Luigi MALDERA (I)
"Gino"

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(Archivio Magliarossonera.it)



Scheda statistiche allenatore
  Luigi MALDERA (I)

Nato il 19.01.1946 a Corato (BA), † il 05.11.2021 a Milano

Difensore (D) e Allenatore delle Squadre Giovanili rossonere, m 1.83, kg 77

DA GIOCATORE:

Stagioni al Milan: 5, 1965-66 e dal 1968-69 al 1971-72 (a novembre 1971 ceduto al Catanzaro)

Soprannomi: "Gino”, “Pantofola”, “Grattacielo”

Cresciuto nel Milan

Esordio nel Milan in gare ufficiali e nelle Coppe Europee il 27.10.1965: Racing Strasbourg vs Milan 2-1 (Coppa delle Fiere)

Esordio in Campionato (Serie A) l'01.12.1968: Milan vs Cagliari 0-0

Ultima partita giocata con il Milan il 20.10.1971: Milan vs Hertha Berlin 4-2 (Coppa Uefa)

Totale presenze in gare ufficiali: 72

Reti segnate: 3

Palmares rossonero: 1 Campionato Primavera (1964-65), 1 Scudetto "De Martino" (1968-69), 1 Coppa dei Campioni (1969), 1 Coppa Intercontinentale (1969), 1 Coppa Italia (1971-72)

DA ALLENATORE:

Stagioni: 2, Allenatore Squadra Primavera 1984-85 e 1992-93

Palmares rossonero da Allenatore Squadre Giovanili: -




Ha giocato anche con l'Hellas Verona (B), il Monza (B), il Catanzaro (A, B), il Piacenza (C1) e il Seregno (C2).

Ha due figli, Davide e Andrea, che hanno militato rispettivamente nella Pro Sesto (C2) e nel Vigevano (interregionale), come portiere il primo e come terzino il secondo.



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Allievi del Milan 1960-61 incamminati verso il centro Schuster.
Da sinistra: Dancelli, Zucchetti, L. Maldera, Ripamonti, Vannicola, Dominici, ....
Di un'eleganza assoluta! Nessuno porta la sacca a tracolla



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Grado, 1962: un'immagine dal raduno estivo delle Giovanili Rossonere.
In piedi, da sinistra: Arienti, Bacchetta, Marovelli, Petrini, Ezio Salvadore (in maglia nera).
Da destra, in piedi: Santin, Bravi, Longo, Regalia, Prati, Bonfanti, Stucchi, il nono è Vitaloni, poi Santagostino,
Dominici, Pecora, Alberti, Redaelli. Accosciati, da sinistra: il terzo è Luigi Maldera, il primo da destra è Benigni
(per gentile concessione di Mario Pecora)



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Trofeo "Laura Belloni" 1962-63.
In squadra, tra gli altri, Luigi Maldera, Sergio Maddè, Gianfranco Picardi e Milanesi (il primo in piedi da sinistra)
(by Luigi La Rocca)



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Luigi Maldera al Catanzaro


Luigi Maldera al Catanzaro



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Luigi Maldera al Catanzaro
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Luigi Maldera al Catanzaro



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Un giovanissimo Gino Maldera
al Torneo Carlin's Boys a Sanremo, agosto 1965
(per gentile concessione di Luigi La Rocca)
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Un giovanissimo Gino Maldera,
capitano con le Giovanili rossonere, 1965
(per gentile concessione di Luigi La Rocca)



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13 febbraio 1966, Torneo di Viareggio, Milan vs Austria Vienna 2-0
(da Milan Channel)
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16 febbraio 1966, Torneo di Viareggio, Milan vs Honved 7-6 d.c.r.
(da Milan Channel)



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Una formazione del Milan Primavera 1965-66, con Gino Maldera capitano
(by Fausto Daolio, da Milan Channel)



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Fine Anni Sessanta, Toni Bellocchio in partenza con Padre Eligio, Pierangelo Belli e Gino Maldera per una trasferta Europea del Milan
(per gentile concessione di Antonella Bellocchio)





Figurina "Il Giornalino", 1968-69
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Luigi Maldera, stagione 1969-70
(by Luigi La Rocca)



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(by Vincenzo Minicelli)
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(by Luigi La Rocca)



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(by Luigi La Rocca)
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Stagione 1968-69



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Stagione 1969-70
(per gentile concessione di Renato Orsingher)
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Stagione 1969-70
(per gentile concessione di Riccardo Gaggero)



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Matrimonio Gino Maldera e Nevio Scala, 1969
(da "Forza Milan!")



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Articoli di giornale su Luigi Maldera



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Luigi Maldera, 1969-70



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21 dicembre 1969, Milan vs Fiorentina 4-2: il gol di Gino Maldera su punizione, poi abbracciato dai compagni di squadra



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Cartolina autografata in originale da Gino Maldera, 1969-70
(Foto Ubaldo Bungaro, per gentile concessione di Luigi La Rocca)
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Cartolina di Gino Maldera, 1970-71



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Figurina "Edis" di Luigi Maldera, 1970-71



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28 febbraio 1971, Milan vs Juventus 1-1,
Anastasi dolorante a bordo campo, Gino Maldera gli tende una mano. Dietro, Bruno Passalacqua seduto a bordocampo





Figurina "Panini" stagione 1970-71



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Gino Maldera, Toni Bellocchio, Nereo Rocco
(per gentile concessione di Antonella Bellocchio)
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Gino e Attilio Maldera con la maglia del Milan
(per gentile concessione di Attilio Maldera)




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I tre fratelli Maldera: Attilio, Aldo e Luigi, primi Anni Settanta
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Aldo, Gino e Attilio Maldera



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I tre fratelli Maldera



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Gino, Attilio ed Aldo Maldera in una foto dei primi Anni '70
(per gentile concessione di Attilio Maldera)





"Intrepido" nr. 45 del 1969 con Gino Maldera in copertina



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Foto pubblicitaria della Tepa Sport 1971-72 con Biasiolo, Belli,
Benetti, Prati, Anquilletti, Zignoli, Silvano Villa, Gino Maldera
(per gentile concessione Famiglia Anquilletti)
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Gino, Attilio ed Aldo Maldera in una foto dei primi anni '70



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Catanzaro, 1973: Luciano Monticolo, Gino Maldera ed il figlio di Carlo Petrini
(Archivio Carlo Petrini jr.)



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1978, Aldo e Gino Maldera con le rispettive mogli Reginella e Luciana
(per gentile concessione di Reginella Cremonesi)





In compagnia della moglie


(da "Intrepido")



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Il Milan Vecchie Glorie fotografato all'Arena di Milano (metà-fine Anni '70).
In piedi, da sinistra: Salvadore, Altafini, .... , Attilio Maldera, Belli, Sormani, Luigi Maldera, Santin, Prati.
Accosciati, da sinistra: Aldo Maldera, .... , Silvano Villa, Golin, Anquilletti, Danova, Lodetti, Zignoli
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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(by Fabrizio Schmid)
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Il pittore Bruno Salvagnin con i fratelli Maldera
(Archivio Luigi La Rocca)



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14 ottobre 1984, Milan vs Roma 2-1:
Aldo Maldera, ex della partita, con i nipoti Andrea e Davide, figli del fratello Gino





Gino Maldera, con Marco Schembri, Gianni Rivera ed Aldo Maldera al Milan Junior Camp di Roma, 2003



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Sabato 21 maggio 2005, Vecchie Glorie Rossonere vs I Legnanesi.
Gino Maldera con Roberto Valentino
(per gentile concessione di Roberto Valentino)
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(da "Forza Milan!", gennaio 2010)




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Sabato 29 maggio 2010, raduno dei calciatori rossoneri Anni Sessanta a Guastalla (RE).
Da sinistra, in piedi: Romano Guido Nimis, Federico Barbieri, Roberto Bertanza, Claudio Antonio Mantovani, Sergio Rapacchi,
Giovanni Cazzola, Nevio Scala, Luigi Scaricabarozzi, Angelo Mazzoni, Colombo Labate (di Magliarossonera.it), Luigi Maldera,
Mauro Ferrari, Rino Ceccardi, William Vecchi, Luciano Tessari, Luigi La Rocca, Mario Pecora, Giovanni Casari, Stefano Marcucci,
Ezio Santagostino, Giuseppe Italo Redaelli, Mauro Scaruffi, Eugenio Petrini, Roberto Stucchi, Bruno Bacchetta, Sergio Maddè,
Luciano Stefano Poppi, Enrico Prato, Ciro Iotti, Massimo Dancelli, Sergio Innocenti.
Accosciati: Sergio Gardini, Aldo Vidonis, Giovanni Cattai, Giovanni Paolo Lodetti, Dario Gon, Claudio Orlandini, Gianni Zagatti,
Amerigo Rotoni, Gino Pigozzi, Piero Fraccapani, Fausto Daolio, Paolo Barbacini, Ernesto Cassaghi, Mario Fantini, Mario Lucingoli
(grazie a Luigi La Rocca)




Dal sito https://rrossonera.wixsite.com
di Massimo Volpato

INTERVISTA A CRISTIANO PRATI, FIGLIO DI PIERINO INDIMENTICABILE ATTACCANTE DEL MILAN DI ROCCO
In questi giorni parlando con mio papà del suo Milan di fine anni sessanta mi ha chiesto: “Ma cosa aspetti a scrivere qualcosa su Pierino Prati” risposta “eh Papà la storia rossonera è lunga quasi 122 anni sai quanti giocatori” e lui “ma non mi puoi farmi aspettare così tanto per leggere qualcosa su Prati, l’unico a segnare tre gol in finale di Coppa Campioni”.
Ecco come faccio a dire di no e quindi per accontentare un autentico casciavit ho il piacere e l’onore d’intervistare Cristiano il figlio di Pierino Prati indimenticato attaccante del Milan di Rocco campione d’Europa e del Mondo fine anni sessanta. È stato un colloquio piacevole ed incredibile grazie alla sua disponibilità. Qui sotto la nostra chiacchierata.
Ciao Cristiano è un onore per me poterti intervistare per e far conoscere il papà sotto un altro punto di vista, innanzitutto come stai in questo periodo abbastanza complesso che stiamo vivendo?
“Grazie per la Tua /Vs richiesta. Compatibilmente con la situazione generale , abbastanza bene per me e per la mia famiglia. Speriamo che la situazione sia in continuo miglioramento e poco alla volta tornare alle vecchie abitudini, anche se ci sono varie nubi ancora che alleggiano. Speriamo bene.”
Che cosa suscita in te che ancora tanta gente come mio papà, tifosissimo del Milan abbiano un ricordo così intenso, oserei direi affettuoso verso tuo padre?
“Fa un enorme piacere, la gente che incontro, di persona o sui social, in ogni ambito, la prima cosa che mi dice: tuo papà era una Gran Persona, Un Grande Uomo, e poi mi dicono, era un grande bomber. E sinceramente, nella vita di oggi e ancor di più nel calcio di questi tempi, sono elementi rari. Un calcio, e personaggi che hanno fatto la storia, ma umili, veri, mai personaggi oltre misura ma uomini seri e dal grande cuore. Questi ricordi mi rendono molto orgoglioso, anche se avrei preferito condividere di persona con lui questi valori, come spesso abbiamo fatto in passato, perché anche quando era in vita la gente l’ha sempre ben voluto.”
Ho letto che sei tifosissimo della Fiorentina tanto da chiamare tua figlia Viola. Il Papà ha giocato solo un anno a Firenze. Cosa ti ha colpito della città toscana tanto da diventare tifoso?
“Mi portava allo stadio, agli allenamenti e palleggiavo con Antognoni, Giovanni Galli, avevo 8 anni e sono episodi che ti entrano per sempre. Anni prima andavo al Tre Fontane a Roma e giocavo con i giocatori della Roma, successivamente facevamo le sfide ai rigori con papà dopo gli allenamenti a Savona. Per cui sono tifoso Viola , ma tutte le squadre in cui ha giocato papà, le porto nel cuore.”
Entriamo nel Papà calciatore, c’è un giocatore attuale che ti ricorda papà?
“Direi di no. In vari calciatori di oggi c’è un qualcosa di suo, ma non in uno in particolare. Era un attaccante completo, destro, sinistro, forte di testa, in acrobazia, gol di rapina e gol in manovra, punizioni, anche assist, le prendeva e le dava. Nel calcio di oggi non ne ricordo di cosi’ completi Un suo compagno di squadra, nonché gran allenatore Nevio Scala, nel solito incontro/pranzo che facevano alla Panini di Milano, mi disse “io non ho mai capito se tuo padre era destro o sinistro, tirava delle castagne con entrambi i piedi“, stessa cosa me l’ha confermata Malatrasi altro suo compagno.”
In quei magnifici anni sessanta, quel Milan ha vinto tantissimo, se non sbaglio 1 scudetto, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Campioni, 2 Coppa Coppe e 1 Intercontinentale. C’è una vittoria a cui il papà era più legato o ricordava di più di altre?
“Sicuramente la finale di Madrid , non solo per la tripletta in finale, ma per il percorso che aveva portato a quella partita. Praticamente giocarono tre finali. Andare a vincere fuori casa con il Celtic (impresa in quel periodo) e eliminare il Manchester di Best, Charlton campione in carica non era cosa di poco conto. E poi la partita/rissa alla Bombonera in coppa Intercontinetale con l’Estudiantes, ma di quella partita aveva pochi ricordi, essendo uscito dopo poco l’inizio per commozione cerebrale, più che altro la ricordava per le botte prese in campo...una vergogna!!”
Che emozioni e sensazioni portava il papà di quella meravigliosa serata di primavera del 1969?
“Sentiva che era la sua serata, aveva ottime sensazioni. Giorni prima andò in una concessionaria a Milano dove c’era una macchina che gli piaceva , entrò e disse al proprietario: ” tienimi via quella macchina chese mercoledì prossimo va come dico io vengo a prenderla”..e cosi fu!! E poi mi disse che nel riscaldamento aveva provato a calciare con i palloni della finale che erano tutti bianchi, ma molto leggeri, e che partivano dei missili, e fra sé disse,stasera tiro da fuori!! Il secondo gol è magnifico.”
Pierino ha avuto tantissimi compagni di squadra nei suoi anni rossoneri con chi ha legato di più e con chi è rimasto in contatto anche una volta finito con il calcio giocato?
“Aveva buoni rapporti con tutti. Mi ricordo che parlava spesso e si vedeva in vari eventi con Anquilletti, Gino Maldera, Lodetti, Rivera,Trapattoni, Sormani , Malatrasi.”
Siete rimasti in contatto con qualcuno di loro? Anche dopo la morte?
“Erano rapporti per lo più tra ex compagni, che si ritrovavano in qualche evento, al di fuori delle famiglie. Per cui non ho rapporti.”
Nel 1973 finisce la lunga storia d’amore tra il papà e il Milan finisce e si trasferisce a Roma come ha vissuto quel momento di distacco dalla sua squadra del cuore?
“Ci rimase molto male, perché era nato nel Milan, aveva fatto tutta la trafila nelle giovanili, i prestiti, era tornato, con tenacia era esploso e in tre anni aveva vinto tutto con la sua squadra e quasi tutto con la nazionale,si sentiva una colonna.
Dopo Rivera, se si pensava al Milan di quei anni c’era Lui. Però da subito il rapporto con Buticchi, il presidente di quel periodo non fu buono. Papà aveva la pubalgia, che all’epoca era un infortunio insidioso e lungo da guarire, sembrava essere passata e poi di botto ritornava. Per il presidente era invece un malato immaginario, la verità èun’altra. Buticchi aveva bisogno di soldi, e siccome Rivera era intoccabile, l’unico che aveva mercato e valeva era papà e così decise di cederlo, per ripagare debiti di gioco come confermato dal figlio Marco in un libro (Casa di mare). “
Che cosa ha trovato Papà a Roma che a Milano non aveva?
"A Roma si vive per la magica è un rapporto quasi fisico, anche se non ha vinto nulla è stato l'idolo degli anni 70. a Milano pur essendo attaccanti è normale vincere."
28maggio 1969 penso che sia una data storica sia per la storia del Milan e soprattutto per Papà, quella sera diventavano campioni d’Europa annichilendo l’Ajax di Cruijff grazie ai suoi tre gol. Papà cosa ti ha raccontato le emozioni di quella sera?
“Come detto precedentemente, sentiva che era la sua serata, anche se a dire il vero non iniziò benissimo. Dopo pochi minuti prese un palo ma da li in poi fu una cavalcata incredibile. Il suo marcatore era Suurbier , nazionale olandese ed uno dei più forti difensori dell’epoca, ha dichiarato in un’intervista recente che l’attaccante che lo ha messo più in difficoltà nella sua carriera era stato: “ Pierino Prati del Milan”
Secondo te Cristiano o secondo papà qual era il segreto di quella meravigliosa squadra?
“Il gruppo incredibile che aveva creato Rocco. Mix tra vecchi e giovani che in per tre anni vinse tutto.Amici in campo e rispettosi dei propri ruoli.”
Che cosa rappresentava per tuo padre la figura di Nereo Rocco?
“Il rapporto con Rocco fu molto speciale. All’inizio non credo che gli piacesse molto mio padre, ma era il suo modo per spronarlo e migliorarsi. Rocco era un gran Uomo, fine, pungente, che sapeva gestire ilgruppo e fargli tirar fuori il massimo. Personaggio incredibile che andrebbe studiato e fatto conoscere a chi non sa cosa ha rappresentato per il calcio di quegli anni.”
Hai qualche aneddoto da raccontare tra tuo papà e il Paron?
“Ne ho una valanga. Rocco è stato un mito anche per questo oltre ad essere un vincente. Famosa è stata la presentazione a lui di mio padre, amichevole all’estero e a Rocco portano un giovane con capelli lunghi, vestito di velluto rosso e anelli alle mani, “sig.Rocco, questo è Prati disse un accompagnatore, Nereo rispose aspetto il Prati calciatore, non il cantante, questo portalo da dove è venuto”
oppure
allenamento “Ragazzi facciamo questo esercizio , non so perché si fa, ma dicono che faccia bene e lo facciamo anche noi” e tutti a ridere.
Oppure
Finale di Madrid, la sera prima Rocco, parla alla squadra, su un foglio c’è il disegno delle due formazioni Milan e Ajax con i nomi dei giocatori. Rocco inizia, e distribuisce le marcature, tu prendi questo, tu prendi questo e così via. Alla fine rimane un nome: Rocco:”cavolo e mo che facciamo” una voce si alza e dice .”Mister quello è l’arbitro” e il Paron:”a meno male”
Oppure
Rocco aveva il premio doppio a vittoria. Per mio padre, la stagione 67-68 inizia cosi così prime 6 partite 0 gol , alcuni sbagliati abbastanza facili, non sempre viene schierato titolare. Rocco in settimana gli parla e dice “se vai avanti così ti rimando in prestito a Savona” Papà: ”mister ho capito ,anzi domenica faccio gol e le pago 2 bottiglie di Champagne” da li in poi 22 gol, in 38 partite tra campionato e coppe , capocannoniere e scudetto...e tante bevute di champagne!!
Papà ha fatto parte del gruppo che nel 68 giocando le due partite contro la Bulgaria segnando un gol sia all’andata che al ritorno, la semifinale della monetina con l’Unione sovietica, la prima finale con la Jugoslavia e rimanendo in panchina nel ripetizione? Che ricordi ha di quella manifestazione?
“Ne andavo molto fiero, perche fino a quest’anno è stato l’unico Europeo vinto dall’Italia. Poi il gol fatto a Napoli contro la Bulgaria, in tuffo di testa a pelo d’erba , molti mi dicono che sia stato uno tra i più belli ed importanti gol realizzati in maglia azzurra.”
Mentre purtroppo a Messico 70 il Ct Valcareggi non lo considera lasciandolo per tutta la manifestazione in panchina. Immagino il rammarico di Pierino. Cosa ti ha raccontato della rassegna iridata?
“Effettivamente è l’unico cruccio di una carriera straordinaria .Già la convocazione era stata rocambolesca. Anastasi convocato, accidentalmente si infortuna; vengono chiamati Boninsegna e Prati che erano in Italia e viene mandato a casa il povero Lodetti. Papà mi disse che voleva far capire a Valcareggi che anche se Riva era inamovibile lui poteva starci. Prima amichevole corre e scatta come un pazzo, dopo 20 minuti vista annebbiata, benzina finita, non aveva considerato che era in altura e non si era ancora acclimatato. Boninsegna andò meglio e parti titolare, il resto si sa come è andò.”
E vero che papà prima della finale contro il Brasile si è avvicinato al ct Valcareggi dicendogli “Mister io ho vinto tutte le finali giocate con il Milan”
“Verissimo. Pur di giocare le provò tutte.”
Una curiosità mia, dai racconti di mio papà sono sempre rimasto affascinato dalla partita della Bombonera dove papà è stato uno dei giocatori più colpiti tanto da uscire dopo 16 minuti perché svenuto in campo? Quali erano i suoi ricordi di quella incredibile partita sia dentro e fuori dal campo?
“Un po’ si aspettavano un clima caldo. Nella partita dell’andata si erano promessi dei regolamenti di conti che rendevano la partita di ritorno complicata, ma non a questi livelli: sottopassaggio, dagli spalti pioveva caffè bollente, sputi, sassi, insulti, ecc. In campo gli avversari calciavano i palloni addosso, di continuo, e se li incrociavi sputi ed insulti. E’ stata veramente una guerra, tanto da far cambiare il regolamento e far disputare la finale in partita unica in paesi terzi ..(Giappone).”
Tuo padre è stato molto vicino al Milan, facendo spesso commuovere molti tifosi per il modo in cui manifestava il suo attaccamento ai colori anche molti anni dopo aver smesso di giocare. Ci puoi raccontare qualcosa sul suo legame con il Milan negli ultimi anni?
“Papà faceva le scuole calcio per il Milan in giro per l’italia ed anche all’estero, oltre a fare da uomo immagine in alcuni eventi. Come dicevo era un uomo umile, vero, semplice, di poche parole ma dai grandi valori, che ha cercato di fare la sua professione sempre al massimo, con serietà e professionalità. Ci sono vari video su youtube dove spiega alcuni segreti per essere un buon attaccante, supporta un bimbo un po’ in difficoltà con dei compagni un po’ cattivelli, tutte situazioni in cui traspare la sua umanità. Poteva fare il personaggio, ma non l’ha mai fatto.”
A me piace pensare che una società come il Milan non abbandoni i suoi eroi, il Milan come società è stato vicino a papà?
“A parte quello detto in precedenza, nessuna cosa in particolare. Credo che il calcio di oggi viaggi, come la società, a velocità elevata, e si perda il contatto con valori e simboli veri. Solo dopo ce ne rendiamo conto.”
Mi sapresti spiegare com’è vivere con un papà così famoso? Perché a me da sempre la sensazione che a volte si può essere schiacciati da tanta personalità.
“In effetti è abbastanza pesante, anche perché io ho giocato a calcio, e fino a poco tempo fa, anche quando avevo 40 ann , e giocavo in categorie dilettantistiche basse , per alcuni giocavo perché ero il figlio di. Mio padre sarà venuto a vedermi 5, 6 volte in 25 anni di carriera sui campi di provincia, e non ha mai spinto per farmi giocare. Comunque devi dimostrare due volte il tuo valore; quando ero un ragazzino è stato sicuramente un peso. Nonostante tutto ho fatto la mia carriera tra i dilettanti, togliendomi diverse soddisfazioni.”
Cristiano quale qualità umana pensi di aver preso, o quale pregio pensi di aver ereditato da papà?
“Come dicevo era un uomo umile, vero, semplice, di poche parole ma dai grandi valori, che ha cercato di fare la sua professione sempre al massimo, con serietà e professionalità ,e sono i valori che cerco di portare avanti. Agli altri il dire se ce l’ho fatta.”
Sono oramai quasi 2 anni che Pierino non è più con voi. Quanto ti manca Papà? “Un anno e mezzo per la precisione, mi sembra ieri quel maledetto lunedi. Mi manca moltissimo, mancano le nostre serate, con il suo amico Bruno, Idà a vedere e discutere sulle partite di coppa e campionato A cena a gustare i manicaretti della moglie Bruna, con i figli Beppe,Vanessa e Valentina. I sabati sera con Viola e mia moglie Simona a mangiare carne, i pomeriggi dove tutto orgoglioso spiegava alla sua nipotina il come far crescere frutta e verdura nel suo amato orto, vederlo sul trattorino a tagliare l’erba, manca tutto questo, manca il papà Pierino Prati. Purtroppo in 15 gg la situazione è precipitata , con alcune complicanze pregresse divenute ingestibili; la situazione della pandemia ha aggravato il tutto;mi sono prodigato in ogni modo, purtroppo non è servito.”
Siamo arrivati alla conclusione della chiacchierata con Cristiano dove abbiamo cercato di ricordare Pierino come giocatore ma anche come padre e nonno. Ringrazio Cristiano per la disponibilità nel raccontarci il suo amato Papà. E per l’ennesima volta ho avuto la conferma che quel gruppo forgiato da un altro grande uomo come il Paron, aveva dei valori umani molto elevati e che i loro figli stanno portando avanti in modo egregio. Grazie Cristiano per che grazie a te ho fatto contento anche il mio papà che per quella squadra ha una passione sconfinata. Grazie ancora.




Dal sito www.gazzetta.it

MILAN, ADDIO A GINO MALDERA: VINSE LA COPPA DEI CAMPIONI NEL 1969
Si è spento a 75 anni l’ex difensore dei rossoneri di Nereo Rocco. Il cordoglio del club
Luigi Maldera, meglio conosciuto come Gino, si è spento all'età di 75 anni. Ex difensore del Milan e fratello di Aldo, è stato una colonna dei rossoneri negli anni '60, con cui ha vinto una Coppa dei Campioni nel 1968-69 e dell'Intercontinentale del 1969.
Il Milan, con un tweet, ha espresso il suo cordoglio: "Gino Maldera sarà sempre nel cuore di tutti i rossoneri: figura di riferimento del Milan della fine degli anni '60 e colonna del gruppo storico del Paròn Rocco. È con tanta commozione che tutto il Milan si stringe alla famiglia rossonera dei Maldera nel momento del dolore".




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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 6 novembre 2021, grazie a Luigi La Rocca)



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Il ricordo di Gino Maldera
su "Tuttosport" del 6 novembre 2021
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(dal "Corriere dello Sport" del 6 novembre 2021)




8 novembre 2021, i funerali di Luigi "Gino" Maldera
(foto by Luigi La Rocca)
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