Nascimento de Araujo LEONARDO
"Caipirinha"

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(Archivio Magliarossonera.it)


Scheda statistiche allenatore
  Nascimento de Araujo LEONARDO

Nato il 05.09.1969 a Niteroi (BRA) - Cittadino italiano dal 16 dicembre 2008

Attaccante (A), Allenatore, Direttore Tecnico e Assistente Vice-Presidente e Amministratore Delegato, m 1.77, kg 74

DA GIOCATORE:

Stagioni al Milan: 5, dal 1997-98 al 2000-01 e 2002-03 (da ottobre 2002 ad aprile 2003)

Soprannomi: “Caipirinha”, “Leo”

Proveniente dal Paris S.G.

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) il 13.09.1997: Milan vs Lazio 1-1

Ultima partita ufficiale giocata con il Milan il 06.02.2003: Perugia vs Milan 0-0 (Coppa Italia)

Ultima partita amichevole giocata con il Milan il 07.01.2003: Al Ittihad vs Milan 1-3

Totale presenze in gare ufficiali: 124

Reti segnate: 30

Palmares rossonero: 1 Scudetto (1998-99)

Esordio in Nazionale Brasiliana: .....

Totale presenze in Nazionale Brasiliana: 56

Reti segnate in Nazionale Brasiliana: 8

Palmares personale: 2 Campionati brasiliani (1987, Flamengo; 1991, San Paolo), 1 Coppa del Brasile (1990, Flamengo), 1 Campionato giapponese (1995, Kashima Antlers), 1 Coppa Intercontinentale (1993, San Paolo), 1 Campionato del Mondo (U.S.A. '94, Nazionale Brasiliana), Vicecampione del Mondo (Francia '98), 1 Confederation Cup (1997, Nazionale Brasiliana), 1 Oro in Coppa America (1997, Nazionale Brasiliana), 1 Argento in Coppa America (1995, Nazionale Brasiliana)

DA ALLENATORE:

Stagioni al Milan: 1, 2009-10

Esordio sulla panchina del Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) il 22.08.2009: Siena vs Milan 1-2

Ultima partita sulla panchina del Milan
il 15.05.2010: Milan vs Juventus 3-0 (Campionato)

Totale panchine in gare ufficiali: 48

Palmares rossonero: -

DA DIRETTORE TECNICO:

Stagioni al Milan: 1, 2018-19

DA ASSISTENTE VICE-PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO:

Stagioni al Milan: 2, dal 2003-04 al 2004-05




Ha giocato anche con il Flamengo (A), il San Paolo (A), il Valencia (A), il Kashima Antlers (A), il Paris S.G. (A).

Ha allenato anche l'Internazionale.

"Un grande eclettico del pallone, per i ruoli ricoperti e per i paesi in cui ha giocato. Brasile, Spagna, Giappone, Francia e Italia sono nel curriculum calcistico e culturale di questo ragazzo di grande simpatia ed intelligenza, che ama la musica ed è un vero poliglotta. Mancino puro, ha il fiuto del gol ed è pericoloso su punizione. Unico difetto: una certa fragilità fisica. Lascia l'Italia nell'estate del 2001 quando ormai il Milan non ha più bisogno della sua fantasia e della sua esperienza che lo riporta in Brasile." (Dal "Dizionario del Calcio Italiano", Baldini & Castoldi Editori, 2000)

Nel maggio 2002 ha preso parte ad una tourneè del Milan negli USA (in sostituzione di Andriy Shevchenko (volato in Ucraina per assistere ai funerali di Valery Lobanovski, n.d.r.), disputando un solo incontro.

Il 1° aprile 2003 in una conferenza stampa con Adriano Galliani annuncia il suo ritiro definitivo al calcio giocato per diventare un dirigente rossonero, in qualità di assistente del vice presidente. Si occupa così, a tempo pieno, della neonata "Fondazione Milan" e dell'associazione "Gol de letra", entrambe istituite a scopo benefico rispettivamente per i bambini italiani e brasiliani più sfortunati.




Dal sito www.wikipedia.org

CARATTERISTICHE TECNICHE
Trequartista molto dotato dal punto di vista tecnico, specialista dei calci da fermo, in carriera si distinse anche per la sua straordinaria duttilità tattica. In Italia fu grande protagonista dello scudetto vinto dal Milan nel 1999, giocando in quella stagione come punta esterna. Si può definire come uno dei migliori giocatori della sua generazione.

CLUB
Cresce nel Flamengo, con cui esordisce nel campionato brasiliano a 18 anni nel 1987. Tra il 1989 e il 1990 milita nel São Paulo, prima di passare al Valencia, nella seconda divisione spagnola nel 1991.
Nel 1993 fa ritorno al São Paulo e vince la Coppa Intercontinentale battendo il Milan, ma si trasferisce quasi subito al Kashima Antlers (campionato giapponese).
Nel 1996 è acquistato dal Paris Saint-Germain, squadra della Ligue 1.
Le ottime prestazioni attirano l'attenzione del Milan, che lo prende in prestito nell'estate 1997. Dopo un anno in rossonero (27 presenze e 3 gol in serie A) torna al PSG per fare soltanto due presenze nel campionato francese. Dal 1998 al 2001 gioca 72 partite di campionato con il Milan, segnando 19 gol e vincendo lo scudetto 1999 da primo attore (27 presenze e 12 gol).
I frequenti infortuni nelle ultime due stagioni non gli permettono di mantenere un rendimento costante, così alla fine della stagione 2000-2001 decide di far ritorno in patria prima di concludere la carriera, dove gioca prima nel Flamengo e nel São Paulo.
Nonostante i ripetuti annunci di ritiro dall'attività agonistica, decide a sorpresa ritornare al calcio giocato nell'ottobre 2002, venendo integrato nella rosa del Milan, ma la nuova esperienza rossonera è brevissima: rimane fino a marzo 2003, quando si ritira definitivamente dopo aver disputato 2 partite in Coppa Italia (1 gol) e 1 in serie A.
Il 28 maggio 2007 torna in campo nella partita del cuore giocando nella Nazionale Cantanti contro la selezione Napoli Mondiale e segna uno strepitoso gol mostrando che la sua classe non si è ancora spenta.

NAZIONALE
Ha vinto il Mondiale 1994, nel quale, acconsentendo alla richiesta del CT Parreira, si è adattato a ricoprire l'insolito ruolo di terzino sinistro, ma il cartellino rosso rimediato per una gomitata a Ramos nell'ottavo di finale contro gli Stati Uniti gli ha impedito di scendere in campo nelle restanti gare della competizione. Giocando da mezzapunta ha conquistato la Copa América e la Confederations Cup nel 1997, manifestazioni nelle quali Zagallo gli affidò la prestigiosa maglia numero 10. L'anno successivo, schierato come interno sinistro, è finalista perdente al Mondiale 1998. Nel 1999 lascia la Nazionale, salvo poi tornare nel 2001 per disputare due gare di qualificazione al Mondiale 2002. In Nazionale vanta 60 presenze e 8 reti.

DOPO IL RITIRO
Molto attivo nel campo delle iniziative umanitarie, nel 1999 in Brasile ha dato vita alla Fundação Gol de Letra. È rimasto legato all'ambiente milanista, tanto da essere stato direttore della Fondazione Milan fino a maggio 2006.
Attualmente è anche un consulente di calciomercato e Direttore Operazioni Area Tecnica del club rossonero nonché emissario per la società in Sudamerica tanto che ha contribuito a portare in Italia Kaká, Pato e Thiago Silva. Parla un italiano praticamente perfetto, che quasi cela le sue origini brasiliane, oltre a conoscere inglese, spagnolo, francese e - come da lui stesso dichiarato - "un po' di giapponese".

ALLENATORE
Il 31 maggio 2009 Adriano Galliani ha annunciato in diretta televisiva all'ultima puntata stagionale di Stadio Sprint che Leonardo sarebbe stato il nuovo allenatore del Milan per due anni a partire dalla stagione 2009-2010, ereditando così la panchina da Carlo Ancelotti. È stato presentato in conferenza stampa il 1º giugno 2009.
Il suo debutto ufficiale sulla panchina rossonera è avvenuto la sera del 22 agosto 2009 durante l'anticipo della prima giornata del campionato di Serie A 2009-2010 in casa del Siena (1-2). Dopo alcuni risultati deludenti (tra cui lo 0-4 del derby), il 21 ottobre 2009, sotto la sua guida, i rossoneri hanno battuto il Real Madrid al Bernabéu (3-2) per la prima volta nella loro storia. Il 14 maggio 2010, dopo aver raggiunto la qualificazione diretta alla Champions League, Leonardo ha ufficializzato l'addio al club rossonero, divenuto effettivo al termine della stagione. Il giorno successivo, in occasione dell'ultima giornata di campionato contro la Juventus (vittoria per 3-0), Leonardo si è congedato dal pubblico di San Siro che ha risposto con un caloroso saluto.
Nella sua esperienza rossonera l'allenatore brasiliano ha utilizzato prevalentemente una sorta di modulo 4-2-4, denominato dalla stampa del settore "4-2-fantasia", ispirandosi al modulo usato da Telê Santana, commissario tecnico della Nazionale brasiliana ai Mondiali del 1982 e del 1986. Lo schieramento si compone di 4 difensori, 2 mediani e 4 giocatori prettamente offensivi. Questo spregiudicato modo di giocare ha offerto molte prestazioni brillanti, ma anche altre deludenti poiché, se da un lato privilegia il gioco offensivo e il talento dei singoli, dall'altra difetta di equilibrio e di copertura a centrocampo.
Il 24 dicembre 2010 è diventato il nuovo allenatore dell'Inter, succedendo a Rafael Benítez e firmando un contratto fino al 30 giugno 2012. Ha diretto la prima partita da allenatore dell'Inter il 6 gennaio 2011, nella vittoria per 3-1 contro il Napoli.
Fino al 6 marzo 2011, con la vittoria per 5-2 in rimonta sul Genoa, ha totalizzato un bottino di 33 punti nelle prime 13 partite stabilendo un record e sorpassando i 32 punti che avevano fatto in precedenza Fabio Capello (con la Juventus nel 2004-2005), Gigi Simoni e Marcello Lippi.
Il 22 maggio 2011, con la vittoria all'ultima di campionato per 3-1 contro il Catania, ha stabilito il record di 12 vittorie casalinghe consecutive in campionato su altrettante partite eguagliando i record di Giovanni Invernizzi del 1970-1971 e del duo Tansini-Cappelli nel 1949-1950. Seppur con il miglior attacco, ha terminato il campionato con i nerazzurri al 2º posto, a -6 dalla vetta, perdendo tra l'altro il derby per 3-0, che in caso di vittoria avrebbe potuto portare l'Inter in vetta alla classifica. La sua avventura in Champions League invece, si è conclusa ai quarti di finale contro lo Schalke 04, perdendo l'andata per 5-2 e il ritorno per 2-1.
Il 29 maggio 2011 ha vinto il suo primo titolo da allenatore con l'Inter conquistando la Coppa Italia ai danni del Palermo, battuto in finale per 3-1.
Il 1º luglio 2011 l'Inter ha annunciato la risoluzione consensuale del contratto che legava il tecnico brasiliano ai nerazzurri. Al suo posto è subentrato il tecnico piemontese Gian Piero Gasperini.
Il 28 settembre 2017 a distanza di più di sei anni torna ad allenare venendo scelto dall'Antalyaspor, club turco nel quale gioca tra le altre stelle anche Samuel Eto'o che era con lui all'Inter. Al debutto in campionato perde per 3-1 contro il Sivasspor e la squadra rimane nei bassifondi della classifica. Il 6 dicembre, dopo meno di tre mesi, rassegna le dimissioni a causa delle dimissioni del presidente Ali Safak Ozturc che l'aveva portato ad Antalya.

DIRIGENTE
Molto attivo nel campo delle iniziative umanitarie, nel 1999 in Brasile ha dato vita alla Fundação Gol de Letra. Dopo il ritiro dal calcio giocato è rimasto legato per diversi anni all'ambiente milanista, tanto da essere stato direttore della Fondazione Milan fino a maggio 2006.
Nella sua carriera è stato anche un consulente di calciomercato, direttore operazioni area tecnica del club rossonero nonché emissario per la società in Sudamerica, tanto che ha contribuito a portare in Italia Kaká, Pato e Thiago Silva.
Il 13 luglio 2011 è stato nominato direttore sportivo del Paris Saint-Germain, squadra nella quale aveva militato nella stagione 1996-1997, con un ingaggio da 2,5 milioni all'anno. Alla fine di maggio del 2013 è stato squalificato dalla Commissione Disciplinare della LFP per 9 mesi a causa di una spallata data all'arbitro Castro al termine della partita Paris Saint-Germain-Valenciennes del 5 maggio precedente. Il ricorso successivamente presentato dal PSG, che sosteneva l'involontarietà del gesto, è stato respinto e la squalifica è stata allungata fino a tutto il giugno del 2014, per un totale di 14 mesi. Il 10 luglio seguente Leonardo ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di direttore sportivo del club parigino a partire dal termine del calciomercato, ossia dal 2 settembre 2013. Il 17 giugno 2014 il tribunale amministrativo di Parigi ha annullato la sospensione di un anno.
Il 25 luglio 2018 viene annunciato il suo ritorno al Milan nelle vesti di direttore generale dell'area tecnico-sportiva. Il 3 dicembre dello stesso anno supera l'esame finale da direttore sportivo a Coverciano. Il 28 maggio 2019, in disaccordo con i piani di Elliott per il futuro del club, rassegna le dimissioni dall'incarico dopo meno di un anno.




Dal sito www.tornei.it

Leonardo Nascimento de Araujo
Nascimento de Araujo Leonardo è nato a Niteroi (Brasile) il 5 settembre 1969 ; è alto 177 centimetri per un peso forma di 74 chilogrammi.
Mancino naturale, dotato di notevoli qualità tecniche, in carriera ha ricoperto diversi ruoli: terzino sinistro, centrocampista, fantasista.
Inizia a giocare a livello professionistico nel Flamengo (1987), per poi passare al San Paolo (1990) con cui conquista un titolo paulista (1991) e un titolo brasiliano (1991). Nell'estate del '91 viene acquistato dal Valencia: in Spagna gioca due stagioni prima di tornare al San Paolo, con cui nel 1993 vince la Supercoppa Sudamericana e la Recopa.
Nel 1994 va in Giappone, dove veste la maglia dei Kashima Antlers: nel 1996 conquista il titolo nazionale. Gioca poi una stagione in Francia, con il Paris Saint-Germain, raggiungendo la finale della Coppa delle Coppe (0-1 con il Barcellona, gol di Ronaldo su rigore).
Nel settembre 1997 viene acquistato dal Milan: con i rossoneri gioca 4 stagioni (96 presenze e 22 reti in serie A), vincendo lo scudetto nel campionato 1998/99 (in cui Leonardo è grande protagonista con 12 gol in 27 gare).
Nel giugno 2001 l'addio all'Italia e il ritorno al San Paolo e nel dicembre scorso il passaggio al Flamengo. Tra il 1990 e il 1999 ha vestito per 56 volte (8 gol) la maglia della nazionale brasiliana: è stato campione del mondo nel 1994 (4. presenze e la brutta espulsione negli ottavi con gli Usa per la gomitata a Perez) e ha conquistato la Coppa America 1997.






Il suo autografo



Dal sito www.ilveromilanista.it
di Saverio Fiore

IL CODICE DI LEONARDO
Chissà quante volte avrà pensato alla sua terra natia, il Brasile, lui giramondo del pallone, autentico campione con la valigia sempre pronta, con il fuso orario sempre da adattare, con una lingua nuova da apprendere, chissà se la saudade ha colpito anche lui, magari rimuginando le calde spiagge di Copacabana e Ipanema, o forse i colori del carnevale di Rio, oppure gli odori ed i sapori tipici di quel mondo lontano, o se la musica di Gilberto Gil o Caetano Veloso sono riusciti a scalfirlo, a farlo sentire solo almeno per una volta, a farlo assomigliare a suoi colleghi carioca, sempre nostalgici verso la loro patria lontana, sempre impazienti di rivederla e di riassaporarla. Ha conosciuto i campionati di tre continenti giocando in Brasile, Spagna, Giappone, Francia e Italia e dovunque si stato ha sempre lasciato ottimi ricordi, ricordi carichi di magie mancine di rara classe. I colori rossoneri subito gli si presentarono imponenti quasi fossero un presagio, il Milan quasi fosse un destino da accontentare e da assecondare, i colori sono del magico Flamengo, sua prima squadra, è il 1986 e comincia la sua incredibile carriera. Terzino, poi laterale di centrocampo, poi attaccante e fantasista, ovunque l'allenatore gli chiedesse di stare, qualsiasi cosa esigesse da lui la faceva senza battere ciglio e sfornando di volta in volta prestazioni sempre maiuscole. Una carriera, la sua, passata attraverso grandi club e sempre nel segno della discrezione. Leonardo è sicuramente uno dei calciatori più intelligenti del panorama mondiale, qualità che gli ha permesso di girare la terra in lungo e in largo con grande disinvoltura. Per molti questo giocatore è "l'essenza del bel calcio", come lui stesso ha saputo dimostrare in più di un'occasione. Di lui parlano molto bene personaggi come Zico e Pelé. Da piccolo tira i suoi primi calci nel Rio Cricket, per finire poi nelle giovanili del Vasco da Gama, a Rio de Janeiro. Per qualche mese abbandona il pallone per lo studio, già lo studio: l'unica cosa che Leonardo ritiene più importante del calcio. Si iscrive alla facoltà di ingegneria di Rio, ma deve smettere perché viene chiamato dal Flamenco, ma con i libri avrà sempre un rapporto intimo e continuo. Quando il presidente del Kashima Antlers (Giappone) lo vende al Paris Saint-Germain per i tifosi nipponici è uno smacco, lo seguono fino a casa sua per convincerlo a rimanere, ma la voglia di tornare nel calcio che conta è tanta e non perde l'occasione di accasarsi nuovamente in Europa. In tutta la sua vita calcistica un unico isolato neo, nella partita contro gli Stati Uniti ad USA '94 rifila una gomitata a Tab Ramos che gli costa cara, il mondiale per lui finisce lì agli ottavi di finale. Il Brasile invece va avanti e conquista il suo quarto titolo mondiale proprio ai danni degli azzurri. Approda al Milan nel 1997 e diventa una degli uomini più importanti del team rossonero. Il suo "codice" deontologico è il punto di forza del suo curriculum vitae. Di lui sono da menzionare alcuni gol davvero magnifici i primi che mi vengono in mente sono uno in un posticipo con la Lazio all'ultimo minuto che valse la vittoria, una doppietta in un derby, ed un gol alla Samp su punizione magistrale nella rimonta scudetto del 1999. Quando arriva a Milanello per i giornalisti è una cuccagna, diventa il più ricercato, a tutti risponde sempre con acutezza e prontezza. Quando arrivava in ritardo alla conferenza stampa, da gran signore qual è, si scusava e si concedeva senza indugio alla ridda di domande che lo inseguivano e che cercavano di tirar fuori il Leonardo di tutti i giorni, per capire se quel gentiluomo che scende in campo è così anche nella vita di tutti i giorni e tutti giungono alla stessa conclusione:"si è proprio così". Ha collaborato fino al maggio scorso con l'ambiente milanista come direttore della Fondazione Milan. Un campione sul campo, ma fuori un autentico fuoriclasse, chapeau davanti all'artista girovago dello sport.







(da AcervoGazeta Press)


Ai tempi del San Paolo


(Archivio Magliarossonera.it)





Con la maglia del Centenario, stagione 1999-00


Stagione 1998-99





Stagione 1998-99


Stagione 1999-00




Stagione 2000-01





Stagione 1998-99


Stagione 1999-00


Stagione 2000-01





(Foto-cartolina
Archivio Magliarossonera.it)


(dal sito www. gazetaesportiva.net)


In azione con la maglia verdeoro






Leonardo con l'A.D. rossonero Adriano Galliani


Con Galliani e Paolo Maldini per "Fondazione Milan"





Leonardo, nuovo allenatore rossonero dalla stagione 2009-10


Leonardo con l'A.D. rossonero Adriano Galliani





Con Mauro Tassotti in panchina


A Milanello durante un allenamento






Dal sito www.gazzetta.it
14 maggio 2010

LEO LASCIA IL MILAN. "SCELTA CONSENSUALE"
Il tecnico brasiliano annuncia il suo addio: "Stamattina ho incontrato la società, le nostre strade si dividono ma restano amicizia e stima". Galliani: "Sono molto dispiaciuto"
MILANO - Leonardo non sarà più l'allenatore del Milan. La notizia è stata data oggi a Milanello in conferenza stampa, dove il tecnico brasiliano si è presentato insieme all'a.d. Adriano Galliani. "È tutto molto chiaro, siamo arrivati alla fine. Stamattina ho incontrato la società - ha detto Leonardo - e siamo qui per comunicare la nostra separazione assolutamente consensuale. È stata una scelta comune fatta in modo tranquillo, le nostre strade si dividono ma restano amicizia e stima".
GRAZIE MILAN - Leonardo, tredici anni in rossonero prima da giocatore e poi da dirigente, ha ringraziato la società: " Sono un prodotto del Milan a livello di sogni e di lavoro. Non avevo mai pensato di sedere in panchina, è stata un'esperienza straordinaria ma a me piace la gestione. Non sapevo cosa volesse dire fare l'allenatore, è stata un'esperienza straordinaria ma non so se lo farò in futuro, sicuramente non nei prossimi anni. Abbiamo deciso insieme che è arrivato il momento di chiudere devo solo dire grazie al Milan che mi ha dato tutte le opportunità per fare qualsiasi cosa, il mio è un ringraziamento infinito e unico. Si è chiuso un ciclo per me meraviglioso". E adesso? "Non ho nessuna idea, nessun pensiero e nessuna offerta da nessuno". Leonardo sarà ovviamente in panchina domani sera per l'ultima di campionato contro la Juve.
GALLIANI DISPIACIUTO - Quindi la parola passa a Galliani: "Sono molto dispiaciuto per questa separazione. Ripeto, non c'è uno che lascia l'altro, la decisione è stata presa insieme". Poi i complimenti per il terzo posto: "Leo ha raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissi, senza tutti questi infortuni avremmo lottato per lo scudetto. Abbiamo raggiunto la qualificazione diretta in Champions e questo è un grande risultato. Ha portato grandi innovazioni tecniche, siamo passati dal 4-3-3 al 4-2-fantasia che per un bel pò di tempo ha dato ottimi risultati per punti e per gioco. Direi che è stata assolutamente una stagione positiva".Inevitabili le domande sul futuro: "Non abbiamo ancora preso nessun tipo di decisione - precisa Galliani -. Il Milan finora non ha parlato né contattato nessuno. C'è tempo, non è una decisione che va presa in pochi giorni. Avevamo già deciso che sarà Tassotti a guidare la squadra nella tournèe americana. Non ci sono urgenze, quando avremo scelto il nuovo tecnico lo comunicheremo, fortunatamente l'appeal del nome Milan è ancora forte".




Dal sito www.acmilan.com
14 maggio 2010

GRAZIE MILAN, GRAZIE
Una vigilia ricca di emozioni, oggi a milanello. Mister Leonardo ha voluto comunicare, insieme ad Adriano Galliani, la scelta di concludere consensualmente la sua avventura sulla panchina rossonera
MILANELLO - Una vigilia un po' diversa dalla altre oggi, nella Sala delle Conferenze di Milanello, dove Mister Leonardo si è presentato al fianco dell'Amministratore Delegato rossonero, Adriano Galliani. Queste le sue dichiarazioni:
"Sono qui oggi, insieme ad Adriano Galliani, per comunicare consensualmente che ci separiamo, in un modo tranquillo e sereno, come è sempre stato il nostro rapporto negli anni. Non c'è niente di sorprendente, è tutto molto chiaro, oggi come sempre. Siamo arrivati alla fine. L'obiettivo Champions, al quale tenevo tantissimo, è stato raggiunto e stamattina abbiamo deciso di ufficializzare la scelta e l'abbiamo fatto in via Turati. E' arrivato il momento di chiudere, ma in modo tranquillo."
La parola è poi passata all'Amministratore Delegato rossonero, Adriano Galliani: "Mi dispiace molto evidentemente, devo dire che avevo dovuto faticare molto l'anno scorso per convincere Leonardo a fare il Mister. Adesso arriviamo a questa scelta, naturalmente è stata una decisione comune, concordata con la stima, l'affetto e l'amicizia di sempre. Non c'è uno che lascia l'altro. La risoluzione è assolutamente consensuale. Leonardo, a 40 anni, ha fatto il giocatore, il dirigente e l'allenatore al Milan, ha vestito tutti i ruoli possibili in una società di calcio. Con il Milan Leonardo ha fatto tutto il percorso. E' una cosa che al Barcellona ha fatto anche Cruijff ma ha più anni di Leonardo. Con noi Leo ha iniziato il suo cammino nel 1997 e, tranne che per pochi mesi nel 2001 quando è tornato in Brasile, sono 13 anni che il rapporto va avanti. Oltre ai tre ruoli che ho già citato, Leonardo è stato fondamentale per Fondazione Milan, altra grande cosa, molto importante, che lui ha fatto per noi. E così siamo arrivati ad oggi."
Numerose le domande dei giornalisti presenti per Leonardo che ha proseguito così parlando tra passato e futuro: "Devo solo ringraziare il Milan che mi ha dato tutte le opportunità per fare qualsiasi cosa e quindi il mio è un ringraziamento infinito e unico.
Non posso vivere con tristezza. Non posso non considerare tredici anni della mia vita. Il periodo più difficile per uno sportivo è il post carriera. È stato Adriano Galliani a darmi tutte le opportunità. Io sono un prodotto del Milan, non sapevo cosa significasse fare l'allenatore. È stata una cosa straordinaria, ma non so se lo farò in futuro. Sicuramente, non nei prossimi anni. Non ho nessuna paura del futuro, non ho nessun pensiero e non ho nessuna offerta. A me quello che piace è la gestione. Qui vivevamo una determinata situazione e abbiamo deciso di provare. Per me è stato un arricchimento straordinario.
Adesso è arrivato il momento di chiudere con tranquillità, come abbiamo sempre fatto ogni cosa. Staccarmi dal Milan non è semplice, perchè il Milan mi ha dato l'opportunità di fare qualsiasi cosa: tutto quello che ho imparato l'ho imparato da Adriano Galliani e qui al Milan.
Il mio impegno con Fondazione Milan? Fondazione è una struttura a parte che lavora nel sociale. Dopo sette anni di vita, Fondazione Milan cammina da sola, è una struttura indipendente di cui sono il Segretario Generale, ma ci sono tante persone che lavorano più di me per questa struttura che ormai è autonoma. Per il resto non lavorerò più con il Milan. Quando ti stacchi da un ruolo dirigenziale per diventare allenatore, non puoi più tornare indietro. Un anno fa ho lasciato il ruolo dirigenziale per diventare tecnico: sapevo che, quando sarebbe finita l'esperienza da allenatore, sarebbe finito anche il mio rapporto con il Milan.
Il Milan si è sempre mostrato in grado di riprendere una strada vincente. Il pessimismo che può essersi creato attorno a questa società è temporaneo."
Alla domanda di cosa più gli mancherà della sua esperienza da allenatore, il Mister ha così risposto: "Sicuramente la cosa che più mi mancherà sarà il rapporto con i giocatori e anche l'ambiente. Con i ragazzi ho affrontato un percorso molto lungo e profondo. Anche le litigate sono state belle e fanno parte dell'arricchimento generale. La vita nello spogliatoio fa provare e sa regalare delle emozioni molto belle."
L'ultima domanda per Leonardo è stata poi dedicata al possibile rientro di Alessandro Nesta domani contro la Juventus:
"L'impiego di domani di Nesta dipende da Thiago che ha rimediato una botta contro il Genoa. Oggi valuteremo le sue condizioni e se sta bene, Nesta potrà partire dalla panchina."




Dal sito www.ilveromilanista.it
15 maggio 2010

GRAZIE LEO
Si è conclusa la telenovela tra il nostro amato Leo (tredici anni a Milanello, da calciatore, da manager, da allenatore) e la società. Spiace. Spiace perché il mister ha rappresentato in questi undici mesi al timone rossonero la faccia pulita del calcio. Il football è un gioco, è sport; Leo è tutto questo, sportivo, mai sopra le righe, sempre positivo anche nelle sconfitte più eclatanti. In un mondo zeppo di profittatori, di ladri e di canaglie, Leo ha rappresentato la speranza e la certezza di "riuscire a cambiare". Con e grazie a lui spesso ci siamo divertiti (Milan-Genoa, Juve-Milan, Milan-Samp, tre partite memorabili!).
Leo ha anche avuto sfortuna. Soprattutto nel periodo più delicato della stagione, quando a pioggia sono mancati diversi primi attori. Una catena di infortuni ha compromesso il gioco della squadra e la stima della stessa società. Magari non avremmo comunque vinto nulla, ma se la proprietà avesse seguito e aiutato il mister (come non ricordare la brutale turneè americana che ne ha compromesso la preparazione, oltre che causato una serie infinita di errori), quel coraggio in più nel lanciare qualche primavera avrebbe fatto di Leo, forse, un allenatore completo. Un bravo allenatore. Qualcuno potrà bollarmi "invidioso e rosicone", ma io il mio Leo non lo baratterei per un Mourinho qualsiasi; persone così rappresentano veramente un modo unico di intendere il calcio. Uno così lo rimpiangeremo.
E' doveroso in questi casi ringraziarlo per quanto di buono è riuscito a costruire, così come è doveroso augurargli un oceano di fortuna. Come recitava un noto telecronisca Sky nel 1998, "Leonardo di nome e di fatto ha creato un capolavoro (..)". La voce era quella di Josè Altafini, il goal (di Leo) al 90' di Milan-Lazio. Quella favilla consegnò al Diavolo il campionato del centenario.




Dal sito www.milannews.it
15 maggio 2010

UNA VITTORIA CHE CHIUDE MAGICAMENTE UNA STORIA D'AMORE: GRAZIE LEO
15 maggio 2010: Milan vs Juventus 3-0 (38^ di Campionato)
L'emozione avvertita durante Milan-Juventus è tanta, attimi struggenti per tutti i tifosi del Milan, abituati nel passato a momenti simili e assolutamente toccanti. Leonardo, inquadrato spesso durante la partita, non ha nascosto i suoi occhi lucidi, pieni di emotività, commosso nel lasciare quella che è stata per tredici anni la sua famiglia: un legame bellissimo che ha visto il brasiliano spostarsi in qualsiasi ruolo all'interno della Società, dal giocatore all'allenatore, passando per il dirigente. L'amore nei confronti di Leonardo, manifestato da tutto il pubblico di San Siro, si è avvertito in maniera netta anche nei volti e nelle reazioni dei giocatori, vogliosi di tributare il giusto saluto e ringraziamento ad un uomo vero come il genio di Niteròi, poliglotta e professionista incommensurabile. Lo struggente abbraccio tra Antonini e il tecnico carioca, dopo una rete a lungo cercata dal terzino che proprio il brasiliano ha lanciato a grandi livelli, è una bellissima storia da raccontare: l'esterno sinistro, autore di una stagione immensa, avrebbe meritato anche un posto in Sudafrica. Le reti successive sono state segnate, anche in questo caso, da un uomo di Leonardo: Ronaldinho. Il fuoriclasse brasiliano, criticato nell'annata precedente ed etichettato come flop dai più, si è rilanciato in maniera netta alla guida dell'amico allenatore, stupendo tutti e conducendo il Milan per mano in più di un'occasione.
La vittoria con la Juventus è stata anche il degno saluto per altri due rossoneri: Giuseppe Favalli e Nelson Dida, il primo, autentico professionista, capace di farsi trovare sempre pronto quando chiamato in campo; il secondo vero protegonista dei tanti successi del Milan targato Ancelotti, con ricordi talmente belli da oscurare le prestazioni negative delle ultime annate. Ma alla fine il saluto più forte è ancora per Leo, condotto quasi a forza dai suoi ragazzi in campo, per tributargli di fronte a tutto il pubblico la giusta riconoscenza: un uomo di classe in ogni occasione, modesto e mai banale, ecco come descrivere l'ormai ex allenatore del Milan. Noi tutti ci stringiamo in un virtuale abbraccio, augurandogli tutto il bene possibile per il futuro e, magari, con la speranza di rivederlo di nuovo in rossonero, non importa in quale ruolo: grazie Leo, di cuore, da tutti noi.




15 maggio 2010: San Siro ringrazia e saluta Mister Leonardo in occasione di Milan vs Juventus, ultima di campionato
(dal sito www.virgilio.it)




Immagini "Leonardo Story" tratte dal sito www.gazzetta.it
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12 luglio 2018: i tifosi della Curva Sud Milano contro l'arrivo di Leonardo al Milan
(foto Milan News)




Dal sito www.acmilan.it
25 luglio 2018

IL COMUNICATO DEL MILAN: LEONARDO TORNA A CASA
AC Milan annuncia la nomina di Leonardo a Direttore Generale dell'Area Tecnico-Sportiva.
Il nuovo corso rossonero continua con la nomina di Leonardo a Direttore Generale dell'Area Tecnico-Sportiva, con effetto immediato. Un ritorno ricco di emozioni per i tifosi milanisti, oltre che un innesto professionale di grande esperienza e standing internazionale che rafforzerà la competitività della squadra a livello mondiale.
La storia di Leonardo al Milan è unica, avendo contribuito ad alcuni dei più significativi successi del Club da giocatore, allenatore e dirigente. Porterà nuovamente al Club la sua esperienza maturata nel costruire uno tra i Club più importanti al mondo. Leonardo ha cominciato la sua carriera al Milan nel 1997 da giocatore, e vi è rimasto per 5 stagioni impreziosite dal 16mo Scudetto, una Coppa Italia, 124 partite e 30 gol. Successivamente, Leonardo entra all'interno del quadro dirigenziale, prima in Fondazione Milan e poi come componente dell'Area Tecnica. Nel giugno del 2009 diventa allenatore della Prima squadra, succedendo a uno dei suoi mentori, Carlo Ancelotti.
Sotto una nuova leadership, dopo il recente cambio di proprietà, l'obiettivo primario del Club è di tornare stabilmente nell'elite del calcio europeo. La nomina di Leonardo come Direttore Generale dell'Area Tecnico-Sportiva segna un passo in avanti in tal senso e per un maggiore successo sul campo. Ulteriori novità riguardo la composizione della squadra manageriale del Club verranno comunicate in seguito.
Paolo Scaroni, nostro Presidente Esecutivo, ha dichiarato: "Il ritorno di Leonardo, grande campione rossonero e del mondo, al Club, è un altro passo in avanti nel cammino verso il successo. La nomina di Leonardo è anche un ulteriore segno dell'impegno di Elliott di aggiungere figure di esperienza e standing internazionale, che sanno cosa voglia dire riportare il Milan alla sua grandezza. Leonardo sarà responsabile dell'Area Sportiva, nonché del calciomercato e - a cominciare da questa finestra di mercato - avrà tutto il supporto necessario di cui ha bisogno per rafforzare e razionalizzare la squadra, all'interno dei canoni dell'UEFA Financial Fair Play".




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(dal sito www.acmilan.com)
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Immagini della conferenza di proclamazione di Leonardo come nuovo Direttore Tecnico del Milan
(da AC Milan - facebook)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 27 luglio 2018)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 14 agosto 2018)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 28 maggio 2019)



Dal sito www.acmilan.com
28 maggio 2019

A.C. MILAN COMUNICATO UFFICIALE: LEONARDO SI DIMETTE DAL MILAN. NEI PROSSIMI GIORNI L'ANNUNCIO DEL NUOVO DS
Il Milan ha ufficializzato in questi minuti l'addio di Leonardo dal club dopo che l'ex responsabile dell'area sportiva rossonera ha presentato le proprie dimissioni
Ecco la nota sul sito del Diavolo:
"Leonardo Nascimento de Araujo (Leonardo) ha informato AC Milan della decisione di lasciare il Club al termine della stagione con effetto immediato. AC Milan ha accettato le sue dimissioni.
Il Club ringrazia Leonardo per il suo importante contributo al progetto di crescita e gli augura i migliori successi per il prosieguo della sua carriera.
Il manager brasiliano era stato incaricato della gestione dell'Area Sportiva lo scorso luglio 2018, occupandosi da subito delle attività legate alla campagna acquisti.
L'annuncio relativo a un nuovo Direttore Sportivo verrà formulato nei prossimi giorni.
Ivan Gazidis, Amministratore Delegato di AC Milan, ha dichiarato: "Leonardo è tornato al Milan in un momento di necessità, poche settimane prima della chiusura del mercato estivo. Seppur in circostanze difficili, ha messo il cuore per gestire una congiuntura complicata e ha trasmesso la sua energia e la sua ambizione a tutta la squadra. Sono grato a Leonardo per ciò che ha fatto per il nostro grande Club, e gli auguro il meglio per il futuro".