accosciati, da sinistra: Aldo Maldera, Domenico Caso, Lionello Massimelli, Eraldo Pecci, Loris Boni, Vincenzo D'Amico
Aldo Maldera con la Nazionale Giovanile
Aldo Maldera in Azzurro, 1977-78
Aldo Maldera, 1977-78 (by Luigi La Rocca)
Aldo Maldera in Azzurro, 1977-78 (da "Lo sport nei ricordi di carta")
Aldo Maldera in allenamento, stagione 1977-78
Aldo Maldera, stagione 1979-80
Aldo Maldera in Nazionale
I tre fratelli Maldera: Attilio, Aldo e Luigi, primi Anni Settanta
Gino, Attilio ed Aldo Maldera in una foto dei primi Anni '70 (per gentile concessione di Attilio Maldera)
25 aprile 1982, Milan vs Avellino 2-1: Aldo Maldera esulta con i tifosi dopo il suo gol
Aldo Maldera, 1981-82 (per gentile concessione di Renato Orsingher)
Aldo Maldera, 1981-82
(da "L'Unità")
Milan vs Bologna 1981-82, Aldo Maldera consegna la tuta a Paolo Mariconti
(per gentile concessione di Luciano Detogni e Ruggero Ribolzi)
Stagione 1981-82, Milan vs Avellino, l'esultanza di Aldone Maldera dopo il suo gol
Stagione 1981-82, Milan vs Fiorentina, Cuccureddu sullo spalle di Aldo Maldera
Articolo su Aldo Maldera tratto dal "Corriere dello Sport Stadio"
del 3 agosto 1980
(per gentile concessione di Andrea Leva)
"Io proprio Io" (1977), Aldo Maldera
(per gentile concessione di Renato Orsingher)
(da "La Gazzetta dello Sport Illustrata", 1978)
(da "La Gazzetta dello Sport Illustrata", dicembre 1978)
Paolo Barison, Gigi Radice e Aldo Maldera alla presentazione de "Il Milan Racconta", 1979
14 ottobre 1984, Milan vs Roma 2-1: Aldo Maldera, ex della partita, con i nipoti Andrea e Davide, figli del fratello Gino
(dal libro "Milan, i grandi Campioni", ed. Il Giorno, 1997)
Aldo Maldera in copertina di "Forza Milan!"
Scarpe marca Patrick, Aldo Maldera
(da "Il Milan Racconta")
Curiosa immagine di Evaristo Beccalossi e Aldo Maldera in un derby telefonico (by Roberto Rolfo - facebook)
Il matrimonio di Aldo Maldera e Reginella Cremonesi. Gli sono a fianco i due fratelli, Gino (a destra) e Attilio
Il matrimonio di Aldo Maldera con Regina Cremonesi (by Regina Cremonesi)
Matrimonio di Aldo Maldera e Reginella Cremonesi (by Fabio Monti - facebook)
Reginella e Aldo Maldera con la piccola Consuelo (per gentile concessione Fam. Maldera)
Aldo e Reginella Maldera al battesimo della piccola Consuelo (per gentile concessione Fam. Maldera)
Compleanno di Consuelo Maldera con mamma Regina e papà Aldo (per gentile concessione di Consuelo Maldera)
Aldo e Reginella Maldera (per gentile concessione Fam. Maldera)
1978, Aldo e Gino Maldera con le rispettive mogli Reginella e Luciana (per gentile concessione di Reginella Cremonesi)
Aldo Maldera con la figlia Consuelo
Reginella e Aldo Maldera nella quiete della loro casa (da "Forza Milan!" nr.2, anno 1979)
Reginella e Aldo Maldera con la piccola Consuelo (per gentile concessione di Consuelo Maldera)
I tre fratelli Maldera
Intervista di Aldo Maldera su Nils Liedholm (dal sito www.barforzalupi.it)
Dal sito www.corrieredellosport.it di Pietro Cabras
Aldo Maldera è nato a Milano il 14 ottobre 1953. Terzino sinistro con propensione offensiva e notevoli capacità realizzative, cresciuto nelle giovanili del Milan, giocò in serie A con i rossoneri dal 1971 al 1982 (a parte una breve parentesi al Bologna, 1972-73), conquistando lo scudetto della stella (1978-79) e una Coppa Italia. Nel 1982 si trasferì alla Roma, con cui vinse subito il tricolore e un'altra Coppa Italia. Chiuse la carriera nel 1987 con la Fiorentina. Ha sommato anche dieci presenze in azzurro, partecipando al Mondiale del 1978.
E tutti noi, bambini cresciuti negli Anni Settanta con quelle figurine in mano, rimanevamo puntualmente senza risposta, a chiederci perché il nostro Maldera fosse Maldera terzo, anzi Maldera III a numeri romani, perché per noi - per tutti - quel Maldera era sicuramente il primo per meriti evidenti, il più forte, inarrestabile nelle sue cavalcate sulla fascia sinistra, con il numero 3 (allora sì, ci dicevamo, forse era per questo motivo, quel numero III sugli almanacchi), che si dilatava sulla maglietta che aderiva sulle spalle, ingobbite da infaticabili sgroppate.
Maldera per la storia è rimasto Maldera III, invariabilmente, ed è lo stesso signore che oggi cinquantaseienne vive sereno in riva al mare del Lazio, a Fregene, con la sua bella famiglia di tutte donne, la moglie Alessandra - romana, conosciuta quando il barone Liedholm lo portò in giallorosso a ricominciare a vincere - che gli ha regalato tre figlie, Consuelo, Desirée e Matilde. «Roma mi accolse e mi rigenerò, mi diede la possibilità di rinascere, di rivincere. E non mi sono più mosso da qui, e sono ormai 27 anni da quel 1982 quando diventai giallorosso dopo una vita di Milan» racconta oggi Aldo Maldera.
È appena rientrato da un'esperienza in Grecia, è stato direttore tecnico al Panionios, «abbiamo fatto un buon lavoro tra prima squadra e under 21», ora torna alla base, pronto a nuove esperienze con lo scatto di un tempo. «Lavorerei in un buon progetto, ho la mia idea di calcio, mi tengo aggiornato, il calcio mi è sempre piaciuto e mi piace ancora, so bene come sia cambiato dai miei tempi. So che potrei dare tanto anche vicino a un tecnico giovane, magari come direttore tecnico. Non ho bisogno di lavorare per forza, ma ho voglia di farlo: so anche che se chiamassi i miei vecchi amici, un posto lo avrei. Ma non è così che ragiono».
Si è sempre messo in discussione, il padre gli insegnò la cultura del lavoro, Antonio e Antonia - i genitori - emigrarono da Corato in Puglia fino a Milano, e il piccolo Aldo nacque in Lombardia e non potè non seguire le orme dei fratelli già calciatori, Luigi detto Gino e Attilio. E lui fu per questo Maldera III, cresciuto tra i moniti di Rocco e i consigli di Liedholm, con la scienza di Rivera che lo lanciava a occhi chiusi quando lui partiva sulla fascia e sapeva che il pallone gli sarebbe stato atterrato davanti, puntuale. Gioca ancora, Maldera? «No, a carte non sono troppo capace... Scherzo, diciamo che ho 56 anni ma che mi tengo comunque in forma». Ma il suo successo più grande è scoprire quando gira per l'Italia, con i baffi di un tempo, solo un po' più bianchi, lo riconoscono tutti, rivolgendogli quell'apprezzamento e quel rispetto che lui ha saputo meritare in una carriera lunga e vincente. E magari se uno è troppo signore, poco incline alle autocelebrazioni, nel calcio di oggi capita che stia fuori, come in questi giorni mister Maldera, che pure ha già lavorato a lungo nel settore giovanile della Roma, fino al 2004, e ha collaborato a una scuola calcio a Focene, dietro casa. Oggi infatti aspetta senza urlare, in riva al mare laziale che ha scelto come suo orizzonte: sanno dove trovarlo, se vogliono, come accadeva in campo.
Il Milan Vecchie Glorie fotografato all'Arena di Milano (metà-fine Anni '70).
In piedi, da sinistra: Salvadore, Altafini, .... , Attilio Maldera, Belli, Sormani, Luigi Maldera, Santin, Prati.
Accosciati, da sinistra: Aldo Maldera, .... , Silvano Villa, Golin, Anquilletti, Danova, Lodetti, Zignoli
(per gentile concessione di Gianni Righetto)
Il pittore Bruno Salvagnin con i fratelli Maldera (Archivio Luigi La Rocca)
Dal sito www.sportmediaset.it
1° agosto 2012 - di Andrea Saronni
ADDIO A MALDERA, TERZINO GOLEADOR L'ex di Milan e Roma deceduto a 59 anni
Il mondo del calcio italiano piange la prematura scomparsa di Aldo Maldera, uno dei protagonisti delle stagioni a cavallo tra gli anni '70 e '80. Maldera, da tempo malato, doveva ancora compiere 59 anni. Cresciuto nel vivaio del Milan, ha giocato per oltre 10 anni con i rossoneri vincendo lo scudetto della stella nel 1979 e raggiungendo la Nazionale. Passato alla Roma, ha conquistato un altro tricolore nell'83 prima di chiudere con la Fiorentina.
Grande corsa, ottima tecnica (come gran parte dei calciatori che popolavano la Serie A di quegli anni), un tiro violentissimo, preciso, fulminante, scagliato col piede sinistro. Aldo Maldera, anche se non premiato dal curriculum azzurro (solo 10 presenze nella Nazionale di Bearzot), è stato un componente della grande dinastia di terzini sinistri italiani capaci di difendere, attaccare e segnare iniziata con Facchetti e giunta fino a Zambrotta, passando per due fuoriclasse quali Antonio Cabrini e Paolo Maldini.
Diventato grande nell'allora floridissima fabbrica di talenti chiamata Milanello, Maldera, anzi "Maldera III", come era scritto sulle figurine (anche i fratelli maggiori Luigi, campione d'Europa col Milan, e Attilio sono stati calciatori professionisti) fu lanciato in Serie A da Nereo Rocco a Mantova, nel '72, con la maglia numero 10 di Rivera. Il campione che, qualche anno dopo, lo esaltò ai massimi come inusuale goleador: Maldera, evoluto da centrocampista a terzino sinistro, si lanciava verso l'area avversaria e veniva puntualmente trovato dalle proverbiali aperture del capitano rossonero, da lui trasformate spesso e volentieri in gol con delle bordate secche quanto precise. A cavallo tra il '77 e il '79 i suoi migliori anni nel Milan, che gli portarono il suo primo scudetto (1979), la Coppa Italia (1977) e un record di 13 gol tra campionato e coppe nel 1978/79 che lo portarono a eguagliare i record tracciati dal grande predecessore Giacinto Facchetti. In quel periodo, diventò titolare della Nazionale di Bearzot, un posto perso proprio alla vigilia dei Mondiali di Argentina. In calo di forma nel fine stagione e protagonista di una brutta prestazione nell'ultimo test con la Jugoslavia a Roma, Maldera venne tenuto fuori alla prima con la Francia a vantaggio della sua giovane riserva, Antonio Cabrini, che proprio da quel match inizio a costruire la sua grandissima carriera internazionale.
Diventato capitano del Milan, subì in prima persona il crollo rossonero dei primi anni '80, con lo scandalo scommesse e la doppia retrocessione in Serie B. A 30 anni sembrava già sul viale del tramonto: e invece il suo grande maestro e padre putativo calcistico Nils Liedholm lo volle a Roma: e fu subito scudetto, nel 1982/83, titolare inamovibile della squadra di Conti, Falcao, Di Bartolomei, Pruzzo. Passato nel 1985 alla Fiorentina, giocò ancora due campionati di Serie A prima di ritirarsi e intraprendere la carriera di tecnico in squadre giovanili salvo una breve esperienza nel 2009 in Grecia, con il Panionos. Lascia una moglie, tre figli e tanti ricordi belli, di quelli che riempiono le teste degli inguaribili innamorati di quel calcio là.
Dal sito sport.sky.it
1° agosto 2012
ADDIO A MALDERA III, TERZINO GENTILUOMO
Aldo Maldera (qui con la maglia del Milan) era nato a Milano il 14 ottobre 1953
Lutto nel mondo del calcio. A 58 anni è morto l'ex giocatore di Milan, Roma e Fiorentina. Due volte campione d'Italia, disputò anche 10 partite in Nazionale.
È scomparso all'età di 58 anni Aldo Maldera, ex giocatore di Milan, Roma e Fiorentina, fratello minore di Attilio e Luigi. Lo apprende l'Ansa da fonti vicine alla famiglia. L'ex terzino sinistro, 10 presenze in Nazionale, ha vinto in carriera due scudetti, con il Milan nel 1978/79 e con la Roma nel 1982/83. Nel suo palmares anche due Coppe Italia.
Ultimo di tre fratelli, tanto da essere conosciuto come Maldera III, l'ex giallorosso da anni viveva a Fregene, sul litorale laziale, insieme con la moglie e tre figlie. Fu convocato anche per i Mondiali di Argentina '78, dove giocò soltanto la finale per il terzo posto. Dopo aver lasciato il calcio giocato, Maldera è stato nel 2009 direttore tecnico dei greci del Panionios, prima di tornare l'anno successivo in Italia dove ha ricoperto lo stesso incarico nell'Aranova, squadra laziale di seconda categoria.
"Il Milan ricorda Aldo Maldera, scomparso oggi all'età di 58 anni. Tutto il club - si legge in una nota - e i tifosi rossoneri si stringono intorno alla famiglia Maldera in questo triste momento e al nipote Andrea Maldera, attualmente assistente tecnico di mister Allegri".
Articolo di Antonio Carioti
MALDERA: TERZINO PER MESTIERE, BOMBER PER PASSIONE
Fu il capocannoniere del Milan che conquistò la stella, nel 1978-79, ma il nome di Aldo Maldera, mancato troppo presto ai suoi cari, in me rievoca altri due gol, segnati nei momenti più difficili del Diavolo. Perché lui, quando il buio si faceva fitto, era sempre l'ultimo ad arrendersi.
Estate 1977. Dopo una stagione disastrosa, in cui ha sfiorato la retrocessione. il Milan ha una possibilità di riscatto, la finale di Coppa Italia. Ma davanti ha un'Inter aggressiva, che domina nella prima mezz'ora. Nel secondo tempo Rivera batte una punizione dal limite: la sua palla morbida spiove in area e dal nulla, aggirando i difensori, arriva Maldera e trafigge Bordon. Finirà 2-0, quarta Coppa Italia rossonera.
Primavera 1982. Questa volta la retrocessione arriva (ed è la seconda.), ma nelle ultime cinque giornate il Milan lotta disperatamente e sfiora la salvezza. Dopo aver segnato uno splendido gol a Marassi contro il Genoa, Maldera si ripete a San Siro. Batte il portiere dell'Avellino con una spettacolare rovesciata, un gesto da goleador puro: quanti terzini nella storia del calcio avranno realizzato reti così? Poi corre verso la cancellata che separa il campo dagli spalti e si arrampica per raccogliere l'abbraccio dei tifosi. Uno dei pochi momenti di gioia in un'annata maledetta. Solo la sfortuna lo ferma: due settimane dopo, contro il Toro, colpisce la traversa: se quella palla fosse entrata, il Milan avrebbe evitato la B.
Hai segnato tanti altri importantissimi gol, caro Aldo, anche se di mestiere facevi il difensore. Hai vinto lo scudetto anche con la Roma del maestro Nils Liedoholm. Ma io ti ricorderò sempre così, aggrappato alla cancellata, in uno stadio pieno nonostante le sofferenze di quella brutta annata. Simbolo intrepido di un Diavolo che poteva spezzarsi, ma non si piegava mai.
(dal "Corriere della Sera" del 28 febbraio 2012)
(dal sito www.ilgazzettino.it)
(da "Il Messaggero")
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 5 agosto 2012)
(da "Il Romanista" del 2 agosto 2012)
(da "Il Romanista" del 2 agosto 2012)
(da "Il Romanista" del 2 agosto 2012)
(da "Il Romanista"
del 3 agosto 2012)
(da "Il Romanista"
del 5 agosto 2012)
Pezza "Maglia Rossonera" di Aldo Maldera
27 ottobre 2012, Milan vs Genoa 1-0: bandierone in ricordo di Aldo Maldera che sventola nel settore 215
(grazie ad Emiliano Beretta)
9 maggio 2015, Milan vs Roma 2-1: nell'antistadio di San Siro, Maglia Rossonera
con Regina Cremonesi e Consuelo Maldera
assieme alla pezza del grande Aldone Maldera
Statuina di Aldo Maldera
(di Giovanni Santacolomba)
Statuina di Aldo Maldera
(di Giovanni Santacolomba)
8 novembre 2018, consegna alla signora Maldera della statuina di Aldo Maldera realizzata da Giovanni Santacolomba
Statuina di Aldo Maldera
(di Giovanni Santacolomba)
Statuine di Aldo Maldera e Gianni Rivera
(di Giovanni Santacolomba)
Statuina di Aldo Maldera
(di Giovanni Santacolomba)
8 novembre 2018, la consegna alla Signora Maldera della statuina di Aldo, realizzata da Giovanni Santacolomba
(by David Balou - facebook)
19 maggio 2020, la tomba di Aldo Maldera, che riposa presso il cimitero di Bresso (MI) (by Daniela Fregolent)
Dal sito https://rrossonera.wixsite.com
21 settembre 2021
INTERVISTA A REGINA E CONSUELO MALDERA, MOGLIE E FIGLIA DI ALDO MALDERA
Sfogliando il secolare libro della storia del Milan è impossibile non imbattersi in Aldo Maldera, un ragazzo milanese che ha incarnato l’animo casciavit nel suo più profondo significato. Oggi ho la fortuna ma soprattutto l’onore di intervistare due persone che lo conoscono molto da vicino, la moglie Regina e la figlia Consuelo. Le ringrazio per la loro disponibilità, cosa non sempre scontata.
Qui sotto la nostra lunga chiacchierata.
Buongiorno Regina e Consuelo, vi ringrazio per la vostra disponibilità nel dedicarmi del vostro tempo per questa intervista, visto il periodo pandemico che stiamo vivendo come state?
“Buongiorno innanzitutto la ringraziamo per l’opportunità che ci dà di ricordare Aldo, noi stiamo bene nonostante il brutto periodo che sta vivendo il nostro paese.”
Signora Maldera, lei ed Aldo come vi siete conosciuti? È vero che è stato galeotto un calcio di rigore quando Aldo giocava a Bologna?
“Ebbene sì, galeotto fu un rigore. La cosa strana è che lo tirava Aldo e in porta c’ero io. Lui era arrivato da Bologna e venne a vedere il campo dell’Audax Bresso. Io ero stata invitata dalla mia compagna di scuola al campo perché lei giocava nella squadra femminile. Aldo tirò il rigore lasciandomelo parare, un gentiluomo”
Seguite ancora il calcio attuale? So che Regina è milanista fino al midollo, invece Consuelo più rossonera o giallorossa?
“Io si, milanista doc, mio padre mi portò a vedere il Milan che avevo 4 anni”
“Consuelo: io non ho la passione di mamma e seguo poco il calcio”.
Che effetto vi fa che ancora oggi tanta gente, tanti tifosi rossoneri abbiano un ricordo così intenso verso Aldo?
È bellissimo vedere che ancora oggi Aldo è ricordato con immenso affetto, lui stesso si stupiva di questa cosa”.
Entriamo nell’Aldo calciatore, in questo ultimo anno Theo Hernandez per la capacità di attaccare a tutto campo viene molto spesso paragonato ad Aldo, secondo voi è un paragone che ci stà o ci sono altri giocatori che vi hanno ricordato Maldera?
“Lo confesso, la prima volta che ho visto scendere Theo sulla fascia ho avuto i brividi, mi ha subito ricordato Aldo nel modo di giocare.”
Aldo è stato un pilastro del Milan anni 70, ha vinto lo scudetto della stella, dove in quella stagione segna 9 gol, e due Coppe Italia. Che ricordo aveva di quella meravigliosa stagione che culminò con la vittoria tricolore? E lei signora che ricordo personale ha?
“Aldo ha vissuto la stagione della stella con gioia immensa, è stata un’annata meravigliosa, per me è stato un sogno che si avverava e per di più grazie ai tanti goals di Aldo.”
La stagione della Stella Aldo gioca un calcio a livelli altissimi, forse replicati nella stagione dello scudetto giallorosso, che gli valsero la convocazione ai mondiali in Argentina, dove gioca la finalina per il terzo posto. È prevalsa più la gioia per la partecipazione o la delusione di non essere stato protagonista in quella manifestazione.
“Purtroppo quella del mondiale in Argentina non fu una bella esperienza per Aldo, che non riuscì a connettersi con Bearzot che di fatto scelse il blocco juventino.”
Dopo la stella iniziano anni bui per il Milan, c’è il calcioscommesse e di conseguenza la retrocessione in serie B. Come vive Aldo quel momento particolare lui che era milanista nell’anima?
“Lo visse molto male, lui amava il Milan. Ricordo di aver visto piangere nel mio salotto Aldo, Novellino e Antonelli. Una scena che non dimenticherò mai e soprattutto la loro amarezza: avevano dato tutto per la maglia.
Cosa ha rappresentato per lui, essere il capitano del Milan soprattutto in serie B?
“Per Aldo essere il capitano del suo Milan ha rappresentato un momento di orgoglio, si è sentito responsabile per il gruppo e lo ha seguito in serie B. Aldo lottava per la maglia e ricordo che tornava da trasferte lontane e mi diceva: “la Serie B è veramente dura”
La scelta di seguire il Milan in Serie B nel 1980 di fatto gli ha precluso la carriera in nazionale, che si chiude con 10 presenze. Ha mai detto qualcosa di questa sua scelta, se ne è mai pentito?
“Direi di no, purtroppo con Bearzot, Aldo non è riuscito ad instaurare un rapporto costruttivo, e il Mister preferì puntare sul blocco juventino, quindi avrebbe giocato a prescindere Cabrini, che era tutt’altro che un cattivo giocatore.”
Nel 1981 il Milan ritorna in Serie A ma, la stagione seguente è un calvario che finisce con la retrocessione sul campo, dopo i fatti di Napoli che vanificano la vittoria di Cesena. C’è una immagine a me molto nitida di quella stagione, avevo 8 anni ma già rossonero dentro. L’immagine che porto con me è l’esultanza di Aldo dopo il bellissimo gol contro l’Avellino che diede speranze di salvezza ai tifosi di San Siro. Signora Regina cosa voleva rappresentare quella esultanza per Aldo, il suo modo di essere tifoso rossonero?
“Ah il goal all’Avellino. Un capolavoro lo specchio dell’anima di Aldo, lui dava tutto se stesso in campo e soprattutto per la maglia, quella sera sperava veramente che il Milan si sarebbe salvato sul campo, era proprio felice quella sera”
Nel 1982 Aldo cede alla corte del Barone Liedholm e si trasferisce a Roma. Quanto gli è costato lasciare il suo Milan.
“Le dico questo, nel 1982 noi eravamo convinti di andare al Napoli, sembrava fatta ma poi arrivò la chiamata del Barone e queste sono state le parole testuali “Aldo vieni che vinciamo lo scudetto”. Aldo mollo tutto e andò a Roma. Il mister era quasi un mago.”
La stima di Liedholm per Aldo è iniziata a Milano. Volete raccontarci il rapporto che c’era tra loro due?
“È stato un padre per Aldo ma veramente e non per scherzo. Nils era sempre ironico ma aveva una sensibilità rara in quel mondo, ed in questo era uguale ad Aldo. Quando il Barone ci ha lasciato Aldo non smetteva di piangere”
Anche gli anni romani sono anni di successo, Maldera vince uno scudetto storico con la Roma, e s’innamora di Roma e dei romani. Cosa ha trovato Aldo a Roma che non aveva a Milano?
“Aldo ha sofferto molto per il modo in cui il Milan lo ha scaricato, credeva di finire la carriera a Milano, ma i tifosi della Roma s’innamorarono subito di lui. Roma è un mondo difficile da spiegare, il tifoso romanista è speciale, la vittoria dello scudetto a Roma è una cosa incredibile difficile da spiegare. Aldo mi guardò e mi disse: “questi non sono normali”
Consuelo: Penso che papà a Roma abbia trovato un’amore molto forte dei tifosi, cosa che mai si sarebbe immaginato, mi raccontava sempre che era rimasto sconvolto dopo la vittoria del campionato dall’amore della gente.
Quanto pesò ad Aldo di non giocare quella famosa finale di Coppa Campioni nel 1984 contro il Liverpool per quel maledetto cartellino giallo in semifinale contro l Dundee?
“Non giocare la finale fu una delusione terribile ancora dopo tanti anni ripeteva se ci fossi stato io”.
Tra le mura domestiche vi ha mai raccontato la verità di cosa è successo realmente durante la scelta dei rigoristi quella sera?
“La verità sul rigore? Purtroppo Falcao non se la senti di tirarlo e si tirò indietro dicendo che non stava bene, Aldo lo avrebbe tirato anche con una gamba sola”.
Tante sconfitte ma anche tante vittorie, come viveva Aldo queste emozioni dentro casa. Da marito e da padre.
“In casa si viveva secondo il risultato lo so può sembrare strano ma allora era così e Aldo non faceva eccezione, in quel periodo i giocatori vivevano per la squadra. Ora è tutto diverso, hanno mille interesse e procuratori e anche troppi soldi”
Siete ancora in contatto con qualche suo compagno rossonero dell’ epoca? C’è stata vicinanza nel momento della malattia?
“Non ho più contatti con nessun compagno di Aldo ma ho rivisto Antonelli al funerale, ci siamo abbracciati in lacrime.”
Una domanda per Consuelo, Penso ad Agostino di Bartolomei compagno di papà alla Roma e penso anche Scirea compagno in nazionale, due ragazzi dal triste destino, del Milan mi vengono in mente Baresi e Maldini, campioni di una volta, leader con i fatti e non con le parole. Campioni di umanità, tanto da non avere nessun erede. Secondo te è un cambiamento della società in generale o un degrado specifico solo del mondo del calcio?
“Penso che il degrado nel calcio sia lo specchio della nostra società e purtroppo il mondo del pallone non è esente”
Domanda per la Signora Regina, 1 agosto 2012 sono 9 anni che Aldo ci ha lasciato. Che qualità ha dentro di Aldo che si porta dentro con lei.
“Aldo ci ha lasciato ma rimarrà sempre il ricordi della sua umiltà e della sua dedizione. Ci manca tanto e oggi sarebbe stato un nonno meraviglioso e un grande esempio per tanti ragazzini che vogliono fare il calciatore.”
Consuelo, una qualità ereditata dal papà?
“Da mio padre ho ereditato l’umiltà e la sensibilità e non l’opportunismo che si vede adesso.”
Rinnovo ancora il mio ringraziamento alla famiglia Maldera, in particolare a Regina e Consuelo che sono state sempre molto disponibili e mi hanno permesso di fare questa bellissima intervista.
Maglia Rossonera incontra Regina Cremonesi, moglie di Aldo Maldera 18 luglio 2022
Marco Giussani intervista per Magliarossonera.it Regina Cremonesi, nel ricordo di Aldo Maldera