Ha giocato anche con lo Spezia (B), il Novara (A), il Como (B), il Torino (A), la Juventus (A), il Genoa (A), il Catania (B), la Finalese (*), la Sammargheritese (*), la Ternana (D).
"Palla incollata al piede, serpentine e finte da annichilire l'avversario, buon difensore della palla, stoccatore da breve distanza in quanto non dotato di lunga gittata. La sua presenza in campo, oltre che utilissima per i compagni, valeva per lo spettatore una serie di divertenti spettacoli che egli sciorinava da par suo, esaltandosi lui stesso." (dal "Dizionario del calcio" Ed. Rizzoli 1990)
"Ala imprendibile di gran talento, dallo scatto bruciante e dalla serpentina ubriacante. Ha colpi di classe cristallina, ottima tecnica, un controllo di palla finissimo ed una notevole facilità di realizzazione. Con i rossoneri debutta in Serie A, e gioca sempre ad ottimi livelli." (Da La Grande Storia del Milan, Gazsport 2005)
Era sposato con la signora Costanza che gli aveva dato due figli, Massimo e Daniela. Fu sospeso dalla società rossonera a causa delle sue assidue frequentazioni femminili, che nel causarono un alterno rendimento. La figlia Daniela venne a mancare nella casa paterna di Rapallo (GE) il 18.1.1984, all'età di trent'anni, a causa di problemi legati alla droga e successivamente all'alcol, iniziati nel giugno del 1970, a diciassette anni, per una delusione d'amore e che l'hanno portata anche a qualche mese di carcere per furto e spaccio di stupefacenti, oltre che a dei tentativi di suicidio (Sky Sport ha fatto una trasmissione a lei dedicata nel 2004). Gli ultimi anni di vita li ha vissuti in povertà e nel 1990 il governo sportivo stanziò per lui un assegno annuale per meriti sportivi.
Dal sito www.juventus1897.it
Riccardo Carapellese, è ricordato come un irrequieto nomade del pallone; iniziò, infatti, la carriera nello Spezia, per poi indossare la casacca nerostellata del Casale, quindi quella del Vigevano, del Como e del Novara, approdando infine al Milan. Sempre in alta Italia, dunque. E quando la squadra del "Grande Torino" perì a Superga, Carapellese accettò di buon grado l'ingaggio da parte della rinnovatissima formazione granata.
All'inizio della stagione 1952-53 arrivò alla Juventus. Gli bastavano, quando era in vena, il suggerimento di un mediano, il lancio di un terzino, una qualsiasi situazione tattica favorevole, per farlo diventare un "cavallo grigio" della squadra, cioè un destriero di pelo insolito che gli scommettitori avveduti degli ippodromi non trascurano mai, pena le conseguenze amare della sorpresa. Sorprendente ed inatteso era il modo con il quale "Carappa" era solito impostare la sua azione, prettamente individuale. Uncinava il cuoio con uno stop sicuro ed efficace; in un baleno valutava la situazione, misurava la distanza e contava gli avversari. La sua manovra non obbediva mai a regole fisse, a schemi didattici; nasceva, viveva e si concludeva al puro stato di invenzione e proprio per questo risultava irripetibile ed imprevedibile. Se qualcuno avesse avuto modo di seguire e marcare con il gesso sull'erba il percorso dell'azione di Carapellese, si sarebbe trovato una varietà di disegni, di tracciati e di ghirigori. Il tiro finale, per lo più irresistibile, anche se talora viziato dall'errore di mira, era la risultante di una miscela di serpentine e di guizzi, di andate e di ritorni, di rettilinei e di svolte, di imbrogli e di burle.
La partita, per tutto il tempo della durata dell'azione di Carapellese, si arrestava e si bloccava, quasi estasiata ad osservarla e diventava esclusivamente "sua"; il potere di suggestione che Riccardo sapeva esercitare sui compagni e sulla folla era tale che il goal, quando arrivava, esplodeva in un grandissimo abbraccio e acclamazione.
Nella Juventus di quell'epoca, Carapellese ebbe compagni illustri: Boniperti, Parola, Muccinelli, Mari, Corradi, Viola, John Hansen e Praest. Giocò all'ala sinistra e sulla fascia destra, ora al posto di Praest, ora con la maglia di Muccinelli; lo sperimentarono anche come centrattacco, sostituendo "Bibi" Vivolo. Si trovò tra i campioni in senso assoluto, ma non sfigurò mai; anzi, la presenza di tanti fuoriclasse lo esaltò al punto di risultare sempre tra i migliori in campo. |
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Riccardo Carapellese al Novara
(da "Il Calcio Illustrato", 1945-46) |
L'arrivo di Riccardo Carapellese al Milan
(da "Il Calcio Illustrato", 1946) |
Carapellese in azzurro
Mario Tosolini e Riccardo Carapellese, stagione 1946-47 (per gentile concessione di Riccardo Gaggero) |
(per gentile concessione di Giorgio Verzini) |
Carapellese al tiro in Roma vs Milan 1-4 del 23 novembre 1947 (da "La Grande Storia dl Calcio", La Casa dello Sport) |
Riccardo Carapellese nel Milan 1946-47 (accosciato, è il secondo da sinistra)
(da "Il Calcio Illustrato") |
(dalla "Gazzetta dello Sport" dell'11 dicembre 1947) |
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 15 febbrai o1948) |
(dal "Corriere dello Sport" del 5 aprile 1947) |
(dal "Corriere dello Sport" del 15 dicembre 1947) |
(dal "Corriere dello Sport" del 28 agosto 1948) |
(by Stefano "Potsy" Pozzoni) |
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 20 febbraio 1949) |
(dal "Corriere dello Sport", estate 1949) |
Giugno 1949, Riccardo Carapellese saluta il Milan: va al Torino |
Cartolina autografata da Riccardo Carapellese: 27 gennaio 1949, Milan vs Pro Patria 3-2, il Milan in cui esordisce Gunnar Nordahl.
In piedi, da sinistra: Sloan, Nordahl III, Gudmundsson, Annovazzi, Tognon, De Gregori. Accosciati, da sinistra: Milanese, Bonomi, Carapellese, Burini, Gratton
(per gentile concessione di Massimiliano Pelo e Luigi La Rocca) |
Il matrimonio di Carapellese (dallla "Gazzetta dello Sport" del 25 ottobre 1949) |
Permesso di soggiorno per la spedizione Mondiale in Brasile, 1950 (per gentile concessione di Ivano Piermarini) |
Torino, 28 dicembre 1950. Riccardo Carapellese con il figlio Massimo e la moglie Costanza |
Torino, 28 dicembre 1950. Costanza, moglie di Riccardo Carapellese, con il braccio il figlio Massimo |
Una formazione del Torino 1951-52 con Riccardo Carapellese e Lino Grava |
Riccardo Carapellese nel Milan più forte di tutti i tempi in un disegno di Franco Bruna del 1985.
Da sinistra in piedi: Cudicini, Collovati, Schnellinger, Liedholm, Rosato, Schiaffino
Accosciati: Hamrin, Gren, Nordahl, Rivera ed, appunto, Carapellese (dalla rivista "Supergol", 1985) |
Riccardo Carapellese su "Lo Sport Illustrato", maggio 1956 |
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(Archivio Magliarossonera.it) |
(da "Il Milan Racconta") |
Riccardo "Carappa" Carapellese con la maglia del Catania (Figurina Lampo, 1958-59 - by Luigi La Rocca) |
Riccardo Carapellese con le Vecchie Glorie Rossonere (il primo da destra): in compagnia di Frignani, Beraldo, Liedholm e Gren
(Foto Archivio Luigi La Rocca) |
Riccardo Carapellese con la maglia del Torino (by Flavio Gori) |
Fraterno abbraccio tra Riccardo Carapellese e Gunnar Nordahl, 1955-56
(da "Lo Sport Illustrato") |
(da "Lo Sport Illustrato") |
(da "Il Calcio Illustrato") |
Pubblicità Motta, 1948 |
Riccardo Carapellese con la maglia della Nazionale, 1956 |
Riccardo Carapellese al Genoa assieme a Boniperti (by Ermanno Vittorio) |
18 gennaio 1984, la scomparsa di Daniela Carapellese, figlia di Riccardo (da "La Domenica del Corriere") |
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Piatto grande in fine porcellana, creazione artistica con decoro in oro zecchino, relativo all'amichevole
disputata a Villerupt (Francia) il 4 luglio 1953, Pros Lorrains vs Juventus.
Piatto ricordo appartenuto al grande calciatore Riccardo Carapellese che giocò una sola stagione nella Juventus, 1952-53
(Collezione privata Salvatore Peduto) |
Dal sito www.sporterni.it
29 ottobre 2021
DEGNA SEPOLTURA PER RICCARDO CARAPELLESE, CHI ERA L'EX ALLENATORE-GIOCATORE DELLE FERE
Una degna sepoltura per l'ex rossoverde Riccardo Carapellese. La Ternana Calcio si è occupata della tumulazione dei resti dell'ex allenatore-giocatore delle Fere negli anni Sessanta. Fu anche capitano della Nazionale italiana e del Torino, raccogliendo l'eredità di Valentino Mazzola dopo la tragedia di Superga. La Ternana Calcio si è occupata con sensibilità e disponibilità della tumulazione dei resti di Carapellese, grazie all'interessamento del tifoso Roberto Casini che ha seguito per intero l'iter dell'intervento. Cresciuto nelle giovanili del Torino, Carapellese iniziò la sua carriera agonistica in Serie B nel 1942-43 con i bianconeri dello Spezia. Nell'anomalo campionato di guerra del 1944 vestì la maglia del Casale, mentre nell'immediato dopoguerra passò dal Vigevano al Como e disputò la Coppa Alta Italia tra le file del Novara, giungendo con i piemontesi alla finale, poi persa contro il Bologna. Chiuso dai campioni del Grande Torino, arrivò in Serie A vestendo la maglia del Milan, con cui rimase fino al 1949 entrando anche nel giro della Nazionale. Dopo la tragedia di Superga fu richiamato al Torino, succedendo nella stagione 1949-50 a Valentino Mazzola come capitano, sia dei granata, sia della Nazionale. Nel 1952 rimase a Torino, passando sulla sponda bianconera. Passò poi al Genoa, rimanendovi quattro stagioni, e quindi al Catania dove disputò due stagioni nel campionato cadetto. Nel 1961-1962 diventa giocatore-allenatore della Ternana, guidando la squadra dalla Serie D alla Serie C nel torneo 1963-1964 e riportando i rossoverdi in una categoria dal quale mancavano da quattordici anni. L'anno dopo se ne andò da Terni per allenare la Salernitana, in Serie C. Il 9 novembre 1947 il debutto con la nazionale italiana, guidata da Vittorio Pozzo e capitanata da Silvio Piola, contro l'Austria. Il 22 maggio 1949 diventa capitano degli Azzurri e partecipa al campionato del mondo in Brasile nel 1950 segnando 2 reti nelle partite contro la Svezia e il Paraguay. Fino al 1956 colleziona 16 presenze e 10 reti con l'Italia. Malato di Alzheimer e in difficoltà economiche negli anni della vecchiaia, morì a Rapallo nel 1995. |
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