Carlo ANNOVAZZI
"Il Moro di Viale Umbria"

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Scheda statistiche giocatore
  Carlo ANNOVAZZI

Nato il 24.05.1925 a Milano, † il 10.10.1980 a Milano

Mediano destro (C) e Allenatore delle Squadre Giovanili rossonere, m ....., kg .....

Stagioni al Milan: 10, 1942-43 e dal 1944-45 al 1952-53 (di cui 9 con partite ufficiali, dal 1944-45 al 1952-53)

Stagioni da Allenatore delle Giovanili: 1, 1977-78

Soprannomi: “Il Moro di Viale Umbria”, “El Negher”

Cresciuto nel Milan

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Campionato (Torneo Benefico Lombardo) il 04.02.1945: Gallaratese vs Milano 0-1

Ultima partita giocata con il Milan il 07.06.1953: Stade Reims vs Milan 3-0 (Coppa Latina)

Totale presenze in gare ufficiali: 292

Reti segnate: 55

Palmares rossonero: 1 Scudetto (1950-51), 1 Coppa Latina (1951)

Esordio in Nazionale Italiana il 14.12.1947: Italia vs Cecoslovacchia 3-1

Ultima partita in Nazionale Italiana il 24.02.1952: Belgio vs Italia 2-0

Totale presenze in Nazionale Italiana: 17

Reti segnate in Nazionale Italiana: 0




Ha giocato anche con l'Atalanta (A), l'Anconitana (C), la Gallaratese (D), il Città di Castello (D).



Figurina Lavazza 1950


"Carlo Annovazzi, più volte capitano del Milan e della Nazionale, è stato il simbolo della squadra rossonera del primo dopoguerra. Milanese purosangue, "El Carletto de Porta Romana" era nato nel capoluogo lombardo il 24 maggio 1925. Dopo una passione giovanile per la bicicletta, si dedicò al calcio e, tifosissimo dell'Inter e di Meazza, tentò quindicenne di entrare nella squadra del cuore. Fu invece il Milan ad acquistarlo nel '42 dalla piccola formazione in cui militava (per la cifra di 50 lire dalla squadra dei ferrovieri, ndr). L'allenatore rossonero Baloncieri lo fece esordire in prima squadra nel dicembre del '45 e Annovazzi divenne ben presto titolare fisso del centrocampo milanista ricoprendovi, nei primi anni di carriera, diverse posizioni. Nella stagione '46-47 cominciò a giocare come mediano, ruolo che trovò particolarmente congeniale e in cui seppe esprimersi al meglio. Atleta notevole, abile nel gioco di testa, potente e preciso nei lanci, Annovazzi, detto "el negher" perché era un po' più scuro dei compagni, amava andare a rete con sventole micidiali. Specialista nei calci piazzati, segnò il suo primo gol nel marzo del '46 contro l'Andrea Doria, ma la rete che ricordava più volentieri era quella rifilata ai "cugini" dell'Inter in un derby del '46. Sicuro e deciso nel contrasto, veloce nel proporre il gioco offensivo e capace di conclusioni personali, Annovazzi è considerato un precursore del mediano moderno.
Fu convocato in azzurro 17 volte e partecipò ai mondiali del '50 in Brasile. L'eccezionale caratura di questo fuoriclasse è sottolineata proprio dal fatto che, con lo juventino Parola ed il compagno di squadra Carapellese, riuscì ad inserirsi nel blocco del Grande Torino che all'epoca colonizzava la Nazionale. Con il suo straordinario talento, che gli consentì di emergere in una squadra rossonera in cui il gioco era accentrato dal leggendario trio svedese Gre-No-Li, fu uno dei maggiori artefici della rinascita del Milan nel periodo postbellico e della conquista dello scudetto del '51, arrivato dopo un'attesa durata 44 anni. Fu quello l'unico titolo nazionale vinto da Annovazzi negli otto anni di permanenza al Milan, nel corso dei quali segnò 48 reti e disputò 283 incontri, che lo collocano tra i fedelissimi della maglia rossonera. Nel '53 passò all'Atalanta. Grande uomo oltre che grande calciatore, di animo buono e leale, amato da compagni e avversari (era amicone dell'interista "Veleno" Lorenzi) venne strappato agli affetti e al mondo del calcio da un destino tiranno ad appena cinquantacinque anni, nel 1980, quando si occupava dei ragazzi del Milan. (Dal "Calendario Storico del Milan 1992", Alberto Peruzzo Editore) - " È' il centromediano rivelazione del Torneo. Partendo da dietro impone la propria vigoria e la stazza rilevante sotto porta, squassando le difese avversarie, rendendosi artefice della bellezza di 17 reti (secondo miglior cannoniere dopo l'inarrivabile Nordahl). Imprevedibile." (Luigi La Rocca, Milano 2001)



"Carlo Annovazzi, nato il 24 maggio 1925, rappresenta curiosamente, ad eccezione di personaggi di minore notorietà quali Celso Battaia ed Aurelio Santagostino, uno dei pochi milanesi purosangue della gestione Trabattoni. Soprannominato "il Moro di Viale Umbria", dove il padre gestisce un negozio di cornici, giovanissimo entra nella squadretta uliciana (da U.L.I.C Unione Libera del Calcio) del XXVIII ottobre per poi passare nei ragazzi del Dopolavoro Ferroviario. Il loro campo di gioco è il largo spazio alle spalle di Piazza Vetra.
Portiere dei "ferrovieri" è Giuseppe Sacchi, che con Carletto verrà ingaggiato dal Milano (siamo ai tempi di guerra). "Pin" Santagostino, allenatore delle riserve rossonere che non perde occasione per scandagliare i campi di periferia, lo scova nel Dopolavoro Aziendale Caproni e, con 50 lire, nell'Ottobre del 1943 lo porta al Milano. Carletto non ha il tempo di assaporare la gioia dell'esordio in squadra, in una amichevole a Voghera, che giunge la chiamata dell'Aeronautica. Per fortuna la guerra sta volgendo al termine e Annovazzi trova il tempo di disputare "clandestinamente" alcuni incontri con la Vogherese in uno dei tanti tornei del periodo belllico, suscitando le vivaci proteste degli avversari. Ciò gli costa una squalifica di due mesi che ne ritarda l'esordio nella massima divisione, avvenuta poi a Modena nel dicembre 1945. Inizia come interno sinistro per poi trasformarsi in laterale. Con il Milan disputa otto campionati collezionando, niente male per un centrocampista, 53 reti in 283 presenze. Ha un rendimento costante, dando un grande contributo a riportare il titolo di Campione d'Italia al Milan.
Con la maglia azzurra gioca 17 incontri, di cui sei con la fascia di capitano.
Al termine della stagione 1952-1953 viene ceduto, forse con troppa precipitazione, all'Atalanta, togliendo nerbo ad un reparto che avrebbe ancora bisogno di lui. Artefice dell'operazione è Toni Busini, sul quale la tifoseria rossonera, irritata dalla cessione di Carletto, esprime la propria censura bollando l'iniziativa come "uno dei tanti Busini nell'acqua".
In nerazzurro Annovazzi gioca ancora cinque anni, in seria A, per concludere poi la carriera nelle serie minori ad Ancona, Gallarate e Città di Castello.
Tenta, senza particolare fortuna, la carriera di allenatore in piccoli club dell' hinterland milanese. Sarà Nereo Rocco, tuttavia, ad aprirgli una nuova strada, inserendolo nei quadri tecnici del Milan. Segue i giovani e, con Italo Galbiati, i primi passi di uno dei campioni più straordinari della storia del Milan: Franco Baresi.
Sotto la sua guida il non ancora "Capitano" giocherà nella squadra per due volte vincitrice del Trofeo Barassi." (Da CENTOMILAN - Il libro ufficiale - di F. Melegari - Ed Panini)





(Archivio Magliarossonera.it)


Foto di Annovazzi, Anni Quaranta


(Archivio Magliarossonera.it)



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Carletto Annovazzi dopo Juventus vs Milan 1-2 del 2 marzo 1947
(da "Centomilan, il Libro ufficiale", ed. Gazzetta dello Sport, 1999)
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(Immagine ricolorata digitalmente da Fulvio Borro)



dal sito www.enotria.it

CARLO ANNOVAZZI: CHI ERA
(Milano, 24 maggio 1925 - 10 ottobre 1980)
E' stato un giocatore che ha ricoperto il ruolo di mediano.
Legò per quasi tutta la carriera il suo nome a quello del Milan, con la cui maglia esordì nell'immediato dopoguerra, ricoprendo il ruolo di mediano.
Convocato nel frattempo in nazionale, esordì con la maglia numero 4 nella partita contro la Cecoslovacchia il 14 dicembre 1947 al fianco di alcuni giocatori del Grande Torino.
Rimase nel giro della nazionale fino al 1952, quando, dopo 17 presenze, le ultime delle quali da capitano, lasciò il posto ad altri due grandissimi mediani degli anni '50, Giacomo Mari e Sergio Cervato.
In campionato fu fra i protagonisti del celebre scudetto del 1951, con il quale il Milan tornò al tricolore dopo 44 anni di attesa: in quella stagione Annovazzi si dimostrò anche un eccellente realizzatore nonostante il suo ruolo, mettendo a segno 16 reti (8 delle quali su calcio di rigore).
Nel 1953 passò all'Atalanta, con la quale giocò nella massima serie fino al 1958.
Conclusa la carriera di calciatore, si dedicò a quella di allenatore, soprattutto di squadre giovanili. Poco prima della sua morte ebbe occasione di avere fra le sue fila anche il giovane Franco Baresi.






Ecco Carletto Annovazzi nella foto del Milan vincitore del campionato 1951 insieme al trio Gre-No-Li
(dal sito www.acmilan.com)







(dal "Corriere dello Sport" del 25 novembre 1947)


(dal "Corriere dello Sport" del 5 dicembre 1947)





Cartolina autografata Farabola di Carlo Annovazzi 1952-53



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Carlo Annovazzi sposo
(da "Il Calcio Illustrato", 1948-49)



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Il matrimonio di Carlo Annovazzi, giugno 1949
(da "Il Calcio Illustrato")



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Il matrimonio di Carlo Annovazzi, giugno 1949
(da "Lo Sport Illustrato")



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Permesso di soggiorno per la spedizione Mondiale in Brasile, 1950
(per gentile concessione di Ivano Piermarini)
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Figurina Annovazzi "VAV" Calcio 1949-50.
Una delle tre figurine "fantasma" ritenute inesistenti
(by D. Alinei - facebook)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 25 novembre 1949)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 28 novembre 1949)



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(proprietà di Luigi La Rocca)
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(proprietà di Luigi La Rocca)





(da "Il Milan Racconta")



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22 settembre 1948, amichevole Catania vs Milan 0-1:
Carlo Annovazzi accanto ad un dirigente del Catania
(per gentile concessione di Filippo Solarino)
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Annovazzi si è sposato
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 19 giugno 1949)



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(dal "Corriere della Sera" del 14 ottobre 1950)
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Carletto Annovazzi su "Lo Sport", 1951



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Stagione 1950-51



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 28 settembre 1950)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 27 ottobre 1950)



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(dalla "Gazzetta dello Sport"
del 20 dicembre 1950)
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(dalla "Gazzetta dello Sport"
dell'11 gennaio 1951)
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(dalla "Gazzetta dello Sport"
dell'11 gennaio 1951)



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(da "Il Monello")




Pubblicazione su Carletto Annovazzi del 5 settembre 1951, Serie "I campioni del giorno"
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(da "Il campionato in cifre - 1950-51", per gentile concessione di Ivano Piermarini)





(da "Forza Milan!")


Umberto Trabattoni appunta lo scudetto
sulla maglia di Carletto Annovazzi, 1951
(da "Lo Sport Illustrato")





Carletto Annovazzi e Raf Vallone sul set del film "Gli eroi della domenica", 1952
(da "Forza Milan!")



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Porta sigarette appartenuto a Carletto Annovazzi, 1950-51
(by Giorgio Boccellari)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 14 settembre 1951)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 1° novembre 1951)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 10 novembre 1951)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 25 novembre 1951)



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(dalla "Gazzetta dello Sport"
del 23 agosto 1952)
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(dalla "Gazzetta dello Sport"
del 1° settembre 1952)
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(dalla "Gazzetta dello Sport"
del 3 settembre 1952)



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(dalla "Gazzetta dello Sport"
del 17 novembre 1952)
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Annovazzi e Lorenzi
(dalla "Gazzetta dello Sport"
del 9 marzo 1953)
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(dalla "Gazzetta dello Sport"
del 9 aprile 1953)



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Manifesto originale "Gli 11 moschettieri", con Carlo Annovazzi
(dalla "Gazzetta dello Sport")


(dal "Corriere dello Sport")



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Carletto Annovazzi, Ugo Tognazzi e Walter Chiari
(dal libro "L'Italia del 20° Secolo", per gentile concessione di Renato Orsingher)



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Carlo Annovazzi allenatore della Gallaratese
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 2 ottobre 1959)



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(dal "Corriere dello Sport" del 6 luglio 1971)



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(dal "Corriere della Sera" dell'11 ottobre 1980)



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La morte di Carlo Annovazzi su "Forza Milan!", ottobre 1980
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Ottobre 1980, per la morte di Carletto Annovazzi,
l'Italia gioca con il lutto al braccio contro il Lussemburgo
(dal "Guerin Sportivo")






La scheda di Carlo Annovazzi
(a cura di Fabrizio Schmid)



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4 marzo 2017, i figli di Carletto Annovazzi in visita a Casa Milan
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Cimitero di Chiaravalle (MI) - ossario, reparto O, manufatto n.0434
(foto di Giovanni Arbuffi)