Ha giocato anche con la Pro Gorizia (C), il Livorno (A, C), il Palermo (A), la Juventus (A), la Pro Patria (A), l'Empoli (Int.).
Ha allenato il Genoa (1969-70).
"Istriano, esordisce nella Pro Gorizia e passa al Milan in anni (l'immediato dopoguerra) in cui i rossoneri non sono travolgenti. Gira poi diverse squadre...Può giocare ala o interno, ma predilige la fascia, dalla quale sforna sempre buoni cross. Nel suo curriculum c'è anche una squalifica a vita, poi ridotta a due anni e infine a undici turni per "grave atto di violenza" compiuto su Pesaola durante un Roma-Livorno del '49-50." (Dal "Dizionario del Calcio Italiano", Baldini & Castoldi Editori, 2000)
(Archivio Magliarossonera.it) |
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Dal sito www.wikipedia.org
Gimona ricopriva il ruolo di centrocampista offensivo. Esordì come professionista in Serie C con il Pro Gorizia nel 1940. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale passò al Milan, con cui debuttò in Serie A il 14 ottobre 1945 contro il Genoa. Nel 1949 si trasferì al Palermo, ma nella stagione 1949-1950 venne squalificato a vita per un bruttissimo intervento che spezzò una gamba al romanista Bruno Pesaola; la pena sportiva gli fu in seguito commutata in due anni di allontamento, poi ulteriormente ridotti ad 11 mesi.
Nel 1953 Gimona passò alla Juventus, con cui trascorse due stagioni, per poi concludere la sua carriera calcistica con il Pro Patria, il Livorno e l'Empoli.
Con la maglia della Nazionale italina Gimona ha esordito l'11 novembre 1951 nella partita Italia-Svezia 1-1 ed ha preso parte al torneo olimpico del 1952; in totale ha disputo tre partite, segnando altrettante reti (tutte realizzate nell'incontro olimpico Italia-Stati Uniti 8-0).
Gimona è stato anche allenatore (guidò il Genoa nella stagione 1969-1970) e fu dirigente sportivo del Livorno.
Una curiosità: era l'idolo calcistico di Silvio Berlusconi, come questi ha affermato in un'intervista.
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(per gentile concessione di Luigi La Rocca) |
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Enrico Boniforti e Aredio Gimona al Palermo
(da "Il Calcio Illustrato", 1949-50) |
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 17 febbraio 1951) |
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 31 ottobre 1951) |
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