Ernesto BELLONI

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(Archivio Magliarossonera.it)


Scheda statistiche allenatore
  Ernesto BELLONI

Nato il 23.08.1883 a Pavia, † il 23.11.1938 a Milano

Allenatore (Commissione Tecnica), m ....., kg .....

Stagioni al Milan: 1, 1911-12

Esordio sulla panchina del Milan in gare ufficiali e in Campionato (1^ Categoria) il 08.10.1911:
Milan vs Piemonte 1-1

Ultima partita sulla panchina del Milan il 28.04.1912
: Milan vs Genoa 1-0 (Campionato)

Totale panchine in gare ufficiali: 18

Palmares rossonero: -




Fu anche Sindaco di Milano alla fine degli Anni '20 (presumibilmente dal 1928).

Fu Commissario Prefettizio Straordinario del Comune di Milano dal 19.08.1926 al 04.12.1926 e Podestà di Milano dal 24.12.1926 al 05.09.1928 (nota di Gianni Morelli)





Milano, 1925. Il duca di Bergamo Adalberto di Savoia, accompagnato dal presidente della Fiera Cesare Nava,
dal senatore Luigi Mangiagalli, dal podestà di Milano Ernesto Belloni e da altre personalità, visita una tettoia espositiva
(Archivio Storico Fondazione Fiera Milano, per gentile concessione di Gianni Morelli)



Da pagina Facebook “Milano scomparsa”
10 marzo 2022

Il 3 settembre 1926 Mussolini nominò Commissario Prefettizio di Milano Ernesto Belloni, chimico nato a Pavia nel 1883, che il 4 dicembre divenne il primo Podestà fascista di Milano. Finiva così l'era dei sindaci eletti dai cittadini e iniziava quelli dei podestà nominati direttamente dal governo. Belloni era un fascista della primissima ora, legatissimo ad Arnaldo Mussolini, con tessera dal 1919 e deputato a Roma sin dal 1924. In Parlamente si fece promotore per un implemento dei fondi per la ricerca per realizzare armi chimiche e gas letali. L'azione del Belloni alla guida della città venne definita da lui stesso "fascistissima". Diede il via a una serie di opere pubbliche che nel giro di soli 12 mesi portarono il bilancio del Comune da un deficit di 60 milioni di lire a oltre 185 milioni.
Fu tra gli artefici dell'espansione di Milano, con l'annessione di dieci comuni dei vecchi Corpi Santi, che confluirono in Milano. Pianificò la copertura totale della Cerchia dei Navigli, del Naviglio di San Marco e di Viarenna, diede il via alla progettazione di Palazzo Mezzanotte, nuova sede della Borsa, dell'Idroscalo, ordinò gli sventramenti per aprire piazza Meda, eliminò il Carosello Tranviario di piazza del Duomo, tagliò il personale dell'azienda dei trasporti e diede il via alla progettazione dei nuovi tram Carrelli, quelli che circolano ancora oggi. Poche settimane dopo l'insediamento bandì un concorso per un nuovo Piano Regolatore e per edificare una serie di edifici monumentali. Dotato di un ricchissimo capitale di mezzo milione di lire, il concorso si prefiggeva di risolvere i problemi di traffico nel centro cittadino e di pianificare grandi viali o autostrade urbane, realizzare grandi piazze, parchi e un anello di verde che circondasse totalmente Milano. Vi parteciparono decine di architetti, ingegneri e urbanisti, tra loro anche il Portaluppi, che si scatenarono progettando palazzi e viali di dimensioni gigantesche, sollazzando così lo smisurato ego del Belloni. Una colossale sala per concerti in piazza Fiume (oggi piazza Repubblica), edifici monumentali e viali sterminati a sud della Cà Granda, altissimi grattacieli in piazza del Duomo... I grandiosi progetti del Belloni, tutti a debito e da caricare sulle spalle dei milanesi, ebbero un brusco stop a causa della devastante lotta intestina al fascismo che scoppiò in quegli anni proprio a Milano. Roberto Farinacci, già potentissimo segretario del Partito Nazionale Fascista, venne rimosso da Mussolini nel 1926. Farinacci era un fascista ortodosso, uno squadrista violento e nemico giurato del nuovo fascismo introdotto da Mussolini dopo la presa di potere, il fascismo in giacca, cravatta e portafoglio...
Deciso a colpire i seguaci più stretti di Mussolini, mise gli occhi sul chiacchierato Podestà Belloni, sodale di Arnaldo Mussolini, il fratello del duce, considerato il collettore di tutte le tangenti che arrivavano al vertice del fascismo. Belloni, mentre era sindaco, si fece eleggere in oltre venti consigli di amministrazione di grandi società lombarde; Farinacci lo accusò pubblicamente di aver preso ricchissime tangenti da un prestito di 30 milioni di dollari che una banca americana diede all'indebitatissimo Comune di Milano. Arnaldo Mussolini, che viveva a Milano e il vicesegretario del partito, Achille Starace, fecero partire una contro inchiesta sugli squadristi di Farinacci, scoprendo che pretendevano il pizzo da centinaia di negozianti di Milano, taglieggiavano tutti i bordelli della città e che usavano i fondi, oltre che per uso personale, per accumulare armi per un possibile colpo di Stato contro i fascisti mussoliniani. I vertici del fascismo milanese vicini a Farinacci vennero azzerati e sostituiti da fedeli mussoliniani; in cambio, il 6 settembre 1928, il Podestà Belloni diede le dimissioni; in realtà fu obbligato a dimettersi. Ma Farinacci non si diede per vinto e accusò nuovamente Belloni per tangenti e chiese al Tribunale di aprire un processo. I fratelli Mussolini tentarono in ogni modo di fermare Farinacci, ma il processo andò avanti e venne chiamato a testimoniare anche Arnaldo Mussolini. Gli imputati vennero tutti assolti e il solo Belloni venne "censurato" per le sue attività esterne alla carica podestarile. In pratica per le cariche accumulate e le conseguenti tangenti. Ma tutto venne messo a tacere. Belloni, un anno dopo il processo, quando era ormai quasi dimenticato, venne infine condannato a cinque anni di confino a Vietri in Campania, per una generica "Attività Antifascista" e poi espulso nel 1930 dal Partito Nazionale Fascista. Nonostante la censura Belloni era diventato una sorta di macchietta a Milano, giravano su di lui storie di tangenti su ogni possibile appalto, ruberie di ogni sorta e considerato capace di sperperi incredibili pur di far partire lavori pubblici su cui intascare tangenti. Il posto di Podestà venne affidato al marchese Giuseppe De Capitani d'Arzago, già segretario del Partito Liberale. Il concorso del Belloni rimase totalmente sulla carta. Trascorsi i cinque anni di confino tornò a Milano, vivendo in solitudine; morì il 23 novembre 1938. Il Corriere ne diede notizia a pagina 4 in misere quattordici righe, tra una foto di uno spazzino e un articolo sull'asta degli oggetti dimenticati sui tram... (Nelle foto: 1) Bordoni, Carminati, Caneva, Progetto per Piazza del Duomo, 1927. 2) Alberto Alpago-Novello, progetto per un nuovo quartiere monumentale a sud della Cà Granda, 1927. 3) Aschieri, Ciampoli e altri, progetto per la sistemazione di piazza Fiume, davanti alla vecchia Stazione Centrale, 1927. 4) Aschieri, Ciampoli e altri, progetto per il palazzo del Salone dei Concerti in piazza Fiume, 1927. 5) Portaluppi e Semenza, progetto per il riordino di Porta Venezia, piazza Oberdan e corso Venezia, 1927. 6) Progetto di PRG di Milano di Giovanni Greppi, 1927. 7) Ernesto Belloni nei primi anni Venti. 8) L'articolo sulla morte del Belloni)



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