Cesare MALDINI
"Cesarone"

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Scheda statistiche allenatore
  Cesare MALDINI

Nato il 05.02.1932 a Trieste, † il 03.04.2016 a Milano

Difensore (D), Allenatore in Seconda, Allenatore, Direttore Tecnico e Responsabile degli Osservatori, m 1.82, kg 76

DA GIOCATORE:

Stagioni al Milan: 12, dal 1954-55 al 1965-66

Soprannome: “Cesarone”

Proveniente dalla Triestina

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) il 19.09.1954: Milan vs Triestina 4-0

Ultima partita giocata con il Milan il 22.05.1966: Milan vs Catania 6-1 (Campionato)

Totale presenze in gare ufficiali: 412

Reti segnate: 3

Palmares rossonero: 4 Scudetti (1954-55, 1956-57, 1958-59, 1961-62), 1 Coppa Latina (1956), 1 Coppa dei Campioni (1963), 1 Finale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid (1958), 3 Campionati "Cadetti" (1956-57, 1958-59, 1961-62)

Esordio assoluto in Serie A il 24.05.1953: Palermo vs Triestina 0-0

Ultima partita giocata in Serie A il 28.05.1967: Napoli vs Torino 2-1

Esordio in Nazionale Italiana il 06.01.1960: Italia vs Svizzera 3-0

Ultima partita giocata in Nazionale Italiana il 13.10.1963: URSS vs Italia 2-0

Totale presenze in Nazionale Italiana: 22

Reti segnate in Nazionale Italiana: 0

DA ALLENATORE:

Stagioni al Milan: 3, Allenatore in Seconda nel 1971-72, Allenatore dal 1972-73 al 1973-74 (in quest'ultima stagione, da dicembre 1973 in affiancamento al D.T. Nereo Rocco ed esonerato in aprile 1974, sostituito da Giovanni Trapattoni)

Esordio sulla panchina del Milan in gare ufficiali e nelle Coppe Europee il 06.09.1972: Red Boys vs Milan 1-4 (Coppa delle Coppe)

Ultima partita sulla panchina del Milan
il 06.04.1974: Hellas Verona vs Milan 2-1 (Campionato)

Totale panchine in gare ufficiali: 72

Palmares rossonero: -

Palmares personale: 1 Promozione in Serie B (Parma), 3 Campionati Europei (1992, 1994, 1996, Nazionale Italiana Under 21)

DA DIRETTORE TECNICO:

Stagioni al Milan: 1, 2000-01 (subentrato, in coppia con Mauro Tassotti, ad Alberto Zaccheroni il 18 marzo 2001)

Esordio sulla panchina del Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) il 18.03.2001: Milan vs Bari 4-0

Ultima partita sulla panchina del Milan
il 17.06.2001: Reggina vs Milan 2-1 (Campionato)

Totale panchine in gare ufficiali: 12

Palmares rossonero: -
















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Ha giocato anche con la Triestina (A), il Torino (A).

Ha allenato anche il Foggia (B, 1974-76), la Ternana (B, 1976-77), il Parma (C1 e B, 1978-80).

E' stato C.T. in 2^ della Nazionale Maggiore Italiana (1996-98), C.T. della Nazionale Italiana Under 21 (1986-96) e della Nazionale del Paraguay (2001-02).

E' stato Capo degli Osservatori del Milan dal 1998 al 2009.

Cesare Maldini è il padre di Paolo Maldini, uno dei giocatori che ha svolto il ruolo di capitano del Milan.

"Quattro scudetti e una Coppa dei Campioni militando nel Milan. Terzino destro poi stopper infine libero di stile spiccato che gli conferiva una personalità cospicua e lo faceva distinguere dalla media comune dei difensori della sua epoca (1950-60). L'eccesso di narcisismo sotto il profilo spettacolare, lo portava talvolta a qualche errore che passò in proverbio con la definizione di "maldinata"." (Dal "Dizionario del calcio". Ed. Rizzoli 1990)

"Il 22 maggio 1963, sul finire di un pomeriggio londinese dai colori incredibilmente mediterranei, Sir Stanley Rous passò nelle mani di Cesare Maldini l'ambitissima, argentea Coppa dei Campioni. L'allora capitano rossonero, sollevandola al cielo dopo la vittoriosa battaglia col Benfica, non senza provare un brivido di gioia toccò il punto più alto di una carriera sportiva che già, con il suo Milan, gli aveva portato quattro scudetti ed una Coppa Latina. Maldini era l'unico superstite, nella squadra di Nereo Rocco, della sfortunata finale di cinque anni prima a Bruxelles, ove il Milan sfiorò la storica impresa di portare in Italia il titolo continentale. Nato a Trieste il 5 febbraio 1932, Cesare debuttò in serie A, nelle file della Triestina, nel maggio del '53. Nella stagione successiva incontro "fatale" con Rocco, allenatore degli alabardati. L'anno dopo, per la ragguardevole cifra di cinquantotto milioni, ritenuta allora astronomica per un difensore, passò al Milan, dove si impose al punto di rimanervi, da giocatore, per ben dodici stagioni. Libero d'impostazione classica, giocò 412 partite con stile e raffinatezza, doti che spinsero la critica del tempo, assuefatta a difensori rudi e sbrigativi, a coniare il neologismo "maldinata" per bollarne interventi di gioco ritenuti troppo leziosi per il ruolo. Intrapresa la carriera di allenatore, trascorsa per la maggior parte in Federazione, ottenne successi considerevoli conducendo la Nazionale Under 21 ad un fantastico tris europeo e, poi, raggiungendo la panchina della Nazionale maggiore. Attualmente è tornato al Milan con un incarico tecnico. La fascia di capitano del Milan, che con tanto onore indossò nei suoi anni da giocatore, dopo quasi quarant'anni è oggi al braccio di suo figlio Paolo, degnissimo erede di una tradizione calcistica familiare da invidiare." (Da "CentoMilan, il libro Ufficiale" di Fabrizio Melegari. Edizioni Panini-Gazzetta dello Sport, 1999)

"Cresciuto nella Triestina, Cesare Maldini è arrivato a Milano nella stagione 1954/1955. E la sorte ha voluto che disputasse la sua prima partita con il Milan proprio contro la sua Triestina, sconfitta per 4-0. Il primo di 347 incontri giocati con i rossoneri in dodici stagioni ricche di successi e che lo collocano al quarto posto, come presenze, dopo Baresi, Rivera e Liedholm. Quattro scudetti, 1 Coppa Latina e 1 Coppa dei Campioni, vinta a Wembley il 22 maggio 1963 (Milan - Benefica 2-1) indossando la fascia di capitano ricevuta in eredità proprio dal "barone" svedese. Difensore classico ed elegante, prediligeva uscire dall'area sempre a testa alta e in bello stile. La sua efficacia nell'interpretazione del ruolo di libero, comunque, non può essere discussa. Fu proprio lui a dare a questo ruolo cardine del calcio moderno l'importanza e la dignità che ha oggi. Terminata la carriera di calciatore ne ha iniziata una altrettanto fortunata da allenatore. Prima di passare alla nazionale maggiore ha vinto tre titoli europei con l'Under 21." (Dal sito AC Milan.com)

"Elegante difensore, già Capitano del Milan (con cui vinse da Capitano la prima Coppa dei Campioni di una squadra italiana a Wembley nel 1963) e Nazionale Azzurro. Già Selezionatore Azzurro dell'Under 21 con la quale ha vinto 3 Campionati Europei (1992, 1994, 1996) e C.T. della Nazionale Italiana ai Mondiali di Francia '98, già capo degli osservatori del Milan, nel corso della stagione 2000-01 è stato chiamato alla guida tecnica del Milan, in coppia con Mauro Tassotti, per rilevare Alberto Zaccheroni all'indomani di Milan-Deportivo La Coruna 1-1 che ha decretato l'eliminazione dalla Champions League dei rossoneri, portando poi i rossoneri in Coppa UEFA. La sua perla stagionale è comunque rappresentata dallo storico derby di campionato del 11.5.2001 (per la cronaca Internazionale-Milan) conclusosi con il risultato di 6-0 a favore del Diavolo. Bellissima la sua imitazione (non molto apprezzata dall'interessato, per la verità.), da parte di Teo Teocoli, tra l'altro grande tifoso rossonero." (Nota di Colombo Labate)




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5 febbraio 2018: dedica di Maglia Rossonera per il compleanno di Cesare Maldini



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Dal sito www.wikipedia.it

CLUB
Il suo esordio avviene con la maglia della Triestina, il 24 maggio 1953; l'anno dopo è già capitano della squadra. Dalla stagione 1954/1955 fino al 1966 milita nel Milan, disputando ben 347 partite, segnando 3 gol, vincendo 4 scudetti, una Coppa Latina e una Coppa dei Campioni.
Nel 1963 era il capitano che alzò la Coppa dei Campioni battendo a Wembley il Benfica del mitico Eusébio. Nelle sue ultime stagioni gioca nel Torino.

NAZIONALE
Cesare Maldini ha disputato 22 partite nella Nazionale italiana.
Ha esordito il 6 gennaio 1960 in Coppa Internazionale contro la Svizzera (3-0) e ha disputato il Mondiale 1962 in Cile (2 presenze). Ha capitanato la nazionale azzurra nella stagione 1962-1963.

ALLENATORE
Ma l'avventura calcistica non si esaurisce nel 1967 quando appende le scarpette al chiodo: diventa uno stimatissimo allenatore, prima al Milan come vice di Nereo Rocco per tre stagioni, poi al Foggia, poi alla Ternana ed infine in Serie C1 con il Parma che Maldini porterà in Serie B.
Dal 1980 al 1986 è l'allenatore in seconda della Nazionale (Campione del mondo a Spagna 1982) poi dal 1986 al 1996 è l'allenatore dell'Under-21 con la quale diventa per tre edizioni consecutive campione europeo; nel dicembre del 1996 diventa allenatore della Nazionale fino a Francia 1998.
Nel 1998 Maldini assume il ruolo di consigliere tecnico del Milan e nel marzo del 2001 va a sedere temporaneamente sulla panchina della squadra rossonera insieme a Tassotti, sostituendo Alberto Zaccheroni; di rilevanza il 6-0 nel derby durante i soli 3 mesi della loro gestione. A fine campionato, concluso al 6° posto, ritorna al suo ruolo di consigliere tecnico, sostituito in panchina da Fatih Terim.
Il 27 dicembre 2001, Cesare Maldini parte per il Paraguay, chiamato a svolgere la funzione di C.T. della nazionale in vista dei Mondiali 2002.
A raccogliere la sua eredità calcistica è rimasto il figlio Paolo Maldini, attuale capitano del Milan ed ancora in attività.




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(dal "Corriere dello Sport")
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(Archivio Magliarossonera.it)



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(per gentile concessione di Franco Damiani)



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Cesare Maldini, 1955-56
(Archivio Magliarossonera.it)
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Cesare Maldini, 1955-56
(Archivio Magliarossonera.it)
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Cesare Maldini, 1955-56



Dal sito www.ilveromilanista.it

CESARE MALDINI ROUGE ET NOIRE
di Saverio Fiore

Oh capitano mio capitano.
C'erano una volta i favolosi anni 60 anni in cui fiorivano le "rose rosse" di Massimo Ranieri, girava "il mondo" di Jimmi Fontana e rotolava "il barattolo" di Gianni Meccia, anni strepitosi del boom economico, anni di lotte razziali e di urlatori, anni dei miti di Che Guevara e Bob Dylan, anni di una convivenza difficile con i vicini della grande Inter, ma sono anche gli anni di capitan Cesare Maldini, e la stirpe dei grandi capitani rossoneri annovera tra i tanti un signore di settantacinque anni che ha passato gran parte della sua vita a mescersi con i colori milanisti, regalandoci soddisfazioni enormi da calciatore, da allenatore, da dirigente, ed anche in qualità di genitore del più forte difensore di tutti i tempi. E si la grande tradizione, caratteristica tutta milanista, di capitani coraggiosi continua a sfornare uomini di grande spessore, gli anni 50 furono di Nils Liedholm, gli anni 60 il nostro Cesarone, gli anni 70 del Golden Boy, gli anni 80 e metà dei 90 Franz Baresi, e nel nuovo millennio Maldini junior. Nacque a Trieste, patria del suo mentore Paron, nel 1932 e ci conservò sempre il ricordo della sua città di nascita con quella parlata claudicante, tanto amata ed imitata da Teo Teocoli, navigando a gonfie vele tra i ricordi quella fascia bianca ha cinto i bicipiti di uomini di polso, simboleggiando attaccamento ai colori e tanta professionalità. Forse il souvenir più bello, l'immagine simbolo di questo campione sta nella notte di Wembley del 22 maggio 1963, quando il fedelissimo capitano triestino agli ordini del colonnello Rocco portò il suo plotone oltre la trincea superando un nemico ostico e mai arrendevole, alla fine della battaglia fummo vincitori è il premio più bello fu consegnato nelle sue mani ansiose e vogliose, prima volta per un italiano, di mostrasi ancora una volta vincenti. La stessa immagine con lo stesso cognome e nella stessa terra britannica quarant'anni dopo saranno il palcoscenico di una nottata epica con il ritratto del figlio Paolo a sfoggiare sicurezza ed un'altra Coppa dei Campioni dopo una finale estenuante ai calci di rigore contro la Juve. Durante la sua carriera da calciatore, Maldini si distingue per un suo stile spettacolare alquanto narcisista, da difensore classico ed elegante, prediligeva uscire dall'area sempre a testa alta e in bello stile, ma questo suo comportamento gli costerà spesso errori di gioco che gli esperti definirono "maldinate". Caratteristica è, a questo proposito, la sua ultima partita disputata con la maglia del Milan, quando segnò un'autorete in favore degli avversari che rimase l'unica rete contro le sei segnate dalla sua squadra in quel incontro. Un giornale di lui scriverà "fu il giocatore che rifondò l'immagine del difensore italiano. Con la sua eleganza caratterizzò il ruolo, tolse di dosso a tanta gente il marchio di scarponi. Già perché fuori delle mura amiche le nostre difese erano spesso e volentieri accusate di scarponeria". Una volta appese le scarpette ha tentato con successo la strada della panchina, dapprima seguendo le orme del mentore Nereo come vice al Milan, nel 1980 sarà scelto da Bearzot come vice CT della nazionale coadiuvandolo nella selezione degli azzurri, riusciranno insieme a condurre alla vittoria l'Italia al campionato del mondo 1982. Dal 1986 al 1996 è l'allenatore dell'Under 21 con la quale diventa per tre edizioni consecutive campione europeo; nel dicembre dello stesso anno diventa allenatore della nazionale fino a Francia 98. Nel 2001 coglie l'eredità di Zaccheroni e siede di nuovo sulla panchina milanista, riesce a guidare i ragazzi ed a scrivere un'altra pagina da raccontare ai nipoti, il Milan supera i cugini nel derby per 6-0, lacrime di gioia. Adesso che cantano le Vibrazioni e i Negramaro la sua musica non è cambiata, ed è ancora fedele ai colori più belli.

Presenze: 347
Gol: 3
Ha vinto: 4 scudetti ('54/'55) ('56/'57) ('58/'59) ('61/'62)
1 Coppa Campioni ('62/'63)
1 Coppa Latina ('56)




Dal libro "Seconda Pelle"

"Indossare la maglia del Milan era ogni volta per me un'emozione fortissima, perché ogni volta sapevi che saresti entrato a far parte della storia del calcio. Personalmente, sono sempre stato un grande appassionato di maglie e conservo tutte le casacche con le quali ho giocato nel corso della mia carriera. Ho ancora la maglia del mio debutto in rossonero: Era il 19 settembre 1954, quando giocammo contro la Triestina, la squadra dalla quale provenivo, e vincemmo. Entrare a San Siro, percorrere il tunnel con la maglia rossonera sulla pelle era un'emozione pura che non è mai passata né diminuita negli anni. Sempre unica e incredibilmente elettrizzante perché San Siro offre ogni volta brividi incredibili. Nel corso della mia carriera sono cambiate le maglie, i tessuti, a volte avevi maglie rossonere, altre volte bianche, ma quel sentimento di orgoglio e di forza che provavi quando la indossavi è sempre stato immenso. La maglia del Milan regala grandi suggestioni in ogni momento e in ogni luogo del mondo perché quando la vesti sai che rappresenti la società, la tua città e il Milan nel mondo." (Cesare Maldini)




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Massaggio pre-partita per Juan Alberto Schiaffino da parte del massaggiatore Ferrario,
alla presenza di Bruno Arcari, Cesare Maldini e Toni Busini



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Cartolina di Cesare Maldini, 1956-57
(dal sito www.atletiederoi.it)
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(Archivio Magliarossonera.it)



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Cesare Maldini con la tuta della Nazionale






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Cesare Maldini e Juan Alberto Schiaffino, 1958-59
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Cesare Maldini, Gino Pivatelli ed Oliviero Conti
al raduno precampionato del Milan 1961-62



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Primi anni '60, una pausa di allenamento dei ragazzi rossoneri con Cesare Maldini e Aristide Facchini.
In piedi, da sinistra: Scaricabarozzi, C. Maldini, Aristide Facchini, Orlandi. Accosciati, da sinistra: Zaccaria, Beretti, Campi
(by Luigi La Rocca)



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18 febbraio 1962, Lecco vs Milan 2-2:
Cesare Maldini prima della partita
(da "L'Unità")


Cesare Maldini con Giacomo Bulgarelli



(da "Il Milan Racconta")



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Permesso di soggiorno per la tournée del Milan in Brasile nell'estate del 1962
(per gentile concessione di Ivano Piermarini)



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Cartolina di Cesare Maldini 1962-63 con autografo
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Cartolina 1962-63 ricolorata da Lorenzo Mondelli



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Cesare Maldini, stagione 1962-63
(per gentile concessione di Riccardo Gaggero)
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Cesare Maldini, stagione 1962-63
(foto ricolorata da Lorenzo Mondelli)



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Aprile 1962, Cesare Maldini, con rispettiva consorte, mentre festeggia in casa propria la conquista dell'ottavo scudetto con il Milan
(Archivio fotografico Palazzi)
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5 settembre 1962, Milan vs Juventus 3-1:
Cesare Maldini riceve il Trofeo Caltex come Capitano della squadra Campione d'Italia dell'anno precedente



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18 novembre 1962, Juventus vs Milan 1-0:
Sivori e Maldini entrano in campo
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31 marzo 1963, Milan vs Juventus 0-0:
David e Cesare Maldini con Omar Sivori



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Il matrimonio di Cesare Maldini
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 27 maggio 1962)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 14 novembre 1962)





Figurina di Cesare Maldini (1963)



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22 maggio 1963, finale Coppa Campioni, Milan vs Benfica 2-1


22 maggio 1963, finale Coppa Campioni,
un'altra immagine dello scambio dei gagliardetti
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22 maggio 1963, finale Coppa Campioni,
Cesare Maldini e Coluna prima della gara



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Altre immagini dello scambio di gagliardetti a Wembley tra Cesare Maldini e Coluna.
A destra l'immagine restaurata, per gentile concessione di Ferdinando Bruhin
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Finale di Coppa Campioni 1963, Cesare Maldini in azione
(per gentile concessione di Renato Orsingher)
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Cesare Maldini alza la Coppa dei Campioni
a Wembley, 1963




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Wembley 1963, Nereo Rocco e Cesare Maldini festeggiano con la Coppa dei Campioni
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22 maggio 1963, Cesare Maldini con la Coppa dei Campioni appena conquistata





Cesare Maldini in azione


Cesare Maldini portato in trionfo dai tifosi



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Milan vs Benfica, finale Coppa dei Campioni 1963:
Cesare Maldini, Pivatelli, Ghezzi e Rocco
(per gentile concessione di Renato Orsingher)
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Cesare Maldini alza la Coppa dei Campioni 1963



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Cesare Maldini di ritorno all'areoporto
dopo Milan vs Benfica 1962-63
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Cesare Maldini scende dall'aereo con la Coppa dei Campioni 1963
(da "L'Unità")



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Cesare Maldini scende dall'aereo con la Coppa dei Campioni conquistata a Wembley, 1963
(per gentile concessione di Renato Orsingher)



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Maggio 1963: Cesare Maldini scende dall'aereo con la Coppa dei Campioni appena conquistata contro il Benfica



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(da "Revista de Esporte", per gentile concessione di Ivano Piermarini)



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(per gentile conessione di Andrea Leva)



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Cesare Maldini in Nazionale



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27 giugno 1963, Torneo "Città di Milano", Milan vs Inter 4-0: Ambrogio Pelagalli, Nereo Rocco e Cesare Maldini



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27 giugno 1963, Torneo "Città di Milano":
Cesare Maldini e Nereo Rocco con il trofeo
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27 giugno 1963, Torneo "Città di Milano"
(Immagine ricolorata digitalmente da Fulvio Borro)



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Permesso di soggiorno in Brasile per la finale di Coppa Intercontinentale 1963
(per gentile concessione di Ivano Piermarini)



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16 ottobre 1963, Milan vs Santos 4-2, andata di Coppa Intercontinentale: Cesare Maldini capitano del Milan
(per gentile concessione di Gabriele Pescatore di Roma)



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(Archivio Magliarossonera.it)
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15 settembre 1963, Mantova vs Milan 1-4:
Cesare Maldini e Gianni Rivera
(Copertina della rivista "Orizzonti", per gentile concessione
di Padre Giacomo Michele Santarsieri)



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Cesare Maldini, 1963-64
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Cesare Maldini e Nereo Rocco, 1964
(by Roberto Rolfo - facebook)



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(da "MilanInter" del 3 febbraio 1964)
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(da "MilanInter" del 25 gennaio 1965)



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Maldini e calcio brasiliano
(da "Revista do Esporte" n.252, 1964)



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Cesare Maldini, stagione 1965-66
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Nello Santin, Cesare Maldini e Sergio Maddé, 1965-66
(da pagina "La nostra Serie A" - facebook)



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(by Franco Damiani - facebook)
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(by Franco Damiani - facebook)



Dal sito www.storiedicalcio.altervista.org

CESARE MALDINI...ED E' SUBITO SCONFITTA
ANTEFATTO - Febbraio 1975: il futuro allenatore della Nazionale Cesare Maldini è chiamato dal Foggia, serie B, a risollevare le sorti della squadra...non sarà facile

FOGGIA - Primi giorni di Maldini col Foggia. Giorni di tuta, di sudore, di impegno. Gli è toccata una panchina «scomoda». Una panchina che a Toneatto, purtroppo, è rimasta stretta. Cesare - è il suo nome... imperiale - ha attraversato, sia pure a ritroso, il Rubicone, scendendo al di qua della «linea gotica» per ottocento chilometri e passa. Un viaggio anch'esso «scomodo» e «sudato»?
«Perché - dice - dovrebbe essere così. Se lo avessi fatto... a piedi, pazienza. Sono invece venuto giù con un confortevole e veloce "rapido". Non me ne sono neanche accorto». E' con questa battuta scherzosa che si rompe ili ghiaccio del dialogo ed il colloquio si riscalda. «E' evidente - aggiunge subito - che per uno che intende riuscire nel suo "mestiere" non si possono fare questioni di latitudine. Oltretutto un treno si prende solo quando si ha la volontà di prenderlo».
La «sua volontà»: è lo scudo sicuro per il primo impatto col Sud. Per il resto quasi non gli sembra di aver fatto tanti chilometri. La maglia è la stessa. Qui ritrova vecchi amici: Lodetti, Golin; ritrova l'entusiasmo di tempi ancora di ieri...

«Se non fosse - continua - per questo bel sole che sa tanto di primavera, giurerei di essere ancora al Milan».

Il Milan. Lo ha servito per quasi vent'anni, fedelmente. Gli sembra di non averlo lasciato mai. A sentirlo parlare si ha proprio questa impressione.
«Non è squadra - s'infervora - che doveva prendere tre gol dalla Lazio, via! E' stato un bagno... fuori stagione».

- Tuttavia, cosa lo frena?
«Gli manca qualcosa. Gli manca alle spalle un Maldera: un uomo che faccia blocco e che allo stesso tempo spinga il gioco. Diciamo una specie di tromba che in certi momenti serve a dare la carica. Ma il campionato non è ancora finito».

Il campionato. Per Maldini c'è sempre il Milan che può dire la sua. Ma, chi lo vince?
«Fino a qualche giorno fa - riprende - sembrava un feudo di conquista della Juve. La Lazio ha mischiato di nuovo le carte. Questo è bello ed interessante perché c'è tutto da giocare. Fino all'ultima mano. Perciò lo vince chi finirà... primo in classifica».

- Tutto da giocare, lei dice. Ma, in campionato si gioca?
«Non drammatizziamo. Occorre superare, è vero, un momento piuttosto incerto, di transizione. Ma, riconosciamolo, il nostro calcio non è tutto da buttare come certe critiche troppo aspre potrebbero far credere».

- Perché?
«La storia calcistica è sempre stata composta da cicli. Talvolta ad un ciclo buono ne succede uno migliore. Ma può accadere anche il contrario. Adesso siamo al "cosi-così". Occorre aver pazienza, aspettare. Anzi, sapere aspettare».

- Senza bisogno degli stranieri?
«Senza. Perché un talento "estero" per ogni squadra non potrà mai fare scuola ed insegnare seriamente qualcosa. Tuttalpiù potrà soltanto servire per lo spettacolo».

- E per la Nazionale?
«Stessa musica. Siamo in pieno rinnovamento. Inutile mettere a bollire le polemiche. Bisogna pazientare. Oppure vogliamo far tutto con un colpo di bacchetta magica?»

- Oltretutto non è più tempo di stregoni...
«Ecco. Anche in questo il calcio va rinnovandosi. Quella degli allenatori giovani la chiamano la "nuova frontiera". Facciamoli... lavorare».

- Potranno, anzi potrete dire una parola diversa?
«Spero di sì. Anche il mestiere di tecnico è cambiato. Si deve adattare ai tempi. Oggi il rapporto allenatore-giocatori è diverso. Non è più affrontato coi sistemi di una volta».

- Cosa c'è di nuovo?
«Adesso il professionismo nel calcio è pieno ed autentico. Non solo. Ma un calciatore a 18 anni ha già la maturità per ogni tipo di discorso. Una squadra, quindi, diventa equipe nel vero senso del termine».

- Anche nel senso di una «conduzione collegiale»?
«Questo no, intendiamoci. Ma è certo che oggi un allenatore non è più il caporale che comanda 18 o 20 soldatini».

- Perciò i «vecchi» sono quasi tutti sulla «china»?
«Per tutti arriva il tempo del tramonto. E' una legge naturale. Resistono quei "grandi" che hanno capito in tempo che bisognava modificare qualcosa».

- Rocco, però, viene contestato dai «bambocci» della Fiorentina...
«Di Rocco ce n'è uno solo. E' fatto alla sua maniera. Bisogna capirlo».

- Allora, questi tecnici giovani...
«Mi pare che ce ne siano parecchi in gamba. D'altra parte la scuola di Coverciano è una cosa molto seria. Gli altri ce la invidiano».

- Come intende guidare il Foggia?
«Coi miei sistemi, ovviamente. Ciascuno avrà modo di rendersene conto col tempo e di giudicarli. Spero, sinceramente, di non deludere».

- Sarà un compito facile?
«Nessun impegno è scontato in partenza. Bisogna applicarsi e lavorare. La volontà di riuscire è alla base di tutto».

- Fino a che punto conosce il campionato di B?
«Diciamo che nel periodo... di vacanza non me ne sono stato in ozio. Ho girato, ho visto. Mi sono passate sotto gli occhi tutte le squadre cadette meno una: la Reggiana».

- Ha già preso piena conoscenza del suo «materiale»?
«Lodetti e Golin già li conoscevo. Pirazzini, Trentini e qualche altro li avevo visti giocare altre volte o ci avevo giocato contro. Degli altri ho già ricavato una sufficiente impressione. Ma diamo tempo al tempo. Ci sono un sacco di guai, di infortunati. Non corriamo».

Il colloquio termina. Si avvicina Nocera, non dimenticato «cannoniere» di un tempo. «E questo qui lo conosce?» chiediamo per celia.
«Altro che - risponde ridendo Maldini - era un "brocco" di quelli!». Finisce con un'altra battuta scherzosa. Proprio come era cominciato.




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Quadro tecnico del Milan 1967-68 prima di una partitella a Milanello.
In piedi, da sinistra: il Consigliere Giorgio Casarotti (con impermeabile), Francesco Zagatti, Franco Carraro (Presidente A.C. Milan),
Giovan Battista Monti, Cesare Maldini, Nereo Rocco, Carlo Scarpato, Guido Gatti, Italo Folino (Consigliere).
Accosciati, da sinistra: Ruggero Ribolzi, Marino Bergamasco, Riccardo Bonadeo (Consigliere), .... , Luciano Tessari
(dal sito www.gahetna.nl)



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Fabio Cudicini, Gianni Rivera, Cesare Maldini, Nereo Rocco e Roberto Rosato, stagione 1969-70
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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Nereo Rocco a cena con Gianni Rivera e la dirigenza rossonera. Dietro a lui, si vede Cesare Maldini
(foto Ubaldo Bungaro - MI, per gentile concessione di Bruno e Tito Rocco e dell'Associazione "A regola d'arte" di Trieste)



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Cesare Maldini a tavola con Nereo Rocco, Gianni Rivera e Padre Eligio





Marisa Mazzucchelli (futura signora Maldini)
in posa per una foto scattata alle mogli dei calciatori per festeggiare la vittoria dello scudetto 1961-62
(da "La Domenica del Corriere", 1962)
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Le nozze di Cesare Maldini, luglio 1962



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La nascita di Paolo Maldini, con papà Cesare e mamma Marisa



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Cesare Maldini con i figli, 1973
(dal "Guerin Sportivo")



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Cesare Maldini con la sua famiglia, primi Anni Settanta
(per gentile concessione di Gianni Righetto)
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La famiglia Maldini, primi Anni Settanta
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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Cesare Maldini con la sua famiglia
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Cesare Maldini con la sua tribù, primi Anni Settanta
(per gentile concessione di Gianni Righetto)





Cesare Maldini con la sua famiglia


Cesare Maldini con la sua famiglia



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Cesare Maldini al mare con Paolo



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Cesare Maldini al mare con la famiglia
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Cesare Maldini allo stadio



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Cesare e Paolo Maldini: due generazioni di Capitani Rossoneri
(dal "Guerin Sportivo")
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Stagione 1973-74
(per gentile concessione di Renato Orsingher)
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16 dicembre 1973, Milan vs Hellas Verona 2-1: Cesare Maldini
prende il posto di Nereo Rocco sulla panchina del Milan



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Cesare Maldini in panchina con Nereo Rocco
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Cesare Maldini con Gianni de Felice, 1972





Cesare Maldini allenatore del Milan
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Cesare Maldini con Enzo Bearzot



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Cesare Maldini e Nereo Rocco, 1972-73
(foto Ubaldo Bungaro)



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Cesare Maldini vice di Nereo Rocco negli spogliatoi di San Siro, 1973
(Archivio fotografico Olympia-Milano)
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Cesare Maldini e Nereo Rocco all'uscita del campo di San Siro, 1973
(Archivio fotografico Olympia-Milano)





Figurina di Cesare Maldini, allenatore della Ternana
(da album "Panini", 1976-77)



Dal sito www.ilgiornale.it

GLI 80 ANNI DEL "MULO" DIVENTATO CESARE MALDINI
5 febbraio 2012 - di Oscar Eleni

Da capitano del Milan a vice Bearzot, da papà di Paolo a CT
Dicevano i francesi, senza aver mai conosciuto Cesare Maldini, ottant'anni proprio oggi, che la popolarità è come la giovinezza: una volta passata non torna più. Falso.
La popolarità di Maldini magno, il primo della grande dinastia che poi ci ha dato anche Paolo, uno dei più forti difensori del mondo, non è svanita certo il giorno in cui ha smesso di fare il calciatore nel 1967, quando vestiva la maglia del Torino, dopo la gloria milanista, 4 scudetti, la prima coppa dei Campioni italiana nel 1963 con Rocco in panchina e Josè Altafini a fare cose immense dopo il grande lavoro della difesa, 22 presenze in nazionale, dopo l'esordio con la Triestina il 24 maggio del 1953; popolarità che non è certo mancata anche quando ha chiuso una lunga carriera di allenatore al mondiale del 2002 con il Paraguay, passando attraverso la gloria del mondiale '82 da vice di Enzo Bearzot, i tre titoli europei alla guida dell'Under 21, il mondiale dell'98 alla guida degli azzurri buttati fuori dalla Francia, che poi vincerà il titolo, ai calci di rigore nei quarti di finale.
Ancora oggi ti vengono i brividi se puoi chiacchierare con Cesare di calcio, della vita, della sua dinastia bevendo un prosecco, parlando con nostalgia delle bighe, il pane servolano che sapevano fare soltanto le pagnocole triestine e che non ha mai trovato nei suoi anni all'Assassino, la terza casa, dopo quella vera, piena di figli, sei, dopo quella dello spogliatotoio milanista.
Fu così anche il giorno in cui lo incontrammo per la prima volta negli spogliatoi di San Siro, perché quel ragazzo ventiduenne dagli occhi luminosi che arrivava da Servola, lo storico quartiere triestino ad un chilometro dal golfo meraviglia che vedi nel suo sguardo anche oggi, non era ancora un campione, ma capivi che lo sarebbe diventato sicuramente.
C'era curiosità per capire come avrebbe potuto sistemarsi in un difesa al posto di Omero Tognon, in una squadra che oltre a lui aveva appena preso Pepe Schiaffino, l'uomo della "propetiva" creativa, e l'argentino Ricagni, nel Milan passato sotto le presidenza di Angelo Rizzoli subentrato al mitico Umberto Trabattoni. C'era anche un po' di ansia perché l'anno precedente, quando Bela Guttman lo aveva segnalato, era al centro della difesa triestina che fu sommersa di gol dal Milan del pompierone Nordahl che con il giovane mulo aveva avuto anche un battibecco che era finito davvero male. Toni Busini, altro mitico personaggio della storia milanista, direttore tecnico, aveva tranquillizzato tutti, soprattutto Nordahl che in quella stagione era diventato il capitano. Bastò il primo intervento su Jensen, attaccante della Triestina che era proprio la prima avversaria all'esordio a Milano il 19 settembre 1954, per far capire che quel mulo sarebbe diventato un grande. Aveva una struttura armonica, era alto 1 metro e 82, pesava 76 chili, non era un difensore ringhioso, ma sapeva armonizzare la linea arretrata, era pronto per fare tutto e, infatti, vinse il primo scudetto giocando 27 partite, l'ultima da terzino contro la Pro Patria nel pareggio che consentì al Milan di chiudere davanti all'Udinese.
La vera rivoluzione avvenne due anni dopo con l'arrivo di Gipo Viani e quando il Milan presentò al calcio il suo "libero" suonarono davvero le campane. Era eleganza, anche troppa diranno quelli che ricordano malignamente le "maldinate" che per tutti noi erano comunque arte, era intelligenza al servizio del ruolo e dei compagni come poi scoprì Nereo Rocco che fu uno dei suoi veri padri sportivi insieme a Bearzot e agli svedesi, cominciando da Liedholm. Era davvero un giocatore di luce, uno che poi nella sua vita forte ha provato di tutto, ha saputo insegnarci cosa voleva dire militanza: in una squadra sportiva, in un mondo dove lui ha lasciato davvero una traccia.




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Cesare Maldini con la moglie
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Paolo, Cesare e Piercesare Maldini, 1982-83
(per gentile concessione di Sergio Taccone)


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Paolo e Cesare Maldini in Nazionale
(per gentile concessione di Gianni Righetto)
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Paolo e Cesare Maldini, 1984-85



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Cesare e Paolo Maldini, 1989-90



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Cesare Maldini allenatore
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Cesare Maldini in panchina



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26 maggio 1999, Cesare e Paolo Maldini, 10 Scudetti in 2 con il Milan
(dalla "Gazzetta dello Sport", disegno di Franco Bruna)
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Nereo Rocco e Cesare Maldini
al Museo Milan&Inter di San Siro
(per gentile concessione di Renato Orsingher)



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2003, la Coppa dei Campioni a Milano
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(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)



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Cesare Campione d'Europa 1963, Paolo Campione d'Europa 2003



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Cartolina della mostra "Quelli che ... Milan Inter '63"
(per gentile concessione di Riccardo Gaggero)
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Cartellone pubblicitario della mostra "Quelli che ... Milan Inter '63"



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22 novembre 2013, invito alla presentazione di un libro dedicato a Milan vs Benfica, finale di Coppa dei Campioni 1963
(per gentile concessione di Luigi La Rocca)



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"Mio padre non mi ha mai spinto, né ha preteso per me scorciatoie. A 10 anni arrivo al Milan e il tecnico gli chiede: 'Signor Maldini, dove lo faccio giocare?'. 'Ah, non so, veda lei', disse, e andò in un angolo della tribuna, il più lontano possibile dal campo. Mio padre diceva: “comportati bene, sii onesto, impegnati sempre al massimo e il 90% è fatto”. Ora invece è tutto più difficile: ci sono ragazzi che a 13 anni hanno il procuratore e lo sponsor tecnico, ci sono genitori convinti di avere in casa il nuovo Messi, e gli scaricano sulle spalle le loro aspettative, ci sono allenatori che pensano solo alla classifica e non alla crescita mentale del ragazzo, che magari arriva da lontano e non ha il sostegno della famiglia... La voce di "figlio di" mi ha accompagnato fino alla prima squadra. 'Giochi solo perché sei il figlio di Maldini', voci di avversari, ma anche di genitori dei miei compagni. Non è stato facile, ma alla fine penso di essermela cavata bene. Mi piace ricordare mio padre, che sapeva essere sempre ironico, con una frase bellissima: 'Lui non è più il figlio di Cesare, io sono diventato il padre di Paolo'." Paolo Maldini 1 famiglia, 2 colori, 6 Coppe dei Campioni. #SempreMilan





Alcune immagini di Cesare Maldini in panchina
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Cesare Maldini col nipotino Christian
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Tre generazioni di Maldini in rossonero: Cesare, Paolo e Christian



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Biografia di Cesare Maldini
"I grandi campioni dello Sport"
(by Gabriele Castelli)
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Cesare Maldini con Giovanni Trapattoni



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Cesare Maldini chiamato a sostituire Alberto Zaccheroni
sulla panchina del Milan, nel 2000-01
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Cesare Maldini con la moglie Marisa e Silvio Berlusconi




Altre immagini di Cesare Maldini
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Dal sito www.gazzetta.it
3 aprile 2016

MORTE MALDINI, DA RIVERA A CAUSIO E RENZI: L'OMAGGIO DEL CALCIO (E NON SOLO)
Baresi: "Ci lascia una persona perbene". Teocoli: "Eravamo soprattutto amici". Mancini: "Se ne va una bandiera del calcio italiano". L'omaggio delle società di serie A e B
Tutto il mondo del calcio (e non solo) piange Cesare Maldini, un grande come giocatore, come allenatore e soprattutto come uomo. Ovviamente le prime reazioni arrivano dagli altri grandi ex milanisti. A cominciare da Gianni Rivera: "È stato il mio capitano. Con Nereo Rocco componeva una coppia di simpatici guasconi, erano divertenti. Il nostro era un Milan divertente". E poi Mauro Tassotti: "È veramente un grande dispiacere per Paolo, ma anche per tutta la mia famiglia e quella del calcio. Cesare lo ricordo per l'umanità". Anche Franco Baresi ha voluto essere vicino alla famiglia Maldini in questo triste momento: "Ci lascia una persona perbene, prima di tutto. È una leggenda ed un grande capitano". E ancora Giovanni Lodetti: "Un grande giocatore, un grande personaggio e una grande persona. Soprattutto, pur avendo conquistato grandi successi a livello sportivo, è sempre rimasto lo stesso, umile". "Grande professionista, un'eleganza incredibile per il gioco del calcio. Perdiamo una grande persona, una bella persona, che andava oltre il 'semplice' giocatore", è il ricordo di Pierino Prati.
TECNICI IN PARADISO - Franco Causio è stato uno dei protagonisti del Mundial '82, allenato da Bearzot e, appunto, da Cesare Maldini: "Sicuramente insieme lassù staranno allenando ancora". E Ricky Albertosi: "Era un giocatore dei miei tempi, un signore del calcio. Ci ho giocato contro, era un gentleman, sia in campo che fuori". Ma Maldini è stato un grande anche in panchina, protagonista dell'epoca d'oro dell'Under 21. Così non potevano mancare gli omaggi di due grandi allenatori di oggi: Carlo Ancelotti ("Condoglianze all'amico Paolo e alla sua famiglia, per la scomparsa del nostro amato Cesare") e Roberto Mancini ("Se ne va una bandiera del calcio italiano"). Moltissimi i messaggi di condoglianze da parte dei club: dal Milan alla Juve, dal Torino alla Roma, dalla Lazio alla Samp, dall'Udinese al Genoa, dall'Inter allo Spezia. Teo Teocoli era l'imitatore "ufficiale" di Maldini, ma soprattutto ne era un grande amico: "Mi piace ricordare soprattutto la nostra amicizia, nonostante la differenza di età... mi voleva bene, ci volevamo bene... ci conoscevamo da oltre cinquant'anni, una di quelle amicizie forti che non avevano bisogno di tante parole. Ci somigliavamo anche".
GRANDE ITALIANO - Omaggi a Cesare Maldini anche dalla politica del pallone ("Ci ha lasciati un grande uomo ed un protagonista assoluto del nostro calcio", ha detto il presidente Figc Carlo Tavecchio) e dalla politica vera e propria. Il premier Matteo Renzi ha twittato così: "Un pensiero affettuoso per un grande italiano come Cesare Maldini e un abbraccio alla sua famiglia".




Un ricordo di Gianni De Felice

ADDIO A CESARE MALDINI, UN DIVO CHE NON DIVEGGIAVA
La morte di Cesare Maldini mi addolora. Non eravamo proprio amici e difatti non ci frequentavamo. Ma ci conoscevamo da almeno mezzo secolo. Me lo rendevano caro l'elegante stile di gioco, la rigorosa onestà e il ricordo delle partite sulla spiaggia di Lignano Pineta.
Un covo di triestini: Nereo Rocco e i suoi figli Bruno e Tito, Ferrini, il bravo ma non famosissimo Ciclitira e qualche altro che rischio di dimenticare: come Mario David, nativo di Grado, dunque non giuliano ma bisiacco. Poi a mangiar canocchie ai Cason sul Tagliamento: mangiare e soprattutto bere.
Era un abitudinario. A colazione non mangiava che all'Assassino di Ottavio Gori all'angolo con via degli Amedei, aveva un posto suo. E anche un menù suo: mangiava sempre le stesse cose, per ossessivo scrupolo dietetico. Invariabile era anche la gag: lui che faceva finta di avere invitato un suonatore di chitarra e Ottavio che faceva finta di incavolarsi, mentre Lino Morganti trascinava la sua possente mole a cento all'ora fra i tavoli.
Cesare Maldini era l'espressione vivente di un calcio familiare, perbene, un calcio con divi che non diveggiavano. Balbettava. E a lui Gipo Viani aveva rubato il trucco di balbettare, quando voleva prender tempo a rispondere. Mi dispiace che se ne sia andato. Si chiude un'altra finestra del nostro caro e romantico calcio che fu. Gianni De Felice




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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 4 aprile 2016)



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3 aprile 2016, Atalanta vs Milan 2-1: striscione esposto nella
curva atalantina in onore di Johan Cruijff e Cesare Maldini
(dal "Corriere dello Sport")
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3 aprile 2016, Atalanta vs Milan 2-1: minuto di raccoglimento
su tutti i campi per ricordare Cesare Maldini



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9 aprile 2016, Milan vs Juventus 1-2:
il tabellone di San Siro celebra Cesare Maldini
(dal sito www.acmilan.com)
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9 aprile 2016, Milan vs Juventus 1-2: la coreografia
per Cesare Maldini al primo e al secondo anello arancio



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Statuina di Cesare Maldini
(di Giovanni Santacolomba)



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9 luglio 2017, Cimitero Monumentale di Milano: Simone Ach Conti rende omaggio a Cesare e Marisa Maldini
(da facebook)



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Dinastia Maldini
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 1° agosto 2019)




6 aprile 2016, i funerali di Cesare Maldini



Marisa e Cesare Maldini, uniti per sempre...



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28 luglio 2016, è mancata la Signora Marisa Maldini



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Cimitero Monumentale di Milano, tomba di Cesare Maldini e Marialuisa Mazzucchelli in data 6 ottobre 2020
(scatti di Marco Giussani)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" dell'8 gennaio 2021)
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(da ACMilan.com)