È figlio dell'ex calciatore Pierre Aubameyang e fratello dei calciatori Catilina e Pierre-Emerick.
Ha giocato anche con l'Avellino (B), il Kas Eupen (B), il Monza (C), il Saint-Etienne (*).
Dal sito www.wikipedia.it
CLUB
Willy Aubameyang inizia la propria carriera giovanile in Francia all'Ivry per poi passare al Créteil e in seguito in Italia alla Triestina. Nel 2004 passa nella giovanili del Milan e nella stagione 2007-2008 fa parte del gruppo della prima squadra, dopo essersi fatto notare l'anno precedente per aver segnato la rete della vittoria contro la Juventus nel Trofeo Berlusconi. Aubameyang non viene però inserito nella lista di giocatori che disputa e vince la Supercoppa europea e il Mondiale per club; riceve, però, numerose convocazioni in campionato e in Coppa Italia. Ciononostante, non colleziona alcuna presenza in partite ufficiali.
Durante l'estate del 2008 viene ceduto in prestito con diritto di riscatto all'Avellino, con cui gioca un deludente campionato di serie B: la squadra irpina retrocede e l'attaccante gabonese colleziona trenta spezzoni di partita riuscendo a segnare un solo gol.
A fine stagione, sia per la non esaltante esperienza, sia per il fallimento del club campano, il giocatore lascia la squadra per andare a giocare, anche stavolta in prestito, all'Eupen nel campionato belga di seconda divisione. Esordisce con la squadra belga il 19 settembre 2009, realizzando anche un gol al 16° minuto.
NAZIONALE
Willy Aubameyang, nonostante sia nato in Francia, gioca con la maglia della Nazionale gabonese, con cui esordisce il 6 giugno 2009 contro il Togo in una partita valida per le qualificazioni al Mondiale 2010, sostituendo al 79° minuto di gioco il fratello Pierre-Emerick. |
31 agosto 2006, il Milan vince il Trofeo TIM (Archivio Magliarossonera.it) |
6 gennaio 2007, Trofeo "Luigi Berlusconi": Milan vs Juventus 3-1
Il gol del 3-2 messo a segno da Willy Aubameyang
(dal sito www.acmilan.com) |
6 gennaio 2007, Trofeo "Luigi Berlusconi":
Aubameyang esulta per il suo gol che decide l'incontro
(Archivio Magliarossonera.it) |
6 gennaio 2007, Trofeo "Luigi Berlusconi": Willy Aubameyang esulta per il suo gol che decide l'incontro
(Archivio Magliarossonera.it) |
6 gennaio 2007, Trofeo "Luigi Berlusconi": Willy Aubameyang esulta per il suo gol che decide l'incontro (Archivio Magliarossonera.it) |
Il Milan vince il Trofeo "Luigi Berlusconi" grazie alla rete del 3-2 di Willy Aubameyang
(da "Avvenire" del 7 gennaio 2007, in basso l'articolo competo) |
(dal sito www.1899.it) |
Willy Aubameyang all'Avellino |
dal sito www.avvenire.it
7 gennaio 2007 - di Andrea Saronni
TROFEO BERLUSCONI
- Un lampo del 19enne Aubameyang regala nel finale ai rossoneri il primo sorriso del 2007
GOL E DOLCETTI: IL MILAN TROVA UNA COPPA NELLA CALZA
Non bastano le reti di Nedved e Del Piero: la Juve ko perde tre uomini E Bojinov sbotta: «Non resto a fare la quinta punta»
La gioia genuina e il sorriso di un ragazzo del Gabon diventano la finestra su un 2007 che il Milan, come ha detto il presidentissimo Berlusconi, si augura «molto più prospero» rispetto a quello appena concluso. Willy Aubameyang, talentino della Primavera rossonera allenata da Filippo Galli, è il sorprendente personaggio di copertina di un Milan-Juventus che ha cercato, con i gol, di coprire quella patina di malinconia per quello che c'era e non c'è più. Il 19enne attaccante ha inferto, al 41' della ripresa, l'ultima botta a una Signora già alle prese con una giornata complicata: l'alzata di scudi dell'agente di Bojinov («Fare la quinta punta, anche alla Juve, è offensivo per lui»), le promesse di Cobolli Gigli che fanno presumere a problemi in atto con i big («Proveremo a trattenerli una volta vicini alla A») e, soprattutto, l'incredibile tris di infortuni che hanno tolto di mezzo i due difensori centrali Chiellini e Boumsong e Palladino. Solo il francese, dopo i primi rilievi, sarà recuperabile per la ripresa del campionato: immaginabilissima la rabbia di un Deschamps che già alla vigilia aveva sottolineato con matita blu il fatto che per lui il presunto «test di serie A» contro il Diavolo rappresentava soprattutto un importante test verso la vera sfida che conta, in programma sabato a Mantova.
In un clima fatto dunque di cantieri aperti sul futuro, frustrazioni e sfortune, i convenuti a San Siro almeno si consolano con una partita gradevole, messa in altalena da attacchi decisamente più reattivi e presenti delle difese. Deschamps ha avuto la conferma che i primi ritocchi della Juventus prossima ventura dovranno riguardare il reparto arretrato. Prima di arrendersi ai citati infortuni, Chiellini e Boumsong hanno concesso evitabilissime chances a Gilardino e Inzaghi, finalmente riuscito a rompere il digiuno in atto da oltre tre mesi con una zampata delle sue (molti ringraziamenti a Boumsong, che perde l'equilibrio e spalanca la porta). Anche il Milan ha ri sentito del «clima Befana» e ha regalato palloni a centrocampo, dove Gattuso e Pirlo, «vittime» dei carichi di lavoro del ritiro maltese, non sono impazziti a rincorrere avversari consentendo continuità di rifornimenti al trio Trezeguet-Del Piero-Palladino, che sbattono su Kalac fino a quando Nedved ribatte in rete dopo una respinta istintiva del portiere milanista (40').
Nella ripresa, via al prevedibile festival del cambio. Sorprende quello di Ancelotti, che anche in un contesto del genere propone già dal 46' l'«albero di Natale» con Inzaghi punta superstite (per Gilardino entra Gourcuff): Berlusconi, in tribuna, non sorride, Superpippo si batte, ma non riesce ad abbinare la concretezza all'impegno. Deschamps risparmia invece da subito Trezeguet e Cristiano Zanetti, ma non riesce ad evitare l'ennesima frustata della iella che colpisce Palladino (distorsione alla caviglia). La giornataccia dei bianconeri è testimoniata anche dal fatto che il vantaggio trovato con un blitz aereo da Del Piero e propiziato dall'annosa difficoltà del Milan sulle palle inattive (67'), venga sprecato in poco più di un minuto con Seedorf spietato nell'approfittare dell'ingenuità del baby De Ceglie. Quando il finalino ai rigori senza Buffon (sostituito da Mirante e uscito tra applausi bipartisan) sembra inevitabile, spunta su un cross di Pirlo la testina di Willy Aubameyang per il 3-2 finale. Il Milan, a differenza dei storici rivali, strappa almeno un sorriso. Alla Juve rimane solo un arrivederci all'anno prossimo non privo di inquietudini. |
dal sito www.lastampaweb.it
8 gennaio 2007 - di Laura Bandinelli
AUBAMEYANG, MILANISTA PER CASO
Nel '97 il padre conobbe
il dg Braida grazie
a un passaggio in auto
«Grazie papà che hai perso l'aereo». Pierre Aubameyang, ex giocatore professionista della prima divisione francese e della Triestina, non avrebbe mai immaginato che il contrattempo di un volo potesse innescare la favola di suo figlio Willy, approdato alla ribalta del grande calcio con il gol di sabato alla Juventus.
Stagione 96/97: Pierre, difensore della Triestina, fallisce l'imbarco per Parigi. Deve perciò spostarsi dall'aeroporto «Ronchi dei Legionari» a quello di Venezia per intercettare un altro volo. Ma come andarci? In auto con Ariedo Braida. Il dg rossonero ricorda: «È stato un incontro casuale. Gli ho dato un passaggio in auto insieme a un mio amico. Durante il tragitto abbiamo chiacchierato, ho intuito che fosse una persona eccezionale e gli ho lasciato il mio numero di telefono». È nato così il legame tra il Milan e la famiglia Aubameyang che dura ancora: Pierre, 41 anni, osservatore del mercato francese e africano per il club rossonero; Catilina, il maggiore dei tre figli, dopo una breve esperienza nel Milan e nel Chiasso, sta cercando squadra in Francia; Willy, l'eroe del Berlusconi, 19 anni, da un anno tesserato con i rossoneri, è aggregato alla prima squadra di Ancelotti; e infine Pierre, 17 anni, da soli quattro giorni è in possesso di un contratto con il Milan. Il cognome Aubameyang è la sintesi francese di Aubame e Eyang, i cognomi del padre e della madre di Pierre senior.
Da una famiglia nata per il pallone, Willy sembra il prescelto per un destino importante. Nome da cartone animato, estroverso, Ronaldinho come idolo, Willy si è fatto notare da Silvio Berlusconi. Un'impresa che gli è costata una cena in un ristorante brasiliano a base di maiale in agrodolce. Suo padre Pierre gli ha imposto il regalo dopo che insieme al fratellino avevano sfidato il freddo di San Siro in attesa del suo ingresso in campo. Quando Ancelotti lo ha scelto per sostituire Brocchi, Willy ha colto al volo l'occasione: dopo soli quattro minuti, infatti, ha messo a segno la rete che ha permesso al Milan di vincere il Trofeo Berlusconi. Papà Pierre allora è balzato sulla sedia e ha iniziato a urlare il suo nome: finalmente un sogno che si avvera. Sabato sera hanno festeggiato in un ristorante brasiliano stamattina, invece, Willy è partito con la prima squadra per Malta.
Gli Aubameyang abitano in un residence che si trova a Gallarate, messo a disposizione dal club rossonero. A pochi passi da loro vive anche Filippo Inzaghi. Pierre, per permettersi una vita da osservatore, viene mantenuto dai propri figli che guadagnano mille e cinquecento euro al mese. Willy fino al 2010 ha messo al sicuro il suo futuro, Pierre junior, invece, ha firmato venerdì scorso un contratto biennale, Catilina invece può contare sul fondo dei giocatori disoccupati. «Vedrete che anche il piccolo Pierre prima o poi troverà il modo di mettersi in luce», assicura papà Aubame che poi scommette: «A livello tecnico è certamente il più forte dei tre». Filippo Galli, l'allenatore della Primavera del Milan che più di tutti conosce questi due ragazzi si limita a parlare soltanto di Willy: «Negli ultimi sei mesi ha fatto dei grandi miglioramenti. Ha assunto degli atteggiamenti più professionali».
La favola di Willy, esterno d'attacco che attualmente è il capocannoniere della formazione Primavera con dieci reti fra campionato e coppa, potrebbe arricchirsi presto di nuovi capitoli. Essendo in possesso di un doppio passaporto può essere convocato sia nelle giovanili della nazionale francese che in quella del Gabon. Finora nessuno si è mai occupato di lui, ma papà Aubame non ha dubbi: «Arriverà una telefonata». Nel frattempo il ragazzo si gode il successo e cerca di restare in prima squadra. Adriano Galliani gliel'ha promesso: «Se Borriello verrà squalificato per le vicende del doping, Willy resterà con noi per tutta la stagione».
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dal libro "Da Calciopoli ad Atene", 2007
AUBAMEYANG, MILANISTA PER CASO
Fratelli rossoneri. Una volta, in seguito ai flussi migratori del dopoguerra, si chiamavano Gino, Attilio, Aldo. Maldera. Ora, in seguito ai flussi migratori del dopo colonialismo, si chiamano Catilina, Willy e Pierre. Aubameyang.
Tre fratelli per tre maglie, che nella storia del Milan portano bene.
Dei Maldera quello con i migliori risultati sul campo è stato Aldo, il più giovane dei tre.
Lo chiamavano, con vezzo anteguerra, Maldera III, specie i giornalisti che sentivano la nostalgia di Sentimentiquarto.
Fu protagonista dello scudetto della stella e vinse quasi da solo una coppa Italia in una calda sera di inizio luglio. Che fu anche quella d'addio al calcio di Sandro Mazzola, interista di altri tempi, avversario sempre leale, che impreziosì il suo commiato con citazione dantesca: "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole" (figuriamoci l'addio al calcio del sempre più immeritatamente celebrato Materazzi e chissà, magari una citazione di Vasco ci scappa).
Per completare il ricordo, l'altro gol della finale lo segnò "cavallo pazzo" Braglia.
Ginone è sempre stato una colonna del settore formativo rossonero, mentre Attilio ha battuto i campi lombardi (area Aldini e ProPatria, ultimamente): hanno fatto da fratelli maggiori a centinaia di giovani.
Gli Aubameyang. Catilina ha aperto la pista: ora bazzica Chiasso e una telefonatina ogni tanto la fa, giusto per segnalare qualcosa di buono che proviene dalle valli svizzere.
Willy, anche dopo le nostre ripetute segnalazioni, ha preso campo e se c'è ancora il sufficiente senso critico nelle stanze di via Turati, un posto nel roster dell'anno prossimo dovrebbe essere suo.
Pierre è un abile berretti che si allena con la primavera e che da settimana scorsa ha anche il transfer che gli consente di essere arruolabile. Pare essere uno capace di bruciare le tappe. Vedremo.
Per ora, viva la nuova generazione rossonera. A noi piace essere in Europa anche così.
E SEMPRE FORZA MILAN
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